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Autore: blueflaws    29/02/2012    5 recensioni
L’amore è complicato, dicevano gli adulti. Non sempre sarai fortunato e dovrai lottare per averlo.
Yuu Yanase lo aveva compreso nella primavera dei suoi dodici anni, mentre sedeva all’ultimo banco nella fila di destra della sua nuova classe e stringeva la mano a Chiaki Yoshino.
Il suo primo complicato amore conteso.
Due su due, niente male davvero!
Partecipa al contest "Amore Conteso - Contest di Disegni e Parole" indetto sul forum di EFP da sango_79
[Yuu Yanase/Chiaki Yoshino/Yoshiyuki Hatori]
1ª classificata al "Amore Conteso - Contest ufficiale di Disegni e Parole [Multifandom e Original]" indetto sul forum di EFP da sango_79
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: ambientata nel periodo delle scuole medie, durante il quale frequentavano tutti e tre la stessa scuola.
Buona lettura! :D
 
Rose
 

The Another Pretender

 
 
L’amore è complicato,dicevano gli adulti. Non sempre sarai fortunato e dovrai lottare per averlo.
Yuu Yanase lo aveva compreso nella primavera dei suoi dodici anni, mentre sedeva all’ultimo banco nella fila di destra della sua nuova classe e stringeva la mano a Chiaki Yoshino. Il suo primo complicato amore conteso.
Due su due, niente male davvero!
 

*

 
Yuu fin da piccolo aveva dimostrato uno spiccato talento per il disegno tanto che gli insegnanti e gli stessi genitori avevano condiviso l’idea di iscriverlo a un corso d’arte perché lo aiutasse a coltivare la sua passione.
Sapeva disegnare un po’ tutto, prendendo ispirazione dalle cose che lo circondavano. Soprattutto gli sfondi riusciva a valorizzarli in modo particolare. I colori per lui non avevano segreti; da un disegno piatto riusciva a creare un’opera d’arte. 
I suoi genitori erano orgogliosi di lui e sua madre aveva preso l’abitudine di collezionare tutti i disegni del figlio all’interno di raccoglitori che facevano bella mostra nel soggiorno di casa e all’occorrenza venivano mostrati agli amici.
A Yuu la cosa non dispiaceva poi molto, ma badava bene che sua madre non trovasse la scatola nascosta in fondo all’armadio dove custodiva i disegni più personali.
Il fatto che vi fossero dentro centinaia di fogli in cui c’era ritratto un ragazzo non avrebbe saputo come spiegarlo. A maggior ragione perché i suoi genitori conoscevano bene Chiaki, che trascorreva a casa sua buona parte dei pomeriggi.
Anche Yoshino ne era all’oscuro e, infatti, i disegni erano frutto della buona memoria di Yuu, perché non aveva ancora trovato il coraggio di chiedergli di posare per un ritratto.
Ma nonostante questo in quelle bozze era racchiuso tutto il sentimento che provava per lui. I capelli sbarazzini, gli occhi grandi e buoni, l’espressione ancora infantile. Yuu sentiva di amarlo con ogni fibra del corpo, nonostante la sua giovane età e bastava che Chiaki gli fosse accanto per sentirsi bene.
Sapeva però che non era il solo a rivolgergli quelle particolari attenzioni. L’aveva intuito dal primo giorno che si erano conosciuti e aveva visto alla fine delle lezioni Chiaki allontanarsi verso il cancello della scuola e un ragazzo camminargli un passo indietro come fosse la sua ombra.
Yoshiyuki Hatori, l’altro pretendente.
Yuu lo aveva detestato apertamente dall’inizio e anche Hatori, seppur in modo più discreto, ricambiava il sentimento. Da Chiaki era venuto a sapere che si conoscevano da quando erano piccoli e avevano compiuto lo stesso percorso scolastico; erano vissuti sempre insieme.
Era lui quello estraneo, l’altro, che si stava creando uno spazio tra di loro. Che Hatori fosse d’accordo oppure no. Vedeva come Chiaki dipendeva dal ragazzo, come gli stava accanto. Era un modo tutto diverso da come si comportava con lui, e Yuu sapeva di non essere guardato allo stesso momento. Risultava sempre un passo indietro e gli bruciava parecchio.
Yoshino però non si era mai accorto di niente perché con le relazioni sentimentali era un vero imbranato. Sembrava non accorgersi minimamente di come lo guardavano entrambi, delle occhiate che si lanciavano da sopra le sue spalle se uno dei due si avvicinava più del consentito.
Finché un giorno avvenne qualcosa che poteva volgere la situazione a suo favore. Aveva trascorso il pomeriggio a casa di Chiaki e, oltre ad un’abbuffata di letture di svariati manga, aveva scoperto un blocco pieno di schizzi su diversi tipi di personaggi ed era rimasto affascinato dalla bravura del ragazzo.
Preso dall’emozione del momento, non ci aveva pensato, ma, una volta tornato a casa, la soluzione gli era balzata chiara alla mente; limpida come uno specchio d’acqua.
Se voleva spuntarla con Hatori, doveva batterlo nel proprio campo.  Convincendo Chiaki a partecipare al suo stesso corso, l’avrebbe avuto un po’ di più per sé e forse la loro amicizia sarebbe mutata in qualcosa di più.
 

