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Autore: TooLateForU    26/02/2012    24 recensioni
'Quando ti vedo mi viene voglia di gettarmi dalla finestra.'
'Non frenare le tue voglie, Malik.'
Il talebano pronto a farci saltare tutti in aria – meglio conosciuto come Zayn Malik - era il capitano di pallanuoto più stronzo che la Lincoln High School di Londra avesse mai conosciuto. Oltre questo era anche fastidioso, insulso, patetico e più stupido di un Lama.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dall’incontro/scontro con quel pervertito di Malik il mio umore era colato a picco.
Me ne stavo seduta sull’unico divano non rovesciato di tutta casa, sorseggiando del punch terrificante.
Ad ogni ragazzo che mi si avvicinava lanciavo sguardi talmente infuocati che se ne andava con un ‘vaffanculo.’
Jude e Carol erano perse ormai. Cioè, in realtà sapevo dov’erano dato che eravamo tutti nella stessa casa, ma ballavano allegramente come delle allegre baldracche e non mi andava di disturbarle con il mio malumore.
Scherzo, era solo che non mi si filavano. Avevo già tentato.
“Toh, Calder tutta sola sul divano. Che sorpresa.”
Al solo sentire il suono di quella voce mi venne voglia di darmi fuoco e gettarmi dalla finestra. Alzai gli occhi davanti a me molto, molto lentamente e scorsi la figura di Mark in tutto il suo splendore.
Aveva lo sguardo annebbiato, e teneva in mano un bicchiere riempito di chissà quale schifo.
E rideva come uno psicopatico.
“Fottiti Mark.” Sibilai, prima di finire il terzo bicchiere di punch in un solo sorso.
Lui non sembrò sentirmi, e barcollò fino a sedersi sul divano accanto a me. Dio santo, che puzza di alcool! Storsi il naso, scivolando un po’ più in la sul divano.
“Mmm, torna qua..” piagnucolò, prima di afferrarmi debolmente per un fianco e tentare di portarmi più vicino. Sbuffai, e scansai le sue mani.
“Ricordi ciò che ti dissi quando mi mollasti? ‘Toccami un’altra volta e ti mozzo le dita’. Bhè, ero seria quando lo dicevo.” Gli ricordai, tagliente.
“Sei una puttanella, Elizabeth.”
“Non chiamarmi così, cazzo!”
“Puttanella?”
“No, Elizabeth!” precisai ovvia, e lo vidi sbattere le palpebre confuso. Che razza di idiota.
Sbuffai per l’ennesima volta, e mi alzai da quello stupidissimo divano. Non avevo voglia di respirare la stessa aria di Mark, non avevo voglia di ballare e quella festa mi aveva stancato.
E anche questi tacchi rubati a mia madre mi avevano stancato.
“Torna indietro Liz!” esclamò Mark, e prima che potessi lanciarli una sberla che sarebbe entrata nel libro delle Sberle Epiche lo sentii tirarmi per i fianchi, e persi l’equilibrio.
Adesso lo spiegherò come se fosse stato al rallentatore. Il mentecatto si alza dal divano e mi tira per i fianchi, io inciampo nei i miei stessi piedi e cado rovinosamente a terra, SOPRA Mark.
Mi ritrovai a cinque centimetri dalla faccia di Mark e completamente spalmata su di lui. Non che non fossi stata anche più vicino, in passato, ma ora era un’altra storia.
E avrei voluto sputare sul suo sorriso sornione.
“Non mi resisti eh?” domandò, sicuro di sé. Stavo giusto per rialzarmi disgustata quando sentii un fischio alla mia destra.
Girai la testa, e quando vidi chi era ebbi voglia di spararmi.
“Non è possibile..” mormorai a mezza bocca, esasperata.
Il terrorista aveva un sorrisetto sprezzante dipinto sulle labbra, mentre osservava me e Mark.
“Addirittura su un pavimento? Ti spingi davvero in la’, ragazzina.” Commentò.
Io mi scansai alla velocità della luce da Mark, e scattai in piedi come una molla. Ma con classe, ovvio. Una molla di classe.
“Wow, la tua opinione mi interessa talmente tanto che credo non l’ascolterò.” Risposi acida, prima di afferrare un altro bicchiere di punch dal tavolino basso lì accanto.
Lui mi squadrò dall’alto in basso, ed allargò il sorrisetto. Poi si avvicinò piano al mio orecchio e trattenni il respiro, inspiegabilmente.
“Una cosa: hai delle mutande adorabili.” Soffiò malizioso, prima di allontanarsi.
Strabuzzai gli occhi, fissando la sua schiena mentre si allontanava. Come diavolo faceva a sapere che mutande indossa..
Non ebbi il tempo di finire di formulare il pensiero che Carol mi apparve a sorpresa davanti, spaventandomi.
“SCOSTUMATA, ti si vedono le mutandine di pizzo! Ottima scelta comunque!” urlò, sebbene fossimo ad un centimetro di distanza, prima di tracannare un altro sorso di Jack Daniel’s.
Mi sentii quasi impallidire, mentre abbassavo repentinamente lo sguardo sul mio vestito. Il lembo si era tirato su, e ora si potevano tranquillamente intravedere le mie mutande.
Mi affrettai ad abbassarlo, mormorando un ‘merda’ a mezza bocca. Ecco perché kamikaze sapeva delle mie mutande.
Che figura da idiota. Non che mi importasse cosa pensava, ma dannazione..Era stata davvero una figura da demente.
Carol lanciò uno sguardo alle mie spalle, ed aggrottò le sopracciglia “Quello per terra stordito non è il tuo ex?” domandò.
Io neanche mi degnai di girarmi, e borbottai un “Torniamo a casa..” prima di prenderla per un braccio.
Lei si divincolò immediatamente, guardandomi sconvolta “Liz, ti senti male? Hai bevuto candeggina?”
“Voglio solo tornare a casa, non farne una tragedia!”
Se possibile strabuzzò ancora di più gli occhioni marroni, poi mi prese per un braccio “Vieni, andiamo a cercare Jude. Magari lei ha della tachipirina.”
 “Ma non sto male!” ripetei, invano.
Continuò a trascinarmi come una bambola di pezza per tutta casa, finchè non trovammo Jude a passarsi uno strato di rossetto fucsia davanti ad uno specchio.
Ci guardò perplessa, aggrottando la fronte “Che succede?”
“Liz ha detto che vuole tornare a casa.”
Jude sobbalzò, e le cadde il rossetto dalle mani. Poi si girò scioccata verso di me, e mi posò una mano sulla fronte.
“Hai la febbre?” chiese, seria.
“Ma la volete finire?! Sono solo stanca! Voglio andare a casa a dormire, okay? D-O-R-M-I-R-E.” scandii bene ogni lettera, per essere sicura che capissero.
Le mie amiche si lanciarono uno sguardo confuso. Ma è così strano che voglia tornare a casa prima?
“Secondo me è successo qualcosa.” Disse convinta Jude, osservandomi come si osserva un animale esotico.
“C’era il suo ex sdraiato incosciente dietro di lei quando l’ho trovata, e le si era alzato tutto il vestito.” Carol ridacchiò, dandomi il gomito.
“Oh mio Dio! Sei tornata con Mark?”
“Non sono tornata con nessuno, per tutti i rinoceronti di questo mondo!” urlai esasperata, allargando le braccia. Vidi Jude fare un respirone di sollievo.
“Ho semplicemente avuto due brutti incontri con Osama.” Continuai, lanciandomi un’occhiata veloce nello specchio.
Che razza di capelli.
“Chi è Osama?” chiese Carol.
Jude fece un gesto seccato con la mano, come a dire ‘dopo ti spiego’, e si concentrò su di me.
“Ha fatto qualcos’altro per cui debba pestarlo?”
“No, è semplicemente un’idiota completo. Ora possiamo tornare a casa?” implorai, per l’ennesima volta.
Entrambe fecero una smorfia, ma poi Jude afferrò la sua borsetta. “Va bene, andiamo.” Acconsentì.
Carol sbuffò “Che palle però!” si lamentò.
“Zitta, se non vuoi che dica al mondo la verità sui tuoi capelli!”
 
