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Autore: _Willenna_    26/02/2012    2 recensioni
“Lilo, guarda la telecamera!” – “Tesoro di papà?! Sorridi!” – “Guarda che bella la mamma”- “Avanti Liam, leva quella cosa. E’ stressante già vederla a lavoro, figuriamoci a casa!” – “Che brontolona.”
Questa è l’ultima cosa dolce che disse Liam ad Alexadra, prima del divorzio.
Lei è Alexandra Potter, regista che ama il suo lavoro e madra di Lilo, sua figlia di cinque anni.
Il suo ex Marito è Liam Payne, uno dei cinque componenti dei One Direction.
L'ha lasciata lui per un’altra, un’altra che a quanto pare è una sua ex: Danielle.
Ma se arrivasse lui? Se arrivasse e la salvasse da tutto ciò che è reale?
Lui, il riccio spensierato e donnaiolo non è altro che un dolce ragazzo dagli occhi verdi.
Leggete se volete scoprire di più :D
#Titolo preso dalla colonna sonora di "Madagascar 2", capolavoro del compositore Hans Zimmer e Will I.Am.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo lo dedico a Sara, mia migliore amica e uno dei miei primi personaggi della mia prima storia.

Erano si e no le 17.00 p.m e due figure una sopra l’altra se ne stavano spaparanzate sul divano a guardare i cartoni, fino a quando una non prese a smanettare l’i-phone e proprio in quel momento il telefono trillò.

“Ti passo a prendere alle 20.00, Liam passerà da te alle 17.15 per prendere Lilo: Dorme da lui. Come ho già detto, non voglio ‘no’.  Xoxo Harry” 

La figura che ora si riusciva a distinguere, cinse per la vita l’altra, notoriamente più bassa e la trascinò con  forza al piano superiore. La gettò sul letto e gridò un: -“ Prepara la borsa! Tuo papà sarà qui a minuti, sacco di patate!” -la piccola, che scuoteva la testa in segno di disappunto, si fece convincere con qualche caramella Haribo ed in meno di dieci minuti entrambe le due ragazze erano davanti la porta dove un  Liam appoggiato allo stipite con la mano, completo di aria da duro, le aspettava. Alex sbuffò e senza guardarlo in faccia, si abbassò per baciare le guance della  piccola, che ricambiò velocemente.
Nel contempo in cui, la mora, realizzò che Liam la fissava, decise di optare per ignorarlo e di chiudere la porta: pessima mossa.
Lui la  bloccò con il piede ed entrando si ‘avvinghiò’ a lei, senza pudore per Lilo, baciandola forzatamente. La giovane donna non capii subito, cosa stesse succedendo, così quando si riprese dallo stato di ipnosi in cui era magicamente caduta, spinse via l’uomo e si pulì la bocca con la manica della giacca. Lilo, si nascose dietro la grande porta e Liam aprì la  bocca: “Scusa.” – disse solo, poi prese Lilo e si avviò verso l’uscita dello stretto giardino, ma la donna  lo richiamò: “LIAM!” – “Si?” – urlò lui prontamente.
“Cosa vuoi, ancora da me?” – domandò, a singhiozzi la ragazza, prima di scoppiare in un pianto isterico- “Ti ho dato tutto. Non mi hai mai amata. Cosa vuoi ancora, cosa?” – e subito dopo si accasciò a terra, moralmente distrutta. Non aveva forza per urlare. Si sentiva l’ultima ruota. L’ultima persona. L’ultima. “Beatrice, ti prego..” – la riprese lui, mentre si avvicinava- “Mi dispiace, non ci so più con la testa. Sto impazzendo...Beatrice, guardami” – “Non chiamarmi Beatrice. Sono Alex.” – “No, invece! Non lo sei. Tu sei Beatrice, quella che ho sposato. Io ho sposato Beatrice, non Alex” – “No! Tu hai sposato entrambe. Ma, la parte di cui ti sei innamorato è morta. Ora c’è questa.”- “Non, è vero” – gridò lui, mentre la faceva alzare. Guardandola negli occhi, le accarezzò quelle guance una volta olivastre e diventate rosee, troppo finte. Troppo holliwoodiane.-“Guarda come ci hai ridotto, Liam. Io e Lilo a vivere sole, sta crescendo senza un padre e so che vuoi vederla, ma non è così facile.” –“ Lo so, ma io non voglio vedere solo Lilo. Io voglio vedere anche te.” –“Che cazzo ti prende Liam? Tu mi ODI” – “I-io…non ne sono più certo.” – sussurrò lui, prima di guardarla sconvolto, prendere Lilo e caricarsela sulle spalle. “Devo andare” –aggiunse prima di correre in macchina, dove mise la cintura a Lilo e ‘partì a razzo’.

Rimase davanti alla porta a fissare il vuoto per interi minuti, chiedendosi cosa succedeva. Ma cosa prendeva a tutti?

