Serie TV > Il Tredicesimo Apostolo
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Autore: Anto1    25/02/2012    7 recensioni
Gabriel ha fatto la sua scelta ed è ormai a capo del Direttorio. Non risolve più casi sul paranormale e ha dei sottoposti che lavorano per lui. Ma cosa succederebbe se una persona a lui molto cara fosse direttamente minacciata? Perché continua a vedere in sogno Serventi? Cosa vuole davvero da lui? Ma soprattutto, cosa vuole dalla sua Claudia?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Avevano tutti piena fiducia in lui, da quando l’avevano visto salvare Claudia e il suo potere immenso si era manifestato. Si sentivano al sicuro, protetti, sapevano che con lui avrebbero vinto. Eppure l’ansia li attanagliava, ora che erano giunti alla vigilia della battaglia, gli mordeva l’anima più che mai, e temevano di non riuscire a scacciarla, nemmeno con la meditazione. Potevano solo mitigarla, mitigarla e aspettare che quel dannato giorno arrivasse. Quel giorno, si allenarono più del dovuto, cercando di non pensare a ciò che li attendeva, focalizzando la loro mente sull’allenamento, mantenendo la “nuda attenzione”, come la definiva Claudia. Ma non erano del tutto tranquilli, questo Gabriel glielo vedeva negli occhi, lo sentiva nelle loro voci, lo avvertiva in ogni movimento che facevano. Verso sera, spossati, rientrarono in casa, parlando sommessamente, Enzo e Nadia mano nella mano. Gabriel sorrise, vedendoli.
“E’ un bravo ragazzo, maturo, diverso da quelli che chiedono solo una cosa. Ci siamo messi insieme una settimana fa e stiamo progettando di andare a vivere insieme” gli aveva rivelato, il primo giorno che si erano rivisti “e poi, dato che lui controlla l’acqua, non rischio di bruciarlo vivo ogni volta che provo un’emozione forte, sai… diciamo che siamo perfettamente compatibili” aveva concluso, arrossendo divertita.
Perfettamente compatibile… quello che voleva essere con Claudia, ma non poteva.

Successe quella notte. Erano le 11 e quasi tutti erano andati a letto, per essere perfettamente riposati in vista della battaglia dell’indomani. Gabriel era rimasto in salotto, seduto sul divano insieme ad Alonso, come quella sera che aveva salvato Claudia. Claudia… non riusciva a togliersela dalla testa. Si alzò, passeggiando nervosamente, e andando ad aprire la finestra per attenuare il caldo soffocante nella stanza… e la vide: stava passeggiando nel parco della Villa. Sapeva che era lei, perché solo lei aveva quei capelli così meravigliosamente castani, quella camminata così aggraziata e sicura, quella figura così sinuosa…
“Smettila di guardarla soltanto e prendi una decisione” la voce di Alonso lo fece sobbalzare.
“Che? Come?” chiese, con fare incerto.
Alonso sbuffò “Fai una scelta, e questa volta definitiva. Stai per affrontare una battaglia dove probabilmente ci rimetterai la pelle, che hai da perdere, ormai?”
Gabriel sospirò. Aveva ragione. Doveva scegliere. Eppure…
“A volte, quando la guardo, sono quasi sicuro di scegliere lei, di cedere, finalmente… ma poi quella scena di Demetrio e mia madre mi affiora davanti agli occhi come un incubo…”
“Non mi parlare di quel traditore assassino! Non nominarlo nemmeno! Ciò che tu provi per Claudia non ha niente a che fare con quello che i tuoi genitori hanno fatto! Il loro è stato un tradimento, una menzogna, e non voglio sapere se c’era qualcosa di più oltre il sesso, non m’interessa! Sta di fatto che quel verme ipocrita ti ha fatto la predica per aver baciato quell’angelo di donna e ha fatto di tutto per tenervi separati, riuscendoci! Non lo capisci ancora?! Il vostro era un amore vero e lui l’ha distrutto!” aveva detto quelle parole rabbiosamente, quasi senza riprendere fiato.