*

 
Mentre Chiaki estraeva dalla borsa l’occorrente per disegnare, Yuu, già seduto sullo sgabello, lo fissava incantato. Se qualcuno gli avesse chiesto perché si era innamorato di lui, un ragazzo, forse non avrebbe trovato una risposta sull’omosessualità, ma su Chiaki sì. Perché bastava un’occhiata per restarne colpito.
Lo sguardo gentile, il suo modo di essere goffo quando s’imbarazzava. La pelle morbida e quella conformazione ossea perfetta. Le labbra piene aperte in un sorriso o imbronciate se lo prendeva in giro. La punta delle dita macchiate di china dopo ore di disegni.
Chiaki era tutto un insieme di cose che gli facevano battere forte il cuore e avevano la potenza di calamitarlo verso di lui.  E mentre lo guardava mettersi seduto, con la luce pomeridiana che s’infrangeva sul suo viso, capì che quello era il momento giusto. Prese il coraggio a due mani e si avvicinò al ragazzo.
“Chiaki, ti faresti ritrarre?”.
Lo vide alzare gli occhi blu su di lui e guardarlo un po’ imbarazzato.
“Io?”.
“Sì, non ti va?”.
Sentiva le mani sudate per paura di una risposta negativa. Continuò a osservarlo in attesa, poi Chiaki si grattò dietro la nuca e abbozzò un sorriso.
“O-Ok”.
Un sorriso si aprì di rimando anche sul suo viso e non perse altro tempo. Prese dalla borsa il suo blocco da disegno e due matite, una rigida e una un po’ più morbida per i chiaroscuri.
“Va bene qui?” chiese Chiaki che stava ancora seduto composto sulla sedia.
Yuu si voltò a guardarlo e storse un po’ la bocca. Finalmente riusciva a ritrarlo avendolo davanti agli occhi e voleva qualcosa di speciale da conservare.
“Aspetta, vieni qui” lo condusse verso la finestra aperta, dalla quale entrava una leggera brezza estiva e lo fece mettere di profilo.
Gli prese le mani e ne appoggiò una sulla cornice della finestra e, con la scusa di sistemarla meglio, si prese il tempo di accarezzarli distrattamente le dita. Chiaki arrossì e voltò lo sguardo fuori. Quello sarebbe stato un buon momento per allungarsi e baciarlo, ma non voleva rischiare. Avrebbe fatto un passo alla volta.
I minuti scorrevano veloci nell’aula di disegno e il silenzio era infranto dal grattare della matita sulla carta. Sul foglio stava prendendo vita il ritratto del ragazzo che amava e Chiaki sotto la luce del pomeriggio era davvero bellissimo.
Quello fu il giorno migliore della sua vita.
 

*

 
Nonostante il tempo che trascorrevano insieme e la solida amicizia che si era creata tra loro, Yuu continuava a sentirsi l’altro nei confronti di Chiaki. Per motivi che non sapeva spiegarsi, o in realtà, che fingeva di non comprendere, Hatori era sempre un passo davanti a lui. Era un solido appoggio per lui e, inutile negarlo, Chiaki negli ultimi tempi aveva cominciato a guardare Hatori in modo diverso e lo aveva scoperto ad arrossire più spesso.
Dove lui si sforzava di attirare l’attenzione di Chiaki, Hatori non compiva il minimo sforzo. Erano due calamite che si attraevano, mentre lui si sentiva respinto. Continuavano a contenderselo alle sue spalle, ma chi aveva la meglio non era certo lui.
E alla fine successe, durante un pomeriggio di vacanze prima del loro ingresso alle superiori. Aspettava Chiaki in centro, davano l’ultima proiezione di un film che aveva insistito tanto per andare a vedere. Aveva atteso mezz’ora, sapeva che la puntualità non era il suo forte, ma quando il ritardo era diventato di un’ora e al telefono non rispondeva, si era diretto preoccupato verso casa sua.
Ad aprirgli era stato la madre, l’espressione del viso tirata e gli occhi stanchi. Chinatsu, la sorella di Chiaki si era sentita male quella mattina a scuola. Niente di grave, solo uno svenimento, ma siccome aveva tardato a riprendersi avevano pensato al peggio.
Yuu guardò con affetto la signora e poi le chiese come stesse Chiaki. Quando la risposta fu: “Ora meglio. È in camera sua con Yoshiyuki-kun” sentì un macigno al posto del cuore.
Varcata la porta, li trovò stesi sul pavimento accanto al futon. Sembrava si fossero assopiti.
Chiaki teneva una mano tra i capelli di Hatori e la testa appoggiata al suo petto. Visti così, le posizioni capovolte, ricordavano lo Yin e lo Yang. Si completavano.
Nonostante il fastidio che sentiva per quella plausibile sconfitta, abbandonò la borsa in terra e si stese accanto a Chiaki. Gli prese una mano della propria e la portò alle labbra. Avrebbe continuato a lottare per lui, anche se la realtà dei fatti era lì, davanti ai suoi occhi.
Chiaki inconsciamente aveva scelto Hatori da sempre. Ma adesso, almeno un po’, aveva bisogno anche di lui.
 
 
 
   
 
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