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Autore: Saeko_chan    26/02/2012    2 recensioni
Passare i primi 17 anni di vita conoscendo pressoché tutti i propri parenti, da quelli in Giappone a quelli in Italia o in Spagna, ma non il proprio padre non é affatto il massimo, soprattutto se come me poi se obbligata da forze superiori a conoscere colui che per 17 anni hai pensato avesse semplicemente abbandonato tu e tua madre al vostro destino.
Io sono Tomoko Nakamura, ho 17 anni, sono stata allevata come una ninja e sono stata obbligata a raggiungere mio padre negli Stati Uniti contando solamente sulle mie forze.
Sapete, certe vole mi chiedo se davvero ci sia qualcosa di utile nell' essere una mutante...
[Attenzione: Il rating é variato! Dal verde é passato al giallo perché in futuro ci saranno quasi di sicuro delle scene un pochino più violente di ciò che avevo previsto all' inizio e pure più serietà in determinate occasioni.]
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Charles Xavier, Nightcrawler/Kurt Wagner, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Padre e figlia.

 

Ero in quella scuola ormai da una decina di giorni e a quel punto avevo ripreso a frequentare normalmente le lezioni, cominciando pure a svolgere tranquillamente i compiti che ci assegnavano, per poi passare più tempo possibile assieme a Kurt-chan, almeno finché un giorno in cui eravamo nel bosco dove mi aveva portata all' inizio Logan-sensei non ci sorprese, mentre io ero sdraiata con la testa sulle sue gambe.

-S-sensei?- Ciese, leggermente imbarazzata, mentre mi sedevo accanto a Kurt-chan e il sensei, divertito sorrideva col singaro spento tra le labbra.

-Mi accendi il sigaro, Tomoko? Sai, non trovo più l' accendino...

Sendo quelle parole avrei tanto voluto dargli fuoco, invece mi limitai ad alzarmi, accendergli il sigarono grazie a una fiammella che avevo appena evocato sul dito medio della mano destra -tenendo chiusi le altre dita-, per poi tornare da Kurt-chan e sedermi sulle sue gambe, mentre lui mi cingeva la vita.

-Ah, ecco di chi parlavi l' altro giorno, quando hai allontanato Gambit.- Osservò il sensei, sorridendo appena, mentre io guardandolo male gli risposi senza nessun giro di parole.

-Sore wa o shiri o kakunin suru hitsuyō ga arimasu, sensei!

-Grazie e altrettante.- Mi rispose quell' uomo, mentre io mi trattenevo dal picchiarlo e quindi alzavo gli occhi al cielo, invocando gli dei per tentare di calmarmi.

-Che cosa gli hai detto, Tomoko?- Mi chiese dolcemente Kurt-chan, accarezzandomi amorevolmente i capelli e posandomi un bacio sulla guancia sinistra, ma pultroppo non riuscii a risponderglii in tempo e quindi mi precedette il sensei.

-Mi ha mandato dolcemente a quel paese.- A quelle parole Kurt-chan sorrise divertito, mentre io mi rivolgevo al sensei, visto che non capivo il motivo della sua presenza in quel luogo.

-Perché sei qui, sensei?

-Tuo padre ti vuole vedere, ha detto che ha letto la traduzione di non-mi-ha-detto-cosa e vuole parlarti in privato.- Al solo sentire pronunciare quelle parole scattai in piedi, mi girai, baciai velocemente Kurt-chan sulle labbra, andai dal sensei e involontariamente lo abbracciai, quindi, salutai entrambi.

-Devo andare, se davvero ha letto la traduzione di quella canzone voglio vedere che cosa s' inventerà per difendersi.- Detto ciò mi misi a correre come una dannata, raggiungendo prima di tutto la scuola, fregandomene di chi m' insultava per averlo urtato o cose simili e dirigendomi di corsa verso l' ufficio di mio padre.

 

-Volevi vedermi?- Chiesi, entrando nell' ufficio di mio padre il quale era dietro la sua scrivania con un computer portatile che m' impediva di vederlo in faccia e quindi mi misi a sedere davanti a lui mentre mio padre chiudeva il computer e mi guardava in faccia.

-Sakura ha dovuto davvero fare questo per manetenrti?

-Già... hai proprio indovinato, divertente, non é vero? Ah, vorrei dirti che non é stata l' unica a doverlo fare... sai, mentre lei riceveva i clienti in camera sua io facevo altrettanto in camera mia.