Gabriel rimase a guardarlo sconcertato, perché mai Alonso gli aveva parlato con quel tono.
Alonso sospirò, riprendendo a parlare con un tono più pacato.
“Gabriel… il vostro è amore vero, l’ho visto nel modo in cui ti sei preoccupato per lei quando ha perso la memoria, nel modo in cui ti sei preso cura di lei; ho visto la disperazione nei tuoi occhi alla paura di perderla, il modo in cui l’hai salvata, il modo in cui la guardi: non ci può essere colpa in questo. Può essere una colpa, l’amore? Cosa predicava Gesù, Gabriel? Predicava l’amore! Quando ha chiamato a sé i discepoli, loro avevano delle famiglie, e gli ha chiesto di lasciare tutto per seguire i suoi insegnamenti, ma non di smettere di amare! E tu che sei il suo tredicesimo apostolo, non hai ancora capito il succo di quello che lui predicava? Lui ha condannato la lussuria fine a sé stessa, l’adulterio e il tradimento, ha condannato quello che Demetrio e tua madre hanno fatto! Ma non una cosa così pura come l’amore! Se vai contro l’amore, se rifiuti quello che c’è fra te e Claudia, allora andrai contro l’amore che lui ha tanto elogiato, contro di Lui! Contro di te! Non farti questo, non fare questo a quella povera ragazza, che non ti chiede altro che il tuo amore! Va’ da lei, adesso! Amala, dalle tutto te stesso, segui il tuo cuore e non la tua mente, una volta tanto! Non è egoismo questo, ma il miracolo più bello del mondo, sta a te renderlo possibile o meno!”
Gabriel era rimasto a bocca aperta nel sentire quelle parole. D’un colpo, aveva capito. Capito tutto il significato della sua inutile vita, il suo scopo, tutto. Abbracciò di slancio il Gesuita, che ricambiò, paternamente, poi si staccò di colpo e scese in fretta le scale. Qualche secondo dopo, si ritrovò nel giardino dove Claudia stava ancora passeggiando, guardando la luna e le stelle. Era bellissima. Così bella che gli occhi in un istante gli si riempirono di lacrime. Le scacciò, e si avviò correndo verso di lei.
“Claudia!”
Lei si voltò, di scatto. Vedendolo lì, in piedi, a pochi passi da lei, sorrise.
“Ciao, Gabriel.”
“Ti va di fare una passeggiata notturna?” le chiese, prendendo tutto il suo coraggio.
Gli occhi di Claudia brillarono; annuì.
Qualche istante dopo, stavano passeggiando fianco a fianco. Nessuno dei due sapeva cosa dire, ma tutti e due erano contenti di essere lì, insieme, questo è certo. Lo si vedeva nel modo in cui si muovevano, avvicinandosi piano, quasi a volersi attirare come due calamite. Gabriel si diresse verso il fitto bosco che limitava la villa, facendosi strada fra i rami; Claudia, seppur stupita di una così inusuale destinazione, lo seguì senza fiatare. Si fermarono davanti a un albero dal diametro grande, alto e robusto. Si guardarono per pochi secondi, quel tanto che bastava per farli arrossire entrambi. Fu Claudia a parlare.
“Domani è il giorno fatidico… la battaglia contro Serventi.”
Gabriel annuì “sì.”
“Come ti senti?” le chiese, apprensiva.
Lui sospirò “domani forse… forse non sopravvivrò…”
Claudia sussultò, e incominciò a scuotere la testa.
“No!”
“E’ molto potente, e avrà anche lui un esercito…”
“No!”
“Questa potrebbe essere la mia ultima notte!”
“No, non dire così, ti prego!” disse, con la voce incrinata da un pianto nascente, avvicinandosi a lui e prendendogli la testa fra le mani “non dirlo!”
Lui restò fermo come una statua a guardare quei bellissimi occhi castani che tanto amava riflettere la luna, poi parlò, la testa ancora fra le mani di lei.
