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Autore: Jane The Angel    03/10/2006    2 recensioni
è il primo libro, la Pietra Filosofale, visto da Hermione. Ho cambiato qualche cosa (avvenimenti e simili) ma la storia è quella della Rowl, solo cambia il punto di vista. Fatemi sapere se postare anche gli altri chappy o lasciar perdere!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Punizione

La mattina seguente, mentre Hermione, Harry e Ron stavano facendo colazione con dei toast alla marmellata d’arancia, la professoressa McGranitt entrò nella Sala Grande a passo svelto e con un’espressione severa dipinta sul volto. Hermione, che fu la prima a vederla, diede un gomitata a Ron, che era affianco a lei, e un calcio sulle caviglie ad Harry, che invece si trovava di fronte a loro, e indicò l’insegnante con un movimento del capo.

La videro avvicinarsi al tavolo di Serpeverde e fermarsi accanto a Draco Malfoy, che era come sempre insieme a Tiger e Goyle. La professoressa consegnò a Malfoy un paio di fogli di pergamena con una busta, poi disse al ragazzo qualcosa e si avviò verso di loro. Non appena la videro arrivare, i tre amici finsero di mangiare e si voltarono nuovamente solo quando la McGranitt, fermatosi dietro di loro, si schiarì la voce e disse –Queste sono le lettere per i vostri genitori. Come sapete potete aggiungerci una lettera da parte vostra. Voglio che le spediate entro le sei di oggi pomeriggio. Lo saprò, se non le avrete spedite. E anche se avrete cambiato qualcosa, le pergamene su cui sono scritte sono state stregate in precedenza dal professor Silente, perciò dubito fortemente che anche lei, signorina Granger, sarebbe in grado di modificare qualcosa. Già che ci sono… ecco gli orari delle lezioni di questo quadrimestre. Arrivederci.-

-Arrivederci.- dissero in coro Hermione, Harry e Ron mentre estraevano febbrilmente i fogli di pergamena contenuti nella busta. Hermione aprì il suo e lo lesse nella mente

Gentili signori Granger,

essendo io l’insegnante che ha il dovere di controllare la casa di Hogwarts di Grifondoro, nonché vicepreside della scuola, ho lo spiacevole dovere di informarvi della recente trasgressione delle regole di Hogwarts da parte di vostra figlia, Hermione Jane Granger. Nonostante nel Regolamento d’Istituto, chiaramente scritto e appeso alla portata degli studenti (alla porta dell’ufficio del nostro custode, Mastro Gazza, e in ogni Sala Comune), sia chiaramente specificato che ogni studente deve tornare nel dormitorio o, per lo meno, nella sua Sala Comune, entro e non oltre le nove di sera, la signorina Granger, accompagnata da alcuni suoi amici (Harry Potter e Ronald Weasley, di Grifondoro, e Draco Malfoy, appartenente alla casa di Serpeverde) si è recata nel cortile della scuola alle dieci di sera ed è rientrata più di mezz’ora dopo. Tale azione, oltre ad essere esplicitamente contro il regolamento, avrebbe potuto essere pericolosa poiché, se nel buio fossero caduti nel lago o si fossero addentrati nella Foresta Proibita, le conseguenze avrebbero potuto essere decisamente dannose per la loro incolumità. Per questo motivo abbiamo naturalmente preso provvedimenti: alle case sono stati tolti 50 punti per ogni studente ed inoltre passeranno la sera di oggi in punizione, stabilita dalla sottoscritta.

In fede,

Minerva McGranitt, Vicepreside

-Cavolo, l’ha messa giù pesante!- esclamò Ron, alla quale la McGranitt aveva scritto le stesse identiche cose scritte a Hermione, ad Harry e, presumibilmente, anche a Draco Malfoy.

-Oh, no… i miei mi uccideranno!-

-I Dursley rimarranno molto delusi.- disse Harry. Hermione e Ron, che stando a ciò che Harry aveva detto loro avevano capito che ai Dursley non importava assolutamente nulla di ciò che accadeva ad Harry, lanciarono sguardi confusi all’amico, che sorridendo disse –Avrei potuto annegare nel lago o perdermi per sempre nella Foresta Proibita, invece sono sano e salvo e dovrò tornare da loro a fine anno. No, sono più che sicuro che non me la perdoneranno tanto facilmente.-

Hermione e Ron scoppiarono a ridere e, mentre la professoressa McGranitt girava per la Sala Grande distribuendo gli orari, loro afferrarono quelli che li aveva consegnato pochi minuti prima.

