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Autore: hipstah    28/02/2012    1 recensioni
I know I won't be the first one giving you all this attention Baby, listen
I just need somebody to love...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Mamma ma ci devo andare per forza? – chiesi scocciata. Quel giorno a pranzo sarei dovuta andare con mia madre a casa di quella troia che stava con Zayn ieri in discoteca. Avevo parlato con Niall e lui diceva che Zayn si ricordava vagamente di lei. Mi rilassai un po’ ma mi rimase comunque sul cazzo per i suoi modi di fare quella la.
-Si Ashley e chiederai anche scusa a Destiny per il tuo comportamento di ieri sera! – esclamò mia madre.
-ma stai scherzando? – risi. L’avevo davvero presa per una battuta, anche se, evidentemente, non lo era.
-No Ashley, il tuo comportamento ieri sera era più che inaccettabile, quindi oggi quando ci andiamo, ti scusi con lei. – disse mia madre seria.
-Mamma seriamente. Posso andare a casa sua, posso guardarla in faccia per qualche ora, posso sopportarla ma non mi puoi chiedermi di rivolgerle la parola. – dissi.
-Mi spieghi che cosa ti ha fatto?
-Fatti personali mamma. – dissi secca. Feci quasi per andarmene ma lei disse:  -Ashley. – con quel tono tranquillo e allo stesso tempo incazzato.
-L’ho conosciuta ieri in discoteca e stava vicino a Zayn, e ci stava parlando..  – non finì la frase perché detta ad alta voce non aveva assolutamente senso. Io odiavo Zayn. Non mi doveva fregare di chi frequentasse quel ragazzo.
…allora perché mi aveva dato fastidio vederlo con quella lì?
Mia madre alzò il sopracciglio sorridendo maliziosamente.
-E quindi? – disse.
-niente mamma. – dissi e me ne andai. La domanda che mi ero posta prima mi rimase nella testa. Cercavo una risposta valida ma non la trovai. Tutte quelle risposte che trovavo erano assolutamente insensate. Arrivo l’ora del pranzo e mia madre mi disse di andare in garage a prendere la mia macchina. Oggi non le andava di guidare quindi toccava me farlo. Ci misimo in macchina che mio padre mi aveva appena regalato per il compleanno di 18 anni. Arrivammo lì in meno di mezz’ora che a me parve passare in tre secondi. Mia madre suonò al campanello e dopo pochissimo la sua amica aprì la porta.
-Ciaoooo! – esclamò lei e abbracciò mia madre.
-Ciaoooo! – esclamò mia madre a sua volta.
-Ashley! – la signora aprì le braccia e m’invitò in un abbraccio. Sembrava carina. Non riuscivo a capire come mai avesse una figlia come quella Destiny. Stavo sulla soglia della casa e mi stavo guardando intorno indecisa se entrare o no. Ero ancora in tempo per scappare. Presi un bel respiro e feci un passo in avanti varcando quella soglia. La casa Mitchell era una villa grande, come la mia. Era a tre piani. I mobili erano tutti moderni, a parte il salone che aveva dei mobili antichi. Dovevo dire la verità, la loro casa era davvero bella. La signora Mitchell ci fece accomodare in salone e disse che Destiny stava su in camera sua e sarebbe scesa tra poco. Sotto voce aggiunsi “Può anche non scendere”. Per fortuna nessuno mi sentì. Qualcuno suonò al campanello e la donna delle pulizie andò ad aprire la porta. Quel qualcuno fece il suo ingresso nel salone. Lo riconobbi subito. Era quel ragazzo simpaticissimo di ieri sera.
-Louis! – esclamai. Mi alzai e corsi ad abbracciarlo. Mi era tanto simpatico quel ragazzo. Non capivo neanche il perché lui era il migliore amico di quella vipera essendo un ragazzo così simpatico e tenero. In quel momento qualcuno tossì alle nostre spalle. Era Destiny. Louis abbracciò anche lei dicendo: -Amoreee! – lei lo spinse via dicendo: - Ma amore sto cazzo, perché abbracci quella lì? - mi indicò con il mento incrociando le braccia la petto.
-Perché non dovrei? – chiese lui spostando in continuazione lo sguardo da me a lei.
-Te lo spiego dopo. – disse lei sorridendomi sarcasticamente. Le nostri madri alle spalle ci fissavano pregando ognuna che la propria figlia non partisse in quarta.
