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Autore: LadyBlake    02/10/2006    4 recensioni
Primo di settembre. King’s Cross. Una ragazza che spinge un carrello stracolmo di stranezze si fa largo, a fatica, tra la moltitudine di pendolari che affollano le banchine della stazione. Guardiamo l’orologio, sono quasi le undici. È in ritardo. Ovviamente. Attenta a non attirare l’attenzione su di sè, eccola avviarsi tra il binario 9 e il 10, scomparendo alla vista di tutti. Il suo nome è Isabella. Ma nessuno la chiama così. È la signorina Bothwell per i professori. È Stellina per la mamma e Bells per suo fratello maggiore. Il resto del mondo la conosce da sempre come Bella. Oh, sì…sì, certo. Dimenticavo. C’è poi un ragazzo che l’ha ribattezzata ‘Torta alla Vaniglia’. Già. Proprio così. È accaduto precisamente oggi. Oggi, un anno fa.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Eccoci qua, posto anche il capitolo che ho scritto oggi, và…

È un record, per me…

Chissà a quale delirio mi porterà questa ff…^^

E quindi il fratello di Bella fa il cantante.

Chissà che non siano stati i Draco and the Malfoys a darmi l’ispirazione per questo dettaglio.

Spero che chi sia arrivato fino a qui continui a leggere questa storia strampalata...

Mi raccomando, postate i vostri commenti!!!!!

Thank you very much!!!!

Bye!

Tess^__^

CRACK!

 

Capitolo 4

Torta alla Vaniglia

 

Dal preciso istante in cui aveva messo piede nello scompartimento, il livello di sopportazione per le persone che aveva attorno si era avvicinato pericolosamente alla soglia massima.

Nel mutismo più nero si era quindi sistemato sul suo sedile, quello vicino al finestrino. In senso di marcia, ovviamente, altrimenti avrebbe vomitato tutta la sua colazione.

Vomitare non era uno dei suoi passatempi preferiti.

E non lo era nemmeno stare a sentire le boiate che uscivano dalle bocche dei suoi amici.

Ad occhi chiusi, immobile, aveva quindi deciso di fingere di dormire.

Un’interpretazione degna dei migliori attori.

 

 

Silenzio.

Amato silenzio.

Rumore della porta dello scompartimento che si apriva.

-Beh? Che vuoi? – la voce di Blaise.

Chiunque fosse il rompipalle che aveva aperto la porta, evidentemente voleva morire giovane.

Primo, non aveva risposto.

Secondo, era entrato lo stesso nel loro scompartimento, senza essere stato invitato.

E portandosi dietro un profumo di torta alla vaniglia che da solo avrebbe potuto infestare mezza Inghilterra.

Ma non aveva nessuna voglia di intervenire.

Stava dormendo, lui.

-Mi siedo. Ecco cosa faccio. C’è un solo posto libero su tutto il treno. Ed è questo. Punto.

Ecco la risposta.

Coraggiosa la ragazza.

Non temeva la morte.

Sfrontata, ma coraggiosa.

 

 

La Torta alla Vaniglia aveva sfidato ulteriormente la sorte.

Aprendo il finestrino.

Cosa brutta.

Cosa molto brutta.

Ma lui aveva imparato ad avere pazienza, quindi non si era mosso di un millimetro.

Nonostante una folata d’aria gelida l’avesse fatto rabbrividire fin dentro nei pantaloni.

-Sei una Grifondoro?

Domanda di Goyle.

Ecco svelato l’arcano.

Sfrontata, coraggiosa, con una gran voglia di morire.

Torta alla Vaniglia non avrebbe potuto essere altro che una Grifondoro.

Perfetto.

Benissimo.

Ma lui aveva deciso di non muoversi.

In fondo, stava ancora dormendo.

 

-WILL!WILL!! SONO QUA!

Urlo sovrumano, con una nota d’isterismo nella voce.

Una delle sue sopracciglia aveva vibrato pericolosamente.

Ma nessuno ci aveva fatto caso.

Nessuno faceva mai caso a una persona che dormiva.

Piccolo scambio di battute tra Torta alla Vaniglia e un ragazzo, giù dal treno.

Voce non sconosciuta, tra le altre cose.

 

 

Il treno si era finalmente mosso.

Ora Torta alla Vaniglia avrebbe chiuso quel maledetto finestrino e si sarebbe seduta, in silenzio, da brava bambina, fino al loro arrivo a scuola.

E lui avrebbe continuato a fingere di dormire in santa pace.

-Ciao Bella! Fai la brava!

Bella.

Torta alla Vaniglia aveva un nome.

Bella. Che razza di nome è Bella? Non aveva idea di chi fosse e non gliene importava granchè. Comunque Torta alla Vaniglia era di gran lunga meglio come nome.

 

 

-Idiota.

Dal tonfo, Torta alla Vaniglia si era seduta di fronte a lui.

Dal modo in cui aveva sibilato quell’ ‘idiota’, doveva essere alquanto incazzata, pur essendo una Torta alla Vaniglia. Che avrebbe dovuto essere molto dolce, invece.

Silenzio.

Pace, finalmente.

 

 

-MA-QUELLO- ERA-WILL-DEGLI-SWEET-NIGHTMARES!

Okay.

Pansy gli aveva appena perforato il timpano destro con quell’urlo agghiacciante.

La sua copertura era saltata.

Non avrebbe potuto continuare a dormire, dopo quello.

Will degli Sweet Nightmares? Il cantante del gruppo più in voga tra tutti i teen-agers del mondo magico? A King’s Cross?

Impossibile.

Pansy l’avrebbe pagata cara. L’averlo svegliato in quel modo senza un motivo valido.

Il fatto che lui non stesse veramente dormendo era un dettaglio da nulla.

Era stato costretto ad aprire gli occhi.

 

 

Torta alla Vaniglia stava seduta davanti a lui.

Non l’aveva mai vista.

Era una Grifondoro, e non dell’ultimo anno.

Quindi: insignificante.

Importante quanto una carta da parati ammuffita.

Torta alla Vaniglia teneva gli occhi bassi.

Sembrava parecchio scocciata.

Una tenda di lunghi capelli nerissimi e lisci come la seta le incorniciava il viso, in contrasto con il colore diafano della pelle.

Una frangia foltissima e dal profilo dritto dritto le copriva gli occhi.

Aveva alzato il viso, notando la folla di Serpeverde assiepati in corridoio.

Sembrava parecchio incazzata e imbarazzata allo stesso tempo, ora.

Torta alla Vaniglia aveva gli occhi azzurri e trasparenti come il ghiaccio.

Si era voltata verso di lui.

Aveva visto che lui la stava guardando.

Le gote di Torta alla Vaniglia erano diventate rosse come ciliegie.

Si era alzata di botto ed era scappata fuori dal loro scompartimento senza una parola, scansando tutti i curiosi appostati fuori.

L’unico pensiero che gli aveva attraversato la mente in quel momento era che torta alla vaniglia era sempre stato il suo dolce preferito.

E, mentre l’insopportabile chiacchiericcio dei suoi compagni riprendeva, lui, inconsciamente, si era leccato le labbra.

 

 

   
 
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