“Mi batterò contro di lui con tutte le mie forze, lo farò per te, per fargli rimpiangere quello che ti ha fatto… ti ho quasi persa per colpa sua! Ha fatto uno sbaglio che pagherà duramente!” così dicendo, fece per baciarla, ma non aveva neanche raggiunto le sue labbra che la scena di Demetrio e sua madre gli saltò subito agli occhi, così vivida da fargli male… loro, e il fantasma di suo padre che piangeva inascoltato, vedendoli.
Si staccò da lei.
“Ancora quella dannata scena! Vedo ancora mia madre con Demetrio, e mio padre che li guarda! E’ orribile!” disse, con gli occhi velati di tristezza.
Claudia rimase lì, immobile, non sapendo che fare, come comportarsi: aveva anni di esperienza in psicoterapia, ma vedendo l’uomo che amava soffrire in quel modo, si sentiva troppo coinvolta, cosa poteva fare? Lui continuò.
“Quel… traditore! Mi riempiva di prediche e ramanzine solo per un bacio che ci eravamo scambiati e… GUARDA CHE HA FATTO! HA TRADITO MIO PADRE E L’HA UCCISO! Lo odio! Lo odio!” disse, stringendo le mani a pugno.
Fu in quel momento che Claudia decise di agire “Gabriel” disse, mentre gli occhi cominciavano a riempirsi di lacrime “qualche giorno dopo che ci eravamo scambiati quel bacio, dopo che tu eri stato rifiutato dal Direttorio, lui è venuto da me.”
Gabriel la guardò incredulo “Cosa?!”
“Lui… lui ha voluto incontrarmi, e mi ha detto che… che ero una minaccia per te, e di lasciarti stare… ha detto che ti stavo rovinando la vita” deglutì “ho pensato che forse aveva ragione, così ho cercato di dimenticarti… una delle sere in cui tu eri solo ad indagare su un caso, io ho incontrato il mio ex e… abbiamo fatto… abbiamo…”
“No!” disse lui, il cuore spezzato.
Lei emise un singhiozzo “ho cercato di dimenticarti fra le sue braccia, sperando di riuscirci, ma non ce l’ho fatta… quella notte, quando ero con lui, speravo che fossi tu a toccarmi in quel modo, tu! E poi, quando sei venuto da me… oh, Gabriel, quando sei venuto da me per fare l’amore, io ti desideravo, come non ho mai desiderato un uomo in vita mia! Ma le parole di Demetrio… lui diceva che era tutto sbagliato! Tutto! Io ti amavo, e ti amo come non ho mai amato nessuno, io ti desideravo, quella notte, ti desideravo terribilmente…” non riuscì a frenare le lacrime un secondo di più, e le lasciò scorrere, lasciò che i singhiozzi prendessero il sopravvento.
Gabriel era rimasto scioccato da quella confessione… era stato lui! Era tutta colpa sua! Li aveva separati, era come aveva detto Alonso!
“No!” urlò, accasciandosi al suolo e prendendolo a pugni.
Claudia, scossa da quella visione, gli si accostò, e, piano, gli toccò una spalla.
“Gabriel, mi dispiace…”
Lui si alzò per guardarla. Poi, con la voce tremante, riuscì a spiccicare parola.
“Non doveva mettersi in mezzo! Lui, lui che ha tradito mio padre con mia madre, non doveva ostacolarci!  Non ne aveva il diritto, né il potere!  E’ stato per colpa sua che tu hai deciso di andare con un altro uomo, è stata colpa sua se noi quella notte non abbiamo fatto l’amore, colpa sua, tutta colpa sua! Se non si fosse intromesso, noi quella notte l’avremmo passata insieme! Io… io lo avevo sognato… ti avevo sognata…”
“Oh, Gabriel!”
“Ti avevo sognata, e tu eri felice, stavamo per passare la notte più bella della nostra vita… la sensazione della tua pelle addosso… è stato solo un sogno?”
“Gabriel… perché mi dici questo? Vuoi farmi morire?! Perché, perché ho passato la notte con lui?” disse, nascondendosi il viso fra le mani, per la vergogna.
