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Autore: Giuly_Zomb    24/02/2012    0 recensioni
Abby è una comune adolescente, spesso emarginata dalla società. Ha tante qualità, non mostrate al mondo per semplice timidezza. Non sa bene cosa sia l'amicizia né l'amore. Cambia spesso residenza per il lavoro del padre e proprio per questo non ha un buono rapporto coi suoi genitori. Ha un fratello, l'unico che riesce a capirla, lontano però mille miglia per la sua carriera militare.
Genere: Avventura, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Com'è andato il primo giorno?" le chiese sua madre, vedendola entrare.
La risposta esatta sarebbe stata "meravigliosamente" ma si limitò a dire "bene".
Arrivata in camera sua trovò qualcosa ad aspettarla sulla scrivania: un pc portatile nuovo di zecca con un bigliettino che recitava 'Per il nuovo anno scolastico, da mamma e papà'.
'Un regalo gradito, per una volta' pensò, sorridendo e accendendolo.
I successi giorni a scuola trascorsero normalmente, senza pesantezza. Capitò di intravedere quella capigliatura biondo scuro nei corridoi tra una lezione e l'altra e all'uscita ed ogni volta si chiedeva se quel ragazzo l'avrebbe riconosciuta.
Ma solo un mercoledì, dopo una settimana dall'inizio delle lezioni, ebbe la risposta al suo dubbio:
a pranzo, 15 minuti prima della fine, Abby e le sue nuove amiche erano radunate sotto un faggio a consumare le solite schifezze quando un casco rotolò ai loro piedi, seguito da un polverone.
'I soliti fighetti che si vantano coi loro scooter' pensò Abby, ma quando la polvere si dissolse notò che proprio lui, quel ragazzo dal bel portamento e dai capelli così belli, venire nella loro direzione e recuperare il casco.
Fece un cenno di saluto a Melissa, e solo dopo notò anche Abby. Dopo averla guardata per qualche secondo sorrise in modo divino dicendole "ehi".
Abby sorrise in risposta, un sorriso tremolante, che le rimase spiaccicato sul volto anche dopo che il ragazzo si fu allontanato.
"Mel, ehm, come lo conosci?" disse a Melissa.
"Abita nella nostra strada, al di là della curva. Perché?" le rispose.
"Uhm, no, chiedevo" le disse Abby, mentre gli angoli della bocca le si arricciavano in un sorriso.
Finita la scuola Abby tornò a casa e si chiuse in camera sua. Per tutta la sera pensò a quel ragazzo, non aveva nemmeno fame e non scese a mangiare.

3.20 di quella notte, troppa insonnia per dormire.
Trafugò nelle coperte, alla ricerca del diario. Abby strinse la penna tra i denti, osservando la pagina di quel giorno ancora bianca.
Pensò a ciò che era accaduto a scuola, a come le cose sembravano andarle bene, a quelle amiche che stava conoscendo, a quel ragazzo..
La sveglia lampeggiò le 3.30. Abby ritornò alla realtà, riguardò quella pagina e disegnò solo una grande faccina sorridente cerchiando la data di quel giorno.
Arrivò la domenica Lucaina, santo giorno per dormire fino a tardi. No, ERRORE.
"Abby, sveglia, va a portare la spazzatura all'angolo" arrivò la voce di una madre.
Riluttante e sbuffando, Abby lasciò il suo bel letto, si vestì e scese in cucina. Trovò suo padre a leggere il giornale della domenica in salotto e sua madre a preparare il solito super pranzo domenicale. Le indicò le buste della spazzatura senza distogliere gli occhi dal suo lavoro, così Abby si trascinò a passi pesanti a raccoglierle e ad imbattersi in un bel cielo azzurro e un sole accecante.
Abby lasciò le buste all'angolo della strada, il camion della spazzatura sarebbe passato di lì a poco. Stava per voltarsi verso casa, quando sentì una porta sbattere furiosamente da una delle villette.