Infilai le chiavi nella serratura di casa, cercando di fare il più piano possibile.
Ero leggermente in ritardo…Leggermente in ritardo di un’ora.
Entrai furtivamente in casa, e tirai un sospiro di sollievo mentale quando notai che tutte le luci erano spente. Mi avviai lentamente per le scale, come se mi aspettassi di vedere mia madre sbucare fuori con una motosega in mano.
Passai davanti alla camera da letto dei miei, silenziosamente, e in quel momento la luce del corridoio si accese.
“Ah!” urlai, spaventata. Mia madre mi fissava, in vestaglia, con gli occhi ridotti a due fessure.
“Avevo detto a mezzanotte, Elizabeth! Hai idea di come siamo stati in pensiero io e tuo padre? E perché diavolo non rispondi al cellulare?!” cominciò furiosa, gesticolando.
“Lo so, lo so, ma vedi ho..mm, aiutato Eleonor a mettere apposto la casa.” Inventai, sul momento.
Vivien La Matta mi lanciò un’occhiataccia, e le si leggeva in faccia che non mi credeva.
“Sei un punizione per una settimana.” Sibilò, prima di rientrare nella sua stanza, sbattendo la porta.
Alzai gli occhi al cielo, entrando velocemente nella mia. Tanto lunedì e martedì dovevo restare per forza a scuola, e per gli altri giorni.. Bhè, grazie al cielo il lavoro alla banca teneva entrambi occupati fino alle cinque e mezzo del pomeriggio.
Tolsi con un gesto seccato i tacchi, gettandoli dall’altro lato della stanza. Poi mi gettai ancora vestita e truccata sul letto, esausta dopo tutta quella serata.
Quella sera, inaspettatamente, sognai Zayn Malik.

 
 
FRESHER THAN A MOTHERFUCKER
Aloha gente. Come va la vita? Spero bene, perchè la mia è una merda AHAHAH. No scherzo, è solo che quello che mi piace è fidanzato con una che più squallida non si può.
Non so perchè vi parlo della mia vita privata, dato che non ve ne fotte una ceppa, ma vabbè AHAH.
E voi? Siete fidanzate? *si fa i cazzi degli altri*
Adiosssssss!

 
 
   
 
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