Gabriel le sollevò il mento con un dito “perché ti sentivi vulnerabile, perché pensavi che fra noi fosse tutto finito, perché pensavi che dovessimo smetterla… oh, che stupido sono stato! Ho fatto il gioco di Demetrio, sono rimasto nella Chiesa, quando l’unica scelta che dovevo fare era una, così semplice: te! Me ne sono accorto solo quando stavo per perderti… ti avevo ritrovato, avevo appena capito che non potevo stare senza di te, e tu stavi morendo lì, fra le mie braccia, non credo che avrei mai potuto sopportare una cosa del genere… e ora ti amo più che mai!”
Si avvicinò ancora di più a lei, così che i loro nasi quasi si toccarono, e le mise una mano su una guancia.
“E non voglio perdere questa notte. Non pensare che ti ami solo perché me lo dice una stupida profezia, perché anche se nessuno avrebbe mai predetto il nostro amore, sono sicuro che ti avrei amata più della mia anima, e che avrei scelto te, te fra tutte le donne del mondo, sempre e solo te! Non mi rendevo conto di aver fatto la mia scelta già fin da quando ti ho incontrata… sono rimasto folgorato! Tu sei il mio angelo custode, e io ti ho scelto! Io ho già scelto! Questa notte voglio unirmi a te, Claudia! Voglio finalmente amarti, anima e corpo! Se dovessi morire domani, almeno non morirò col rimpianto di non averti avuta, di non avere toccato la tua dolce pelle, le tue labbra! Voglio formare un essere solo con te, questa notte, voglio danzare con te la danza più dolce, quella dell’amore! Claudia… il mio angelo… ti amo!”
Non aveva bisogno di dire altro: dai suoi occhi castani leggeva tutto il suo desiderio, tutta l’impazienza… quella sarebbe stata la loro tanto attesa notte… finalmente.
Si avvicinò per baciarla, dolcemente, baciò quelle labbra che ormai conosceva bene. Non appena l’ebbe fatto, sentì un fiotto di felicità penetrargli il cuore, che prima credeva si stesse spezzando, un cuore ormai guarito, e che batteva all’impazzata. Claudia si lasciò sfuggire un grido di stupore, mentre lui la sollevava in aria per poi racchiuderla in un abbraccio, appoggiando teneramente la sua fronte a quella della donna che amava; riprese a baciarla, questa volta così intensamente che un attimo dopo caddero a terra, uno sull’altra. A questo punto Gabriel si staccò da lei, per guardarla negli occhi. Si scambiarono uno sguardo d’intesa: era giunto il momento. Lui prese a sfilarle la camicetta, con mano tremante, bottone dopo bottone, baciando ogni lembo di pelle che scopriva, partendo dal collo, poi andando alle spalle, poi al petto non coperto dal reggiseno, sentendo i suoi sospiri, i suoi battiti del cuore accelerati, fino all’inizio del ventre. Si bloccò alla vista dei jeans, quei jeans che le coprivano le gambe, mai così superflui e indesiderati. Alzò la testa per guardarla: gli occhi di Claudia comunicavano una sola cosa: passione, abbandono completo. Non ebbe più dubbi, e glieli sfilò, rabbrividendo nel toccare quelle gambe così perfette e lisce, ben tornite, quasi rigide sotto i suoi polpastrelli. Non resistette, e le baciò una coscia, quasi all’altezza dell’inguine, mentre lei si lasciava sfuggire un sospiro. Quella pelle era calda e morbida. Sentiva un fuoco dentro come non aveva mai sperimentato fino a quel momento, una sensazione così insistente, una sete così terribile che desiderava solo spegnere, spegnere sulla pelle di quell’essere angelico, troppo bello per essere vero. Lei si mise a sedere, avvicinandosi a lui, sfiorandogli il naso con il suo e, finalmente, gli sfilò quella stoffa bianca da lei tanto odiata, e prese a sbottonargli la camicia. Non osava nemmeno baciarlo, non potendo togliere gli occhi da quello che stava scoprendo; non voleva perdersi un singolo millimetro di quelle sue spalle forti e robuste, di quelle sue braccia muscolose, di quel torace scolpito come quello di un Adone. Lui, impaziente, le afferrò con dolcezza le mani e la aiutò a togliergli i pantaloni. Si sbarazzarono di ciò che rimaneva dei vestiti, e rimasero a fissare i loro reciproci corpi nudi centimetro dopo centimetro, con bramosia crescente. Gabriel era rimasto accecato da tutta quella bellezza che all’improvviso si era rivelata ai suoi occhi. Gli angeli esistevano davvero, ne aveva la prova, ora che guardava la sua pelle ambrata resa quasi argentea dalla luce della luna. Incapace di resistere ancora, si avvinghiò al suo esile corpo e prese a baciarla con forza, appassionatamente, con tutto l’amore che nutriva per lei. Quel bacio si faceva sempre più intenso e lascivo, ma, all’improvviso, lui decise che non gli bastava più, e fece la cosa più sensata che avesse mai fatto in vita sua: entrò dentro di lei.