Era presa da una coppietta di canarini che volavano insieme davanti a lei, quando si accorse della tarda ora che aveva fatto stando ferma, sul pianerottolo di casa.
Troppo tardi.
Scosse la testa e corsi in casa.
Arrivata nell’armadio prese un vestito nero, abbastanza corto, ma non troppo aderente con un po’ di tulle stile gotico. Mise dei tacchi, alti, neri, rifiniti sotto con pelle di un rosso acceso.
Si truccò e si lasciò i capelli, sciolti, mossi e incasinati già di loro. Finita di prepararsi, aspettò per ben tre ore e trentadue minuti l’arrivo di Harry, sul divano.
Non si presentò.
Il tempo passava e del giovane ragazzo riccio, nemmeno l’ombra.
E lei che credeva che gli avrebbe salvato la serata. Lei, che era stata illusa ancora una volta.
Trascorse la serata, rintanata in casa con un  vasetto di gelato al cioccolato.
Ma successo qualcosa.
Un qualcosa che la fece ricredere.
Mentre guardava il telegiornale delle 22.30 sentii, qualcuno bussare alla porta: Si trascinò dietro gelato e coperta e con aria trasandata aprii la porta: Harry la guardava dispiaciuto.
Non ci pensò nemmeno due volte a chiudere, ma da fuori un Harry determinato gridava alla fredda porta di legno d’acero.; “Ti prego, Alex aspetta!” - “Vattene Harry!” – le  risposi lei, mentre scivolava, accasciandosi a terra: la ragazza avvertii che il giovane fece lo stesso. “Scusa…” –continuò lui- “Ci sono stati diversi contrattempi. I ragazzi mi hanno buttato i vestiti e non volevano farmi uscire perché non sapevano dove sarei dovuto andare, in più mi si è bucata una gomma ed ha cominciato a piovere.
Mentre cambiavo la ruota, mi sono sporcato di fango e ne sono letteralmente ricoperto! In più, ti ho comprato dei fiori che si sono rovinati…mi dispiace di essere arrivato tardi; Volevo solo che passassi un compleanno allegro, con me.” –Ad Alex scese quasi una lacrima: era tanto che un uomo non le diceva cose del genere, che si preoccupava così tanto per lei. Si alzaò e gli aprii la porta: Anche lui aveva fatto lo stesso e la fissava dispiaciuto con un mazzo di rose rosse, bagnate e sporche di fango, ma comunque bellissime.
La ragazza senza indugio, in preda alle più grandi emozioni ed ai più frizzanti tremiti che le passavano per la mente lo tirò per il colletto della camicia, in casa. “Harry?” –le domandò ella, mentre già erano arrivati sul divano- “Si?” – rispose lui, mentre la fissava. “Sei completamente bagnato. In più, non voglio che ti prenda un raffreddore, perciò sbrigati a salire al piano di sopra.
Fatti una doccia, gli asciugamani li trovi, io intanto ti cercherò dei vestiti asciutti” – “Ma…io” – “non accetto un ‘no’ come risposta” – e subito dopo, sparì tra i corridoi della casa.
La giovane era riuscita a trovare una vecchia tuta del cugino, che aveva lasciato lì, così senza troppi preamboli entrò decisa in bagno. Immediatamente si coprii gli occhi per la brutta ed evidente figura che aveva fatto e lui di tutta risposta cominciò a ridere. La ragazza indicò i vestiti e li poggiò sullo sgabello, poi si dileguò velocemente.  
Approfittò anche lei per cambiarsi: pantaloncini e canotta; stava in casa e non aveva voglia di uscire, tanto meno dopo tutto quello che era successo.
Entrò in camera ed Harry, che si era infilato i pantaloni della tuta, lottava amaramente con la maglietta che non voleva sentir ragione di entrare.  “Mi sa che questa maglietta è giusto un po’ piccolina” – esordì lui, sorridendole, imbarazzato –“Già, mi sa anche a me!” – confermò Alex, con ovvietà. Harry lanciò la maglia sulla poltrona e le fece cenno con il dito di avvicinarsi: La ragazza, attratta dei suoi gesti, lo seguì sorridendo come un’ebete.  
I due si ritrovarono abbracciati sul letto a fissare il soffitto che quella sera appariva tremendamente bellissimo.
Disegnava sul suo petto piccoli ‘cerchi immaginari’ e lui sorrideva, sospirando ogni tanto. Alexandra, dopo troppo tempo di un impertinente silenzio, aprì il discorso, domandando indiscreta: “Cosa penserebbero i tuoi amici, di questo?” –“ Non mi interessa.” – “In che senso?” – “Non mi interessa il loro giudizio, perché sarebbe sempre una stupidaggine. In più, loro non hanno una bella ragazza nel letto” –“Woah! Frena, Styles. Stiamo conversano non..”- “non facendo”- “-facendo un quadro, ecco” –“Certo, un quadro” – e poi scoppiò a ridere. “Che c’è ti burli di me, stupido buzzurro?” – gli chiese lei, mentre si metteva in ginocchio davanti a lui –“Non potrei mai, mia padrona” – rispose lui imitando un accento alquanto africano, ma di cattivo gusto. “Harry?” –lo richiamò lei , tra un’occhiata e l’altra –“Si dimmi…” –“Dormi qui?” –“Solo se tu vuoi” – “Più di ogni altra cosa” – E senza dargli il tempo di rispondere si gettò letteralmente su di lui, baciando quelle labbra che alla sua vista apparivano così perfette. Lui non si scostò, anche se avrebbe dovuto. Insomma, era il primo appuntamento: niente baci, ne tanto meno a letto. Ma cosa potevano farci, l’atmosfera, le dolci parole sussurrate all’orecchio, i loro sguardi incrociati e la tensione che aumentava ad ogni minimo sospiro.

#Alloora? Che succederà, domani mattina? Ah, boh '-' Ahahaha, dai recensite, susù :))

  
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