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Autore: elettra1991    25/02/2012    10 recensioni
Sono passati quasi sei anni dalla morte di Draco. Harry, Ron, Blaise, Elenie, gli Auror, ma soprattutto Hermione hanno dovuto imparare a convivere con l'accaduto. Ma ci sono veramente riusciti? Sono stati capaci di voltare sul serio pagina, o i loro vecchi fantasmi torneranno a tormentarli? Qualcosa di strano tornerà a muoversi nell'ombra, e per affrontarlo dovranno nuovamente riunirsi tutti. Il seguito di "Qui dove batte il cuore...", in cui tutto troverà finalmente risposta.
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Qui dove batte il cuore...'
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Sophie aprì l'anta dell'armadio, afferrando le sue poche maglie appese, per poi infilarle con estrema cura in una borsa.
Fece lo stesso con i pantaloni e le scarpe, ed ogni gesto era una stilettata al cuore.
Era difficile dire addio al luogo dove per la prima volta dopo anni si era sentita a casa. Era difficile allontanarsi dalle persone che l'avevano accolta senza chiederle nulla, e che non l'avevano abbandonata nemmeno di fronte al suo sangue.
Ma doveva farlo.
Non poteva imporre a Ron la sua presenza. Era la sua vita in fondo, erano i suoi amici. E aveva tutto il diritto di stare lì senza doverla per forza incrociare ogni giorno.
-Cosa stai facendo?-
Sophie si voltò di scatto. Era sicura di essere sola a casa, per questo aveva scelto di andarsene proprio allora. Avrebbe evitato inutili scene di saluti strappalacrime.
Fu ancora più sorpresa quando si ritrovò davanti Ron.
Avrebbe tanto voluto rispondergli male, magari chiedendogli come mai avesse deciso che una come lei fosse di nuovo degna di rivolgergli la parola, ma preferì evitare.
-Me ne vado-
-Posso chiederti perchè?- domandò Weasley, cauto, muovendo due passi nella stanza.
Lo sguardo che Sophie gli rivolse era carico di risentimento.
-No. Non puoi- sibilò la ragazza, buttando qualche altro capo di vestiario a casaccio nella borsa ormai piena.
Ron tacque, non sapendo bene che dire, rimanendo semplicemente lì a guardare la ragazza che amava e che aveva ferito più di ogni altra chiudere la cerniera della borsa e infilarsi una giacca leggera.
-Ti va di parlare?- sospirò poi. Non era pronto a vederla uscire dalla sua vita. Non prima che lei gli avesse dato la possibilita di spiegarsi, di raccontare, di chiedere perdono.
-No, Ronald, non mi va di parlare- rispose Sophie, dura -Faccio quello che avrei dovuto fare tempo fa, tolgo il disturbo. Sarai contento no? Era quello che volevi. E ora, se vuoi scusarmi...-
La ragazza camminò dritta verso la porta, ma lui si mise in mezzo, afferrandole un braccio.
-Lasciami subito!- fece Sophie, divincolandosi.
-Stai ferma, non voglio farti male- disse Ron, nella voce un'eco di disperazione. Sapeva che quella sarebbe stata la sua ultima possibilità.
Dopo qualche secondo, la LeBlanc si calmò, e il ragazzo allentò la presa.
-Mi spieghi cosa vuoi?- gli chiese Sophie, accorata, con le lacrime agli occhi -Hai chiaramente specificato che non mi volevi nella tua vita, che ero sbagliata, che non ti andavo bene...finalmente mi levo di torno, e tu sei qui! Cosa è successo, si può sapere?-
-Io...io ho aperto gli occhi- mormorò Ron, lo sguardo basso, la mano ancora serrata attorno al polso di lei -E lo so che è tardi, lo so che ti ho detto delle cose orribili, lo so che sono stato un idiota, ma vorrei tanto poter tornare indietro e reagire in modo diverso-
La ragazza non fiatò, troppo sorpresa da quelle inattese parole, troppo ferita e amareggiata per esserne realmente toccata.
-Devo andarmene di qui- sussurrò infine, una lacrima che le rigava la guancia.
