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Autore: Gulminar    29/02/2012    5 recensioni
Tanya Cindy Larsson, nata a Londra da madre russa e padre scandinavo. Diplomata a Hogwarts con ottimi voti. Fra le più promettenti reclute dell’Accademia Auror londinese. Entrata giovanissima nella Squadra Phoenix, il corpo scelto del comandante Harry James Potter. Medaglia del Ministero della Magia per servizi resi alla comunità magica. Trasferitasi a Liverpool in seguito allo scioglimento della Phoenix. Incaricata ufficiale per il caso della Cacciatrice.
Sembrava proprio un angelo, stesa in quel letto d’ospedale. I boccoli biondi come un velo che copriva il cuscino, il volto sereno, lontano dalle preoccupazioni, nel sonno indotto dalla magia.

Liverpool, anno 2021. L'Auror Tanya Larsson si dibatte fra un passato che non riesce a dimenticare e un presente da incubo, può darsi che i vecchi amici ed ex colleghi di Londra siano i soli in grado di aiutarla.
Delirio post Doni della morte, escludendo l'Epilogo "19 anni dopo".
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto
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Ritrovarsi

Leo aveva insistito perché, prima di partire, si facesse controllare di nuovo dai medimaghi del Dipartimento, ma lei si era messa addosso una gran fretta. L’istinto le diceva che restare a Liverpool era pericoloso, in più, una volta presa la decisione, smaniava di rivedere i vecchi amici.
In quelle condizioni non poteva affrontare il viaggio su una scopa, anche smaterializzarsi o usare la metropolvere poteva crearle problemi. Alla fine aveva dovuto ripiegare su uno snervante viaggio in treno, che l’aveva sfinita comunque. Giunta nel primo pomeriggio nella stanza d’albergo che aveva prenotato a Londra, era crollata in un sonno profondo.


Sulla campagna inglese era scesa una bruma appiccicosa che rendeva tutto indistinto. La casa dei Potter sorgeva in un luogo isolato, una serie di incantesimi tutelava la privacy della famiglia. Tanya sapeva come bypassarli, Harry le aveva spiegato personalmente come fare.
Con un tuffo al cuore, ricordò il momento in cui si erano salutati.
Per qualunque cosa, non esitare a venire da me.
E comunque vieni a trovarci spesso.

