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Autore: VictoireYK    27/02/2012    1 recensioni
- Oh. Mio. Dio – sillabarono tutti lentamente.
Non poteva essere, decisamente era un sogno.
Era impossibile.
Quel corridoio, quei quadri, quelle pareti…no.
Non poteva essere realmente Hogwarts.

Ciò che accade quando un gruppo di ventiquattro fan di Harry Potter si ritrova magicamente (e improvvisamente aggiungerei) a Hogwarts, tra profezie e magie ce ne saranno davvero di tutti i colori.
Genere: Avventura, Comico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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2° Fuck yeah. We’re at Hogwarts.

Dopo un primo momento di shock fu Arianna a spezzare il silenzio.
- Ho capito, sto sognando – esordì con un’improvvisa tranquillità.
- Casomai sto sognando io e voi siete nel mio sogno! – la riprese stizzita Noemi. Roberto se ne uscì con una risata.
- Parlate per voi! Questo è un il mio incubo
- Visto che è un sogno torniamo a “dormire”? Era meglio – disse Ylenia sbadigliando.
- Pensi solo a dormire! – fece Naomi, e le diede un pizzicotto, lasciandole un segno.
- Ahi! Idiota, mi hai fatto male! Anche nei sogni rompi ora?! –
Naomi e Ylenia cominciarono a battibecchiare (come al solito) non accorgendosi di aver alzato decisamente troppo la voce.
- Chi c’è a quest’ora?! – strillò con rimprovero una voce proveniente da un omino che si avvicinava con in mano una lanterna e al seguito un gatto.
- Gazza? – sussurrò Andrea. Allora era davvero un incubo! Perché tra tutti proprio Gazza? Man mano però che la figura si avvicinava i ragazzi si accorsero che non era Gazza, ma era una vecchietto parecchio in carne (Andrea lo definì in seguito “da far concorrenza a Lalala”). Lalala era…ma questa è un’altra storia, torniamo ai nostri amici…
Il cosiddetto vecchietto si avvicinò e sotto la luce si distinsero dei capelli brizzolati lunghi fino alle spalle e leggermente unticci, la faccia sudata dimostrava che aveva corso per arrivare fino a lì.
- Beh…non è Gazza, ma ha ereditato da lui sicuramente la passione per i gattacci – commentò Alba.
- Studenti fuori dal letto! A quest’ora di notte! So chi siete, stavolta voi e quella maledetta mappa non mi scappate! – urlò il vecchietto. Ma appena arrivato davanti ai ragazzi si accorse che non erano gli studenti che si aspettava e rimase un po’ deluso, durò un secondo perché poi ghignò rilevando una serie di denti ingialliti.
- Siete anche senza divisa! Di che casa siete? – domandò felice all’idea di poter sottrarre punti agli studenti e magari fargli scontare qualche punizione. Non aveva ereditato da Gazza solo la passione dei gatti a quanto pare.
- Senti nonnetto non mi capita spesso di sognare Hogwarts con i miei amici quindi fatti da parte va – disse Naomi uscendo dalla sala e spingendolo leggermente di lato, aveva gli occhi che brillavano.
- Ragazzi – disse rivolgendosi agli altri – è proprio Hogwarts –
Tutti non se lo fecero ripetere e uscirono velocemente dalla stanza. Quel sogno sembrava così vero. I quadri si muovevano davvero! Si stavano spintonando e bisbigliavano tra loro squadrando i ragazzi, mentre altri dormivano profondamente.
Una risata maligna li fece raggelare, una figura trasparente uscì da un muro e volteggiò ridendo sopra i ragazzi. Quest’ultimi dopo aver riconosciuto che in realtà era Pix gli sorrisero amabilmente.
- Guarda un po’ quanti marmocchi fuori dai dormitori! – rise – Il preside ti punirà per bene brutto vecchiaccio –
- Maledetto poltergeist! Sai che faccio ora? Li porto tutti dal preside e ci penserà lui! – disse l’uomo sputacchiando contro Pix, sotto lo sguardo schifato di Ylenia. Poi si rivolse ai ragazzi.
- Voi che aspettate?! Forza! Camminate, svelti! E non azzardatevi a scappare! Adesso ci penserà McDovin a voi! – abbaiò rosso in viso.
