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Autore: sterne    01/03/2012    8 recensioni
Se volere bene a qualcuno significa sacrificare una parte di sé, io per Dylan sacrificherei tutta me stessa.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Non importa…”
 
 
2° Capitolo

 
-“Grace sei pronta?” Rispondo al telefono aspettandomi una voce irritata per il mio ritardo, invece, è stranamente tranquillo.
-“ehm sì?” tentenno, Dylan odia aspettare.
-“Ti prego non dirmi che devo aspettare che ti lisci i capelli o che ti trucchi” riesco ad immagine la faccia da cucciolo che ha assunto e il labbruccio tremulo. Sorrido divertita, continuando a prendermi gioco di lui.
-“ehm no?”
-“Grace!” sospira esasperato
-“Ok, ok. Devo solo cambiarmi, e sono pronta.”
- “Pupa per quanto mi riguarda puoi anche venire nuda”
-“Dylan!” la mia voce probabilmente risulta più stridula del dovuto.
-“è solo che…”
-“è solo che…?”
-“Sono da mia nonna. Mi passi a prendere?”
-“Non mi farà entrare di nuovo in casa come la scorsa volta vero? Ti ricordo che mi ha riempito le tasche di caramelle e per poco non rischiavo la lavanda gastrica, per tutte quelle fette di torta di mele che mi ha fatto mangiare?” comincio a ridere talmente tanto che mi manca il fiato.
- “Dylan potevi anche dire di no, che eri apposto.” Sentenzio divertita.
- “Bastavi tu a fare la figura della maleducata, non ne hai accettato nemmeno un pezzetto con la scusa, idiota tra l’altro, che ti eri appena lavata i denti e non sentivi il sapore. Non potevo dirle di no.” Scuoto la testa, ricordando quel pomeriggio.
-“Dylan non era una scusa idiota, era istinto di sopravvivenza, Nonna se non vede il cibo arrivarti alle orbite, non si ferma. Ah stasera ha preparato la pizza”
-“Ti passo a prendere alle ventidue, si puntuale e di’ a tua nonna che abbiamo fretta e che un altro giorno andiamo a fare merenda da lei.”
-“A tuo rischio e pericolo. A dopo scemo.”
-“A dopo bimba!” chiudo la chiamata cercando di ignorare quel traditore del mio cuore che cominciato la sua corsa.
 
Mi preparo in fretta e dopo diversi minuti passati a contemplare lo specchio, maledicendomi e insultando ogni riccio fuori posto e ogni curva del mio corpo. Sento bussare alla porta, una folta chioma bianca ne fa capolino, due enormi occhi azzurri segnati da oltre settanta anni di emozioni, incrociano i miei…
-“Ti stai facendo bella?”
-“Per quel che é possibile…” sospiro consapevole che tanto ogni tentativo è vano.
-“Non dire sciocchezze, sei già bella non vorrai stendere quel bel fanciullo che ti aspetta da un buon quarto d’ora?” Dylan è già arrivato? Strano solitamente mi fa uno squillo. Un quarto d’ora? Il mio cervello sempre attivo realizza con calma che era già qui quando ho chiuso la chiamata. Un sorriso si apre sul mio viso e schiocco un bacio sulla guancia delle nonna e prendendo borsa e giacca esco dalla camera dei miei nonni.
-“Grace, bambina mia non permettergli di spezzarti il cuore!” sussurra a pochi passi da me.
-“non succederà nonna, sta tranquilla.” Le ultime parole famose, un bacio per suggellare quella promessa. E esco fuori, il mio migliore amico mi sta aspettando.
 
