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Autore: Anto1    25/02/2012    3 recensioni
Gabriel ha fatto la sua scelta ed è ormai a capo del Direttorio. Non risolve più casi sul paranormale e ha dei sottoposti che lavorano per lui. Ma cosa succederebbe se una persona a lui molto cara fosse direttamente minacciata? Perché continua a vedere in sogno Serventi? Cosa vuole davvero da lui? Ma soprattutto, cosa vuole dalla sua Claudia?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Nonostante la notte prima avesse visto lo spettro di suo padre, le braccia di Claudia gli avevano evitato una notte insonne. Si era svegliato e l’aveva trovata ancora lì, impegnata a proteggerlo anche nei suoi sogni. Come se non bastasse, i gemelli entrarono urlando e ridendo nella camera, svegliando Claudia e infastidendo non poco Gabriel, che tuttavia si rasserenò guardando i due bambini che saltellavano felici sul letto. Alle loro insistenti suppliche per un bacio con Claudia, lui decise che forse era meglio alzarsi e iniziare la giornata, facendo colazione con Alonso, a cui rivelò tutto quello che era successo la notte scorsa.
“Tuo padre vuole dirti qualcosa, Gabriel! Sta cercando di dirti di non prendere mai niente per scontato, se sai cosa intendo!” i suoi occhi lo guardarono attentamente da sotto le sopracciglia folte e bianche.
“Ti riferisci a Claudia?” chiese lui, sorseggiando il suo latte caldo.
“Sì, ma credo non sia l’unica cosa che tuo padre volesse dirti.”
“Che cosa vuoi dire?”
“Chiedilo a Claudia, è lei la psicologa. Dille i sogni che hai fatto prima d’incontrare tuo padre.”
Gabriel rise, quasi maleducatamente “Alonso, ormai dovresti aver capito che tipo di persona è Claudia: scettica fino al midollo.”
Alonso si alzò “dopo che tu l’hai salvata e dopo che ha visto tuo padre sotto forma di spettro, ieri notte, molto meno. O dovrei dire che io conosco meglio quella donna dell’uomo che la ama? Mi deludi!” disse, guardandolo con cipiglio.
Gabriel arrossì. Solo allora notò che in Alonso c’era qualcosa di diverso.
“La… la tua talare!”
“Cosa?”
“Non la indossi!”
In effetti, Alonso portava dei jeans stracciati e un maglione rosso.
“Ho voluto fare uno strappo alla regola: non sono in una Chiesa né in servizio, perché non adagiarsi un po’?” chiese, facendo un sorriso furbo, per poi uscire in giardino.
 
Seguì il suo consiglio: disse a Claudia di aver sognato suo padre, prima di vedere il suo spettro, e le raccontò quegli episodi del passato (perché era appunto quello che erano) nei minimi particolari. Con sua grande sorpresa, il responso di Claudia fu diverso da quello che si era aspettato.
“Tuo padre vuole dirti qualcosa con quei sogni, Gabriel! Vuole dirti che ti ha voluto bene, nonostante tua madre abbia fatto quello che ha fatto.”
Lui la guardò allibito “dov’è finita la dottoressa scettica che ho conosciuto?”
Lei sorrise “c’è ancora, Gabriel, c’è ancora quella parte di me che non crede ai fantasmi, che asserisce che molti profeti del passato erano ciarlatani… ma questo non è il tuo caso, e non è il caso dell’uomo che ho visto ieri… quando mi ha toccato… ho capito subito che era reale… come il suo desiderio di vederci uniti.” Detto questo, lo guardò intensamente negli occhi, e vi lesse tutto l’amore misto alla paura che un uomo avesse mai trasmesso ad una donna. Paura di cosa? Di non poterla avere? Di non poter andare fino in fondo, con lei? Decise che era abbastanza di farsi domande senza risposta, e si schiarì la gola.
“Ho visto che stai allenando i tuoi allievi con la meditazione, secondo me è un ottimo metodo. Certe tecniche di meditazione vengono affiancate alla terapia in alcuni casi che richiedono un aiuto in più. Mi permetti di partecipare ai tuoi allenamenti? Sarei felice di dare il mio contributo!” disse, entusiasta.
“Claudia, no… ti stai ancora riprendendo…”
“Credi che non possa allenare dei futuri soldati perché sono una donna? O perché non ho poteri paranormali? Ti farò vedere io, da oggi!” gli disse, in un tono divertito di sfida. 
In effetti, gli fece vedere quello che sapeva fare: Claudia si dimostrò un valido aiuto per allenare quelle persone dai poteri paranormali, e non era certo impreparata: oltre le sue doti di psicoterapeuta, era attenta, vigile, umana. Fu lei da quel momento in poi a dare lezioni di meditazione. All’aperto, disponeva tutti in cerchio, con solo Giada nel mezzo, a fare da tramite per assorbire le emozioni degli altri. Dopo mattinate di meditazione, quindici giorni dopo accadde qualcosa d’incredibile: parevano tutti immersi in un sonno profondo, i respiri erano profondi e regolari. Il tempo per Giada sembrava essersi fermato, sentiva tanti battiti del cuore, tanti respiri dentro di sé, tante menti pulite e libere da ogni pensiero. Trasferì la sua volontà ai suoi compagni, trasmettendo la sua libertà, il suo corpo scisso dalla sua mente, e tuttavia unito: il cerchio venne unito da una folata di vento, che si alzava dal terreno e diventava sempre più intensa, mano a mano che la mente di Giada si connetteva alla loro. Improvvisamente, furono invasi da una felicità tale da potersi sentire eterni, e capirono lo scopo delle loro esistenze, più che mai unite in un cerchio perfetto… avrebbero vinto quella battaglia!
 
“Vincerò questa battaglia, lo so!” disse, ridendo stupidamente.
“Ne sei proprio sicuro?” gli chiese una voce femminile.
“Hai dei dubbi?” le chiese, voltandosi a guardarla.
“No, è solo che ti chiedo di non sottovalutarlo, potrebbe una carta da giocare.”
“Ah! Ah! Ah! Ma anche io ho la mia” disse, accarezzando un cane nero al suo fianco. Il cane era di razza bulldog, con strani occhi rossi… il suo muso quadrato si trasfigurò in un ghigno strano. Forse era uno scherzo della luce, ma era come se quel cane stesse… ridendo
  
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