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Autore: LairaWolf    27/02/2012    4 recensioni
NO! Via questi pensieri! Sto facendo soffrire Courtney! E questo non lo sopporto!
Odio far soffrire gli altri. Ho già fatto soffrire troppe persone. Però...
Non potranno mai avere la sofferenza che ho io, nel mio cuore, accumulata in tutti questi anni...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Duncan/Gwen
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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La stiva è buia. Per me troppo buia. Alzo la veneziana di un oblò e luce lunare entra direttamente nel mio angolo.
Bel posto per passare gli ultimi istanti di vita.
Anzi, voglio anche dell’ aria fresca, così apro un pochino l’ oblò e metto la sicura. Della brezza fredda mi stimola le narici.
Inspiro profondamente e mi siedo nell’ angolo. Guardo la luna.
È piena, stanotte. Figata, è bellissima.
Tiro fuori il coltellino di Duncan e faccio scattare la lama.
Anche lei è bella e lucente, e la luce della luna esalta il suo filo.
È affilato. Perfetto.
Tendo la mano e rivolgo il polso all’ insù. La vena si slancia benissimo, sulla mia pelle bianca.
Appoggio la lama sulla vena.
Inspiro profondamente.
E affondo la lama nella mia carne.
Fa male. Molto male. Ma non posso fermarmi.
Un fiume di sangue scivola sul mio braccio.
Prendo il coltello nell’ altra mano, mostro l’ altro mio polso, e affondo la lama anche lì.
Fa malissimo. Ma ormai è fatta.
È FATTA.
Mi appoggio sulla parete della stiva, e accascio le braccia, che ormai zampillano sangue.
Mi dispiace Trent, che il tuo sangue venga sprecato. Perdonami anche per questo.
Rivolgo lo sguardo alla luna fuori, e chiudo gli occhi.
Fra circa un’ ora sarà finita.