-Non farlo, ti prego. Non ti chiedo di perdonarmi adesso, ti chiedo solo di ascoltarmi- la supplicò Weasley -Non sono mai stato bravo con le parole, e nemmeno con le persone in realtà. Hermione me lo ha sempre detto che non penso mai fino in fondo prima di parlare, che ci metto sempre tanto a capire come stiano le cose veramente. Ho visto solo quello che volevo vedere. Avevo paura di deludere la mia famiglia, di tradire mio fratello, e non mi sono fermato nemmeno un attimo a pensare che era di te che stavamo parlando, non di una qualsiasi-
Gli occhi gli si velarono mentre parlava, e lasciò la presa sul polso di Sophie per portarla alla sua guancia, carezzandole appena la pelle soffice, quasi col timore di rovinare tutto.
-...sono l'ultimo degli idioti, ti ho offeso e non potrò mai perdonarmi per questo. Ma mi sono sentito preso in giro, e non potevo accettarlo, non da te. Eri diventata troppo importante. Sei troppo importante-
Un leggero sorriso stava lottando per affiorare sulle labbra di Sophie, ma la ragazza si trattenne. Non poteva cedere così presto.
-Ti avevo chiesto di darci una possibilità, qualche giorno fa, prima che succedesse...che succedesse tutto, ecco- continuò il rossino -E adesso vorrei dirti...no, vorrei pregarti...di rimanere a vivere qui, di lasciare che almeno io ti possa vedere e parlare ogni tanto, perchè so che quella possibilità non me la merito più-
Disse tutto questo senza guardarla in faccia, e avvertì un colpo al cuore quando, alzando il volto, la vide scuotere la testa.
-Non dirmi di no...- sussurrò -Lo so che ho sbagliato, e so che le scuse che ti sto facendo non saranno mai abbastanza ma...-
-Ron non hai capito- lo interruppe Sophie alzando gli occhi al cielo -Il mio no non era riferito alla tua richiesta di rimanere qui, ma al fatto che tu non meriti una possibilità-
La ragazza sorrise, guardando gli occhi di Ron allargarsi sempre di più. Aveva provato a resistergli, ma aveva avvertito tutto il suo pentimento, tutta la sua sincerità in quelle parole. E nessuno meglio di lei conosceva l'importanza di una seconda occasione.
Posò una mano sul viso di Weasley, nello stesso momento in cui lui faceva un passo e le circondava la vita con le braccia. La alzò da terra, facendole cadere a terra la borsa con un tonfo, poi se la strinse addosso, posando il volto nell'incavo della sua spalla.
-Guardami- gli disse lei piano.
Ron alzò il viso, scrutando quello limpido di lei, tenendola ancora sollevata da terra.
-Devi promettermi che non ti sveglierai una mattina vedendo in me solo la figlia di Roger Rockwood- mormorò Sophie -Voglio che tu veda me, me e basta-
Per tutta risposta il ragazzo la strinse ancora più forte posando, finalmente, le labbra sulle sue.


I giorni passavano veloci, scorrendo inesorabilmente uno dopo l'altro nella calda aria d'estate.
Hermione si strinse nella vestaglia, sedendosi meglio sullo sgabello e fissando un punto imprecisato fuori dalla finestra della cucina.
-Ti sei svegliata presto- sorrise Harry, sedendosi accanto a lei -Come mai?-
-Carrigan mi ha spostato il turno- sospirò Hermione -Quindi stamattina ti farò compagnia-
Versò del caffè in una tazza e la porse all'amico.
-Avevi altri piani per la giornata?- la prese in giro lui, strizzandole l'occhio.
La ragazza non rispose, pensando semplicemente a Draco, che aveva salutato tra i suoi mugugni assonnati pochi minuti prima.