“Oh, Gabriel!” invocò Claudia, mentre lui rimaneva come senza fiato.
Era la sensazione più bella che avesse mai provato, meglio di qualsiasi cosa avesse sempre sognato. Un formicolio gli saliva dall’inguine per attraversare tutto il suo corpo, riempiendolo di un calore forte, intenso, ma rassicurante. Felice, si chinò a baciare la sua bocca semichiusa, trasmettendole tutto il suo desiderio. E, proprio allora, inconsapevolmente, entrò anche nella mente di lei, nella sua anima: le stava trasmettendo le sue emozioni con la forza della sua mente, per renderla partecipe. Lei rimase per un attimo spiazzata: il primo impulso fu quello di respingerlo dalla sua mente, preoccupata per quella che lei ricordava essere una violenza, ma poi si rilassò, e lo lasciò entrare. Voleva essere sua, mente, anima e corpo, così gli svelò le sue emozioni, mettendo a nudo la sua anima, oltre che il suo corpo. Si stavano unendo anche spiritualmente, provavano le emozioni l’uno dell’altra. Lui si spinse ancora più dentro di lei, reprimendo un gemito di piacere, che però lei non nascose, sopraffatta dal modo in cui lui la stava desiderando: nelle loro menti, videro le loro rispettive esistenze, da bambini, il tempo che avevano passato separati, quando ancora non si conoscevano, il giorno in cui s’incontrarono… si stavano unendo sempre di più e Claudia, impaziente e bramosa di lui, incrociò le gambe attorno al suo corpo, sentendolo teso per lo sforzo. Gabriel, a quel punto, la strinse a sé e la aiutò a sedersi, guardandola un attimo negli occhi, riprendendo fiato, mentre un leggero sudore gli imperlava la fronte, per lo sforzo sia fisico, sia mentale di tenere collegate le loro menti. Claudia pensò che nessun uomo si era mai comportato così, nessuno l’aveva mai desiderata così tanto, da rivelarle anche le sue emozioni perché potessero godere appieno l’uno dell’altra. Sorrise, e prese a baciargli il collo, mentre lui continuava a fare di loro una cosa sola, nella mente e nel corpo. Stavano danzando il ballo dell’amore, e lui la conduceva sicuro, la faceva scivolare fra le sue braccia. E mano a mano che si congiungevano, rivivevano i loro momenti passati insieme: il bacio che lei gli aveva dato; quel bacio sfiorato davanti al camino; quel bacio intenso; il momento in cui lei era appartenuta con il corpo ad un altro uomo, ma con la mente e con il cuore sempre e soltanto a lui; il loro amore ferito, quella dannata notte; e, quando rividero la scena di quando lui le diceva addio, Claudia si lasciò sfuggire un singhiozzo: lui le baciò la fronte “non ti lascerò più!” le sussurrò. Lei, allora, si abbandonò completamente a lui, sospirando e baciandolo… stavano per diventare uno… di più, sempre di più… Gabriel abbassò la testa per scendere con le labbra dal collo fino al suo seno, baciandolo dolcemente, per poi risalire di nuovo fino alla sua bocca, mentre il fuoco dentro di loro cresceva, divampava, diventava un incendio… e poi avvenne: l’incendio avvampò dentro di loro come una stella incandescente, mentre loro si univano finalmente in un unico essere, come un fiore impollinato da un’ape, come pioggerellina fine che vada a dissetare una piantina appena nata, come due pezzi dello stesso mosaico… alzarono le teste e gridarono la loro unione verso il cielo stellato, all’unisono, e, meccanicamente, si presero le mani e le sollevarono sopra di loro, quasi a voler testimoniare a Dio stesso di aver compiuto il loro miracolo. Si presero la testa fra le mani, guardandosi intensamente negli occhi e vedendosi non più come due esseri separati, ma come l’Essere Perfetto, un Essere Unico. Prima che la magia della loro unione finisse, le loro bocche s’intrecciarono, baciandosi con dolcezza estrema fino a quando Claudia, sentendo le vertigini, si aggrappò a lui per non cadere, e lui la tenne stretta, reggendole dolcemente la testa. Caddero sull’erba, l’uno fra le braccia dell’altra. Gabriel la coprì col suo corpo affinché non sentisse freddo. La luna brillava più intensa, ora che due esseri dal cuore puro si erano congiunti, e rischiarava i loro corpi nudi, avvinghiati nel sonno.