Lunedì

Martedì

Mercoledì

Giovedì

Venerdì

Trasfiguraz.

Difesa

Incantesimi

Trasfiguraz

Difesa

Trasfiguraz

Difesa

Incantesimi

Trasfiguraz

Difesa

Pozioni

Difesa

Incantesimi

Pozioni

Storiamagica

Pranzo

Pranzo

Pranzo

Pranzo

Pranzo

Erbologia

Storiamagica

Pozioni

Erbologia

Trasfiguraz

Erbologia

Storiamagica

Pozioni

Storiamagica

Pozioni

-Terribile! Ma andiamo, non è possibile! Ogni giorno abbiamo Pozioni e Trasfigurazione!- si lamentò Ron dopo aver letto l’orario.

–Beh, non il martedì.- li fece notare Hermione scorrendo con lo sguardo l’orario.

–Mi prendi in giro? Sai che soddisfazione, Storia della Magia!-

-Fammi capire, tu vorresti fare quante materie in tutto? Due? Tre?-

-Non sto dicendo questo, però…-

-Oh, insomma, la finite?- esclamò Harry ridacchiando -Com’è possibile che trovate sempre un motivo per litigare?-

-Non è colpa mia, è lui che…-

-Non è colpa mia, è lei che…- Hermione e Ron, che avevano iniziato a parlare nello stesso istante, si fermarono e tutti e tre scoppiarono a ridere.

-Cavolo, siamo in ritardo megagalattico! Sbrighiamoci, già la McGranitt è incavolata con noi.- disse Hermione infilando nella borsa l’orario e la lettera. I tre si alzarono e corsero verso l’aula di Trasfigurazione. Non appena entrarono notarono che la professoressa non era ancora arrivata, così entrarono tranquillamente. Sulla cattedra era seduto solo un gatto grigio, che evidentemente serviva per la lezione. Magari avrebbero iniziato la trasfigurazione degli animali! Fino a quel momento si erano fermati agli invertebrati.

–Meno male, proprio il primo giorno del quadrimestre…- stava dicendo Ron. Non appena Ron ebbe finito di parlare, il gatto saltò giù dalla cattedra. Durante il salto, l’animale prese gradualmente la forma della professoressa McGranitt, che quando atterrò davanti ai tre aveva ormai assunto del tutto le sembianze umane originali e l’espressione severa del volto. Hermione, Harry e Ron rimasero di stucco.

–Lei… è stata maledettamente brava.- disse Ron fissando la professoressa ad occhi sbarrati.

–La ringrazio, signor Weasley. Con questo giudizio potrò finalmente dormire tranquilla.- rispose fredda la McGranitt –Ora ai vostri posti, per favore.- aggiunse l’insegnante mentre la classe attorno a loro ridacchiava sotto i baffi. I tre amici si diressero verso gli ultimi tre posti liberi. Harry e Ron si sedettero al primo banco in prima fila partendo da sinistra, mentre Hermione si sedette l banco affianco accanto a Mandy McTass, una ragazza dai lunghi ricci biondi appartenente alla casa di Corvonero con cui i Grifondoro seguivano le lezioni della McGranitt. La professoressa si schiarì la voce –Bene, quello che avete appena visto, alcuni di voi solo per metà a causa del loro ritardo, è un caso di trasfigurazione umana. Essendo molto complicata non si insegna in modo pratico fino al settimo anno, anche se al sesto si inizia a trasfigurare una parte del corpo. Quest’anno tuttavia inizieremo a studiare la teoria della trasfigurazione umana. Chi di voi sa dirmi cos’è un animagus?- domandò la professoressa McGranitt. La mano di Hermione scattò subito in aria, solitaria –Si, so che lei lo sa, signorina Granger. Nessun altro?- nell’aula non si mosse una mosca –Forse se ci mettessimo io e la signorina Granger a fare lezione sarebbe la stessa, identica cosa. Voglio che mentre spiego prendiate APPUNTI invece di dormire. E credo che per prendere appunti voi abbiate bisogno di CARTA E PIUMA, VOI CHE DITE?- la voce della professoressa McGranitt risuonò nell’aula, mentre tutta la classe si affannava per prendere i fogli di pergamena e le penne d’oca dalla cartella –Molto bene. Signorina Granger, può darci la definizione di animagus mentre i suoi compagni PRENDONO APPUNTI? Badate, chi la prossima volta non sa dirmi cos’è un animagus sarà direttamente bocciato agli esami di fine anno. Signorina Granger.-