I ragazzi trattenerono qualche risata, ma decisero di assecondarlo seguendolo verso l’ufficio al piano terra. Dopotutto non avevano molte possibilità di godersi il loro sogno con la reincarnazione di Gazza che li sgridava e seguiva passo passo.
Passare attraverso quadri incantati, salire e scendere scale (“Attenti perché a loro piace cambiare” disse Alice, seguita da una risata di approvazione), percorrere infiniti corridoi era meraviglioso.
- Peccato che nei sogni non si possono fare fotografie – si lamentò Noemi appoggiata da Serena pensando entrambe alle loro bellissime macchine fotografiche che si trovavano nella borse sulla spiaggia, ovvero nel mondo reale anziché in quello dei sogni.
Arrivarono quasi subito davanti alla statua di gargoyle e il vecchio pronunciò la parola d’ordine (“Nimbus 2000” si appuntò mentalmente Claudio) e il gargoylesi spostò rivelando le scale a chiocciola. Per passare dovettero spintonarsi un po’, dopotutto erano pur sempre ventiquattro persone! Non tutti riuscirono ad entrare nel piccolo ufficio e alla fine del gruppo c’era il “vecchio ciccione” (apostrofato da Michela) che dava gomitate per passare avanti.
- Preside McDovin! –
Il suddetto preside alzò gli occhi da delle carte e squadrò attentamente i ragazzi.
- Preside! Questi ragazzi li ho trovati dieci minuti fa, tutti al Settimo Piano! E tutti senza divise, signor preside! Non sanno dirmi nemmeno a che casa appartengono! – disse l’omonimo di Gazza.
- Non volevo disturbarla – aggiunse poi – ma come vede deve intervenire lei con seri provvedimenti! –
- Tranquillo Owen, come vedi ancora non mi sono addormentato…così tanto da fare –
Poi fece scivolare lo sguardo su tutti i ragazzi, soffermandosi qualche secondo su ognuno. Alla fine dell’esame una scintilla di eccitazione gli passò attraverso gli occhi.
- Ora vai Owen, grazie. Come hai detto tu, ci penso io –
Owen (per i ragazzi resterà sempre Gazza) prese in braccio il suo gatto e ghignò malevolo.
- Certo preside -, poi si rivolse verso i ragazzi facendogli un brutto segno e uscì ridendo da solo come un matto.
- Siete più di quelli che aspettavo in realtà – disse più a se stesso che ai ragazzi. Poi sorrise, agitò la bacchetta e comparvero delle panche. McDovin fece segno di sedersi e i ragazzi obbedirono da una parte confusi e dall’altra eccitati.
- Beh, suppongo che sia meglio. Allora…come siete arrivati qui? – chiese curioso. Il preside McDovin era un tipo abbastanza anonimo, uno di quelli che puoi incontrare diverse volte per strada senza mai riconoscerlo. Aveva dei capelli lunghi fin sotto le orecchie di un color castano tendente al rame, un accenno di barba leggermente più scura e due occhi marroni troppo grandi rispetto alle dimensione del viso. Anche lui era un po’ in carne tanto che Laura pensò che gli elfi quell’anno c’erano andati pesanti con i banchetti.
- Scusi, ma chi è lei? Dopotutto è lei che è entrato nel mi…ehm…nostro sogno – iniziò Fabiola mostrando come al solito la sua perfetta capacità di esprimersi. Era una ragazza piuttosto calma. Sì, lo so che prima sembrava l’esorcista, ma cercate di capire! Non deve essere facile svegliarsi in un posto sperduto senza avere idea di ciò che succede e perlopiù dopo aver visto un film thriller qualche giorno prima.
Sta di fatto che il preside a questa affermazione scoppiò a ridere.
- Io nel vostro sogno? Spero state scherzando – disse mantenendo il sorriso, però quando si accorse che nessuno sorride vali guardò allibiti.
- Cioè…pensate davvero che questo sia un sogno? –
- Ne siamo sicuri. Perché se non lo fosse ciò significherebbe che siamo diventati davvero tutti matti e mi creda io penso di essere al pieno delle mie facoltà mentali – continuò Fabiola.
- Io non ne sono più tanto sicuro da quando vi ho conosciuto – mormorò Roberto guadagnandosi un’occhiata di rimprovero da Michela.