Strizzando gli occhi notò che era il ragazzo del giorno prima. A quanto pare, ancora sonnolenta, non si era accorta di essere arrivata a quella famosa curva della strada. Il ragazzo le sembrò avere un'aria stanca e lo vide lasciarsi cadere pesantemente su una panchina poco distante. Ecco, il momento giusto.
Staccò i piedi dal suolo e percorse quella distanza, una distanza che le sembrò infinita.
"Ehi" disse, dopo essersi avvicinata abbastanza.
Il ragazzo alzò il capo, stringendo gli occhi alla luce del sole e sorrise vedendola.
"Ehi" fu il suo saluto, facendole cenno di sedersi lì.
Abby prese posto, maledicendosi in quel momento di non essersi pettinata meglio i capelli prima d'uscire.
"Non mi sono mai presentato vero?" le disse il ragazzo, sempre col sorriso stampato sulle labbra.
"Luca" le porse la mano.
"Abby" gli rispose, stringendo la sua mano e sperando di non tremare troppo visibilmente.
Luca ridacchiò, passandosi una mano tra i capelli incorniciati dal sole.
"Sai, il mio gatto Fonzie ha tentato più volte di ritornare nella tua direzione, peccato che sia troppo.. stanco per arrivarci" iniziò Luca.
"Stanco? Che vuoi dire?" disse Abby.
"Sarà la vecchiaia, boh" gli rispose, scrollando le spalle.
Abby annuì, sperando che la conversazione non fosse terminata lì, parlando solo di un gatto malato.
"Non sei qui da molto, vero? Hai già fatto conoscenza?" continuò Luca.
"Oh, solo con alcune compagne di classe, ma non ho ancora visto neanche l'ombra della vera città" gli rispose.
"E che aspetti? C'è tanto da vedere! Che ne dici se ti faccio da guida turistica?" gli disse Luca, strofinandosi le mani e quasi desideroso di aver qualcosa da fare.
"Ma davvero? Beh, accetto!" rispose Abby, sfoggiando un gran sorriso.
"Andiamo, non ti assicuro che non ci perderemo comunque" disse ridendo Luca, alzandosi e passandole un casco poggiato sul motorino lì vicino.
Sembrava una tipica scena di film, di quei classici senza fine.
Abby riusciva quasi a sentire la musica in sottofondo, mentre quello scooter volava per le vie della città, i grandi ingorghi, le scorciatoie deserte, i piccioni che filavano via al loro passaggio.
Dimenticò ogni cosa. Mentre filavano per le strade, Luca le indicava i vari posti, musei, parchi nazionali, locali, ristoranti, persino la palestra in cui ogni giovedì andava ad allenarsi. Solo dopo aver girato abbastanza decisero di far riposare i motori e prendere una cola.
Si sedettero su una panchina del parco, quello in cui Luca andava spesso con gli amici a giocare a calcio, come le aveva raccontato.
Mentre chiacchieravano animatamente furono interrotti da alcuni squilli proveniente dal cellulare di Luca. Ad Abby cadde l'occhio sullo schermo, su cui c'era scritto "mamma" e vedendo Luca staccare la chiamata le venne spontaneo chiedergli:
"Perché non rispondi?"
"Vorrà sapere dove sono" disse Luca, scrollando le spalle.
"Ed è male che lo sappia?"
"No, ma non ho un buon rapporto familiare, tutto qua" tagliò corto Luca, facendo capire che il discorso finiva lì.
La riaccompagnò a casa qualche ora più tardi.
"Grazie del giro turistico" gli disse Abby sorridendo e sfilandosi il casco.
"Figurati, sempre a disposizione per le matricole"
"Uhm, per tutte le matricole?" precisò Abby, alzando un sopracciglio.
"Nah, solo per quelle carine" disse lui, strizzando un occhio e dando gas allo scooter.
Restò a guardarlo finché la curva non lo inghiottì del tutto.
'Ah beh, ora avrò tanto da scrivere su quel diario' pensò Abby.
  
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