Non lo aveva fatto. Dopo il trasferimento non aveva più lasciato Liverpool. Con Harry e altri della ex squadra si erano scritti nei primi tempi, poi la corrispondenza si era diradata fino a sparire.
Esitò all’imbocco del vialetto, pensando che sarebbe stato meglio avvertire del suo arrivo, ma aveva sempre amato le improvvisate e tanti tentennamenti non le si addicevano. Raggiunta la veranda, sentì un tuffo al cuore peggiore dei precedenti. Sulla destra sorgeva un altro edificio, solo una sagoma avvolta dall’oscurità notturna.
La casa di Ron e Hermione.
Dove era rimasta spessissimo a dormire, nel periodo della Phoenix. Dove aveva imparato un sacco di cose da due meravigliosi insegnanti. Aveva ancora le chiavi. Sentì la tentazione di andare a dare un’occhiata ma la represse, sarebbe stato doloroso e basta.
Si risolse a suonare il campanello di casa Potter, sperando di non svegliare nessuno. A forza di cincischiare in albergo si era fatto discretamente tardi. Un paio di luci erano ancora accese, ma forse perché non erano mai spente. Di colpo si chiese cosa stesse facendo, come le fosse saltato in mente di andare fin lì, le sorse l’impressione di stare sbagliando.
La porta si aprì, spazzando via le paranoie.
Una prosperosa matrona dai capelli rossi, visibilmente incinta, apparve sulla soglia illuminata. Tanya sentì un nodo alla gola, rendendosi conto solo in quel momento che non la vedeva da quasi quattro anni, di cosa ciò significasse. Ginny la studiò aggrottando le sopracciglia, poi un lampo di comprensione le illuminò il volto.
“Tanya!”
Le gettò le braccia al collo e la strinse a sé, mozzandole il respiro. Il proverbiale abbraccio stritolatore dei Weasley, le era mancato da morire. Sentì svanire il peso che le aveva oppresso il torace fino a quel momento, inalando il profumo dei capelli di Ginny. Le sembrò passata un’eternità, dall’ultima volta in cui qualcuno l’aveva abbracciata con tanto affetto.
“Ma… Ma…” Ginny aveva gli occhi lucidi ed era il volto della felicità, quando sciolse l’abbraccio per poterla osservare.
“Cosa ci faccio qui?” Disse Tanya. “Avevo bisogno dei miei vecchi amici.”
Era la pura e semplice verità.
Accarezzò timidamente il ventre gonfio di Ginny, chiedendo informazioni con lo sguardo.
“È il quarto.”
“Sono rimasta indietro.”
“Avremo modo di recuperare il tempo perduto!” Ginny la trascinò nell’anticamera. “Non mi sembra vero, sei veramente qui! Harry non crederà ai suoi occhi!”
“È in casa?” Volle sapere Tanya, porgendole il soprabito.
“È di sopra nel suo studio. Vieni, accomodati in salotto mentre vado a chiamarlo.”
La casa non le parve molto diversa da come la ricordava, a parte qualche dettaglio insignificante nel mobilio. Sentì un nodo alla gola, dopo anni era di nuovo in un luogo amico.
“Harry! Harry, scendi!” Ginny corse su per le scale senza preoccuparsi di svegliare i bambini, che dovevano essere già a letto. “Harry, vieni presto!”
“Che succede?”
La voce del comandante, un’altra delle migliaia di piccole cose che le erano mancate.
“Vieni! Non immagineresti mai chi c’è di sotto!”
Ginny si precipitò di nuovo al pianterreno per accendere altre lampade, Harry scese le scale con più calma. Svoltato l’angolo del piccolo soggiorno, si immobilizzò.
“Salve, comandante.” Lo accolse Tanya, che non aveva voluto sedersi.
Ginny si era messa in disparte e osservava la scena al colmo della gioia. Harry aprì la bocca per dire qualcosa, ma non riuscì a farne uscire nulla. Accennò ad alzare le braccia, ma le gambe non vollero farsi avanti. Fu Tanya a chiudere lo spazio fra loro, il comandante la strinse a sé, gettando alla moglie uno sguardo confuso, al quale Ginny rispose solo con un gran sorriso.