-“Ehi” sospiro, senza indugiare ulteriormente con lo sguardo su di lui. È stata sufficientemente esaustiva la radiografia fatta dalla porta d’ingresso di mia nonna a qui. Liscio le invisibili pieghe della giacca per smorzare la tensione e calmare i fremiti.
-“Ehi smorfiosa, la tua giacca è apposto, smettila di lisciarla” prende le mie mani tra le sue e le porta all’altezza del suo stomaco. Alzo lo sguardo sulle nostre mani e poi sui suoi occhi color nocciola fissi sui miei non so nemmeno da quanto tempo.
-“Nemmeno un bacio?” borbotta, mi alzo sulle punte ma alto come è, è impossibile per me arrivarci, così si abbassa quanto basta perché le mie labbra tocchino la pelle liscia della sua guancia. -“Così va meglio.”- ma prima che mi allontani si avvicina di nuovo al mio viso, troppo vicino perché il mio cuore rimanga tranquillo e mi lascia un bacio all’angolo delle labbra. –“andiamo?”- soffia mentre si allontana e si gira per cominciare a camminare. Lasciandomi persa nei miei pensieri. E’ la prima volta che fa una cosa del genere, e non mi piace per niente, è consapevole dell’effetto che ha su di me.
-“Sei a piedi?” chiedo quando torno in me, mentre lui non lascia la presa dalle mie mani.
-“Sì, siamo a piedi, ho lasciato la moto davanti casa tua”. Mia nonna vive ad un centinaio di metri da casa mia, in pochi minuti arriviamo.
-“Eri già qui quando mi hai chiamato?” lo spiazzo con questa domanda mentre mi passa il casco.
-“mmh, no! Sono arrivato un istante prima che uscissi tu.” Afferma senza guardarmi.
-“ok…”- non indago ulteriormente anche perché non caverei nessun ragno dal buco. –“dove andiamo?” controlla che abbia allacciato bene il casco e prendo posto dietro di lui sulla moto.
-“tuo cugino ci aspetta a casa sua insieme agl’altri, per guardare un film. Allacciati a me!” stringo le mie braccia attorno al suo cinto e  appoggio il mio metto alla sua schiena.
-“signorina sbaglio o ti sono cresciute le tette? Dovrò constatare con mano.”
-“Idiota..” –si becca un pizzicotto sul fianco, che non l’avrà scalfito minimamente- “…non devi proprio constatare nulla, pensa a farmi arrivare viva a casa di mio cugino” dichiaro stizzita sicuramente bordeaux in viso.
 
La moto sfreccia tra le vie della cittadina, ormai saranno le ventidue e trenta, ma io vorrei solo che questo tempo sia infinito. Voglio rimanere abbracciata a  lui ancora per un po’. Quando siamo davanti agli altri cerco di evitare tutte queste smancerie. Già i ragazzi fanno battutine stupide e strane allusioni, se gli do altre motivazioni è la fine. E dire che non sono uno molto propensa ad abbracciare le persone. Tutta colpa delle mie stupide fissazioni.
-“Bimba, siamo arrivati.” Strofina le sue mani sulle mie, ancora allacciate sul suo addome.
-“Ci abbiamo messo più tempo del solito o sbaglio?”
-“Già ti eri stancata di me?” secondo me lo fa apposta. Mi provoca. Vuole vedere che reazioni ho.
-“Dylan, il mondo non gira intorno a te? Mi stavo congelando e non vedo l’ora di entrare” e smettere questa stupida conversazione che non porterà a nulla di buono.
Entriamo mio cugino Lukas e la sua fidanzata Jules ci aspettano già in cameretta, insieme a quello scemo di Max. 
Quando entriamo mio cugino è intento ad esplorare le tette della sua donna, quale sarà la scusa di questa sera? La settimana scorsa ha detto che le aveva regalato lui la maglia che indossava e voleva assicurarsi che le stesse bene.
Max invece come al solito è al telefono, chissà come si chiama stasera “la donna della sua vita”.
-“Cazzo Lukas un po’ di contegno, è entrata una minorenne.” Ecco che il dolcissimo ragazzo di pochi istanti fa ha lasciato il posto al coglione patentato che diventa con i suoi amici.
-“Stronzo!” sibilo a denti stretti fulminandolo con lo sguardo. Jules salta giù dal letto sistemandosi alla bell’e meglio e mi corre incontro salutandomi affettuosamente.
-“ehi Grace, non dargli ascolto, lascialo perdere. Vieni sediamoci. Come stai?” Jules è una ragazza dolcissima, affettuosa e premurosa, certo anche lei ha i suoi momenti di acidità, però le voglio bene anche per questo. Un’ultima occhiataccia a Dylan che sembra già essersi pentito e seguo Jules sul letto. Lukas nel frattempo ha accolto suo “fratello” come lo chiama lui con una delicata pacca sulla spalla. Se avesse riservato anche a me lo stesso trattamento, adesso avrei una frattura scomposta.
-“Fratello che guardiamo stasera?” s’informa Dylan senza staccare lo sguardo da me.
-“Un horror?” sento Lukas chiedere, ma non riesco a sentire la risposta di Dylan perchè Jules ha cominciato a raccontarmi del pomeriggio passato con mio cugino, vedo solo scuotere leggermente la testa, in dissenso. Sospiro sollevata, sa quanto odio quei film e che li evito sempre, non mi costringerebbe mai a guardarli.
 