Quando Gabriel e Claudia si stavano unendo, diversi miracoli andarono manifestandosi, a loro insaputa: tre indemoniati furono liberati all’istante; cinquanta chilometri più in là, uno stupratore cadde privo di forze prima anche di toccare la sua vittima, che fuggì; le persone dai poteri speciali che erano dalla loro parte vennero invasi da una forza spaventosa, che in un attimo triplicò i loro poteri, e che li fece prostrare in ginocchio, sapendo che qualcosa di meraviglioso stava accadendo; così fece anche Alonso, che stava avvertendo una felicità mai provata prima, come se avesse visto una luce celeste. Si ritrovò a piangere, e a ringraziare Dio per avergli mostrato cos’era l’amore, lui, un uomo di Chiesa. Solo Giada aveva capito cos’era successo: Gabriel e Claudia avvertivano un amore talmente puro l’uno per l’altra, che non potevano manifestare senza che avesse ripercussioni pure intorno a loro: unendosi, avevano ascoltato quell’amore, il Sentimento che avrebbe travolto tutto.

Serventi cadde bocconi sul pavimento. Sentiva che gli mancavano le forze, il respiro gli si era mozzato in gola e non riusciva a contenere il panico. Avvertiva come un dolore fisico che dal petto gli si propagava per tutto il corpo, quasi dilaniandolo come mille pugnali. E una voce, un urlo in testa: “Pentiti!” Per un attimo, gli parve di vedere una luce accecante, poi una figura indistinta che si faceva sempre più chiara: Claudia e Gabriel nudi, abbracciati, avvolti da una luce dorata; una musica celestiale e indefinita si diffondeva intorno a loro, come acqua cristallina che sgorga da una cascata, come piante che crescono, come il canto delizioso di miriadi di uccelli. “Pentiti!” l’immagine si fece sempre più nitida, facendogli male… sentiva che il cervello gli si stava sgretolando in testa. Poi una pugnalata allo stomaco: forse rimorso per i suoi crimini? Gli sfuggì una lacrima involontaria, stava per commuoversi. Ma poi scacciò via quella visione pura e celestiale.
“Non riuscirai mai a convertirmi, mi hai capito?! Io scelgo la via del male! Perché questa è la strada che voglio percorrere!!!”
Non aveva fatto neanche in tempo a finire di urlare quelle parole, che cadde svenuto sul freddo pavimento di marmo.


Allora, premetto che il capitolo è un po’ lungo e la scena d’amore molto erotica e un po’ esagerata, mi dispiace, ma volevo descriverla al meglio sia fisicamente che sentimentalmente, anche usando similitudini inventate da me. Se pensate che il fatto dei miracoli dopo la scena d’amore sia stupida, vi prego, non esitate a dirmelo! Critiche ben accette, anche perché non ho riletto il capitolo (non lo faccio mai).
 
  
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