In pochi secondi, Ginny aveva imbandito un sontuoso banchetto in stile Weasley, nonostante l’ora tarda e il fatto che nessuno avesse effettivamente fame. A Tanya non era dispiaciuto constatare che le usanze della casa non erano cambiate. Aveva cenato al ristorante dell’albergo, ma per i biscotti di Ginny un posto lo avrebbe trovato.
“Perché non ti sei fatta più sentire?” Volle sapere Harry, simulando severità.
“Potrei farti la stessa domanda.” Gli sorrise Tanya di rimando.
“L’ho fatta per primo.”
“A dire il vero, non lo so, sono stata una stupida.”
“Sono pochi i membri della vecchia squadra che non lo sono stati.” Harry liquidò la questione con una scrollata di spalle. “Da questo punto di vista.”
“Come stanno? Non ho loro notizie da una vita.”
“Lance, Jenny e Timothy se ne sono andati in America un paio d’anni fa.”
“Questo lo avevo sentito dire.”
“Mi hanno scritto per un po’, poi hanno smesso. Presumo si stiano facendo valere nei Ranger Magici.”
“Senza dubbio.”
“Marcel e Theresa si sono sposati e sono andati a vivere dalle parti di Bristol, non fanno più gli Auror, lavorano nell’azienda del padre di lei.”
“Ricordo, mi arrivò l’invito al matrimonio ma lo ignorai. Come ti ho detto, sono stata una grossa stupida.”
“Con Drew e Jack continuiamo a sentirci. Anche loro a un certo punto hanno chiesto il trasferimento, dicono che si trovano bene dove sono ora.”
“E il capitano Miller?”
“È sempre al suo posto, inossidabile. Gli farà piacere vederti.”
A quel punto avrebbe dovuto chiedere di Ron, il solo che mancasse all’appello, ma l’istinto le suggerì di aspettare. Il nome del maestro rimase comunque sospeso fra loro.
“Su questo ho qualche dubbio.” Il tono le si incupì. “Purtroppo, sono venuta a parlare di cose molto spiacevoli.”
Odiava dover rovinare l’atmosfera e la gioia del ritrovarsi, ma non era mai stata il tipo da girare intorno alle cose.
“Immaginavo che ci fosse qualcosa, dietro questa tua visita. Dobbiamo parlarne subito?”
Tanya annuì.
“Sarebbe meglio.”
“Vuoi che andiamo nel mio studio?”
“No, penso che anche Ginevra debba ascoltare.”
Pur essendo buone amiche, non era mai riuscita a chiamarla con il nomignolo.
“Allora prego, raccontaci.”
Tanya si chiese se fosse giusto gravare anche loro di quel peso, poi ricordò di essersi già posta il problema e di aver concluso che non poteva esserci altra soluzione.
“Come forse saprete, a Liverpool ho fatto parte del nucleo operativo che avrebbe dovuto catturare la Cacciatrice, non so come la chiamate qui a Londra.”
“La Cacciatrice di Liverpool.” Confermò Harry.
“Ecco, il nucleo operativo non esiste più. La Cacciatrice ha ucciso tutti tranne me. Gli ultimi li ha massacrati sotto i miei occhi, quando non potevo fare nulla, per torturarmi.”
“Continua.” La invitò Harry, prendendo la mano di Ginny.
“È sempre accompagnata da un mago che si fa chiamare Juggler, non sappiamo chi sia. Dietro a loro due, alcuni pensano che ci sia una setta di maghi neri, i Tulipani di Cristallo.”
“L’ho sentito dire, la Cacciatrice firma le sue uccisioni con un tulipano di cristallo.”
“Sì, nel medioevo è esistita una setta di fanatici famosa per questo modus operandi. Se n’è discusso in lungo e in largo, ma non abbiamo prove concrete che siano tornati, quindi non sappiamo se Juggler e la Cacciatrice agiscano per conto proprio o di qualcun altro. Ciò che è certo è che lei è una strega fuori categoria, con capacità impensabili per il novantanove percento di maghi e streghe ordinari. Tutto questo solo per inquadrare un po’ lo scenario generale.”
Fece una pausa per concedersi un sorso di tisana. Harry e Ginny pendevano dalle sue labbra, ma ora veniva la parte più difficile da affrontare.
“Ora devo chiedervi di raccogliere tutto il vostro coraggio, questa cosa vi sconvolgerà. Vorrei potervelo evitare ma temo di non avere scelta, è un peso che non posso portare da sola.”
“Tanya, se hai bisogno di aiuto, sai che questo è il posto giusto.” Cercò di stemperare Harry.
“Non è solo questo. Io mi trovo in un terribile pericolo, è vero, ma forse è il problema minore. Ho rischiato di impazzire, quando ho intuito cosa c’è dietro questa storia. Ed è qualcosa che riguarda direttamente anche voi.”
“Sarebbe a dire?” Tagliò corto Ginny. “Non penso che tu stia cercando di spaventarci, ma è anche vero che girarci intorno non serve.”
