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Autore: Jane The Angel    01/10/2006    1 recensioni
è il primo libro, la Pietra Filosofale, visto da Hermione. Ho cambiato qualche cosa (avvenimenti e simili) ma la storia è quella della Rowl, solo cambia il punto di vista. Fatemi sapere se postare anche gli altri chappy o lasciar perdere!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Dorsorugoso di Norvegia

Harry, Ron ed Hermione, stretti sotto al mantello dell’invisibilità, aprirono silenziosamente la porta del castello e uscirono in giardino. Il prato, il lago e il Platano Picchiatore erano immersi in un’oscurità così densa che da dov’erano non vedevano altro che le deboli luci che uscivano dalle finestre della capanna di Hagrid, dall’altra parte del prato. Grazie a quelle luci camminarono nella giusta direzione, poiché sapevano benissimo che il Platano e il lago erano molto più a destra della capanna.

Bussarono e dopo qualche secondo Hagrid aprì la porta. Non vedendo nessuno, il guardiacaccia domandò –Chi và là?-

-Siamo noi, Hagrid.- disse Ron.

Stupito, Hagrid si scostò dalla porta e dopo un po’ domandò –Siete entrati?- I tre si tolsero il mantello, tornando così visibili.

–Ci mancava, eh? Pure il mantello che fa invisibili. Peggio di spie, voi tre. Avanti, sedete.-

I tre e Hagrid si sedettero al tavolo. –Allora, sappiamo già parecchie cose.- disse Harry. Hermione annuì –Già. Sappiamo che nel corridoio del terzo piano c’è Fuffy, che sotto di lui c’è una botola e che entrandoci si trova la Pietra Filosofale, creata da Flamel presumibilmente con l’aiuto di Silente. Sappiamo anche che Raptor ha fatto qualcosa per proteggerla. Volevamo sapere cos’è che difende la Pietra, se puoi dircelo.-

-E no che non posso! Già sapete troppo! Posso solo dire che tutti hanno fatto qualcosa per difendere la Pietra. Silente, chiaro. La McGranitt, la professoressa Sprite, Vitius… e Piton.-

-Piton?- domandarono Harry, Ron ed Hermione stupiti.

–Si, chiaro.-

-Hagrid, Piton sta cercando di rubare la Pietra!- esclamò Harry disperato.

–Oggi, alla partita, ha fatto il malocchio alla scopa di Harry, perché sa che lui ha scoperto qualcosa riguardo alla Pietra.- dichiarò Ron. Hagrid guardò i tre ragazzi stupito, poi disse –Ma non dite sciocchezze. Perché mai avrebbe dovuto fare il malocchio alla scopa di Harry! Il professor Piton…-

-Senti, Hagrid, noi abbiamo scoperto che è stato Piton a far entrare il troll nella scuola, ad Halloween, e Piton lo sa. Quindi sa anche che abbiamo cercato o stiamo cercando di capire perché l’ha fatto entrare, no?- lo interruppe Hermione prendendo in mano l’enorme tazza di tè che Hagrid aveva poggiato poco prima sul tavolo insieme alla sua, quella di Harry, quella di Ron e un vassoio di biscotti dall’aspetto più duro di un sasso che Harry, Ron ed Hermione non presero neanche in considerazione.

-Mettiamo in chiaro una cosa: Piton ha la fiducia di Silente. E se Silente gli dà fiducia, anche io gli do fiducia. Come a tutti gli altri che ha assunto. Anche mastro Gazza, anche se con quello più che una chiacchierata ci darei una manata. Prima voi tre vi fate passare questa idee che vi frullano in quelle testoline, meglio è per tutti. Soprattutto per voi. Chiaro?-

-Oh, ma Hagrid…-

-No, Hermione, non ho intenzione…-

-Ma Piton…-

-Il professor Piton, Ron, e non è…-

-Ma se Piton riesce a…-

-Piton non vuole riuscire a fare nulla, Harry. Solo difendere la Pietra, come tutti gli altri.-

Hermione si voltò verso il focolare. Un calderone vi bolliva sopra, mentre affianco ad esso si scaldava una specie di palloncino di colore nero con sfumature rossastre. Mentre Hermione lo osservava, notò che iniziò a riempirsi di sottili striature bianche, così domandò –Hagrid? Cos’è quello?-