-E' incredibile come nel giro di poco tempo le cose possano cambiare- disse poi -Guarda Ron, ad esempio. Non l'avevo mai visto così felice-
-Se è per questo, lo stesso si potrebbe dire di te- ribattè Harry, facendola appena arrossire -Non credevo che sarei riuscito a vederti sorridere di nuovo-
-A proposito di questo...Credo di non averti mai davvero ringraziato per quello che hai fatto per Draco...e per me- mormorò Hermione, guardandolo negli occhi, e posando una mano sulla sua -Non ti sei arreso, nonostante la mia rabbia, nonostante tutte le brutte cose che ti ho detto quando lo sono venuta a sapere...-
-Non devi dirmi nulla- la interruppe Harry, stringendo a sua volta la mano dell'amica -E come ringraziamento ti assicuro che mi basta che tu faccia finire questa storia. Elenie sta per impazzire-
La Granger fece una smorfia. Non c'era bisogno di chiedergli a cosa si stesse riferendo. Bastava l'odore intenso di rose che si propagava nell'aria a darle la risposta.
Ogni ripiano nella stanza, e non solo, era ricoperto da enormi mazzi di rose rosse, e altrettante continuavano ad arrivare ogni giorno. Elenie, essendo a casa dal lavoro, aveva il compito di smistarle insieme a Sophie, e stavano cominciando a dare di matto, anche perchè i fiori non accennavano a diminuire.
-Credo che dovrai affrontare Peter una volta per tutte- considerò Harry.
-Lo temo anch'io- mugugnò Hermione -Anche perchè Malfoy comincia a manifestare la sua insofferenza...Quindi è il caso che io trovi Peter prima che decida di andarlo a cercare lui-
-Ammetto che l'idea non mi dispiace- sogghignò Potter, alzandosi -Chi l'avrebbe mai detto che sarei arrivato a odiare qualcuno più di quanto odi Malfoy!-
La ragazza fece per dargli un calcio, mentre lo seguiva al piano di sopra per andare a vestirsi.
Entrò piano in camera, cercando di non far rumore per non svegliare Draco, ma inaspettatamente lo trovò già sveglio.
Era sdraiato a letto e la guardava. Fece un cenno con la mano e la invitò a sedersi accanto a lui.
-Sono in ritardo- mormorò Hermione, accontentandolo e posandogli un lieve bacio sulle labbra.
Draco le circondò la vita con le braccia, portandola a cavalcioni su di sè. Si sporse per baciarle il collo, quindi la clavicola, mentre le mani della ragazza vagavano sul suo torace nudo.
-Devi proprio andare?- sussurrò con voce suadente il biondino, giocando con il laccetto della sua camicia da notte.
Hermione annuì appena, carezzandogli una guancia e scostandosi da lui controvoglia. Scese dal letto e si cambiò rapidamente.
-Siete di ronda?- domandò il ragazzo.
-Magari- sospirò la Granger -Dobbiamo solo controllare dei rapporti-
Si legò i capelli in una coda, gli lanciò un ultimo sguardo e uscì, con addosso solamente tanta voglia di tornare.


Christopher Alexander Mason si fiondò all'interno del Quartier Generale degli Auror con una buona mezz'ora di ritardo.
Sgusciò abilmente oltre l'ufficio di Carrigan per entrare in quello di Harry, dove lui ed Hermione lo stavano aspettando già da un po'.
-Meglio tardi che mai!- lo apostrofò Potter, guardandolo storto -Mi devi un favore, è stata durissima coprirti con il Capo-
Chris gli fece un cenno con una mano, lasciandosi cadere sulla sedia accanto alla Granger, che lo salutò con un sorriso, mentre continuava a sfogliare il mucchio di rapporti che aveva davanti, redatti nell'ultima settimana dalle reclute.
-Scusate ragazzi- disse Mason appena riprese fiato -Hope non ha dormito un minuto questa notte, è stato un inferno-
-Dura la vita del genitore eh?- rise Harry.
-Ne riparleremo quando toccherà a te- mugugnò Chris.
-Certo certo...Intanto beccati questi!-
Potter gli mollò davanti almeno un centinaio di fascicoli, e proprio in quel momento la testa di Sebastian fece capolino dalla porta.
-Sei venuto a dare una mano?- chiese speranzoso Christopher.
-Nemmeno per idea. Ho un addestramento con le reclute- borbottà Seb -E poi non sarei proprio dell'umore. Blake ha pianto tutto il tempo, stanotte-
-Anche Hope era nervosa, lo stavo raccontando a loro giusto un minuto fa- fece perplesso Chris.