Lui mi prese le mani nelle sue -visto che le avevo appoggiate sulla scrivania- e mi guardò dolcemente, facendomi sbuffare sonoramente.

-Senti, mi dispiace davvero tanto, ma ormai io non ci posso fare niente, dimmi, dopo tutto che cos' avrei potuto fare se neppure sapevo di avere una figlia? Venire a cercare una mia ex senza neppure avere un motivo per farlo?-

Già, che cosa poteva mai fare lui in questi 17 anni? A che cosa serviva odiarlo? A nulla...

-Perché l' hai fatto pure tu? Non bastavano i suoi soldi? E poi, tu non eri troppo piccola?

Troppo piccola... come no... per fare un lavoro simile nessuno é mai stato troppo piccolo, forse si può essere troppo grandi o non abbastanza belli, ma non troppo piccoli...

-Credi che per allargare le gambe per soldi si possa essere troppo piccoli? Oh come ti sbagli... i suoi soldi? Molti venivano presi dal nostro capo, ecco perché non bastavano mai... lei lavorava in fabbrica, ma i soldi del suo stipendio non bastavano e quindi cominciò con la prostituzione, ma anche quelli bastavano il giusto e quindi dopo poco cominciai pure io. I miei parenti non lo sanno, mia madre é sempre stata troppo orgogliosa per ammettere di avere un disperato bisogno di soldi, se no i suoi fratelli -cioé i miei zii- sarebbero stati i primi ad aiutarci assieme ai miei nonni.- Detto ciò vidi mio padre allontanarsi dalla sua scrivania e avvicinarsi a me.

Eravamo più o meno alla stessa altezza -visto che lui era in sedia rotelle e dio seduta- e quindi mio padre non ebbe problemi ad accarezzarmi una guancia per poi sorridermi appena.

-Tu non sai quanto mi dispiace, quanto vorrei poter tornare indietro nel tempo e crescerti o comunque aver avuto con te quel rapporto che in tutti questi anni non abbiamo mai potuto avere, chiedo il tuo perdono, me lo darai?- Sentendolo parlare in quel modo mi alzai e portandomi alla sua altezza lo abbracciai, fu tutto molto spontaneo e quando mi allontanai gli sorrisi appena.

-Beh, direi di sì, adesso riesco a perdonarti, dopo 17 anni finalmente ci riesco. Comunque, adesso devo proprio andare, torno da Kurt-chan.-Dissi, allontanandomi, ma mio padre mi bloccò, parlandomi, poco prima che io uscissi dal suo ufficio.

-Ti stai convertendo o cosa?

-No, se io mi convertisco al cristianesimo é la volta buona che ti ricrescono i capelli e che tu ricominci a camminare, fidati.- Una volta finito di parlare uscii dalla stanza senza aggiungere altro e una volta fuori per poco non mi venne un colpo, ritrovandomi Logan-sensei davanti intento a fumare il suo ennesimo sigaro.

-Che c' é?

-Sai, passavo di qua e non avendo niente da fare ho sentito il discorso che facevate tu e il professore, sai, avere i sensi sviluppati aiuta parecchio. Ah, ma scusa, in Giappone non é illegare la prostituzione minorile?- A sentirgli pronunciare quelle parole con quel suo tono insopportabilmente ironico mi venne una voglia matta di strangolarlo, anche se alla fine sospirando mi limitai ad appoggiarmi contro la porta chiusa dell' ufficio di mio padre e ad osservare Logan-sensei in silenzio, per rispondergli dopo non molto tempo.

-E quindi? Da quando una cosa illegale é impossibile da praticare?

Logan-sensei sorrise appena, spengendosi il sigaro su una mano, davanti al mio sguardo leggermente schifato.

Proprio in quel preciso istante Kurt-chan si teletrasportò accanto a me sorridendo sia a me che a Wolverine.

-Ero sicuro che tu fossi qui, Tomoko.

Io gli sorrisi a mia vola, ma subito dopo mio padre mi chiamò e quindi io mi girai, aprii di nuovo la porta del suo ufficio ed entrai acocmpagnata sia da Wolverine che da Kurt-chan.

-Che c' é Rotelle?- Chiese Logan-san, prendendo un altro sigaro e facendoselo accendere dalla sottoscritta, mentre tutti e tre ci sedevamo davanti a mio padre, il quale mi passò subito la cornetta di un telefono fisso che teneva in mano e quindi io risposi senza troppi preamboli.