“Non spaventarvi!” Tanya fu colta sul vivo. “Sto solo cercando di mettervi in guardia!”
“Da qualcosa che non ci hai ancora spiegato.” Ponderò Harry. “Ora, per favore, tranquillizzati e raccontaci tutto.”
Tanya annuì, dando fondo alla tisana e al suo autocontrollo.
“L’ultima volta che io e la Cacciatrice ci siamo scontrate, Juggler ha detto una cosa strana. Subito non ci ho dato importanza, ma poi ho capito che poteva essere solo il primo di una serie di elementi. La Cacciatrice aveva appena sgozzato il mio ultimo partner, io agonizzavo con le gambe spezzate e la stavo praticamente implorando di uccidere anche me. Juggler ha detto che non l’avrebbe fatto. Secondo lui, alla Cacciatrice piace il mio modo di fare, per questo mi ha scelta come avversaria. Se mi uccidesse, finirebbe il gioco.”
Ginny si era coperta la bocca per l’orrore. Harry ascoltava senza palesare emozioni, ma stringeva forte la mano della moglie. Tanya pensò che non gli aveva ancora detto niente di davvero sconvolgente e sentì un vago senso di nausea salire dallo stomaco.
“Io penso di sapere perché la Cacciatrice abbia scelto me.”
“Perché?” Azzardò Harry.
“Perché mi conosce, da un sacco di tempo.” Gli occhi di Tanya si erano inumiditi di colpo. “Penso che lei sia prigioniera, sotto il controllo di qualcuno molto potente, che in qualche modo mi stia chiedendo aiuto.”
“Tanya, rallenta e cerca di stare calma.” Le ingiunse Harry, tentando di smorzare i toni. “Come sei arrivata a questa conclusione?”
“Quella notte, prima di smaterializzarsi, mi ha lasciato una cosa.”
Tolse da una tasca la scatolina in cui era custodito l’orecchino della Cacciatrice e la pose aperta sul tavolo accanto a loro.
“Ho passato la convalescenza a ragionare su cosa potesse voler dire, penso che sia un messaggio, rivolto a qualcuno che la può aiutare.”
Era arrivato il momento di mostrare loro la foto che l’aveva sconvolta, quello che temeva più di ogni altro. Portò la mano tremante nella stessa tasca.
“Ora dovete promettere che mi lascerete esporre le mie ragioni fino alla fine, qualunque cosa succeda.” Disse con un filo di voce.
“D’accordo.” Fece Harry a disagio, Ginny annuì.
Posò la foto accanto alla scatolina.
Fu come l’aveva immaginato, con i loro sguardi che saettavano dalla piccola lastra ai suoi occhi. La senatrice Hermione Weasley era stata ritratta durante un’occasione ufficiale al Ministero. Dall’orecchio destro, pendeva lo Schrieger Lang.
Tanya incontrò lo sguardo di Harry, che si era fatto di ghiaccio, da quel punto in poi, si sarebbe mossa su un terreno minato.
“Ho verificato, fra la scomparsa di Hermione e le prime apparizioni della Cacciatrice, intercorre un tempo accettabile per annullare la personalità di qualcuno e farne una marionetta.”
Sapeva di stare affondando strali fiammeggianti nel lato più sensibile dei suoi amici, ma non poteva più fermarsi.
“Però potrebbero essere solo coincidenze. C’è un ultimo elemento, quello che per me è la prova determinante. La Cacciatrice conosce la magia di Golconda.”
Ginny, seppur in preda all’orrore, sentì il corpo di Harry tendersi all’udire quel nome.
“Golconda? Chi sarebbe Golconda?” Volle sapere.
“Un potentissimo mago vissuto intorno al Quindicesimo secolo.” Sibilò Harry. “Famoso per i suoi incantesimi senza bacchetta.”
Tanya annuì.
“I libri con gli incantesimi di Golconda sono oggetti inestimabili. Offrono possibilità che non potremmo immaginare, ai pochi che sono abbastanza abili da decifrarli. Se ne conoscono tre esemplari attualmente esistenti. Il primo è conservato a New York, sperduto in un immenso magazzino, nemmeno i gestori saprebbero trovarlo. Il secondo si dice sia nella Biblioteca Segreta di Samarcanda. Il terzo apparteneva a Hogwarts.”
“Prima che Minerva McGranitt lo consegnasse alla migliore delle sue allieve, perché lo studiasse.” Concluse Harry cupo.
Ginny si volse verso il marito, sul volto un misto indecifrabile di incredulità e paura.
