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Autore: Dave1994    26/02/2012    2 recensioni
-Il portale si sta chiudendo,Dante.Farai meglio a sbrigarti.-
Genere: Avventura, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dante, Vergil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’uomo in rosso sedeva appoggiato sulla guglia più alta del teatro di Fortuna, scrutando l’orizzonte con occhi di ghiaccio. Nella mano destra, reggeva una deliziosa fetta di pizza ai Wurstel. La mise in bocca, e ne staccò un grosso pezzo.
Sotto di lui, una vetrata lo separava dall’interno dell’edificio:era magnifica, riccamente ornata di motivi gotici.
Sua Santità aveva appena iniziato il sermone, là sotto.
Molto bene.

***

-Nero, cosa c’è che non va?- chiese la ragazza dai lunghi capelli marroni, elegantemente racchiusi in una splendida corona d’oro e di zaffiro, mentre fissava il ragazzo dal braccio destro fasciato al suo fianco.
-Me ne vado, non ce la faccio più.Questo sermone è veramente soporifero.- sussurrò Nero, con fare seccato. Con la mano sinistra, quella ancora buona, si sistemò il ciuffo di capelli bianchi che gli penzolava davanti agli occhi: li aveva così fin dalla nascita. Un mistero mai svelato da nessuno.
Fece per alzarsi, ma una fitta lancinante al braccio fasciato lo paralizzò sul posto. Il ragazzo sentì il proprio cuore battere all’impazzata una melodia selvaggia e senza sosta e contemporaneamente dalla benda cominciò a sprigionarsi una fievole luce blu, dapprima tenue e poi sempre più viva.
No, qualcosa non andava per niente.
Il sesto senso lo fece voltare e Nero si ritrovò a osservare la vetrata del teatro.
E lo vide prima di tutti.
Un uomo in rosso che piombava dal cielo.

***

Dante represse uno strano malessere sorto improvvisamente, pulsante come un secondo cuore all’interno del suo petto. Diede la colpa ai wurstel.
-Rendiamo la festa un po’ più vivace- disse, e saltò contro la vetrata infrangendola in mille pezzi.
Il rumore fu assordante, ma tutto si svolse talmente veloce che solo il bersaglio ebbe il tempo di alzare gli occhi verso l’alto. E di fatto, fu l’ultima cosa che fece nella prima delle sue vite.
L’uomo in rosso atterrò sull’altare, attutendo la caduta con facilità soprannaturale.
Sua Santità fissò Dante stupito, senza paura.
Nel silenzio più assoluto estrasse Ivory, la sua pistola bianca, puntò alla testa e sparò.

***

-Sua Santità!- urlò Credo, capo dei cavalieri dell’Ordine della Spada e fratello di Kyrie, la ragazza accanto a Nero.
I cavalieri dell’Ordine si alzarono come un sol uomo e attaccarono l’intruso in rosso, sfoderando spade argentee e avventandosi contro di lui. Dante impugnò la sua spada, dono del padre: Rebellion, simbolo di chi lotta per la libertà fino all’ultimo. Con semplici e veloci attacchi, uccise la prima linea di cavalieri in pochi secondi con una maestria sovrumana. Era aggraziato, era veloce ed era letale: Nero comprese all’istante che nessuno sarebbe sopravvissuto in quella sala, se l’uomo avesse deciso di ucciderli tutti.
Si fece forza e strattonò via Kyrie, per metterla in salvo.
-Vai con lui, andate al quartier generale e chiamate rinforzi! Io mi occupo di lui!- le disse, indicando il fratello che sembrava indeciso sull’avventarsi o no contro l’assassino di Sua Santità.
-Fai attenzione!- gridò Credo, prendendo per una mano la sorella e correndo via per i corridoi del teatro.
Nero si voltò verso l’intruso, che lo osservava.

***

Dante avvertì di nuovo quella strana sensazione, più forte che mai: era come se avesse già visto quel ragazzo davanti a lui, come se lo conoscesse da sempre. Eppure, era sicuro di non averlo mai incontrato.
Quei capelli bianchi…
Era come avere un dejavù.
-Credo dovrò farti abbassare la cresta- disse il ragazzino, estraendo una pistola dalla curiosa fattura: aveva due canne, anziché una. Sparò e Dante, con la spada che recava dietro la schiena, deviò i proiettili con precisione millimetrica.
-Che senso ha portarsi una spada come quella, per poi non usarla?- lo provocò il ragazzino.
L’uomo in rosso estrasse a sua volta le sue fide due pistole gemelle e iniziò a scaricare sull’avversario una pioggia di piombo, fino a ridurre in polvere le panchine del teatro. In mezzo alla polvere, Dante perse di vista il ragazzo.
All’improvviso, si voltò: era lui, e reggeva in mano una spada.

***

Nero si avventò contro l’intruso in rosso, brandendo una spada a benzina raccolta da uno dei cavalieri caduti, ed ingaggiò un combattimento con il suo avversario, ignorando le fitte al braccio destro: era come se volesse dirgli qualcosa, ma poteva essere anche soltanto una conseguenza della trasformazione.
L’uomo era più forte, più agile e più veloce:eluse gran parte dei suoi affondi e lo disarmò con facilità.Dopodichè, fece per trafiggerlo.
Nero parò il colpo con il braccio destro, bendato.
Intorno ai due duellanti si sollevò un vortice di vento,misterioso e soprannaturale.

***

Dante puntava Rebellion contro il ragazzo, sicuro di averlo ucciso, e si trovò invece davanti a uno spettacolo non comune.
L’avversario stava trattenendo la punta della sua spada con il braccio destro, che però non possedeva nulla di umano:era blu scuro con venature azzurre, mentre il palmo della mano era di un bianco accecante.
Il ragazzo possedeva poteri demoniaci.
Dante non sapeva spiegarsi né il come, né il perché, ma aveva già visto quel braccio. Ne era sicuro. Da esso emanava un’energia familiare, come se…Non era possibile.
-Pare che tu abbia un asso nella manica- disse l’uomo in rosso, incuriosito dalla piega che avevano preso gli eventi.

***

Nero afferrò con il braccio destro la spada dell’avversario e, come se fosse stato fatto di carta, lo scagliò dall’altra parte della sala. Dopodichè, lo rincorse in pochi secondi e lo atterrò, per riempirlo infine con una scarica di pugni. Il ragazzo pestava duro e l’uomo in rosso sussultò, mentre una strana energia emanava dal suo corpo: per un attimo, un solo attimo, il suo braccio divenne come guantato di cuoio, irto di punte.
Nero lanciò l’avversario contro la statua che troneggiava nel teatro, quella dell’antico benefattore della città, Sparda, e gli lanciò contro la sua stessa spada trafiggendolo.
L’uomo si accasciò inerte contro la sua arma, morto.
***

Mentre il ragazzo gli dava le spalle, Dante si sfilò la spada dal petto,sputando sangue.
-Ok, può darsi che ti abbia sottovalutato.- disse all’avversario, stupito.
-Così, anche tu sei un demone?-
-Io, te e loro- disse, indicando i soldati dell’Ordine riversi a terra, dal volto diabolico e straziato dalla loro vera natura -siamo uguali.-
E detto questo, spiccò un salto fino al tetto, senza fatica.
-Ehi!- urlò Nero -dove diavolo pensi di andare?-
-Ci reincontreremo, non preoccuparti, quando sarà il momento.- rispose l’acchiappademoni e scomparve in un battito di ciglia.
E mentre si allontanava dal teatro, rifletteva sulla promessa fatta a una persona cara molti, tantissimi anni prima.
No, non poteva essersi sbagliato.
Era proprio lui.
  
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