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Autore: Shade Owl    27/02/2012    3 recensioni
L'Alleanza delle Ombre avrebbe dovuto essere sconfitta, e la Convergenza che sgretolava la barriera fermata. E così è stato: il Pentacolo, sotto la guida di Timmi, ha salvato il mondo dalla distruzione e spazzato via l'Alleanza, nonostante il Tredicesimo Membro, che ne era capo, sia riuscito a sopravvivere. In teoria, a parte questa piccola pecca, ci sarebbe di che festeggiare, specie considerando che Nadine è rimasta incinta.
Ma così non è: il Tredicesimo Membro ha manipolato tutti, dai suoi vecchi compagni fino ai Custodi dell'Eden e, con l'aiuto di Marcus, ha risvegliato l'Anticristo.
E l'Anticristo è in realtà Demon, colui che un tempo fu il più feroce avversario della famiglia di Liz e nemesi di Daniel, l'unico avversario che entrambi sembrano temere veramente. I suoi poteri sembrano illimitati, e nessuno, a suo dire, è in grado di fermarlo.
Quarto e ultimo capitolo della serie Sangue di Demone.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue di demone'
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- Che ci fai lì?- esclamò Kate - E come sei passato?-
Il demone se ne stava certamente oltre la barriera, poiché era molto più avanti di tutti loro, e non sembrava essersi reso conto di ciò che aveva appena fatto. Era impossibile dire da dove fosse sbucato, ma se era in grado di oltrepassare il campo di forze era più che benvenuto, specialmente in un momento del genere.
- Non è difficile.- rispose il demone - Ho solo camminato. Lui mi ha fatto passare.-
Daniel aggrottò la fronte: lui?
- Demon…- disse lentamente - Deve avere abbattuto la barriera, almeno per il demone.-
- Proviamo anche noi?- chiese Liz - Forse stavolta ci lascerà passare.-
Il Custode annuì.
- Vado prima io.- disse.
Mosse qualche passo, raggiungendo il confine del muro invisibile, e si fermò un attimo a fare un respiro profondo: non aveva molta voglia di sbattere ancora la faccia.
Avanzò ancora, e stavolta il muro invisibile gli permise di passare. Fu una sensazione strana, anche per lui: sentì qualcosa che gli strisciava sulla pelle, di vischioso e morbido, come se stesse cercando di attraversare una forma di gelatina tremolante.
La barriera divenne traslucida al suo passaggio, ma non appena fu dall’altra parte tornò ad essere totalmente invisibile.
- Okay.- disse Daniel - Liz, prova tu.-
Era certo che ce l’avrebbe fatta, la voleva quanto voleva lui. E difatti non rimase deluso: non appena si fu avvicinata abbastanza, Liz alzò le mani per saggiare la barriera, ed entrambe passarono senza difficoltà. Pallida ma risoluta, la strega fece l’ultimo passo e lo raggiunse.
- Bene… e siamo due.- si rivolse ai fratelli, facendo loro un cenno col capo - Su, sbrigatevi.-
Dante cominciò immediatamente a muoversi, mettendo a sua volta le mani avanti, ma non appena ebbe raggiunto la barriera si fermò, tastando l’aria: era bloccato.
- Accidenti…- imprecò - Perché non fa passare anche me?-
- Bhè, perché sei antipatico, magari.- suggerì Liz.
- Credo dipenda dal fatto che non ti odia.- disse Daniel - Non quanto odia me o Liz, almeno. Voi quattro non gl’interessate.-
Cannella si avvicinò, guardandoli con estrema apprensione.
- Non potete andare da soli.- disse.
- Non vedo altra scelta.- rispose Daniel - Nessuno può passare.-
Darth sbuffò, avvicinandosi alla barriera, e sguainò la spada.
- Cosa vuoi fare?- chiese Seth.
- Tentare.- rispose, alzandola sopra la testa.
Fece per vibrare un colpo, ma Trys gli agguantò al volo il polso, bloccandolo.
- Non è una buona idea.- disse con calma, senza lasciarlo andare - C’è un modo migliore.-
- Quale modo migliore?- chiese Liz.