Mi sistemo sul letto a due piazze, con la schiena appoggiata alla spalliera. La stessa cosa fa Lukas pochi centimetri distante da me, prima di accogliere la sua donna tra le sue braccia e cominciare a coccolarla. Dylan si avvicina a me…
-“Mi fai un po’ di posto?”
-“Dylan guarda quanto spazio c’è, io tra poco cado dal letto, mettiti là” indico l’angolo ai piedi del letto.
-“Io veramente avrei un’idea migliore…” sposta le mie gambe allargandole e si siede in mezzo inizialmente, poi si distende completamente su di me, appoggiando la sua testa sul mio grembo. –“ecco, così sto comodissimo!” io invece non potrei essere più imbarazzata di così. Mio cugino mi guarda sottecchi con l’aria da saputello, Jules invece mi riserva uno sguardo di comprensione.
-“Mi fai i massaggini?” brontola Dylan. Mentre il film inizia.
-“Non so, vuoi che ti porti un caffè, che ti accenda una sigaretta?” domando innervosita. Perché mai poi?
-“mmh, sarebbe l’ideale, ma per ora mi accontento di averti a mia completa disposizione.” Basta con questa abbiamo superato il limite, lo allontano bruscamente e mi alzo dal letto, furiosa ed amareggiata.
-“Grace dove vai?” chiede stupito e preoccupato allo stesso tempo.
-“Al bagno. O devo chiederti il permesso?” sbotto irritata uscendo dalla  camera.
 
Dopo diversi minuti di pianto vado fuori mi serve una boccata d’aria e anche una sigaretta. Esco in veranda e dopo neanche un minuto sento la porta riaprirsi.
-“Quando hai ricominciato a fumare? Mi avevi giurato che avevi smesso.” La sua voce calda e preoccupata arriva chiara alle mie orecchie, segno che è più vicino di quanto pensassi, infatti, cinge la mia vita con le sue braccia.
-“non ti avevo giurato proprio nulla, tu mi hai costretta. Era un ricatto, non una promessa.”
- “e quale sarebbe adesso la penitenza da pagare?”
-“Dylan…”
-“Grace si può sapere che ti prende? Sei strana, non parli e ti arrabbi per ogni cosa.” Sospira pensieroso appoggiando il mento sulla mia spalla.
-“non ho nulla, non ti preoccupare, è solo un momento. Dai rientriamo o i ragazzi ci daranno per dispersi”.
So benissimo che non si arrenderà e che il discorso non è chiuso per sempre, però per stasera basta pensieri.
Rientriamo in casa e raggiungiamo i ragazzi, abbiamo perso quasi metà film ma poco m’importa.
Mi sistemo sul suo petto e cercando di trattenere le lacrime finiamo di guardare il film capisco che l’amore vince sempre, ma non per me.
 
Spazio per me
Buongiorno donne, lo so avevo detto che sarebbe stata solo un OS però mi è venuta l’ispirazione e non potevo lasciarla scappare. Non sarà una long questo è certo. Chi vivrà vedrà.
Ringrazio con tutto il cuore le persone che hanno letto e recensito lo scorso capitolo.
E un grazie immenso va a Chiara perché ha dedicato un post meraviglioso ç_ç e ha sempre le parole giuste al momento giusto <3.
Grazie per essere arrivate fino qui.
Clara

   
 
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