Hagrid si voltò e vide immediatamente le striature bianche, che continuavano ad aumentare sulla superficie nera e un tempo lucida del palloncino. Il guardiacaccia si alzò di scatto e con un unico passo raggiunse il camino. Si infilò un paio di guanti giallo chiaro a fiorellini rossi e se li infilò, poi si chinò ed afferrò l’oggetto misterioso. Lo poggiò sul tavolo, proprio davanti ai ragazzi. Ron sobbalzò e in mezzo secondo divenne più pallido di Nick-Quasi-Senza-Testa –Oh, no. No. Nonononono. Io lo so cos’è questo. Dimmi che mi sbaglio, Hagrid…-

-Non ti sbagli, Ron.- disse Hagrid mentre Hermione e Harry fissavano senza capire i due e il palloncino –Un uovo di drago.-

Hermione e Harry sobbalzarono e fissarono l’uovo con apprensione.

–Hagrid… è contro la legge… non si può… non si può proprio…- balbettò Hermione mentre continuavano a nascere nuove crepe bianche sull’uovo.

-Lo so che non si può, Hermione. Non ho studiato, ma non sono mica scemo, eh!-

-Ma… dove l’hai preso, Hagrid?- domandò Harry.

–L’ho vinto al pub: alla Testa di Porco, da uno straniero.- Lo spazio tra due delle crepe si staccò dal resto dell’uovo e immediatamente altri tre pezzi lo seguirono… quattro… cinque… a un certo punto l’intera testolina del drago spuntò dalla cavità che si era formata sulla punta dell’uovo. In breve l’intero uovo si ruppe e il draghetto iniziò a camminare avanti e indietro sul tavolo da pranzo. Aveva più o meno le stesse proporzioni di un essere umano, ma per ora erano molto più piccole.

Hermione e i suoi amici sapevano che entro breve sarebbe diventato infinitamente più grande di un essere umano. La sua pelle era molto scura e pareva coriacea. Aveva due alette da pipistrello che spuntavano dalla schiena e, per quanto fosse piccolo, aveva già dei penti relativamente notevoli, simili a quelli di un cane adulto

-Oh, ma non è un amore? Guardatelo, che tesoro, riconosce la mamma! Norberto? Ciao, cucciolo!- Hagrid era piegato verso il cucciolo, così alle sue spalle i tre amici si scambiarono un’occhiata stupita.

-Quello è un Dorsorugoso di Norvegia, non è vero? Charlie li alleva in Romania.- disse Ron studiando il drago tenendosi ben lontano. Hagrid sollevò la testa e, guardando amorevolmente Norberto (almeno il nome era più appropriato di quello che aveva dato a Fuffy), rispose –Si, un bellissimo, dolcissimo Dorsorugoso di Norvegia.-

Ron strabuzzò gli occhi –Dolcissimo? Hagrid, ti rendi conto di cosa stai dicendo? Quel coso entro un paio di settimane sarà lungo un metro e alto tre!- Hermione si unì immediatamente all’invettiva contro il drago –E, nel caso ti fosse momentaneamente sfuggito di mente, essendo un drago sputerà fuoco! E tu, Hagrid, vivi in una capanna di legno!-

Hagrid fece per rispondere, ma guardò la finestra appannata per il calore interno e parve bloccarsi –Chi è quello?- domandò. Harry, Hermione e Ron si voltarono giusto in tempo per vedere Draco Malfoy correre via sul prato, verso l’entrata del castello.

–Oh, no, Malfoy! Hagrid, noi dobbiamo tornare al castello immediatamente e assicurarci che Malfoy tenga la bocca chiusa. Se ci scoprono…- Ron non terminò la frase: i tre uscirono dalla capanna di Hagrid e corsero per tutto il cortile. Aprirono l’enorme portone del castello e si incamminarono per i corridoi. Solo quando sentirono dietro di loro la voce severa della professoressa McGranitt si resero conto dell’enorme errore fatto: avevano lasciato il mantello dell’invisibilità alla capanna di Hagrid.

-Sono esterrefatta! Nel mio ufficio, immediatamente.- esclamò la McGranitt. Voltandosi, i tre si accorsero che accanto alla professoressa c’era Draco Malfoy con un’espressione gongolante dipinta sul viso pallido. Con lui Harry, Hermione e Ron entrarono nell’ufficio della McGranitt, che si sedette alla scrivania e li scrutò con aria severa. Poi disse –Direi cinquanta punti in meno. A ciascuno di voi. Inoltre scriverò alle vostre famiglie. E domani sera, punizione per tutti e quattro.- I tre sentirono Malfoy sobbalzare al loro fianco –Come? Scusi, professoressa… forse ho sentito male, ma… ha detto tutti e quattro?- domandò Draco con la sua solita voce strascicata.

