Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Mao chan    30/09/2006    4 recensioni
Tutto ciò che lei voleva.
Una botta.

Assurda. O, più che assurda, inutile.
Semplicemente una realtà.
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Botta

Botta

 

L'aveva aspettata per tutto quel tempo.

 

Mesi, forse anni, la voleva, la desiderava.

 

Sembrerà assurdo, sì, ma tra le tante situazioni che si divertiva a creare e sviluppare, magari a suon di musica, quella era l'unica che aveva lasciato in sospeso, senza immaginarne un seguito.

 

Non c'era un motivo preciso, forse perchè era la più vero simile, la più probabile.

Forse perchè lei sapeva che prima o poi sarebbe successo.

 

Questo perchè lei, non appena suonava la campana che annunciava l'inizio della ricreazione, si avvicinava alle sue compagne per trascinarle in quel bagno così lontano, nel corridoio superiore.

E fremeva d'impazienza se queste si dilungavano a parlare o avevano in mente un tragitto un po' diverso.

 

Perchè lei sapeva che lui se ne stava sempre lì, circondato dagli amici, sulla soglia della sua aula che, guardacaso, era proprio davanti a quel bagno.

 

Le scuse che usava per portare le sue amiche dall'altra parte della scuola erano multeplici: una volta perchè quella partita di bagni era l'unica ad avere i cestini per gli assorbenti, altre volte diventava inspiegabilmente l'unico che possedeva uno specchio.

 

Ma le ragazze lo sapevano e non si lamentavano.

La seguivano fino a lì, risparmiandosi le battutine ironiche.

 

Oppure si mettevano in fila davanti al distributore delle bibite calde, ma proprio QUEL distributore, davanti a QUELLA classe.

 

All'inizio le bastava vederlo all'entrata e talvolta incontrarlo per i corridoi per essere felice.

Ma ora non più.

 

Troppo tempo era passato da quando si era sentita felice per così poco.

Troppo.

 

Perchè lei sapeva che lui non la voleva.

 

E quindi soffriva.

 

Aveva un bisogno psicologico di lui, lo amava.

Forse davvero, forse no.

Ma comunque ne era convinta.

 

Così aveva cominciato a creare sogni a lieto fine, baci inaspettati, dichiarazioni inaspettate.

 

Ogni cosa alla fine trovava il suo giusto tassello e non c'era nessun problema.

 

Ogni volta che le veniva un'idea diversa, la storia era diversa e così via.

 

Ma quando le era venuta in mente quella, aveva deciso di non farne un seguito.

 

Forse perchè era la meno spettacolare delle sue idee.

Forse perchè comunque lei sapeva che sarebbe accaduto.

 

Voleva una botta.

 

Un semplice scontro casuale per i corridoi.

 

Forse avrebbe risvegliato la loro amicizia, morta da più di un anno ormai.

Forse avrebbe risvegliato persino l'amore.

 

Sì, perchè magari, se entrambi andavano di fretta senza prestare troppa attenzione agli altri studenti, al primo incrocio si sarebbero scontrati.

 

Una bella botta, s'immaginava, e all'inizio qualche insulto quasi-amichevole.

 

Poi sarebbero scappati quei due timidi sorrisi, e avrebbero ricominciato a salutarsi quando s'incontravano.

 

Era un inizio, e non era andata oltre.

 

Perchè le probabilità di una botta così, infondo, non erano troppo poche.

 

Pensava a questo mentre tornava in classe dopo la fine della ricreazione.

 

L'aveva già visto davanti alla sua classe, ma in quel momento lui era nella sua aula, un piano più su, e lei percorreva ridente il remoto corridoio della parte vecchia della scuola, dov'era stata emarginata la terza B.

 

Camminava chiaccherando allegra con Jean, quando un compagna dietro di lei la chiamò per salutarla.

Sì girò per scambiare quattro battute, senza fermarsi, procedendo all'indietro come un gambero, come spesso fanno i ragazzi che sono in ritardo a una lezione.

 

Fece mezza giravolta per tornare sui suoi passi, senza guardare bene dove andava, ormai i corridoi erano deserti!

 

E allora sentì l'urto non indifferente alla spalla.

 

Si girò di scatto, con l'intenzione di aggredire chiunque avesse osato venirle addosso in quel modo, ma non appena aprì la bocca, vide il fruscio dei suoi capelli biondi sparire veloce dietro l'angolo e ogni imprecazione le morì in gola.

 

In effetti lui andava di fretta e non prestava troppa attenzione agli altri studenti.

 

Avrebbe voluto dire qualcosa, forse qualcosa di brutto, forse qualcosa di strano.

 

Sbattè due o tre volte gli occhi neri.

 

Ma tutto quello che riuscì a dire fu: << Oh! >>

 

Eccola qui, la sua botta.

 

Mao chan

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Mao chan