Mentre i suoi compagni si preparavano a scrivere, Hermione disse –Un animagus è un mago che ha la capacità di prendere le sembianze di un dato animale.-

La professoressa annuì –Molto bene. Ora, naturalmente un animagus non…-

Quando due ore più tardi uscirono dall’aula Harry, Ron ed Hermione erano pieni zeppi di complicati appunti sugli animagus e del modo in cui la loro trasformazione era regolata dal ministero.

Il resto della giornata passò abbastanza in fretta, come succede sempre quando non vuoi che arrivi la sera. Anche se la lezione di Pozioni con i Serpeverde si rivelò naturalmente esasperante, poiché da quando Harry si era salvato alla partita di Quidditch Piton era terribilmente odioso con Hermione, Ron e soprattutto con Harry, e durante la lezione di Erbologia, che seguivano con i Tassorosso, la Campana dei Morti che i tre stavano curando iniziò a suonare all’inizio della lezione e non la smise finchè la professoressa Sprite non si avvicinò a loro e li fece notare che avevano un’intera coltivazione di scarafaggi all’interno del vaso, proprio accanto alle radici.

Nel pomeriggio Hermione e Ron scrissero le lettere ai loro genitori per aggiungerle a quelle scritte dalla McGranitt.

Cari mamma e papà, so che avete appena letto la lettera scritta dalla professoressa McGranitt. So che sperate di sentirvi dire che non è stata colpa mia, che mi ci hanno trascinato, ma non è così e non voglio assolutamente incolpare Harry e Ron. È vero che eravamo in giro dopo il coprifuoco imposto dalle regole della scuola, tuttavia posso dirvi che avevo un buon motivo per farlo, anche se purtroppo ancora non posso dirvi nulla, mi dispiace. Nonostante tutto non dovreste pensare quello che sicuramente state pensando, cioè che Hogwarts è un posto pericoloso perché è il posto più affascinante in cui io sia mai stata, e il fatto che ci abbiano trovati subito dovrebbe farvi capire quanto siamo ben controllati.

Vi voglio bene,

Hermione

Quella sera, dopo aver spedito le lettere come la McGranitt aveva ordinato Harry, Hermione e Ron si trovarono davanti alla porta dell’ufficio di mastro Gazza, attendendo di sapere quante frasi avrebbero dovuto scrivere o quanti gabinetti o trofei avrebbero dovuto pulire quella notte. Dopo qualche minuto dal corridoio di destra arrivò Malfoy, con un’espressione funerea almeno quanto la loro dipinta sul volto. Nessuno di loro si salutò: si limitarono a scambiarsi occhiate piene di odio senza dire una parola.

Non appena la lancetta dell’orologio da polso di Hermione si spostò sul dieci la porta dell’ufficio di Gazza si aprì e il custode ne uscì, con un ghigno soddisfatto.

-Bene, bene. Vogliamo andare?- domandò Gazza, anche se in realtà non era una domanda che presupponeva una risposta. Più che altro era un ordine. Il gruppetto seguì Gazza attraverso i corridoi. Ad un certo punto il custode si mise a borbottare, evidentemente rivolto a loro –Eh, già. Come mi mancano le magnifiche punizioni di una volta. Ai miei tempi, quando ti mettevano in punizione, ti appendevano per le caviglie giù nei sotterranei. Oh, come mi mancano quelle urla! E invece non siete neanche affidati a me, ma a quel mezzo cervello di Hagrid.-

Sul volto di Harry, Ron ed Hermione nacque immediatamente un sorriso che, fortunatamente, Gazza non vide. Il gruppetto uscì dal portone principale e si diresse, Gazza in testa, verso la capanna di Hagrid. Le luci delle finestre erano spente, ma si vedeva una luce proprio accanto alla casa del guardiacaccia. Fu verso quelle luci che si diressero.