- Provare a vedere chi può passare e chi no.- rispose tranquillamente lui, mentre Darth rinfoderava la spada - In pratica… usare prima il cervello.-
- Detto da te non è molto rassicurante…- borbottò Darth, alzando comunque una mano.
La pose sulla barriera, che non lo fermò in alcun modo. Daniel trattenne a stento un gemito, mentre il Templare lo raggiungeva.
- Bene, sembra che possa venire anch'io.- osservò, quasi compiaciuto.
- Già… sembrerebbe.- ammise a malincuore il Custode - D’accordo… Trys, prova anche tu.- sospirò.
Il Folletto annuì e fece un tentativo assieme a Raven, Skin e ai suoi fratelli (a parte Dante). I membri del Pentacolo riuscirono tutti ad attraversare la barriera, ma i Custodi dell’Eden non furono nemmeno in grado di smuoverla.
- Grandioso…- grugnì Kate, incrociando le braccia - Quindi solo voi?-
Liz si strinse nelle spalle.
- Bhè… meglio di niente, no?-
- Sarebbe meglio essere altrove, a dire il vero…- borbottò Daniel, voltandosi verso il terrapieno.
Tutto era ancora calmo e silenzioso come poco prima, e nessuno lo aveva ancora scalato per raggiungerli. Il Demone Polimorfo si era dileguato un’altra volta, e chissà dov’era finito. Probabilmente sarebbe ricomparso in tempo per combattere, o almeno lo sperava.
- Ah… ehm… Danny?- lo chiamò Dante.
- Cosa?-
Si voltò, giusto in tempo per vedere la mano di Nadine attraversare la barriera.
 
- Ho detto di no!-
- Ma…-
- No!-
- Per favore…-
- DANNY, NO!-
Il Custode dell’Eden tacque, sorpreso forse ancora più di tutti gli altri per il modo in cui era andata quella conversazione.
Non appena Nadine aveva scoperto di poter attraversare la barriera (una cosa che erano riusciti a fare anche Xander, Alis e Jo) lui aveva subito ordinato ai quattro di rimanere al sicuro.
Il rifiuto di Nadine non si era fatto attendere, e adesso lo fissava con espressione ribelle sotto gli sguardi sconvolti degli amici.
- Nadine…- sospirò, passandosi una mano tra i capelli - Cerca di capire… stiamo parlando di Demon. Non è l’Alleanza delle Ombre, lui è molto più pericoloso.-
- Sei tu che devi capire me, Daniel.- sbottò lei, irritata - Timmi è sparito da ore. Ore! Hai detto che quella dannata aquila lo avrebbe raggiunto presto, ma ancora non sappiamo nemmeno cosa gli è successo, e non ha risposto al Richiamo. L’unico che possa dirmi dove cazzo è finito è Demon, quindi tu mi farai venire. Chiaro, adesso?-
Lui si massaggiò la tempia dolorante e guardò Liz, che alzò le mani come a dire di tenerla fuori da quella storia. Tentò di chiedere aiuto con gli occhi agli Arcangeli, ai suoi fratelli e ai ragazzi, ma tutti loro guardavano da un’altra parte.
Ma andate un po’ a quel paese…
- Appena cominceremo a combattere ve ne dovrete andare.- disse perentorio - E restate tutti e quattro uniti.-
Lei annuì.
- Grazie.-
 
***
 
Mentre percorrevano le poche centinaia di metri che li separavano dal terrapieno, Daniel si accorse di sudare freddo: rivoli gelidi gli scorrevano lungo la fronte, e le ginocchia minacciavano di cedergli a ogni passo. Non credeva che avrebbe mai potuto sentirsi così, non da quando era diventato Custode dell’Eden.
Arrivati sotto il piccolo rialzo del terreno chiese a tutti di stargli vicini e fece un piccolo movimento circolare con le braccia, davanti a sé. In un istante l’intero gruppo fu sulla cima del terrapieno, che si rivelò largo circa una decina di metri, e poterono vedere cosa c’era dall’altra parte.
- Accidenti…- disse Xander - È proprio come nel disegno!-
Daniel non rispose, troppo impressionato per parlare.