-Mi chiedo se...- mormorò Hermione tra sè, attirando gli sguardi degli amici.
-Cosa?- domandò Harry, curioso.
-Si dice che i bambini talvolta avvertano quando sta per accadere qualcosa di negativo o di positivo, specie se sono molto sensibili e se la cosa li riguarda da vicino- spiegò cauta la ragazza -Certo, potrebbe essere solo un caso, ma credo che sia meglio tenere gli occhi aperti-
-Quando intendi qualcosa che li riguarda da vicino...- cominciò Chris, preoccupato.
-Non lo so- lo interruppe Hermione -Ho letto poco al riguardo e, ti ripeto, potrebbe essere solo un cumulo di sciocchezze-
-Nel dubbio, meglio essere prudenti- concluse Sebastian, pensieroso.
-Cosa dite, andiamo a bere qualcosa quando stacchiamo, prima di tornare a casa?- chiese poi, cercando di risollevare l'atmosfera.
Gli altri tre si dissero d'accordo così, diverse ore più tardi, Anderson ripassò di lì.
-Avete finito?- chiese, mettendosi il mantello.
-Appena adesso- rispose Hermione, passandosi una mano sugli occhi -Possiamo andare-
I quattro uscirono dal Ministero, chiacchierando tranquillamente, poi si Smaterializzarono al Paiolo Magico.
Era quasi ora di cena, e il locale era a dir poco sovraffollato. Numerosi maghi e streghe chiacchieravano asserragliati attorno ai tavoli in legno, e il barista Tom si affaccendava per accogliere le richieste di tutti.
C'erano anche molte famiglie con bambini, che di certo stavano rientrando da una capatina pomeridiana a Diagon Alley, probabilmente a caccia dei primi acquisti per Hogwarts. Hermione sorrise a quella scena, ripensando a quando era toccato a lei.
La voce di Tom, però, la riscosse dai suoi pensieri.
-Cosa prendete?- domandò il barista con un gran sorriso, contento di rivederli.
Seb ordinò quattro Burrobirre, quindi Tom si accostò al tavolo, con aria cospiratrice.
-Come vanno le cose al Ministero?- mormorò, per non farsi udire dagli altri avventori -Qui girano strane voci, la gente è preoccupata-
-Stiamo facendo il possibile- rispose Harry -Ma sembra che quei maledetti ci siano sempre un passo avanti-
Tom annuì, pensieroso, quindi si congedò.
-Che dite, cambiamo discorso?- propose Chris.
Era una sorta di regola non scritta, quella di non lasciare che il lavoro si intromettesse nella vita privata, nei momenti spensierati.
Era l'unico modo per evitare di essere costantemente all'erta, sempre focalizzati sui problemi da affrontare, e non sulle belle cose da vivere.
In quel momento arrivarono le loro bibite e i ragazzi se le gustarono in silenzio per qualche istante.
-Purtroppo posso restare poco...Stasera porto Laine fuori a cena- annunciò Sebastian, distrattamente.
-Qualcosa da festeggiare?- chiese Hermione.
-Niente di particolare. E' che ha bisogno di distrarsi un po'. Adora occuparsi di Blake, ma credo sia frustrante per lei rimanere sempre chiusa in casa...-
-Posso immaginarlo-
-Ecco- li interruppe Chris -Così loro due si godranno la loro seratina romantica, mentre io e Alice saremo bloccati a casa a fare i baby-sitter-
Harry stava giusto per prenderlo in giro, quando si udì un boato infernale. Il pavimento e le pareti scricchiolarono, le luci si spensero, i piatti si frantumarono, le persone cominciarono a gridare.
Hermione vide il proprio bicchiere di Burrobirra andare in mille pezzi tra le sue mani, facendole sanguinare. Sentì il pavimento aprirsi sotto i propri piedi, poi più nulla.


Blaise cambiò svogliatamente canale, un braccio attorno alle spalle di Pansy. Dall'altra parte del divano, Draco sonnecchiava, in attesa della cena.
-Elenie, posso aiutarti?- chiese in quel momento Sophie, scendendo le scale e dirigendosi in cucina, dove la Benèfica stava apparecchiando.