Hagrid e Thor erano lì fuori e Hagrid teneva in mano due torce. Aveva un’aria piuttosto sconsolata.

–Oh, andiamo Hagrid, non sarai mica ancora arrabbiato per quello stupido drago!- esclamò Gazza con la sua solita voce strozzata.

–Cos’è successo a Norberto, Hagrid?- domandò Ron. Il guardiacaccia trattenne un singhiozzo, poi rispose –Lo hanno mandato in Romania, dove sta tuo fratello Charlie. In uno degli allevamenti che ci sono laggiù.- Hermione aggrottò le sopraciglia –Ma, Hagrid, allora sarà contento, no?-

-Si, ma… e se poi la Romania non ci piace? E se gli altri draghi ci fanno i dispetti? È solo un cucciolo!- esclamò Hagrid. Draco e Gazza sollevarono lo sguardo al cielo e sinceramente né Hermione, né Harry e né Ron trovarono nulla da ridire.

–Su, Hagrid. Porta questi qui nella Foresta e facciamola finita. Io me ne torno a letto. Buona fortuna!- esclamò Gazza canzonario, allontanandosi a passo malfermo. Hermione, Harry, Ron e Malfoy sbiancarono, pregando di non aver sentito bene –Non… ma Hagrid, non avrà detto sul serio…- balbettò Hermione.

–Nella Foresta Proibita?- la interruppe Draco –Ma non si può! È Proibita! Sennò non si chiamerebbe Foresta Proibita! Non si può! Quando mio padre…-

Hagrid non lo lasciò terminare la frase –L’alternativa è l’espulsione. Se preferisci, puoi tornare al castello e iniziare a fare la valigia, se pensi che tuo padre lo preferisca...-

Malfoy parve non trovare nulla da replicare così il gruppo, seguito da Thor, si avviò all’interno della foresta.

Era buio, ma le lanterne fornivano una debole luce che permetteva loro di vedere almeno dove mettevano i piedi.

–Hagrid, cosa dobbiamo fare qui?- domandò Hermione, la voce tremante.

–Guardate. Sangue di unicorno. La scorsa settimana ne ho trovato uno morto, la settimana prima un’altro e pare che ce ne è un altro ferito, ora. Dobbiamo trovare lui e curarlo, ma se lo troviamo che sta troppo male lo dobbiamo abbattere. Per non farlo soffrire troppo. Ora: ci dividiamo. Io vado di là. Me la so cavare, io. Invece voi quattro andate di là.- spiegò Hagrid.

–Con Thor, però.- esclamò Draco adocchiando i denti affilati del cane.

–Va bene. Ma ti avverto: è un gran vigliacco.- acconsentì Hagrid –Se qualcuno trova l’unicorno, spara con la bacchetta scintille verdi in alto e gli altri lo raggiungono subito. Se uno è in pericolo, spara scintille rosse. Tutto chiaro? Bene. Ci si vede!-

Hagrid si voltò e si incamminò dopo aver lasciato ad Harry una delle due lanterne. Bastarono pochi passi perché scomparisse dal loro campo visivo.

–Quindi qui c’è… c’è qualcosa che ammazza gli unicorni e… e noi dobbiamo trovarlo?- domandò Ron con voce spaventata.

–Così pare.- anche la voce di Harry era decisamente angosciata.

–Ma è matto! Sono tutti matti! Questi non sono lavori da… da studenti!- esclamò Malfoy mentre si incamminavano a passo insicuro tra gli alberi, con Thor che camminava accanto a loro.

–Se non ti conoscessi bene, Draco, direi che hai paura!- constatò Harry mentre voltavano dopo aver sorpassato un albero dal tronco bitorzoluto.

–Paura! Ah! Non dire scemenze, Potter!- lo rimbeccò Draco –Occupati della Granger, lei si che ha paura!- Hermione lanciò a Malfoy un’occhiataccia. In effetti aveva paura, ma sapeva che ce l’aveva anche Malfoy, perciò decise di non darlo a vedere –Io non ho paura, Malfoy. Tu, piuttosto, guarda che se anche ti allontani da Thor di più di cinque millimetri nessuno ti salta addosso!-

-Non sto appiccicato a Thor! È capitato e basta, guarda, adesso mi allontano così ci puoi andare tu vicino a Thor, visto che ci tieni tanto.- ribattè Draco.