-    Gwen? Dove sei? –
Apro gli occhi. Quanto tempo sarà passato?
Ma sono debolissima. Quindi un po’ di tempo è passato.
Attorno a me, vedo solo rosso.
Non voglio che qualcuno mi veda. Devo morire da sola.
-    Deve essere sicuramente nella stiva. Non sarebbe la prima volta. –
-    E ha un angolo personale. Deve essere lì. –
Diavolo. Ormai mi conoscono bene.
Non voglio che mi vedano.
Chiuderò gli occhi. Non devono almeno sapere che sono cosciente.
-    Dov’è il posto che dicevi? –
-    Laggiù.-
Mi dispiace. Non voglio che mi vediate.
-    DIO SANTO!! NO!!! –
È la voce di Trent. Forse è lui che mi ha mandato a cercare.
Sento che qualcuno si siede vicino a me. E mi prende la mano.
Ahia. Il taglio sul polso fa male. Ma non posso mostrare emozioni, sono incosciente.
-    Quindi... quindi era questo che intendevi prima... stupida sciocca... –
-    No! Mio dio!! Che le è successo? –
È Courtney.
-    Si... è tagliata... le vene... –
-    No... Gwen, perché lo hai fatto? E per giunta col mio coltellino! –
Duncan, sei tu...
Le cose vanno di male in peggio.
Dai, mi decido ad aprire un occhio.
-    GWEN! Sei ancora viva! Ma perché lo hai fatto perché?? –
Adesso che ci penso... mi chiedo perché...
No. Lo so il perché.
-    Trent... mi dispiace... –
-    Stai zitta, idiota! Ma come hai potuto farlo? –
Faccio fatica a parlare, ma ha il diritto della verità.
-    Perché io non servo più a niente. Sono una buona a nulla. Ho fatto solo soffrire le persone. Eppure... io ho sempre cercato di evitarlo. Perché... io ho sofferto, e ho sofferto tanto... non volevo far soffrire altri... –
-    M CHE DICI? MA CHE DICI Gwen? Sei una stupida, una stupida! –
Le lacrime coronano i suoi occhi, e mi tira su e mi abbraccia. Non la smette di piangere.
-    Tranquillo... non sto soffrendo, adesso. È il mio modo per smettere di soffrire. Io ti ho fatto soffrire Trent. Non voglio rifarlo mai più. –
-    Non dire stupidate! –
-    Tu non dire stupidate! Hai sofferto tanto, e per causa mia, vero? VERO? –
Trent non risponde. Piange e basta.
-    È vero... ho sofferto. Ma non ti giustifica ad aver fatto! –
-    Oh sì invece! Trent... ti devo dire la verità: io ti amo. Non ho mai smesso di amarti. –
Si blocca improvvisamente e mi guarda con espressione sbalordita.
-    Ma allora perché... –
-    Perché eri troppo ossessivo e mi ricordavi qualcuno che ha rovinato la mia vita. Sei un ragazzo dolcissimo, e nonostante quello che è successo con Heather, io ti amavo ancora, ma quello... è stato come un campanello d’ allarme, e non sono più riuscita a vedere me e te insieme. Ma... anche tu sapevi che se fossimo stati insieme non saremmo stati felici. Tu non conosci nulla del mio passato, Trent... ma non sarei riuscita a essere felice. Non solo con te, anche con Duncan... con chiunque. La mia condanna è la solitudine, non sono riuscita a trovare qualcuno che potesse rendermi felice. Neanche i miei genitori. Loro mi hanno lasciato solo la schiena torturata e traumi perenni. La mia claustrofobia è derivata dal fatto che a sei anni mi hanno abbandonato in una bara con un cadavere in putrefazione. Ho paura dei luoghi chiusi perché mi ricordano quella maledetta bara. Il mio unico desiderio era quello di non soffrire più, e far smettere di soffrire gli altri. Quando poco fa, Duncan e Courtney erano di nuovo insieme, mi sono sentita FELICE. Felice perché avevo cancellato una sofferenza. Forse non tutta, ma una buona parte sì. E ho capito, che il mio compito era finito, non dovevo fare altro. Non c’è posto qui, per me. –
-    Non è vero... Gwen, tu... –
Non riesce a dire una parola. Forse sta ammettendo che ho ragione.
-    Gwen, io ti amo, ti ho sempre amata... –
-    Anche io Trent... –
-    Ma... perché? Perché questo? Questa per me è una sofferenza immane! –
-    Ma mai quanta ne hai avuta quando ti ho lasciato, vero? –
Sobbalza, e mi guarda con aria smarrita. Ma poi si rassegna.
Centro.
-    Ma non ti lascerò morire così! No, non lo permetterò! Vuoi vivere nel buio?–
-    Trent... a me il buio piace. Il buio annulla tutti i confini, dissolve tutto. La luce delimita i confini, traccia i bordi. Sarò libera Trent. Libera e felice. -
Non la smette di piangere.
-    Trent... tu vuoi che io sia felice? –
-    Ma certo Gwen... –
-    Allora lasciami morire. È quello che ho sempre voluto, e ora che sta succedendo, non togliermi questa possibilità, ti prego... rispetta la mia decisione... –
Sta in silenzio. Vedo Duncan che tira su col naso e lascia andare come una cascata le lacrime (così in pieno pubblico?), e Courtney abbracciata a lui che mi  guarda con occhi rossi e lacrimanti.
Le faccio un debole sorriso al di sopra della spalla di Trent.
Lei scoppia in singhiozzi.
E pensare che volevo fare la carina! Grazie! -.-
-    Va bene, ti lascerò andare, ma sappi che non sono per niente d’ accordo... è il mio amore per te che me mi spinge ad accettare la tua scelta. –
-    Grazie Trent... –
Sono debolissima, la vista comincia ad annebbiarsi.
Trent mi stringe più forte a sé. Dopotutto non voglio morire da sola, ma tra le sue braccia.
Anche io lascio scorrere delle lacrime. Poi i nostri sguardi si incrociano...
I suoi occhi sono stupendi, di un verde prato bellissimo...
Ci comunichiamo con gli occhi le nostre intenzioni.
Le nostre labbra si incontrano. Per l’ ultima volta.
Mentre la vita mi defluisce lentamente dai polsi, le nostre lingue si intrecciano, si cercano e si scambiano un codice segreto che solo noi sappiamo tradurre.
Ci amiamo... per l’ ultima volta.
Non so quanto tempo rimaniamo legati, ma ormai è il momento.
Devo vedere un ultima persona. Se si può definire così!
Mi stacco di malavoglia da Trent, lui mi guarda.
-    Scusa, dovresti lasciarmi sdraiata qui, devo ricevere qualcuno di importante. Puoi stare laggiù, ad assistere, se vuoi. –
Mi guarda come se fossi pazza. Gli lancio uno dei miei sorrisi più convincenti. Non riesco più a vedrlo, solo una figura sfocata.
Non manca molto ormai, dovrebbe essere qui a momenti.
Trent mi appoggia a terra, poi ti toglie la maglia e me la mette addosso.
Una lacrima mi scende sulla guancia.
Si allontana e dice qualcosa ai ragazzi. Mi fissano tutti, ma poi stanno zitti e si calmano.
Aspetto.
Una voce gracchiante, metallica.

Sei pronta?


Gli altri sobbalzano. No, non possono averla sentita anche loro...
Ma Heather dice
-    Che è stata quella voce? –
Allora non sono pazza! Esiste!
Rispondo.

Sì, sono pronta.


Okay, manca veramente poco. Arriverà fra breve.
Da un angolo buio, si avvicina lentamente, con la veste nera che si trascina per terra, e le grandi ali grigie si abbassano e alzano a ogni passo.
Courtney impallidisce. Duncan spalanca gli occhi.
Non sono pazza. ESISTE! LORO la vedono.
La Morte è venuta a prendermi.
Si avvicina a me, lentamente.
Do un veloce sguardo agli altri. Hanno tutti un’ espressione atterrita.
Si ferma. Alza il braccio, col palmo scheletrico rivolto all’ insù. Punta la mano verso di me.
È una sensazione strana. Qualcosa si stacca da me, una palla di luce esce dal mio petto e si solleva.
Si dirige verso la Morte.
Mi viene in mente una frase che mi dissero tempo fa due nonnetti in fin di vita:

“quando chiuderà il pugno, cesserai di esistere.”


Ora capisco che volevano dire.
Ormai la palla di luce è sul suo palmo, ma... perché non stringe il pugno?
Ah, capisco.
Mi giro verso i miei amici. I compagni di una parte importante della mia vita. Mi guardano, piangono.
Sorrido a tutti.
-    Addio amici miei. –
E stringe il pugno.
Buio.
O meglio, libertà e pace.
  
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