“Ho visto tante volte Hermione eseguire gli incantesimi di Golconda, so riconoscerli.” Proseguì Tanya. “E le streghe della nostra epoca in grado di usarli sono ben poche. Hilda Flatwood è morta tre anni fa, dalle parti di Manchester. Alena Kasparova si trova in un carcere di massima sicurezza a Cincinnati. Diana Austen è un’anziana signora che si gode un manipolo di nipotini nella sua tenuta nel Maine. La quarta e ultima era Hermione, la più giovane fra le studiose di Golconda viventi. Quante possibilità ci sono che ne esista una quinta non registrata?”
“Quasi nessuna.” Fu costretto ad ammettere Harry. “Il libro di Golconda scomparve insieme a Hermione, non siamo mai riusciti a trovarlo.”
Sembrava invecchiato di un centinaio d’anni nel giro di pochi secondi. Ginny seguiva il dipanarsi della conversazione come se non conoscesse i due interlocutori.
“Ora capisci?”
“Sì.” Rispose Harry. “Tanya, non riesco a immaginare quanto devi aver sofferto.”
“Non lo si può immaginare. Non so come ci sia riuscita, ma deve aver creato un collegamento fra le nostre menti. L’altra notte, mentre sognavo, credo di aver percepito il male, il dolore che lei sta provando. È stata l’esperienza più orribile che mi sia capitata, anche peggio del vedere uccidere un collega senza poter intervenire. Quando mi sono svegliata, tutti i pezzi sono andati a posto, come ve li ho raccontati. Ho sfiorato la pazzia in quei momenti.”
“Non stento a crederlo.” Convenne Harry.
“Harry, cosa possiamo fare?” Gli chiese Ginny.
“Non lo so, devo pensare, ragionarci con calma.”
Tanya notò che le mani del comandante tremavano.
“Non sarei venuta qui se non avessi la certezza di ciò che dico.” Asserì.
“Non ne dubito. E devo ammettere che la storia che ci hai raccontato ha un senso, ma capisci che non posso prenderla per buona così com’è.”
Era palese lo sforzo dei coniugi Potter per mantenere la calma.
“Lo faresti, se potessi sentire ciò che ho passato io l’altra notte.”
“Abbiamo il pensatoio, puoi fargli vedere i tuoi ricordi.” Si inserì Ginny.
“Se si vuole così male.” Sbottò Tanya.
“Sarebbero comunque sensazioni! Non bastano a provare che Hermione è viva ed è la Cacciatrice di Liverpool! Credimi, Tanya, vorrei tanto poterti dare ragione, vorrebbe dire che finalmente l’abbiamo trovata!” Si fermò, prima che gli si spezzasse la voce. Ginny gli passò un braccio intorno alle spalle che però lui parve voler ignorare.
“Fisicamente potrebbe essere lei.” Argomentò Tanya. “E Hermione è la sola strega che conosco con quelle capacità. Capite che potevo rivolgermi solo a voi…”
“Sì.” Harry le fece cenno di tacere. “Non devi giustificarti di nulla, però…”
Qualunque cosa stesse per dire andò perduta, quando una fiammata verde esplose nel piccolo camino al centro della stanza. Per la tensione che aveva preso la piccola congrega, tutti fecero un balzo sulle poltrone.
Le fiamme verdi delinearono un viso che Tanya riconobbe subito.
“Leo?”
“Comandante Larkin.” Lo salutò Harry.
“Comandante Potter.” Rispose l’altro.
“Voi due siete in contatto?” Esclamò Tanya allibita.
“Mi ha tenuto informato su di te in questi anni.” Ammise Harry.
“Quando pensi di conoscere le persone.” Sbottò la ragazza.
“Comandante, è un grosso sollievo per me sapere che Tanya è con voi, tenetela al sicuro, mi raccomando.” Proseguì il Leo di fuoco, ignorando Tanya.
“Su questo potete stare tranquillo.” Lo rassicurò Harry.
“Bene, tenetela con voi, qui la situazione è critica…”
“Leo, che cazzo succede?” Esplose Tanya.
“Succede che qui è un casino pazzesco! La Cacciatrice è venuta a cercarti a casa, poco dopo che sei partita, ha ammazzato tre dei nostri che erano ancora sul posto. Poi, non trovandoti, ha raso al suolo l’intero palazzo e quelli circostanti, stanno ancora contando i morti. Ecco che cazzo succede! Quindi tu rimani con i Potter e che non ti venga in mente di tornare a Liverpool!”
Detto questo, il volto di Leo e le fiamme verdi si dissolsero, lasciando la stanza avvolta da un silenzio sbigottito.

*

I Ranger Magici sono un noto corpo di polizia attivo in America, fondato e capitanato da Chuck Norris, a casa del quale si conserva un quarto libro di Golconda.
 

*


Golconda è il nome di un'antica città in rovina in India centro meridionale.



 

Un celeberrimo quadro di René Magritte dipinto nel 1953 e appartenente alla corrente del surrealismo.

 

 

Mentre scrivevo, avevo in mente il titolo dell’albo numero 41 di Dylan Dog, uscito nel febbraio del 1990.


   
 
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