-Certo, grazie!- rispose l'altra -Mi raccomando voi, non datevi troppo da fare, invece!- urlò poi rivolta agli amici, stravaccati sul divano.
I ragazzi non le diedero retta più di tanto, anzi, a loro si aggiunse pure Ron, che era sceso insieme alla LeBlanc.
-Sono arrivati altri fiori?- chiese a Blaise, ammiccando all'indirizzo di Malfoy.
-Altri cinque mazzi- rispose per lui la Parkinson, contrariata -Quel Randall è più molesto di uno scarafaggio, tanto più che è impossibile farli Evanescere-
-Si stancherà- commentò Zabini, pacifico -E comunque non ho mai sentito nessuno che sia morto sommerso dalle rose-
-C'è sempre una prima volta- sibilò Pansy, lugubre -Certo che la Granger potrebbe sceglierseli meglio i fidanzati-
Un ringhio perfettamente udibile si levò dalla zona di Draco.
-Su questo concordo perfettamente con te- ghignò Ron.
Altro ringhio.
-Beh, tecnicamente per ora Randall è l'unico fidanzato di Hermione, almeno ufficialmente- rincarò la dose Blaise, sadico.
Gli occhi di Malfoy, evidentemente sveglio da un pezzo, si aprirono di scatto e saettarono nella sua direzione.
Se gli sguardi potessero uccidere, Zabini sarebbe stato pronto per una degna sepoltura.
Prima che la cosa degenerasse in rissa però, lo scambio di battute venne interrotto bruscamente dalle fiamme verdastre che iniziarono a danzare nel camino.
In esse, pochi istanti dopo, apparve lo sguardo pallido e tirato di Carrigan.
-Cosa succede, Capo?- chiese Ron, inginocchiandosi davanti al camino, preoccupato dall'espressione dell'uomo.
-C'è stato un altro attacco- disse secco l'uomo, catalizzando l'attenzione dei presenti.
-Cosa?- rantolò Blaise, mettendosi in piedi accanto a Ron.
Il Capo degli Auror annuì, gravemente.
-Voglio che raduniate i vostri colleghi e mi raggiungiate al più presto-
-Certamente- fece risoluto Zabini -Dove è avvenuto l'attacco?-
-Al Paiolo Magico-
Un rumore di piatti che si infrangevano indusse tutti a guardarsi alle spalle.
Elenie stava sulla porta della cucina, i cocci dei piatti che fino a un momento prima teneva in mano giacevano sul pavimento attorno a lei.
Tremava visibilmente, e Sophie le corse accanto.
-Che succede?-
-Mi è arrivato un gufo di Harry poco fa...-sussurrò la ragazza, sconvolta -Mi ha scritto che andava a bere qualcosa al Paiolo Magico con Seb, Chris ed Hermione-
-Che cosa?- ringhiò Draco, alzandosi di scatto dal divano e piantandosi in mezzo alla stanza.
-Questa non ci voleva...- mormorò Carrigan, ancora più preoccupato.
-D'accordo- disse un attimo dopo, prendendo in mano la situazione -Non è detto che siano rimasti lì dentro, proverò a contattarli. Weasley, Zabini, vi voglio sul posto tra cinque minuti!-
-Vengo anche io- annunciò Malfoy, deciso.
-Non se ne parla- rispose categorico il Capo degli Auror -E' fuori discussione che tu ti esponga così...I Mangiamorte ti stanno ancora cercando-
-Credo che lei non abbia capito- sibilò il biondino, esasperato da quella perdita di tempo -Io ci sarò, con o senza la sua autorizzazione-
Detto questo corse su per le scale a prendere il mantello, mettendo la parola fine a quella discussione.
-Sbrigatevi allora- soffiò Carrigan, sparendo un istante dopo.
Draco fece le scale quattro a quattro, il cuore in gola.
Hermione...
Doveva raggiungerla, il più presto possibile. Agguantò il mantello, sfiorando con un'occhiata il letto dove solo poche ore prima si erano sdraiati insieme.
Deve stare bene, dannazione.
Tornò giù, dove gli altri lo attendevano, già pronti.
