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Autore: nil    27/02/2012    1 recensioni
Quando l'amore è l'arma più forte che possa esistere, e niente può riuscire a fermare due cuori innamorati che si cercano senza sosta.
Nella vita... nella morte... e oltre...
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO X: Dal buio alla luce…

 

L’Elfo rimase ancora inginocchiato a terra, la mano sopra la dura pietra, cercando di cogliere ancora quel calore che gli aveva pervaso l’anima.

Aragorn si avvicinò porgendogli la casacca e le armi.

" Fatti coraggio amico mio… " disse, " ora dobbiamo andare… "

Senza dire nulla l’Elfo si alzò e guardò i suoi amici con occhi tristi.

" Si… andiamo… "

Guidati da Gandalf che di lì a poco li avrebbe lasciati, i membri della Compagnia uscirono dalla cella, le cui sbarre, come le catene che gli avevano imprigionato i polsi, erano state spezzate dallo stregone.

Legolas fu l’ultimo ad uscire; prima di seguire i suoi amici, lasciò che i suoi occhi vagassero per l’ultima volta all’interno di quella cella, ora tornata lugubre e tetra.

" Legolas… " lo chiamò Gandalf.

L’Elfo raggiunse i suoi amici e guidati da Gandalf, si inoltrarono nella penetrante oscurità delle segrete del castello.

" È ancora lontano? " chiese dopo poco Pipino con voce tremante, " ho come un brutto presentimento… "

" Non lasciarti influenzare dalle tenebre in cui ti trovi… " rispose lo stregone, " non manca molto… "

" Io… non credo di aver mai visto un luogo così buio in tutta la mia vita… " mormorò Sam.

" Hai ragione… " gli fece eco Frodo, " e anche se si sta avvicinando il giorno, è come se qui fosse sempre notte… "

" È il Male, ragazzo mio… " spiegò Gandalf.

" Il… il Male…? "

" Già… Il sole non risplende mai nei luoghi in cui regna l’oscurità maligna; ma non temere, sarà diverso una volta che sarete usciti… "

Improvvisamente lo stregone si fermò, e dopo essersi guardato attorno per un attimo, poggiò la mano sulla spalla di Aragorn, che lo seguiva a breve distanza.

" Siamo arrivati… " disse con voce profonda, " ora dovete andare, basterà che seguiate questo cunicolo, e vi ritroverete presto fuori da Isengard. Come ti ho già detto Aragorn, dovrete dirigervi a Minas Tirith, perché è lì che si ritroveranno presto tutti gli eserciti della Terra di Mezzo, ed è lì che dovrete essere anche voi quando, protetti dalle loro armi, porrete fine al regno del Male distruggendo l’Anello nelle viscere del Monte Fato… "

Lo stregone si voltò poi verso Frodo…

" …e questo sarà compito tuo mio giovane Hobbit, solo tuo… "

" Lo so… " confermò tristemente Frodo a testa bassa, come se il peso dell’Anello che teneva al collo si fosse fatto improvvisamente più gravoso…

" È giunto per me il momento di andare… " continuò lo stregone.

" Oh Gandalf, ti prego, resta… " implorò Frodo.

" Sai bene che non posso, mio giovane Hobbit…! Ma non temere, può darsi che il destino ci faccia incontrare di nuovo… " rispose Gandalf strizzando un occhio in direzione dello Hobbit.

" Aragorn… " continuò, " sii l’eccellente guida che finora hai saputo essere per la Compagnia, e la vostra missione riuscirà…! "

Il Ramingo annuì in silenzio, e la figura dello stregone svanì lentamente alla loro vista, lasciando al suo posto solo un leggero nembo bluastro che si dissolse poco dopo, perso nella profonda oscurità di Isengard.

 

Non erano trascorse che poche ore da quando la Compagnia aveva abbandonato il castello di Saruman e si era ritrovata a camminare, diretta a Minas Tirith, tra gli alberi di una lussureggiante foresta.

Il sole di quel nuovo giorno filtrava attraverso le fronde mosse dal vento; Legolas camminava speditamente in testa alla fila, accanto ad Aragorn.

" Stai ancora pensando a lei, è così…? " chiese improvvisamente l’Uomo.

" Come potrei non pensarci…? " rispose l’Elfo con un amaro sorriso, " ora che non siamo più nelle prigioni di Isengard, la mia anima è più serena, ma il mio cuore non lo è… non ancora… "

" Comprendo le tue sofferenze amico mio… "

" Nessuno meglio di te potrebbe Aragorn, lo so… E so altrettanto bene ciò che… "

Ma l’Elfo non terminò la frase, e si voltò di scatto dietro di se fissando un punto non ben preciso della foresta.

Gli altri membri della Compagnia lo imitarono, ma i loro occhi non videro nulla, se non il lento ma costante movimento delle foglie mosse dal vento…

E le loro orecchie non udirono altro che i consueti rumori della foresta, ormai divenuti familiari…

" Che succede…? " chiese Sam spaventato guardando l’Elfo.

Legolas non rispose, e con la mano fece semplicemente cenno allo Hobbit di tacere.

Per pochi interminabili secondi, nessuno osò muovere un muscolo; gli occhi dell’Elfo continuavano a scrutare circospetti la foresta dietro di loro, mentre la sua mano sinistra era andata a stringere, quasi istintivamente, l’elsa di uno dei due suoi pugnali bianchi.

C’era qualcosa…

 

  
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