Ad un certo punto Harry si bloccò –Zitti! Non avete sentito niente?- domandò ai compagni, che immediatamente fecero silenzio e tesero le orecchie. In breve il rumore che Harry aveva sentito si ripeté: un debole risucchio proveniva dritto da una zona imprecisata davanti a loro e li fece rabbrividire. I quattro tirarono immediatamente fuori le bacchette da sotto il mantello e, tenendole dritte davanti a loro, sollevate in posizione di attacco, avanzarono verso il luogo da cui era provenuto il rumore e da cui continuava a provenire. Ogni volta che la luce della lanterna illuminava un nuovo centimetro di foresta si aspettavano di veder spuntare davanti a loro una terrorizzante e ferocissima creatura.

Le loro paure si avverarono dopo appena tre o quattro passi. Un magnifico unicorno, un tempo di un bianco splendente, era steso a terra, la bocca leggermente aperta, un rigagnolo di sangue che dal collo gocciolava a terra, impregnando le foglie. China sul collo dell’animale una figura incappucciata, avvolta in un ampio mantello nero che si allargava a coprire tutto il corpo del mostro e un po’ del terreno circostante.

Hermione, Harry, Ron e Draco si bloccarono, senza fiato. Probabilmente la creatura li aveva sentito, perché alzò il volto verso di loro. Non tutto il volto si vedeva, perché un cappuccio copriva la parte superiore. Il naso e gli occhi erano coperti, ma si intravedeva un mento biancastro dal quale gocciolava il sangue dell’unicorno. I quattro sapevano che avrebbero dovuto lanciare le scintilla rosse, ma erano pietrificati dal terrore.

La figura incappucciata si alzò: non aveva piedi, galleggiava in aria e il suo mantello scivolava sotto e dietro, circondando il corpo, dall’aspetto allo stesso tempo gracile e terrificate. I quattro ragazzi erano bloccati, totalmente incapaci di muovere un solo muscolo per allontanarsi da quell’essere, ma ciò non accadde a Thor, che non appena vide il viso della creatura lanciò un guaito penoso e fuggì a gambe levate tra gli alberi della Foresta Proibita. A stento Hermione, Harry, Ron e Draco si accorsero che l’enorme cane non era più accanto a loro, tanto era il terrore che scivolava sulla loro pelle, vi entrava e circolava nelle loro vene, mescolandosi con il loro sangue.

L’incappucciato si avvicinò a loro galleggiando nell’aria. Sentirono il suo gelido fiato, i suoi rumorosi e freddi sospiri sfioravano i loro volti mentre era sempre più vicino. Ad un certo punto, accanto ad Hermione, Draco lanciò un urlo e fuggì, passando proprio dove poco prima era passato Thor, o forse molto tempo prima, poiché avevano completamente perso la nozione del tempo alla vista di quel volto inumano e spettrale per metà coperto di sangue. Lo sguardo dell’uomo passò da Hermione a Ron, poi guardò Harry e il suo sguardo si fermò sulla sua fronte. In quel momento il volto di Harry si contrasse in una smorfia di dolore e la sua mano scattò sulla cicatrice. La mano dell’incappucciato scattò sotto il mantello ed estrasse la sua bacchetta magica da una tasca che intravidero nell’ombra. Con un fluido e leggero movimento della bacchetta, l’essere iniziò a pronunciare una formula magica con voce fredda, spettrale, roca e spaventosa –Avada…-

Nella minuscola parte del suo cervello che ancora rimaneva in grado di ragionare Hermione capì, come per un eco lontana, che quella che l’incappucciato stava pronunciando era la formula dell’Avada Kedavra, una delle tre Maledizioni Senza Perdono e forse la più terribile, quella che provocava la morte. Le mani dei tre ragazzi scattarono, anche se con pochissima speranza, alzando in difesa le rispettive bacchette. L’incappucciato stava per terminare la formula quando qualcosa, un enorme macchia scura, lo colpì giungendo da una collinetta dietro ai tre ragazzi.

