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Autore: MaryLouise    26/02/2012    11 recensioni
CHI, CON CHI, CHE COSA FACEVANO Challenge by Kukiness.
Quel furbacchione di 3 ha scattato delle foto piccanti a 1 e ora minaccia di mostrarle in giro. Se 3 non conosce l’esistenza delle macchine fotografiche, tanto meglio.
La McGranitt si accigliò. «Non è una novità, sai bene che non apprezzo la Divinazione».
«Questo non vuol dire che tu debba comunicare la tua disapprovazione agli studenti o peggio, influenzarli con le tue idee distorte!».
«Distorte?», ripeté aspra Minerva, le labbra livide. «Stai attenta a come parli, Sibilla».
«No», s'infiammò l'altra, «Stai attenta tu, altrimenti io...».
«Altrimenti cosa?».
La professoressa di Divinazione inspirò rumorosamente, «Ecco come stanno le cose: ho delle tue foto compromettenti, se tu dirai un'altra parola contro il mio insegnamento io... io giuro che le mostro a tutti!».
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Sibilla Cooman | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Di ricatti, macchine fotografiche e fotografie compromettenti

 

 

CHI, CON CHI, CHE COSA FACEVANO Challenge by Kukiness
10)
Quel furbacchione di 3 (Sibilla Cooman) ha scattato delle foto piccanti a 1 (Minerva McGranitt) e ora minaccia di mostrarle in giro. Se 3 non conosce l’esistenza delle macchine fotografiche, tanto meglio.
 
***
 
La professoressa McGranitt affondò un grosso cucchiaio nella zuppiera più vicina.
“Della trippa, Sibilla?”
La professoressa Cooman la ignorò. Aprì gli occhi, si guardò intorno un’altra volta e disse:
“Ma dov’è il caro professor Lupin?”
“Temo che il poverino sia di nuovo ammalato” disse Silente, facendo cenno agli altri di servirsi. “Un vero peccato che debba succedere proprio il giorno di Natale”.
“Ma naturalmente tu lo sapevi già, vero, Sibilla?” disse la professoressa McGranitt inarcando le sopracciglia.
La professoressa Cooman scoccò alla McGranitt uno sguardo gelido.
“Certo che lo sapevo, Minerva” disse piano. “Ma non si ostenta la propria Onniscienza. Spesso mi comporto come se non possedessi l’Occhio Interiore, per non innervosire gli altri”.
“Questo spiega molte cose” ribatté mordace la professoressa McGranitt.
 
{Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban - Capitolo 11
 
 
L'ufficio di Minerva McGranitt era immerso nel silenzio, la professoressa di Trasfigurazione stava compilando dei noiosi moduli per ordinare il materiale per l'anno scolastico successivo.
Mentre finiva di compilare la scheda qualcuno bussò alla porta. «Avanti», rispose senza alzare la testa dal lavoro.
Uno scalpiccio incerto e strascicato le annunciò che una persona era entrata nel suo studio, un tintinnio di braccialetti le rivelò immediatamente chi era.
«Sibilla», salutò.
«Buongiorno Minerva», proferì con voce velata.
«Che cosa ti porta ad abbandonare il tuo ufficio per scendere qui, tra i comuni mortali?».
La professoressa Cooman ignorò la provocazione. «Mi sono giunte alcune voci...».
«Voci che il tuo Occhio non ha saputo prevedere?».
«Voci che riguardano te, collega».
Minerva si fece improvvisamente seria. «Che genere di voci?».
«Sai, gli studenti sono gli occhi e le orecchie di questa scuola e gli studenti parlano...».
«Vai al sodo, Sibilla».
«Alcuni alunni mi hanno comunicato il tuo disprezzo nei confronti miei e della mia materia», sputò la donna.
La McGranitt si accigliò. «Non è una novità, sai bene che non apprezzo la Divinazione».
«Questo non vuol dire che tu debba comunicare la tua disapprovazione agli studenti o peggio, influenzarli con le tue idee distorte!».
«Distorte?», ripeté aspra Minerva, le labbra livide. «Stai attenta a come parli, Sibilla».
«No», s'infiammò l'altra, «Stai attenta tu, altrimenti io...».
«Altrimenti cosa?».
La professoressa di Divinazione inspirò rumorosamente, «Ecco come stanno le cose: ho delle tue foto compromettenti, se tu dirai un'altra parola contro il mio insegnamento io... io giuro che le mostro a tutti!».
Minerva respirò pesantemente. «Andiamo Sibilla, non sai nemmeno cosa sia una macchina fotografica!».
La Cooman la guardò stralunata, «Una macchina fotografica?», ripeté confusa.
Minerva alzò gli occhi al cielo, continuando a scrivere.
«Se tu... io giuro che... davvero...», balbettò ancora l'altra, cercando d'apparire minacciosa.
«Non so di che fotografie tu stia parlando, mia cara collega, inoltre ci tengo a precisare che non ho nulla da nascondere quindi mostra pure quelle foto ai miei studenti, credo che riuscirai solo ad annoiarli».
«Annoiarli? Sconvolgerli, forse! La tua relazione con il professor Silente è riprovevole!».
Minerva fissò intensamente Sibilla, gli occhi verdi fiammeggianti. «Quello che faccio nella mia vita privata non è affar tuo, professoressa. Inoltre», continuò, «L'unica relazione che intrattengo con il professor Silente è strettamente professionale», precisò mentre poggiava il pennino e riordinava le carte.
«Ma... le foto dimostrano il contrario!», strillò Sibilla sventolando un pacchettino che aveva estratto da una tasca.
«Come ho già detto non ho nulla da nascondere, non credo che un paio di fotografie che mi ritraggono mentre lavoro con il professor Silente possano interessare agli alunni». Prima che l'interlocutrice potesse ribattere, Minerva concluse: «Ora devo finire un lavoro importante e gradirei non essere disturbata. Arrivederci, Sibilla».
La Cooman spalancò la bocca in modo teatrale, le sue pupille divennero ancora più grandi dietro gli occhiali dalle lenti spesse.
Fissò la professoressa McGranitt con astio e, poggiando il plico di fotografie sul tavolo, si avvolse meglio lo scialle intorno alle spalle, si sistemò gli occhiali, girò sui tacchi e se ne andò con fare indignato... dimenticandosi le foto sulla scrivania di Minerva.
 
*
 
Albus Silente spinse gli occhiali a mezzaluna sul naso adunco ed esaminò le immagini sparse sul tavolo.
«Oh», commentò.
«Mi domando dove le abbia prese», sospirò stancamente Minerva.
«La domanda non è dove ma come, mia cara», concluse Silente.
«Dovremmo stare più attenti la prossima volta; ho dovuto mantenere i nervi saldi per non cedere al suo ricatto e supplicarla di rendermi le foto».
Albus sorrise sotto i baffi e le cinse la vita mentre osservava ancora una volta le foto che li ritraevano in un momento d'intimità.
«Beh, mia cara», le sussurrò all'orecchio, «Saremo stati imprudenti ma devi ammettere che siamo assolutamente fotogenici».




*

Non fate quella faccia, la mente malata che ha partorito l'idea principale della fic è Kukiness (prendetevela con lei v.v), io ho solo seguito le istruzioni e utilizzato i personaggi che mi sono toccati.
Però devo dire che mi sono divertita davvero tanto a scriverla (grazie Kukiness *_*)... e dire che è anche una delle tracce più decenti da fare, alcune sono proprio impossibili *trema al pensiero*
Spero vi sia piaciuta e che abbia divertito voi come ha fatto divertire me nello scriverla.
Jo




   
 
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