-Pronto? Nanako!? Ma come diavolo hai ottenuto questo numero, sei per caso diventata una telepate? Ah, capisco... sì, quello che ti ha risposto prima é il preside della scuola. Ok, sei ancora a Roma, giusto? Benissimo, entro qualche giorno sarò da voi. Ok, ciao.- Detto ciò rimisi la cornetta al suo posto e sospirai.

-Chi era?- Chiese Kurt-chan, guardando prima me e poi mio padre e lo stesso ero sicura che le so stesse chiedendo pure Logan-sensei.

-Nanako Nakamura, mia cugina di secondo grado di tredici anni, la figlia del figlio del fratello di mia madre. Adesso é in Italia -più precisamente nella capitale- e le ho appena promesso di andarla a trovare nei prossimi giorni

-Benissimo, io, Wolverine e Nightcrawler verremo con te, lascerò detto a Ciclope di occuparsi della scuola in questi giorni. Ah, puoi ritelefonare a questa ragazza per informarla che non ci sarai soltanto tu e che arriveremo di noi col nostro jet personale? Sai, fra tu che sei perennemente armata, io che sinceramente non so come funzionano i servizzi per i disabili sugli aeroplani e aggiungiamoci pure che Wolverine la ossa interamente ricoperte di metallo e che quindi potremmo ritrovarci in crisi per via dei vari controlli. Comunque, questi tuoi parenti sanno della tua natura di mutante? E soprattutto, hanno un giardino piuttosto grande dove possiamo atterrare?

Io alzai un sopracciglio, dopo tutto perché dovevano venire con me? Ok, ero minorenne, ma perché non potevo andare da sola?

-Come vuoi, comunque sì, hanno un giardino enorme proprio dietro casa e penso che il vostro jet c' entrerà perfettamente anche se non l' ho mai visto di persona e pultroppo no, mio cugino e sua moglie non lo sanno affatto, così come non lo sanno neppure i loro due figli di nove e cinque anni, mentre la più grande sì, visto che é a sua volta una mutante e prime che tu me lo possa chiedere: No, i suoi genitori non ne sanno niente, io l' ho scoperto un paio di anni fa e sono stata io a farle capire che doveva rimanere in silenzio perché dirlo ai suoi genitori poteva essere troppo rischioso.- Dopo aver detto ciò vidi mio padre farsi assai pensieroso e quindi guardare Kurt-chan e quindi senza dovergli leggere nel pensiero compresi quel che stava pensando, quello che lo preoccupava.

-Basterà coprire Kurt-chan con qualcosa che lo copra interamente e dire che non può mostrarsi alla luce, che ne so, inventiamoci che é totalmente albino e che quindi non può avere contatti con la luce del Sole o cose simili, basterà che lui nasconda per bene la coda, ok, Kurt-chan?- Alla fine mi girai verso Kurt-chan e lui mi sorrise, prendendomi una mano e allungando la coda in modo tale da passermela intorno alla vita e appoggira la sua punta sulle mie gambe.

-Ok, Tomoko.

-Rotelle, io come mai dovrei venire?- Intrvenne, prontamente Wolverine.

-Perché non mi fido a mandarla da sola, ho paura che chi l' abbia costretta a scappare riattaccherà e voglio che lei sia protetta in tal caso, ergo, non voglio che le succeda niente, comunque, adesso potete benissimo andare a prepararvi, nel tardo pomeriggio di oggi si partirà e tu, Tomoko, prima di tutto ritelefona a tuo cugino o alla tua cugina di secondo grado e informali che non sandrai da sola e che verremo stasera.- A quelle parole annuii e mentre Kurt-chan e Wolverine uscivano dalla stanza io prendevo in mano la cornetta e telefonavo ai miei parenti in Italia, dopo tutto dal giorno dopo sarebbero cominciate le vacanze di Natale e quindi non avrei avuto problemi con la scuola.

 

Angolo autrice:

Tanto per la conaca: Nanako si riverà essere copiata da un personaggio realmente esiste di un anime, almeno per quanto riguarda il potere principale (e per ora non ne ha sviluppati altri) e il suo aspetto fisico.

Mai visto “Elfen Lied”? Se non l' avete visto ve lo consiglio caldamente, anche se dovrete armarmi di fazzoletti prima di guardarvelo e dovete essere di stomaco piuttosto forte.

Comunque, temo di avervi spoilerato un po' troppo, quindi, chiudo qua ^^

   
 
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