-Bene, il tavolo è pronto. – disse la madre di Destiny spingendoci verso la cucina. Il pranzo passò tranquillamente perché io e Destiny non ci rivolgemmo nemmeno una parola. Louis parlava soprattutto con lei ma certe volte faceva qualche battuta anche a me. Tutto sommato non era così orribile quel pranzo solo che ogni volta che guardavo Destiny mi veniva in mente l’immagine di lei appiccicata a Zayn come una cozza e di conseguenza diventavo incazzata nera. Cercai di convincere me stessa che il problema era lei, il motivo per cui mi arrabbiavo era che lei mi dava urto e vederla vicino ad una persona che, anche se odio, conosco da 13 anni mi dava fastidio. Quando finalmente finimmo di mangiare dissi a mia madre che dovevo andare da Niall, anche se non era vero, mi scusai con tutti, salutai Louis e uscì. Mia madre sarebbe rimasta lì fino alla sera quindi potevo tranquillamente prendermi la macchina. Nello stereo misi un cd di Justin e svuotai la mente con le sue canzoni. Era incredibile l’effetto che mi facevano quelle canzoni. Dopo circa 40 minuti fui a casa di Niall, parcheggiai nel vialetto e andai alla porta. Suonai. Ero sicura che fosse a casa, aveva detto che sarebbe rimasto come un forever alone a casa a vedersi qualche film. Suonai, una, due volte. Alla terza aprì la porta.
-Horan sei sordo per caso? – chiesi.
-No stavo di sopra con Zayn e non sentivo. – disse abbracciandomi.
-Zayn? – chiesi come se sentendo quel nome, avevo ricevuto una pugnalata nello stomaco.
-Si perché? – chiese Niall. – ah si scusa, dimenticavo, lo odi. – aggiunse poi. – quindi che fai, vuoi entrare? Mi racconti com’è andata? – disse facendosi da parte per farmi entrare. Gli raccontai tutto mentre Zayn andò a casa sua che stava accanto a quella di Niall per prendere qualcosa. Quando tornò aveva in mano tre pizze. Una margherita, la preferita di Niall, una con i funghi, la sua preferita e una con il salmone, che evidentemente era per me. Sgranai gli occhi e gli chiesi: - l’hai presa per sbaglio quella al salmone o l’hai davvero presa perché ti ricordavi che è la mia preferita? – lui diventò rosso in faccia e si girò senza rispondermi. Lo presi come un “Si” e sorrisi, compiaciuta. Mi aveva fatto piacere a dir la verità. Mangiammo ognuno la sua pizza vedendoci un bel film horror. Dopo di che decisi di chiamare mia madre per dirle che restavo a dormire a casa di Niall. I genitori di Niall non c’erano quindi anche Zayn rimase a dormire da lui. Non seppi neanche dire se era una cosa bella o brutta, e mi rassegnai all’idea che forse non l’ho mai odiato ma solo pensato di odiarlo o per qualche motivo sconosciuto pensavo di doverlo odiare. Fatto sta che forse non lo odiavo più come prima, forse un po’ di meno ora. Dissi a Niall che andavo a prendere un suo pigiama per dormire e andai in camera sua. Sulle scali mi scontrai con Zayn lui con la testa bassa cercava di passare altre a me e io con la testa bassa cercavo di fare la stessa cosa. Avete presente il momento in cui ti scontri con una persona e non riesci a sorpassarlo perché vi muovete nella stessa direzione? Ecco stavamo così. Ad un certo punto alzai la testa e lui fece lo stesso. Vidi i suoi occhi nei miei e mi bloccai. O merda quegli occhi profondi non erano cambiati di una virgola da quando l’avevo visto per la prima volta 13 anni fa su quel parchetto. Quegli occhi che mi fecero sognare appena li vidi e che mi fecero piangere notti intere al solo loro pensiero, quegli occhi che avevo sognato molte volte, quegli occhi che mi convinsi di odiare mio malgrado. Quegli occhi che ora erano fissi nei miei e mi stavano ipnotizzando. Zayn pian piano si stava avvicinando. Che cosa stava per fare? No. Ti prego non farlo. Io ero immobile e tutto il mio corpo si rifiutava di muoversi di un millimetro per scappare da quello che stava per succedere. Zayn si avvicinò a me e mi posò un bacio sul collo. Rabbrividì.
-Dove’è la vecchia Ash che mi avrebbe scansato non appena mi sarei avvicinato? Dov’è finito tutto quell’odio nei miei confronti?  - mi sussurrò all’orecchio maliziosamente. Mi stava prendendo in giro? Mi stava seducendo?
-Sei un pezzo di merda. Ti odio. – mi girai, salutai Niall, corsi di fuori e sedendomi in macchina premetti l’acceleratore con tutte le forze che avevo in corpo. Lo odiavo più di ogni altra cosa. Ora ne ero sicura.
 
  
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