- Quindi voi…non sapete il perché siete qui? Non sapete come siete arrivati? Da dove venite? – chiese curioso McDovin.
Fabiola gli fece una dettagliata spiegazione di quella serata, di come ricordavano di aver visto questa stella cadente e che loro sapevano cos’era Hogwarts, quel mondo…era stato creato dalla J.K. Rowling.
- J.K. Rowling? Si mangia? – chiese divertito il preside.
- No, mi creda oppure io ci avrei provato senz’altro – disse Ylenia.
- A proposito ha qualche dolce magico a portata di mano? No, sa com’è…non capita in tutti i sogni di poter mangiare senza ingrassare – aggiunse.
Il preside la guardò un attimo stranito, ma poi le offrì delle bacchette di liquirizia che Ylenia divise con Ilaria al suo fianco. Quando si accorse di qualche sguardo insistente alzarono gli occhi.
- Chfe povlete? – chiese Ilaria con 83746293737 liquirizie in bocca.
- Stavamo facendo un discorso importante! – le ripresero gli altri mentre Ilaria e Ylenia continuarono a mangiare alzando le spalle con noncuranza.
- Mi scusi non è per lei – disse Ilaria verso il preside poi si rivolse agli altri – ma che stiamo facendo? Facciamo un sogno così bello e invece di divertirci che facciamo? Ascoltiamo questo qui discutendo sul fatto se sia davvero un sogno o siamo ritardati mentali! Puah! – fece prima di prendere un’altra bacchetta di liquirizia.
Il preside si strinse la radice del naso tra il pollice e l’indice e sospirò.
- E’ più difficile di quanto temevo – sussurrò, poi alzò la voce – insomma non sapete niente di niente della profezia? – chiese esasperato.
- Nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive? – domandò ironicamente Laura.
McDovin le fece inaspettatamente una smorfia.
- In ogni caso, non credo voi dovreste sapere allora. Forse nemmeno siete voi – disse vago.
- Cosacosacosa? No, adesso ce lo dice! – si impuntò Fabiola.
- Io non sono tenuto a dirvi niente, per ora. Poi se i fatti lo richiederanno sarò il primo a darvi spiegazioni, davvero. – promise il signor McDovin.
- Per ora limitiamoci a occuparci del presente. Per questa sera potete arrangiarvi nel dormire tutti insieme nella Torre di Grifondoro, è la più grande. Poi domani mattina vedremo di procurarvi l’indispensabile. Fortunatamente Hogwarts possiede un fondo per gli studenti nelle vostre condizioni – aggiunse.
Qualcuno aprì la bocca per reclamare, ma il preside alzò una mano.
- Altolà! Qualsiasi altra spiegazione sono certo potrà aspettare domani mattina no? Dormiteci su ragazzi –
- In realtà no – disse Roberto – io devo andare in bagno. Non posso aspettare domani mattina –
McDovin ridacchiò. Che cazzarola si ride? Al bagno devo andarci veramente, pensò il ragazzo.
Poi il preside chiamò ad alta voce “Sir Nicholas”, e subito apparve un fantasma. O meglio il fantasma di Nick-Quasi-Senza-Testa.
- Potresti gentilmente accompagnare questi fanciulli alla Torre di Grifondoro. La Signora Grassa può far passare chiunque. L’anno non è ancora cominciato dunque non vi servirà nessuna parola d’ordine – aggiunse poi rivolto ai ragazzi.
Tutti si alzarono, tranne Anna che si stava appisolando già con la bava alla bocca. Fortunatamente Naomi con le sue maniere (torture) riuscì a svegliarla.
Si diressero tutti in silenzio verso la Torre di Grifondoro, tranne Andrea che aveva preso a parlare animatamente con il fantasma. Arrivati si buttarono subito sui letti e crollarono senza nemmeno dirsi la buonanotte, tutti avevano davvero troppe domande per la testa e parlarne tra loro non avrebbe fatto che aumentare la confusione.
E diciamolo, neppure l’eccitazione per la nuova avventura poteva competere con il caro e vecchio sonno.
E poi Cecilia aveva sparso sonnifero in polvere sulle bistecche spacciandolo per peperoncino.
Scherzavo!

O forse no?
  
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