In lontananza si intravedeva il mare, che ribolliva come se fosse stato messo sul fuoco vivo, poiché dall’acqua uscivano ancora molte creature, creature che avrebbe preferito non vedere affatto: demoni, giunti da mondi di cui lui stesso a malapena conosceva l’esistenza, o che avevano attraversato le porte stesse dell’inferno, si affollavano per emergere, spintonandosi e artigliando il terreno, in una massa di scaglie e muscoli, emettendo qualche strido di rabbia o fastidio, scuotendo le code lunghe e le teste cornute.
Ma quelli che ancora emergevano dal mare erano pochi. Molto, molto pochi, se confrontati all’immensa distesa nera e brulicante che si stendeva di fronte ai suoi occhi: era la più grande ammucchiata di mostri che gli fosse mai capitato di vedere in tutta la sua vita, compreso l’esercito ammassato dai Custodi dell'Eden vent’anni prima.
C’erano intere colonne di soldati in armatura, dalle carni nere e marce, che portavano lunghe picche acuminate ben strette nel pugno putrido; giganteschi esseri scagliosi dalle fauci selvagge svettavano nel bel mezzo dei loro compagni più piccoli, enormi e minacciosi; centinaia di creature alate dall’aspetto orribile volteggiavano come giganteschi avvoltoi sopra la marea oscura, sorvegliando l’imminente scoppio del conflitto; obbrobri, mostri, rettili, creature da incubo ed aberrazioni della natura affollavano quello spazio sconfinato, emettendo richiami e versi di sfida all’indirizzo del Custode dell'Eden.
Riuscì distintamente a scorgere, nella moltitudine, quelli che sembravano esseri umani, ma dalla pelle pallida, tesa e floscia, come qualcosa in stato di decomposizione, prive di armi, corazze o intelletto. Demon doveva essersi ricordato della sua vecchia paura…
In prima fila il Custode vide i quattro Cavalieri dell’Apocalisse, in sella ai loro cavalli. Vittoria era ancora incappucciato, pur avendo aperto il mantello, mostrando l’armatura candida, scintillante e leggera, modellata così perfettamente da seguire i contorni del suo corpo.
Guerra invece, senza più il mantello, sembrava un ammasso di metallo pieno di spine: la sua gigantesca armatura rossa era tanto spigolosa che, se qualcuno avesse cercato di toccarlo, si sarebbe certamente ferito. Portava numerose armi addosso, come il suo cavallo, ma la più impressionante era il grande spadone a due mani appeso alla sua schiena, pieno di aculei proprio come la corazza, tanto che la lama somigliava a una fiamma. Nelle fessure del suo elmo brillavano due piccoli tizzoni, rossi e incandescenti.
Carestia si era tolto il cappuccio, rivelando un volto scarno e incavato, dalla pelle talmente sottile e giallastra da mostrare i capillari rotti che c'erano sotto. Gli occhi erano tremendamente arrossati, parzialmente coperti dalle cateratte, e la bocca leggermente aperta per la debolezza della mandibola, mostrava i denti marci al suo interno. La testa era decisamente stempiata, anche se una leggera e sudicia zazzera nera compariva quasi sulla cima del cranio.
E Morte, che cavalcava ancora completamente avvolto dal mantello verde, stringeva le briglie di cuoio tra le mani nascoste dalla stoffa, lo sguardo apparentemente fisso sul terreno.
Attorno a loro c’era una sorta di vuoto, come se gli stessi demoni preferissero tenersi alla larga da loro. Qualcuno gli scoccava delle occhiate che Daniel giudicò come piene di timore.
- Miseria…- gemette Darth - Saranno almeno alla pari con noi, quanto a numero…-
Il Custode annuì lentamente, ringraziando il cielo per la sollecitudine con cui tutti avevano risposto e per l’essersi preparati fin dal mese precedente alla battaglia. Solo così erano stati in grado di mettere insieme una forza adeguata.
- Bene arrivati.- disse Demon - Vi attendevo.-
Era apparso alla loro sinistra, e teneva le braccia incrociate sul petto. Li osservava tutti quanti, senza sorridere o mostrare traccia della sua arroganza: sembrava attenderli davvero, come se avesse invitato degli ospiti ad un tè pomeridiano.