-Vado ad avvertire Alice e Laine, poi arrivo anche io- stava dicendo Elenie.
-Voglio venire con voi- sussurrò Sophie a Ron, per l'ennesima volta, probabilmente.
Weasley scosse la testa.
-Ti prego, ascoltami- le disse piano -Non posso fare nulla se non ti so al sicuro. Vai con Elenie da Alice, e resta lì con i bambini, fallo per me.-
Le diede un bacio sulla fronte e, senza darle possibilità di replica, corse fuori con gli altri.


Hermione aprì lentamente gli occhi, con la sensazione di avere tutte le ossa rotte.
Non capiva dove si trovasse, ricordava solo quell'intenso fragore e la sensazione di sprofondare.
Era sdraiata a terra, semisepolta da calcinacci. Cercò di gridare per chiamare aiuto, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono.
Dov'era Harry? E Chris, e Sebastian?
Si guardò appena le mani, ricoperte di sangue, quindi cercò di focalizzare lo spazio attorno a sè.
Era enorme, buio e polveroso. Di colpo si ricordò di essere andata a bere qualcosa al Paiolo Magico. Doveva esserci stato un crollo, e ora probabilmente si ritrovava nelle cantine poste al di sotto del locale.
Ma dove si trovavano tutti gli altri?
Scacciò ogni brutto pensiero dalla testa, e fece per strisciare qualche metro più avanti, alla ricerca dei propri amici, ma un dolore lancinante alla gamba la bloccò. Doveva essersela rotta nella caduta.
La ragazza si asciugò le lacrime, cercando di trovare una soluzione.
Un rumore di passi le fece rizzare le orecchie. Strinse gli occhi, mettendo appena a fuoco una figura ammantata che camminava verso di lei.
-Draco...- rantolò.
Fu il primo nome che le venne alle labbra. Il nome dell'unica persona che avrebbe voluto accanto in quel momento.
Ma non era Malfoy.
Hermione si sentì sollevare da terra, con una forza che le tolse il fiato. Poi si ritrovò contro il muro.
-Sei davvero bella per essere una Sangue Sporco- le soffiò all'orecchio una voce malvagia -Peccato che tu non sia nella tua forma migliore, o sbaglio?-
-C-chi sei?- mormorò la Granger. Cercò a tentoni la propria bacchetta, ma trovò solo il muro freddo.
Il mago le si schiacciò addosso, facendola gemere per il dolore.
-Davvero non lo sai? Il tuo ragazzo mi conosce bene...Si è ripreso dopo il nostro ultimo incontro?-
Lord Cavendish.
-Tu..lurido schifoso...- cominciò Hermione, con la poca voce che le rimaneva.
-Credo tu non sia nella posizione di poter insultare- sorrise il Mangiamorte, con finta gentilezza. Le prese il viso con una mano, costringendola a guardarlo in faccia.
-Non sai quanto vorrei rovinare una volta per tutte questo bel visino- commentò piano, quasi facendo una considerazione pacata -Ma non voglio togliere a Malfoy e Potter il piacere di assistere alla scena.
La ragazza cercò con tutte le sue forze di spingerlo via, ma niente.
-Questo è per dimostrarti che posso arrivare a te quando e come voglio- continuò Cavendish, stringendola fino a mozzarle il fiato -Sarai il miglior pezzo della mia collezione, Hermione Granger-
Detto questo, la buttò a terra, lasciandola a contorcersi per il dolore.
-Ci vediamo presto- disse piano, per poi voltarsi e andare via.



Incredibilmente, sono di nuovo qui. Senz'altro sarete tutte svenute sulla sedia per la sorpresa di aver trovato un mio aggiornamento dopo soli dieci giorni. Sto migliorando no? :)
In realtà in questi giorni ho scritto tantissimo, fino ad arrivare al capitolo 43. A questo punto posso dirvi quasi con certezza che la storia arriverà circa al capitolo 50, o poco più, come la prima parte...Se la mia ispirazione continuerà a rimanere a questi livelli, non dovrei più farvi penare mesi per leggere un capitolo!
Mando un grande bacio a tutte, soprattutto alle nuove lettrici! A presto!

  
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