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Autore: FollowMe    29/02/2012    1 recensioni
Vanessa, una vampira di secondo ordine, si è appena trasferita in una nuova scuola e si accorge di essere l'unica ragazza. Cosa faranno tutti i ragazzi??
Un magico romanzo all'insegna dell'aventura vampirica e dell'amore
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono ancora le cinque, non riesco a dormire, la solitudine mi soffoca, vorrei avere accanto a me Josh, il mio Josh. Però non so come definire la nostra relazione: potevamo essere fidanzati o era solo qualche bacio? Glielo avrei chiesto dopo qualche ora, a scuola…e come dovevo comportarmi con Erik? Mi aveva subito capita ed, in un certo senso, quel ragazzo mi piace, e tanto anche…non sono sicura se mi piaccia di più Josh o Erik! Come lo avrei capito? Non lo so proprio.
Essendomi riaddormentata alle sei e quarantacinque mi sono rialzata dal mio caldo letto ed ho ricominciato a vivere la mia fredda ed incasinata esistenza.
Sono le undici ed a scuola inizia la ricreazione.  Faccio solo due passi e, indovina un po’, vedo sia Erik che Josh venirmi incontro. Nella mia testa penso ‘‘oh cavolacci, devo nascondermi’’ e, essendo la prima porta accanto a me, entro nel bagno delle ragazze e rimango al suo interno fino al suono della campanella che indica il nuovo l’inizio delle lezioni.
Entrata nell’aula della quarta ora vedo Josh, ‘‘che ci faceva lui li? Che mi teneva il posto accanto a lui per giunta?’’ poi mi ricordai che le ultime tre ore avevamo arte e musica insieme. All’improvviso comparve alla porta, proprio dietro di me, una custode che ci disse che la nostra professoressa di arte non sarebbe venuta e che non avevamo nessun professore che ci avrebbe fatto supplenza. Avevo due ore libere per chiacchierare con il mio Josh.
Mi sedetti sul banco che mi aveva tenuto Josh, lui venne verso di me, mi baciò dolcemente :‘‘Come sta oggi la mia bellissima ragazza?’’ Allora eravamo fidanzati!...io la sua ragazza e lui il mio ragazzo……wow! :‘‘Bene, e il mio bruttissimo ragazzo?’’
:‘‘Da quando ti ho vista molto meglio’’. Arrossì e mi senti la caccia andare a fuoco.
Josh mi prese il viso tra le mani :‘‘Ti va di fare una follia?’’
:‘‘Dipende quanto è folle!’’
:‘‘Usciamo ora da scuola, chissene di mucica, tanto non faremo niente come al solito’’ mi convinse subito. :‘‘Ci sto’’ almeno ero sicura che non avrei rivisto Erik all’uscita di scuola.
Io e Josh andammo al parco a chiacchierare poi, guardando’orologio mi accorsi che erano le quindici
:‘‘ Josh, scusa ma devo scappare, dovevo essere ora a casa per il ritorno di mia nonna, sai, oggi pomeriggio la governante non può stare a casa…’’
:‘‘Ok, bhè, allora ti riaccompagno a casa’’
:‘‘Grazie’’.
Tornata a casa presi immediatamente il telefono e chiamai Erik :‘‘Pronto’’
:‘‘Hei Erik, sono Vanessa’’
:‘‘Ciao, oggi a scuola non ti ho vista, che fine hai fatto?’’
:‘‘Sono dovuta andare via prima’’
:‘‘Ah, ok, capisco. Comunque, mi hai chiamata tu, quindi…cosa volevi dirmi?’’
:‘‘Volevo chiederti se ti andava di passare da me nel pomeriggio così mi facevi compagnia?!’’
:‘‘Come mai sei sola in casa?’’
:‘‘Con me doveva esserci mia nonna ma è andata al cinema con una sua vecchia amica che, praticamente, gli fa da famigli (persone attaccate sentimentalmente ad un vampiro che, tramite un controllo celebrale chiamato malia, gli lascia bere il suo sangue).’’
:‘‘Ah, ok, arrivo subito!’’
Dopo neanche cinque minuti sentì squillare il campanello di casa: era Erik!
Corsi verso la porta per aprirla, mi sorrise. Si era appoggiato ad una colonna della casa. Indossava un paio di jeans blu e una maglietta verde a maniche corte che gli metteva in risalto i suoi addominali scolpiti da pugile.
:‘‘Ciao bellissima’’ mi guardai, avevo solo un vestitino corto blu ed una sciarpa celeste, la divisa della scuola, che mettevo molto raramente.
