Eccoci qua,
posto anche il capitolo che ho scritto oggi, và…
È un record,
per me…
Chissà a quale
delirio mi porterà questa ff…^^
E quindi il
fratello di Bella fa il cantante.
Chissà che non
siano stati i Draco and the Malfoys a
darmi l’ispirazione per questo dettaglio.
Spero che chi
sia arrivato fino a qui continui a leggere questa storia
strampalata...
Mi raccomando,
postate i vostri commenti!!!!!
Thank
you very much!!!!
Bye!
Tess^__^
CRACK!
Capitolo
4
Torta
alla Vaniglia
Dal preciso
istante in cui aveva messo piede nello scompartimento, il livello di
sopportazione per le persone che aveva attorno si era avvicinato pericolosamente
alla soglia massima.
Nel mutismo più
nero si era quindi sistemato sul suo sedile, quello vicino al finestrino. In
senso di marcia, ovviamente, altrimenti avrebbe vomitato tutta la sua colazione.
Vomitare non
era uno dei suoi passatempi preferiti.
E non lo era
nemmeno stare a sentire le boiate che uscivano dalle bocche dei suoi
amici.
Ad occhi
chiusi, immobile, aveva quindi deciso di fingere di dormire.
Un’interpretazione
degna dei migliori attori.
Silenzio.
Amato
silenzio.
Rumore della
porta dello scompartimento che si apriva.
-Beh? Che vuoi?
– la voce di Blaise.
Chiunque fosse
il rompipalle che aveva aperto la porta, evidentemente voleva morire giovane.
Primo, non
aveva risposto.
Secondo, era
entrato lo stesso nel loro
scompartimento, senza essere stato invitato.
E portandosi
dietro un profumo di torta alla vaniglia che da solo avrebbe potuto infestare
mezza Inghilterra.
Ma non aveva
nessuna voglia di intervenire.
Stava dormendo,
lui.
-Mi siedo. Ecco
cosa faccio. C’è un solo posto libero su tutto il treno. Ed è questo.
Punto.
Ecco la
risposta.
Coraggiosa la
ragazza.
Non temeva la
morte.
Sfrontata, ma
coraggiosa.
Aprendo il
finestrino.
Cosa brutta.
Cosa molto
brutta.
Ma lui aveva imparato ad avere pazienza,
quindi non si era mosso di un millimetro.
Nonostante una
folata d’aria gelida l’avesse fatto rabbrividire fin dentro nei
pantaloni.
-Sei una
Grifondoro?
Domanda di
Goyle.
Ecco svelato
l’arcano.
Sfrontata,
coraggiosa, con una gran voglia di morire.
Torta alla
Vaniglia non avrebbe potuto essere altro che una
Grifondoro.
Perfetto.
Benissimo.
Ma lui aveva deciso di non muoversi.
In fondo, stava
ancora dormendo.
-WILL!WILL!!
SONO QUA!
Urlo sovrumano,
con una nota d’isterismo nella voce.
Una delle sue
sopracciglia aveva vibrato pericolosamente.
Ma nessuno ci
aveva fatto caso.
Nessuno faceva
mai caso a una persona che dormiva.
Piccolo scambio
di battute tra Torta alla Vaniglia e un ragazzo, giù dal treno.
Voce non
sconosciuta, tra le altre cose.
Il treno si era
finalmente mosso.
Ora Torta alla
Vaniglia avrebbe chiuso quel maledetto finestrino e si sarebbe seduta, in
silenzio, da brava bambina, fino al loro arrivo a scuola.
E lui avrebbe continuato a fingere di
dormire in santa pace.
-Ciao Bella!
Fai la brava!
Bella.
Torta alla
Vaniglia aveva un nome.
Bella. Che
razza di nome è Bella? Non aveva idea di chi fosse e non gliene importava
granchè. Comunque Torta alla Vaniglia era di gran lunga meglio come
nome.
-Idiota.
Dal tonfo,
Torta alla Vaniglia si era seduta di fronte a lui.
Dal modo in cui
aveva sibilato quell’ ‘idiota’, doveva essere alquanto incazzata, pur essendo
una Torta alla Vaniglia. Che avrebbe dovuto essere molto dolce,
invece.
Silenzio.
Pace,
finalmente.
-MA-QUELLO-
ERA-WILL-DEGLI-SWEET-NIGHTMARES!
Okay.
Pansy gli aveva
appena perforato il timpano destro con quell’urlo
agghiacciante.
La sua
copertura era saltata.
Non avrebbe
potuto continuare a dormire, dopo quello.
Will degli
Sweet Nightmares? Il cantante del gruppo più in voga tra tutti i teen-agers del
mondo magico? A King’s Cross?
Impossibile.
Pansy l’avrebbe
pagata cara. L’averlo svegliato in quel modo senza un motivo
valido.
Il fatto che lui non stesse veramente dormendo era un
dettaglio da nulla.
Era stato
costretto ad aprire gli occhi.
Torta alla
Vaniglia stava seduta davanti a lui.
Non l’aveva mai
vista.
Era una
Grifondoro, e non dell’ultimo anno.
Quindi:
insignificante.
Importante
quanto una carta da parati ammuffita.
Torta alla
Vaniglia teneva gli occhi bassi.
Sembrava
parecchio scocciata.
Una tenda di
lunghi capelli nerissimi e lisci come la seta le incorniciava il viso, in
contrasto con il colore diafano della pelle.
Una frangia
foltissima e dal profilo dritto dritto le copriva gli
occhi.
Aveva alzato il
viso, notando la folla di Serpeverde assiepati in
corridoio.
Sembrava
parecchio incazzata e imbarazzata allo stesso tempo, ora.
Torta alla
Vaniglia aveva gli occhi azzurri e trasparenti come il
ghiaccio.
Si era voltata
verso di lui.
Aveva visto che
lui la stava
guardando.
Le gote di
Torta alla Vaniglia erano diventate rosse come ciliegie.
Si era alzata
di botto ed era scappata fuori dal loro scompartimento senza una parola,
scansando tutti i curiosi appostati fuori.
L’unico
pensiero che gli aveva attraversato la mente in quel momento era che torta alla
vaniglia era sempre stato il suo dolce preferito.
E, mentre
l’insopportabile chiacchiericcio dei suoi
compagni riprendeva, lui,
inconsciamente, si era leccato le labbra.