Mentre l’incappucciato fuggiva, i tre ragazzi riuscirono finalmente a capire chi o cos’era il loro salvatore. Lo squadrarono dal basso verso l’alto. Lo zoccolo anteriore destro, nero come gli altri quattro, si muoveva nervosamente sbattendo a terra. Le zampe e il corpo, pelosi, erano di colore marrone scuro. Appena sotto l’ombelico il pero scompariva di netto, lasciando il posto a pelle umana decisamente pallida. I capelli neri cadevano sulle spalle muscolose e incorniciavano l’attraente volto umano dagli occhi neri.

Il centauro si avvicinò lentamente al gruppetto e disse –Siete studenti della scuola di Hogwarts, noto. Cosa fate qui?- con voce calda e profonda.

–Siamo… con Hagrid. Siamo in… in punizione.- balbettò Harry dopo una comprensibile pausa dovuta allo spavento subito.

–Hagrid e Silente devono avere grande stima delle vostre abilità. Non tutti gli studenti sono abbastanza esperti per entrare nella Foresta. Non di questi tempi… ma… vedo ciò che vedo? O è un illusione? Harry Potter?Sei proprio tu?- Harry annuì. –E quali sono i vostri nomi?- domandò il centauro. I due si presentarono con voce incerta, poi il Centauro disse –Il mio nome è Fiorenzo. Solo un avvertimento, signor Potter, non è prudente addentrarsi nella foresta, di questi tempi.- Fiorenzo alzò lo sguardo verso il cielo stellato e disse –Marte è molto luminoso negli ultimi tempi. E i barlumi della sua luce toccano quelli di Europa, luna di Giove.- Hermione, Harry e Ron alzarono le sopraciglia e quest’ultimo esclamò –Ah… ed è un bene?- lo sguardo di Fiorenzo, indecifrabile, si spostò su di lui –No, signor Weasley, è un male. Un grande male.-

-Fiorenzo!- esclamò il vocione di Hagrid alle spalle dei tre ragazzi. Hermione, Harry e Ron si voltarono. Hagrid aveva un grosso fucile in mano e Thor era affianco a lui, con Malfoy nascosto dietro.

–Buonasera, Hagrid. Bene, ora che sei arrivato, posso lasciarvi. Arrivederci.- Fiorenzo cavalcò svelto. Presto sparì nel buio e il suo galoppo venne nascosto dalle scure fronde degli alberi. Hagrid scese velocemente dalla collinetta su cui si trovava e immediatamente Thor e Malfoy lo seguirono.

-Cos’è che vi è successo? Quello lì mi ha detto solo che qui ci stava un mostro.- disse Hagrid accennando a Malfoy con un gesto della mano sinistra, poiché nella destra teneva stretto il fucile. Harry indicò l’unicorno che ancora giaceva a terra senza vita dietro di loro e disse –Quella… cosa… lo stava mangiando.-

-No.- disse Hagrid avvicinandosi all’animale ed esaminandone attentamente la ferita che riportava sul collo –Non lo stava mangiando. Beveva il suo sangue. Avete visto cos’era?- domandò il guardiacaccia avvicinandosi nuovamente ai quattro ragazzi e al cane.

–Era un… uomo, credo. E… era incappucciato. Con il sangue che li colava dalla bocca.- Hermione rabbrividì raccontando ciò che avevano visto, ricordando il soffio gelido della creatura, il modo spettrale in cui si muoveva…

-E quando si è avvicinato… galleggiava nell’aria, tipo.- disse Ron.

–Torniamo al castello. Qui non è più un posto per voi. Andiamo.- disse Hagrid. Nonostante le lunghe falciate di Hagrid, nessuno dei quattro ebbe problemi a tenere il passo, tanto erano spaventati all’idea di incontrare nuovamente quell’essere.

Non appena entrarono nel castello, dopo aver lasciato Thor alla capanna di Hagrid, accompagnarono Draco alla Sala Comune di Serpeverde e poi Hagrid li accompagnò alla loro Sala Comune.

–Hagrid… perché bere il sangue di unicorno?- domandò Harry incuriosito e anche un po’ impaurito.

