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Autore: FabyWinchester94    26/02/2012    2 recensioni
Ero lì, in ginocchio, nel salone di casa mia, immobile, mentre le lacrime continuavano a scendere, fissavo il corpo di mio padre, inerme, immerso in una pozza di sangue, sentivo crescere dentro me il fuoco della vendetta.
Restai così immobile per un altra mezzora, mentre pensavo alle ultime parole che mio padre mi aveva detto, "Lux, hanno preso tuo fratello..." e con la voce strozzata dal dolore aveva continuato "trovalo, stai attenta... Io ti proteggerò... " e prima che il suo cuore smettesse di battere aveva sussurrato una frase di cui in quel momento non capii il significato... "In camera mia... Nel cassetto del comodino..."...
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ero lì, in ginocchio, nel salone di casa mia, immobile, mentre le lacrime continuavano a scendere, fissavo il corpo di mio padre, inerme, immerso in una pozza di sangue, sentivo crescere dentro me il fuoco della vendetta.
Restai così immobile per un altra mezzora, mentre pensavo alle ultime parole che mio padre mi aveva detto, "Lux, hanno preso tuo fratello..." e con la voce strozzata dal dolore aveva continuato "trovalo, stai attenta... Io ti proteggerò... " e prima che il suo cuore smettesse di battere aveva sussurrato una frase di cui in quel momento non capii il significato... "In camera mia... Nel cassetto del comodino..."...
Appena compresi davvero quello che era successo decisi di dare a mio padre una degna "sepoltura" per un cacciatore... Con fatica lo spostai, avvolgendolo con un lenzuolo, di seguito lo adagiai su una tavola di legno e lo portai fuori...
In quel giardino, custode dei miei primi ricordi, stavo per bruciare l'uomo che mi aveva insegnato cos'era realmente la vita, colui che mi aveva insegnato come proteggermi da quei mostri che ci circondano, ma non i finti mostri che i bambini vedono sotto il letto o nell'armadio, quelli veri... Quelli che non crederesti mai che esistano davvero! Lui, che aveva avuto il coraggio di crescere due figli, dopo che mia madre fu uccisa da un maledetto demone, certo, ce ne sono molti di padri che crescono figli dopo la morte del proprio coniuge, sì, ma non devono contemporaneamente lottare continuamente con forze maligne di tutti i generi... Lui, il mio EROE!

Restai lì, a guardare quello che restava di mio padre, bruciare... Le lacrime iniziarono a scendere sulle mie guance senza che me ne accorgessi. Quando non rimase più niente di quel uomo da me tanto amato, decisi di andare a farmi una doccia fredda, sali le scale, fino al bagno in camera mia, sfilai in fretta i vestiti e mi infilai nella doccia, aprii l'acqua ghiacciata e ricominciai a piangere, mi sedetti per terra, con l'acqua che scorreva ancora... In quel momento pensai all'ultima frase che mio padre aveva sussurrato... “In camera mia... Nel cassetto del comodino...”, uscii in fretta dalla doccia, mi infilai l'accappatoio e corsi in camera di papà, aprii il cassetto del comodino e sotto ad alcuni libri c'era il suo diario, quello dove aveva appuntato tutte le caratteristiche dei mostri con cui avevamo lottato, lo aprii e da dentro cadde per terra una busta, la raccolsi e notai che sul retro c'era scritto qualcosa, “Per Wayne e Lux”, l'aprii e iniziai a leggerla...