- Ciao, Demon.- disse Daniel, voltandosi a guardarlo - Vedo che ti sei dato da fare.-
- Sì, non mi lamento.- annuì lui, gettando uno sguardo svogliato alla moltitudine di demoni a duecento metri da loro - Sono fermi oltre una barriera come la vostra. Nessuno combatterà, se non lo vorrò io. Potrete stare tranquilli, per un po’ non verremo disturbati.-
Liz aggrottò la fronte.
- Per un po’?- ripeté.
- Bhè, dovrò pur lasciarli andare, alla fine.- spiegò Demon - Voglio dire, se hai un giocattolo nuovo lo usi, non lo lasci a prendere la polvere nella cesta, giusto?-
Daniel preferì non dirgli cosa pensava del suo “giocattolo”.
- Allora, cosa vuoi?- chiese - Perché hai fatto passare solo noi?-
Lui si strinse nelle spalle.
- Bhè, tu sei qui perché dovevamo parlare, ricordi?- rispose - Dovevi dirmi qualcosa.-
Il Custode annuì.
- E gli altri?-
Ancora, Demon si strinse nelle spalle. Scoccò occhiate svogliate a Liz e ai membri del Pentacolo, ma si soffermò per un istante sui ragazzi. Ancora, non sorrideva, e sembrava un po' malinconico.
- Era divertente.- rispose semplicemente.
Trattenendosi dal tirargli un pugno, Daniel mise le mani sui fianchi, tanto per tenerle occupate.
- Ho perso i contatti con un amico.- disse - Voglio… vogliamo sapere dov’è.-
- Chiedilo al Tredicesimo Membro.- disse annoiato lui - Io non so cos’è successo. Gli ho solo chiesto di occuparsene, ma l’ho fatto già da diverse ore, anche prima di concederti la tregua. Se non è tornato, o è morto o ha paura. In entrambi i casi, ne so quanto te.- poi la sua espressione s’indurì di colpo - Bando alle ciance, e dimmi ciò che voglio sapere.-
- Perché?- chiese Daniel - Non mi sembra che tu abbia mantenuto i patti. Hai aperto il libro prima del tempo. Non che ne sia sorpreso, ovviamente.-
- Ho aperto il libro solo quando ho visto che eravate già pronti.- corresse Demon - Ti avevo dato ventiquattro ore perché pensavo che ti servissero tutte. Invece ce l’hai fatta molto prima del previsto. Ancora una volta non è colpa mia, ma tua.-
Il Custode preferì non replicare.
- D’accordo.- disse - Allora, tanto vale che ti dica cosa ho scoperto.-
Aveva chiesto a Gabriele di fare delle ricerche, mentre lui era occupato a procurarsi il demone che gli serviva, e l’Arcangelo era stata assai efficiente. Dopotutto aveva accesso ad una fonte di informazioni a cui sfuggiva ben poco.
- Aremall non è nata come Liz, o Trys, o uno qualsiasi dei presenti che non sia io… o che non sia tu.- spiegò - Quando sei venuto al mondo, i Custodi dell'Eden che mi hanno preceduto se ne accorsero immediatamente, così come si accorsero della nascita del potere che li avrebbe sconfitti, quando nacque Liz. Per loro era molto semplice, in fondo, visto che osservavano la Terra e gli altri mondi costantemente, alla ricerca di minacce possibili o di occasioni da sfruttare.-
Demon aggrottò la fronte, ma non disse niente. Jo fece per aprire bocca, ma Alis gli diede una gomitata: meglio lasciar parlare Daniel.
- Essendo l’Anticristo, la tua missione era portare rovina nel mondo, o almeno provarci.- continuò il Custode - Ciò significava, per loro, una cosa totalmente inaccettabile: per quanto odiassero l’uomo, e per quanto fossero ormai ripudiati da colui che li aveva generati, gli era impossibile abbandonare il proposito di proteggere l’Eden. Tutti i poteri che possiedi causeranno terribili sconvolgimenti anche lì, nel Paradiso Terrestre, e non potevano permettertelo. Purtroppo non erano in grado di ucciderti, così preferirono tenerti a bada, usando una qualità che, stranamente, possiedi anche tu.- e qui le labbra gli si incurvarono in un sorrisetto ironico - L’amore per tua sorella.-
 
***
 
- Cosa vuoi dire?- chiese Demon.