–Il sangue di unicorno, Harry… serve a far restare in vita un moribondo, ma non è un bene. Hai ucciso un essere puro e innocente. Dal momento in cui bevi un sorso di sangue, vivi una vita a metà, dannato, sei, ecco come si dice. Ora entrate e tenetevi lontano dai guai, da adesso. Chiaro? Buonanotte.-

Rimuginando, i tre salutarono Hagrid ed entrarono nella Sala Comune dopo aver dato la parola d’ordine (Bolidi) alla signora Grassa. Senza dirsi nulla, capirono che prima di andare a letto dovevano parlare. Così si sedettero, come se fossero stati d’accordo, su tre poltrone accanto al fuoco che scoppiettava allegramente nel caminetto, e rimasero per qualche secondo in un silenzio meditabondo. Fu Harry il primo a parlare –Ma chi vorrebbe vivere una vita dannata? Meglio morire, no?-

Hermione, dopo qualche secondo, ebbe l’occasione di dar voce a un pensiero che le era venuto quando Hagrid aveva detto a cosa serviva il sangue di unicorno –Qualcuno che non ha niente da perdere.- disse, guardando Harry negli occhi. Lui sobbalzò –Voldemort?-

-Non pronunciare quel nome!- esclamò Ron immediatamente. Poi domandò –Voi credete davvero… che quello che abbiamo visto era… lui?-

Nessuno rispose. Sapevano già cosa stavano pensando gli altri. Si erano trovati faccia a faccia con Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Ad un certo punto Ron esclamò, con l’aria di chi ha capito qualcosa che cercava di spiegare da tempo –Ma si, certo! Piton…- a quel punto abbassò la voce, fino a trasformarla in un sussurro –Non vuole la Pietra Filosofale per lui, ma per portarla a… Voi-Sapete-Chi!-

-La Pietra… dona vita eterna. Riuscirebbe a… a riavere la sua vita.- sussurrò Hermione mentre questa nuova, terrorizzante idea si instaurava come un pesante macigno dentro di loro.

–Ma… se lo facesse… se riuscisse a prendere la Pietra… tornerebbe ad avere il potere che aveva undici anni fa.- disse Harry. Decisamente turbati, decisero di andare a dormire, ma nessuno dei tre riuscì a chiudere occhio, quella notte.

Hermione si infilò sotto le coperte e con un soffio spense la candela. Sentiva il respiro regolare delle sue compagne di stanza, ma non le servì a trovare il sonno. Pensava al luogo in cui si era trovata meno di un’ora prima. Nella Foresta Proibita, faccia a faccia con Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, probabilmente il mago più crudele di tutti i tempi. Avrebbe potuto ucciderli con un solo incantesimo, tutti e quattro, non appena li aveva visti. Ma non l’aveva fatto. Perché? Forse non era ancora abbastanza potente? Forse non voleva che altre persone scoprissero che stava preparandosi a tornare. Forse non aveva la bacchetta. Forse non gli era venuto in mente.

Forse. Forse.

Non sapeva nulla. Non aveva senso fare delle supposizioni, non sapeva neanche con certezza se era proprio lui quello che avevano incontrato nella foresta. Forse era solo un poveraccio che aveva preferito essere dannato che affrontare la morte. Nonostante questa nuova possibilità, Hermione continuò a pensare che avrebbero già potuto essere morti. Sapeva che lei, Harry e Ron si stavano immischiando in una faccenda troppo grande per loro, troppo pericolosa e che avevano un nemico che, chiunque fosse, era troppo forte e potente per loro. Sapeva che sarebbe potuta finire molto male, ma sapeva anche che non avrebbero potuto non fare nulla. Sapeva che, dopo aver scoperto quello che avevano scoperto, sapendo ciò che sapevano, non potevano ignorare ciò che stava accadendo. Perchè, che quello fosse Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato o no, era ovvio che qualcosa stava accadendo.

________Nota di Herm90

Zalve! Lo so che in teoria sono solo Harry e Draco che vedono Voldy, ma non potevo far semplicemente andare Hermione e Ron con Hagrid e fargli raccontare tutto da Harry, sarebbe stato noioso, quindi...

Grazie a keloryn per aver commentato lo scorso capitolo (la reazione ci sarà, ma dovrai aspettare ancora un po'...)

Kiss a tutti e... ricordatevi di commentare!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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