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Autore: Rain Rose    28/02/2012    3 recensioni
E dove l’ha portato tutto ciò? Solo a fare di Sasuke la sua ossessione.
Perché la verità Naruto la sa bene, ma non vuole accettarla, non vuole ammettere che la sua costante attenzione verso Sasuke lo ha con il tempo caricato di significati che probabilmente non ha. E Naruto ha paura, una paura tremenda. Perché quando s’ incontreranno di nuovo, quando lui e Sasuke si saranno detti tutto ciò che c’è da dire, probabilmente quel filo rosso che li lega perderà di significato, venendo reciso come se nulla fosse. Perché quando finalmente Naruto si deciderà a rispolverare quella vecchia fotografia e riuscirà ad ammettere a sé stesso tutto questo, non rimarrà niente di loro.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Della serie ‘chi non muore si rivede’.
No, non sono un fantasma, sono viva e vegeta… per il momento *spera che qualcuno non la uccida*
E’ un bel po’ che sono lontana dal fandom di Naruto e… bè, mi sa che questa lunga assenza mi ci voleva proprio.
E, insomma, eccomi di nuovo qui, sono tornata all’ovile. Mi sento un po’ arrugginita, in realtà, ma va bene così e spero che questa piccola cosa vi piaccia, anche se non è un gran ché. E per tutti quelli che seguono ancora AS4Y e che, nonostante il tempo passato, continuano a chiedermi se la continuerò (vi amo, davvero.), posso solo dire che ci sto lavorando sopra. Purtroppo con il tempo il mio modo di scrivere è cambiato, come anche le idee, che non sono più quelle di una volta. Ma mi ci sto impegnando sul serio, quindi spero di pubblicare il nuovo capitolo al più presto!
:)

Bene, vi lascio alla cosa :)

 

 

Come sempre i personaggi non mi appartengono, sono frutto della fantasia di Masashi Kishimoto e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 

 



 

 

Cinque Anni

 

 

È un po' terrificante quanto velocemente possa andare tutto in pezzi.
A volte... ci vuole una perdita enorme per ricordarti a cosa tieni di più.
A volte... di conseguenza, ti ritrovi ad essere più forte, più saggio,
più preparato ad affrontare il prossimo grande disastro che succederà.
A volte... ma non sempre. 

(Meredith Grey, Grey’s Anatomy)

 

 

 

 

 
Naruto si aggiusta la divisa cercando di non pensarci. Ricontrolla che il suo zaino contenga tutto l’occorrente per la missione e poi si schiarisce la voce, tentando di riempire quel silenzio che lo circonda  e che è capace di spaccare i vetri delle finestre, per quanto è forte.

Quella mattina non ha il tempo per fare colazione, lo sa, eppure non può fare a meno di aprire il frigorifero. Peccato, dovrà sorbirsi nuovamente la ramanzina di Sakura-chan, pensa storcendo le labbra e dandosi dell’idiota per non aver approfittato del precedente giorno di riposo per fare la spesa. Sospira, afferrando il cartone del latte e bevendo direttamente da esso, ignorando come sempre le buone maniere che nessuno gli aveva mai insegnato.

La cucina è un macello, constata mentre si mette lo zaino in spalla, per non parlare del resto della casa – il bagno e la camera da letto – completamente immersa nel caos. I suoi vestiti ricoprono quasi tutto il pavimento della sua camera e qualche mobile, mentre il lavandino è pieno di piatti sporchi che devono essere lì da due settimane, forse più.

Sono anni che il suo appartamento è in quello stato, ma a lui non importa.

Tenta di riportare alla mente di tutti i volti che sono stati in quella casa e che si sono lamentati del suo disordine e del frigorifero vuoto, ma preferisce mentire a sé stesso piuttosto che ricordare i tratti di quel volto particolare che da cinque anni a questa parte s’insinua nei suoi sogni, tramutandoli in incubi.