Piccoli miei, se state leggendo questa lettera, vuol dire che io sono morto... Volevo iniziare col chiedervi scusa, scusatemi per avervi fatto conoscere questa vita... Lux, tesoro mio, scusa se quando eri piccola, invece di raccontarti la favola della buonanotte, ti insegnavo ad usare le armi... Scusa Way se quando andavi alle superiori, e ha iniziato ad avere degli amici, e la tua prima fidanzata, ho dovuto portarvi via, in un'altra città costringendovi a ricominciare tutto da capo. Tu e Wayne siete l'unica ragione per cui non ho mollato, dopo che vostra madre è morta, dopo che quel bastardo figlio di puttana l'ha uccisa, volevo solo puntarmi la pistola alla testa e premere quel dannato grilletto... Ma no, non potevo... Non potevo lasciarvi da soli in questo mondo di mostri! E così siamo andati avanti, all'inizio era difficile, perché, Lux... Più ti guardavo e più vedevo lei... Sei sempre stata il riflesso di tua madre, il tuo dolce viso, la tua pelle bianca come la neve, quei tuoi grandi occhi verdi come il prato più puro che c'è, e i tuoi lunghi capelli, gli stessi capelli che mi fecero innamorare di tua madre, quel rosso che non si può paragonare a nulla talmente è unico! Oooh e quel tuo dolce sorriso, capace di illuminare tutto il mondo!!! E tu Way, sei il figlio che ho sempre desiderato, non mi hai mai deluso, MAI!!! Hai sempre “obbedito” senza ribattere... Mi ricordo ancora quando tua madre mi disse che aspettavamo un bambino, non puoi immaginare la gioia che mi invase in quel momento, sai in quei nove mesi, ho fantasticato su come potesse essere mio figlio, e giuro, io ti desideravo così, come sei!!! Eri così buffo, quando nacque tua sorella eri geloso di tutti quelli che la toccavano, e questa gelosia è continuata fino ad adesso, e non penso si cancellerà, sono felice per questo, perché so che lascerò Lux in buone mani!!! Da adesso in poi, la vostra famiglia sarete voi due, so che sarà difficile, anzi difficilissimo, ma io vi ho insegnato tutto ciò di cui avrete bisogno per andare avanti!!! Spero di essere stato un “buon” padre, voglio che sappiate, che io in qualunque posto mi trovi, continuerò a vegliare su di voi! Per ultima cosa, voglio dirvi che vi voglio bene ragazzi miei, forse non ve l'ho detto molte volte, ma voi siete sempre stati le uniche persone, insieme a vostra madre, che ho amato davvero! Non mi dimenticherò mai di voi!!! Buona fortuna ragazzi!!!

Con affetto,

Papà. ”

 

Rilessi la lettera più e più volte, non riuscivo a placare quel violento pianto, ero sicura, sicurissima, che mio padre era stato ucciso da un demone, e in quello straziante momento, compresi di essere rimasta sola, guardai la stanza vuota, dov'era adesso mio fratello? Dov'era colui che avrebbe dovuto difendermi? Tremavo, ma non era freddo, no, era un miscuglio di paura e rabbia, l'orologio segnava le 19.27, mi alzai dal pavimento, mi diressi in camera mia, volevo solo buttarmi sul letto e non svegliarmi più, ma aprii l'armadio e estrassi della biancheria a caso, che infilai in un lampo, rovistai nel disordine, cercando il mio jeans preferito e una canotta verde sopra, presi la giacca di pelle nera, e infilai un paio di stivaletti marroncini. Presi un borsone e ci infilai un po' di vestiti a caso, l'album con le foto di famiglia, il diario di papà con la lettera, e 2 felpe di mio fratello.

Scesi in salotto, presi la borsa, ci infilai le chiavi, il cellulare, il portafoglio, un pacchetto di sale, e una pistola. Aprii la porta, e mi girai a scrutare quella casa vuota, fredda, ma piena di ricordi che non sarebbero mai più tornati.. Un'ultima lacrima scese mentre chiudevo la porta a chiave, diretta alla macchina di mio padre, che ormai era la mia, una vecchia Chevrolet impala del 67 rosso fuoco, ci salii sopra, infilai le chiavi per accendere l'auto, premetti sull'acceleratore e mi lasciai alle spalle la casa in cui la mia vita era stata distrutta.

 
   
 
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