–Tutti e quattro, esattamente. Anche se con buone intenzioni anche lei, signor Malfoy, non era nel suo dormitorio. Perciò anche a Serpeverde saranno tolti cinquanta punti e scriverò a suo padre. Inoltre anche lei subirà la punizione con i suoi compagni. Tutti nell’ufficio di mastro Gazza domani sera alle dieci in punto. Se non vi presenterete, la punizione sarà molto peggiore. Ora andate, presto, tutti nei vostri dormitori. Prima di spedire la lettera ai vostri genitori avrete la possibilità di leggerla e di aggiungerne una personale che noi non leggeremo. Forza, svelti.-

I quattro studenti uscirono dall’ufficio e si chiusero la porta alle spalle.

–Se non fosse stato per voi domani sera avrei potuto fare i compiti di Difesa, invece dovrò passare secoli a… scrivere frasi, o qualsiasi cosa ci facciano fare!- Esplose Malfoy.

–Nel caso ti fosse sfuggito, Draco, sei stato tu a far punire noi. Domani sera saremmo tutti liberi se tu ti fossi fatto gli affari tuoi!- disse Harry. Malfoy sorrise malignamente –Già, ma ora il vostro caro amico Hagrid verrà licenziato… tenere un drago… magari lo sbatteranno ad Azkaban!- Prima che Harry e Ron si scagliassero contro Draco, Hermione li afferrò per la divisa cercando di fermarli. Riuscì a trattenerli finchè Malfoy non fu scomparso verso i sotterranei, dove si trovava la Sala Comune di Serpeverde.

-E si lamenta pure! Ci ha fatto punire tutti e dovremo pure sopportarcelo tutta domani sera!- esclamò Ron mentre si dirigevano a passo svelto verso la torre di Grifondoro, sperando di non incrociare Piton o Gazza che certo non sarebbero stati "buoni" come la McGranitt.

-Cavolo, scriverà alle nostre famiglie! I miei si preoccuperanno tantissimo!-

-Avranno paura che tu venga espulsa? Non credo che ci sia questo problema.- constatò Harry.

-No, quello non li darebbe poi così fastidio, non volevano che venissi, ma si convinceranno che è pericoloso stare qui e non è certo un bene…-

-Credi che ti faranno tornare a casa?- domandò Ron preoccupato. Hermione sorrise –Non credo che potrebbero… non pensavo che ti sarebbe dispiaciuto, comunque.- disse con un sorrisino malizioso.

–Certo che mi dispiace! Altrimenti da chi copio gli appunti di Storia della Magia per gli esami?- esclamò Ron mentre Harry dava la parola d’ordine (Psicometria) alla Signora Grassa che, stizzita per essere stata svegliata, li lasciò passare brontolando.

-Beh… buonanotte!- disse Hermione. Anche Ron e Harry le diedero la buonanotte e poi si diressero verso il dormitorio maschile mentre Hermione andava dalla parte opposta.

Salì le scale e, silenziosamente, aprì la porta di legno che cigolò leggermente. Per fortuna Calì, Lavanda, Sarah e Misha avevano il sonno pesante, perché nessuna si svegliò neanche quando Hermione aprì e poi chiuse il baule per prendere il suo pigiama. Mettendosi sotto le coperte, Hermione chiuse le tende scarlatte attorno al letto e con un soffio spense la candela poggiata sul comodino. Immersa nel buio, rotto solamente dalla debole luce della luna che passava fiaccamente dalle piccole fessure che le tende lasciavano aperte ai quattro angoli del letto, Hermione iniziò a pensare a come avrebbe potuto giustificare ciò che aveva fatto con i genitori. Sapeva perfettamente che la professoressa McGranitt non avrebbe certo cercato di sminuire ciò che Hermione e i suoi amici avevano fatto, perciò i suoi genitori si sarebbero certamente arrabbiati. Senza riuscire a trovare una soluzione, dopo una trentina di minuti Hermione si addormentò.

_______Nota di Herm90

ecco un altro capitolozzo!

Grazie mille a Giuly Weasley (si, ho visto il chappy, ma lo sai visto che ho commentato... :) ) e a Keloryn (wow, due malate al prezzo di una... io ora sto meglio comunque, sono addirittura riuscita ad andare a Gardaland...)

Spero che continuiate a leggere e commentare!

Bacioni!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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