Sei un codardo, piccolo idiota, lo deride la volpe a nove code che è intrappolata dentro di lui, e gli occhi azzurri si fissano automaticamente su un oggetto ben preciso. Poggiata sopra il mobile meno in vista ed usato dell’intera abitazione vi è una cornice.
Naruto la guarda da lontano e basta, senza muoversi, senza avvicinarsi.
Sa cosa si cela dietro il fitto velo di polvere che da cinque anni a questa parte ricopre quel vetro, conosce a memoria quella fotografia e i volti delle persone che vi sono raffigurate.

Naruto non ha più osato fare il suo nome.
Sono trascorsi solo pochi giorni dall’ultima volta che l’ha fatto, in realtà, eppure a lui sembra passato molto più tempo. Secoli, forse.
Deglutisce, accorgendosi solo in quel momento del groppo che ha in gola, e si inumidisce le labbra secche con la lingua.

Lo zaino scivola a terra con un tonfo e le spalle di Naruto si curvano, come se in quel momento il peso del mondo intero gli fosse precipitato sulle spalle.

Sasuke Uchiha, gli ricorda maligna la voce della volpe, riportando a galla tutti i momenti passati insieme all’ex compagno di squadra . Naruto li vede scorrere davanti ai suoi occhi come se stesse guardando un film, perché sono impressi a sangue nella sua memoria e non può liberarsene.

Improvvisamente si sente troppo stanco per partecipare ad una missione. Troppo stanco per essere un ninja. Si guarda attorno e si chiede se sia possibile scomparire nel nulla. Rinchiudersi in una cella e buttare via la chiave, rimanendo a marcire insieme ai suoi errori e ai suoi rimpianti.
Quei rimpianti che gli scorrono nelle vene e gli infliggono graffi invisibili sulla pelle; che gli stritolano il cuore nella sua presa e gli impediscono di dormire la notte.

Perché con lui ha sbagliato sempre tutto, ogni cosa, dal primo istante che l’ha conosciuto.

Non sono mai stati veramente nemici, lui e Sasuke, perché il nemico era un’altra cosa, era peggiore; chi era nemico doveva essere distrutto, annientato, ucciso. E Sasuke non aveva mai provato veramente ad ucciderlo, né alla Valle della Fine, né dopo, quando si erano incontrati di nuovo al covo di Orochimaru.

Perché?, si è chiesto tante volte Naruto.
Perché allora te ne sei andato via e ci hai tradito?
Perché non ci hai reso partecipi della tua vita?
Eravamo amici, dannazione!

Eppure adesso gli sembra così difficile accostare la parola ‘amico’ all’immagine di Sasuke…

E quindi?
Non erano mai stati niente, loro due?
Erano stati solo due sconosciuti che si erano scontrati lungo la via?

No, non è possibile… c’è di più, deve esserci di più!

E dove l’ha portato tutto ciò? Solo a fare di Sasuke la sua ossessione.
Perché la verità  Naruto la sa bene, ma non vuole accettarla, non vuole ammettere che la sua costante attenzione verso Sasuke lo ha con il tempo caricato di significati che probabilmente non ha. E Naruto ha paura, una paura tremenda. Perché quando s’ incontreranno di nuovo, quando lui e Sasuke si saranno detti tutto ciò che c’è da dire, probabilmente quel filo rosso che li lega perderà di significato, venendo reciso come se nulla fosse. Perché quando finalmente Naruto si deciderà a rispolverare quella vecchia fotografia e riuscirà ad ammettere a sé stesso tutto questo, non rimarrà niente di loro.

Niente di niente, ridacchia la volpe.

Naruto sospira, distogliendo lo sguardo dalla cornice. Raccoglie lo zaino da terra e se lo rimette sulle spalle.
No, non deve pensarci, si ripete chiudendo la porta di casa e infilando la chiave sotto lo zerbino.

 

 

E’ il 30 Marzo e sono cinque anni che Sasuke Uchiha ha tradito il villaggio della Foglia. 

Fine.


 

 

 

 

  
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