:‘‘Ciao Erik, entra!’’ dopo essere entrato mi guardò dritto negli occhi e mi chiese :‘‘Ti fidi di me?’’ non sapevo cosa dire però risposi :‘‘Si, mi fido cecamente di te’’
:‘‘Bene, allora chiudi gli occhi, tendi le mani in avanti ed aspetta’’
:‘‘Ok’’, dopo poco mi sentì portare fuori, Erik mi fece sedere sulla mia panchina di vimini esterna e, afferrandomi le mani, mi ci fece scivolare dentro qualcosa di piccolo e freddo: una collana. Appena cercai di aprire gli occhi per vederla Erik mi ammonì e io li richiusi all’istante. Poi mi sfiorò la guancia facendomi venire i brividi e mi infilò una cuffietta per la musica in un orecchio, mise una canzone lenta, dolce, che riconobbi subito: la versione remixata di ‘‘Every time we touch’’ dei ‘‘Cascada’’ poi mi sussurrò all’orecchio :‘‘Questo è quello che provo per te’’ e mi baciò. Io ricambiai il bacio e gli misi le braccia intorno al collo, lui mi cinse la vita con un abbraccio sotto le dolci note dei Cascada.
Come se fosse passata un eternità Erik si staccò e mi baciò la fronte, io aprì gli occhi e, ritrovandomelo davanti, con soli pochi centimetri che dividevano i nostri visi, lo baciai una seconda volta, che, a differenza della prima sembrò durare realmente un’eternità, una bellissima eternità. Con questo bacio nella mia mente tornò il ricordo della sera precedente con Josh…‘‘io sto con Josh, non posso baciare Erik’’ ragionai, e mi staccai dal forte e rassicurante tocco del mio amante.
:‘‘Vanessa, è tutto ok?’’    
:‘‘No, non è affatto tutto ok’’ dissi con voce calma :‘‘Io, cioè, noi non possiamo baciarci’’
:‘‘E perché?’’ mi chiese spostandomi  una ciocca di capelli dietro l’orecchio
:‘‘Perché io sto con Josh, è il mio ragazzo, capisci…non posso tradirlo!’’
:‘‘Eppure lo hai appena fatto, eppure sei stata tu a chiamarmi e a dirmi di venire qui anche se sapevi quello che io provo per te’’
:‘‘Ho commesso uno sbaglio, uno sbaglio enorme, colossale’’ Erik mi guardò accigliato
:‘‘Io lo sbaglio non l’ho commesso, io ho tentato di capire se tu provi per me le stesse cose che io provo nei tuoi confronti, e come risposta mi è stato dato un si!’’
:‘‘Non avrei dovuto, non avrei mai, mai dovuto farlo’’
:‘‘Invece si perché adesso so che non vuoi solo Josh accanto a te, ma anche me…’’ Non riuscì a rispondere :‘‘…quindi a scuola io per te non sarò altro che un amico mentre dopo, quando tu vorrai, io verrò da te oppure te da me e potremo stare insieme’’. Con uno strattone riportò il mio corpo addosso al suo e per il resto del pomeriggio non facemmo altro che baciarci fino a quando non ci addormentammo insieme sul divano.
Durante il sonno mi svegliai, guardai l’orologio, erano le diciotto e trentasette, mi guardai di lato, c’era ancora Erik accanto a me che mi rassicurava con il suo dolce abbraccio.
Volevo svegliarlo in modo dolce quindi lo baciai, dopo un secondo lui ricambiò e mi sorrise. Aprì gli occhi :‘‘Ciao’’
:‘‘Ciao’’
:‘‘Che ore sono?’’
:‘‘Le diciotto e trentotto’’
:‘‘Devo andare a casa’’
:‘‘Non puoi’’
:‘‘Perché?’’
:‘‘Perché te lo proibisco’’ dissi in modo scherzoso mentre gli sorridevo
:‘‘Me lo proibisci?’’
:‘‘Davvero! Sei obbligato a stare qui con me fino alle ventidue: mangiamo insieme e ci vediamo un bel film’’
:‘‘E i miei e i tuoi genitori che diranno?’’
:‘‘Te chiama i tuoi, mia nonna tornerà solo domani per pranzo’ sorrisi :‘‘Allora? Ti va di rimanere qui con me?’’ gli chiesi in modo provocante. Lui mi sorrise e, traendomi a se, mi scoccò un bacio dolce ma possessivo :‘‘Questo lo prendo come un si!’’
  
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