- Voglio dire che Aremall, in realtà, era una creatura dei Custodi dell'Eden.- rispose Daniel - Una persona costruita su misura per te. Forse non era nemmeno di indole violenta, in origine, e magari nemmeno pensavano di prendere lei, se non tutti e due, tra i Precustodi. Il suo compito originale stava nel tenerti a freno, fino a che non avessero trovato il modo di sopprimerti. Con lei al tuo fianco ti saresti inconsciamente soppresso. Per questo esisteva, e nient’altro.-
Sembrò che qualcuno l’avesse schiaffeggiato e umiliato: il colorito di Demon divenne improvvisamente cereo, e le braccia gli ricaddero mollemente lungo i fianchi. Il suo sguardo fu irresistibilmente attratto verso terra, e la sua espressione divenne incredibilmente distaccata: era sconvolto, per non dire distrutto.
Se non fosse stato il suo peggior nemico, Daniel ne avrebbe provato una gran pena. Non lo disse, ma sinceramente era ben felice di aver fatto una scoperta in grado di scuotere in quel modo l’altrimenti indistruttibile avversario. A quanto pareva, Demon riusciva ancora a provare qualcosa, oltre all’arroganza.
- Assurdo…- gemette con voce strozzata, voltandosi. Non sembrava sapere ciò che faceva - È… è davvero assurdo.- scosse leggermente la testa.
Un improvviso moto di rabbia lo colse, attraversando tutto il suo corpo. Alzò di scatto il volto verso il cielo rossastro, e lanciò un grido lacerante, come se fosse sotto i ferri di invisibili torturatori.
Daniel sussultò, e fu certo che anche tutti gli altri alle sue spalle fossero sobbalzati. Con la coda dell’occhio vide dei movimenti nell’esercito che aveva radunato. I suoi fratelli, probabilmente, si stavano preoccupando.
- Non intervenite.- sussurrò, talmente piano che nessuno l’avrebbe udito - Restate lì.-
Lasciò che le sue parole, inudibili per chiunque, viaggiassero nell’aria tramite un’invisibile corrente magica, che le portò alle orecchie di Dante. Ci avrebbe pensato lui a tenere buoni gli altri.
- Immagino che tu sia arrabbiato.- disse a Demon, in tono normale.
Lui si voltò di scatto, il volto contratto dalla collera.
- Arrabbiato?- ripeté, furente - Danny, tu non hai idea di come mi senta adesso…- stringeva i pugni talmente forte da tremare - La sola persona a cui io abbia mai voluto bene… era lei. E tu mi hai praticamente detto che non è mai esistita! Che era un imbroglio! Un altro tranello dei Custodi dell'Eden!-
- Lo so.- annuì Daniel - Bhè, mi spiace, ma è così. Anzi, non fingerò di essere dispiaciuto. Sinceramente, non me ne frega niente. Al massimo posso provare pena per lei, per la prima volta nella vita.-
Si pentì ben presto di ciò che aveva detto: tendeva a dimenticarsi, in quelle situazioni, che Demon non era più il Precustode della Vita, bensì un essere molto più potente e terribile, la cui collera non avrebbe mai dovuto essere stuzzicata. Purtroppo, il danno era fatto.
Chinò un poco il capo, gli occhi fissi su di lui. Era pallido, teso, e una vena gli pulsava sulla tempia. Teneva le mascelle serrate, talmente tanto che quasi digrignava i denti. L’ultima volta che l’aveva visto così arrabbiato…
Ma che stavva dicendo? Non l’aveva mai visto così arrabbiato.
- Non pretendo che ti interessi.- ringhiò Demon - … ma ben presto anche tu sarai dispiaciuto per qualcosa.-
Il palmo della sua mano di metallo cominciò a crepitare, mentre cinque piccole saette correvano dai polpastrelli fin quasi all’attaccatura del polso
Merda…Pensò tra sé Daniel.
Ora sì che si pentiva di aver permesso ai ragazzi di seguirlo.

Ed ecco la risposta alla domanda che qualche lettore mi ha posto leggendo l'ultimo capitolo. A questo punto suppongo di dover ringraziare i recensori di sempre, ovvero Ely79, LullabyMylla e NemoTheNameless.

   
 
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