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Autore: tsubychan1984    01/03/2012    4 recensioni
Song-fic introspettiva su Dave Karofsky, dalla prima granita fino alla scena in ospedale, tutta la sua storia. Le presentazioni non sono il mio forte! :D Enjoy!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dave Karofsky
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimers: Glee appartiene a Ryan Murphy e alla Fox. Io scrivo fic per puro diletto e non ci guadagno nulla tranne gli scleri :) Le canzoni presenti sono “Scivoli di nuovo” e “Il sole esiste per tutti”, entrambe di Tiziano Ferro.

Note: Dave Karofsky dalla prima stagione in poi, sperando di aver reso decentemente il personaggio. Ci risentiamo in fondo!





Conti ferito le cose che non sono andate come volevi

temendo sempre e solo di apparire peggiore

di ciò che sai realmente di essere.




Ti aggiri per i corridoi della scuola e per la prima volta da quando hai cominciato il liceo la gente si scansa al tuo passaggio. Strano come uno stupido bicchiere di granita possa cambiare le cose. Sorridi, ti diverti a minacciare un paio degli sfigati che incroci fingendo di lanciarla contro di loro. La cosa ti dà una strana soddisfazione. Eppure ricordi ancora la sensazione, il ghiaccio che cola su pelle, capelli, vestiti, l'umiliazione. In fondo chi non si becca una granita al primo anno di liceo? Bisogna essere delle star per scamparla, e tu non lo sei. Sei solamente David Karofsky, un ragazzo normale, voti normali, nessuna qualità particolare, giochi a Hockey per irrobustirti un po' e quello funziona, rispetto all'anno scorso ti sei alzato e hai messo su un po' di muscoli. Non sei così perdente da beccarti un lancio a settimana. Che importa, non è certo l'unica arma con cui i ragazzi possono colpire. Eccolo lì, Finn Hudson. Con la sua fidanzatina perfetta e incinta. Stringi un po' di più la presa attorno al bicchiere e il tuo sorriso si allarga. Hudson non è tipo da granita. Già al primo anno era titolare nella squadra di football, sempre nel giro giusto, sempre circondato da ragazze, alto e bello. Hai davanti la sua faccia mentre ride di te per i brufoli insieme ai suoi amici. Ora sei tu a ridere mentre lo colpisci in piena faccia. Reagisce, ma la cosa non fa che renderti ancora più euforico. Oh, perché non ci ha pensato prima? Così è molto più semplice, il liceo sembra quasi un bel posto ora. Te ne vai ghignando, ci hai preso gusto. Stai già pensando a quando riempirai di granita quell'altro sbruffone di Noah Puckerman.




Conti precisi per ricordare quanti sguardi hai evitato

e quante le parole che non hai pronunciato

per non rischiare di deludere




Ora è il suo momento, la sua occasione. Quelle granite sono state il primo passo. Alcuni hanno apprezzato parecchio, anche tra i giocatori di Football. Azimio Adams si complimenta con te per i lanci e i men che non si dica ti ritrovi a sfottere un po' di sfigati assieme a lui. E' divertente, non credevi che stare dall'altra parte della barricata fosse così. Attaccare invece di essere vittima, deridere per non essere deriso, umiliare per ignorare le tue paure. Piuttosto semplice, in fondo. Decidi di mollare la squadra di Hockey. Ti piace, ma è uno sport da perdenti, si sa. Molto meglio il Football, anche se la stagione è quasi finita. Ma tanto a chi frega, visti i risultati della squadra, praticamente disastrosi. Incolpi quell'idiota di Hudson per questo, naturalmente. Lo fanno tutti i ragazzi che frequenti ora. Ovviamente lo sai che Finn non è male come quaterback e che la loro potrebbe essere una squadra decente con qualsiasi altro allenatore, Ken Tanaka non è proprio il migliore sulla piazza. Così però è più facile. Ti senti più leggero quando torni a casa con la tua solita tranquilla sufficienza e tuo padre ti sorride come se la tua pagella presentasse una sfilza di “A”. Abbozzi un sorriso quando tua madre ti chiede per l'ennesima volta come mai un bel ragazzone come te non ha ancora una fidanzatina. A dire il vero le ragazze non ti fanno né caldo né freddo, ma non te ne preoccupi.




La casa, l'intera giornata,

il viaggio che hai fatto per sentirti più sicuro,

più vicino a te stesso,

ma non basta, non basta mai




Tu e Azimio camminate ridendo per il corridoio. Avete appena colorato di pennarello la faccia di Hudson, ora si che è pronto per l'annuario dei damerini sfigati. Fare il gradasso ti riesce stranamente bene. In fondo basta essere bravi a trovare i punti deboli di una persona e accanirsi su quelli. E tu sei un maestro in questo, no? Quanta pratica hai fatto su te stesso? Tutte quelle mattine a squadrare quel riflesso sul vetro, tutte le volte che guardavi la tua camera convinto che un estraneo l'avrebbe trovata da vero sfigato, quelle piccole cose che eviti di dire a scuola come la passione per il modellismo e i tuoi cantanti preferiti. Se nessuno ti conosce davvero non possono farti del male, non possono fare quello che fai tu agli altri. Quando torni a casa, la sera, tiri un sospiro di sollievo. Sei sopravvissuto a un altro giorno, sei riuscito a farti rispettare di nuovo. E' stato davvero divertente decorare la foto di quei perdenti canterini del Glee. Eri in prima fila anche stavolta, a fare bravate con i tuoi nuovi amici. Fai una smorfia allo specchio. Amici. Ma se non sanno praticamente niente di te, come fai a definirli così? A loro piace la tua versione da scuola, non quello che diventi appena torni in camera tua. Quanti Dave Karofsky esistono?




Scivoli di nuovo

e ancora come tu fossi una mattina

da vestire e da coprire




Gli sfigati sono tutti contenti per aver vinto una stupida gara. Normale che ti venga il desiderio di cancellare la soddisfazione dai loro volti con una bella granita. Che avranno poi da essere felici, non lo capisci. Sempre presi di mira, presi in giro da tutti, maltrattati. Eppure girano per i corridoi a testa alta, nonostante tutto. Più li guardi e più ti arrabbi, anche se non capisci perché. Non importa, sai solo che fare il bullo e ricacciarli al loro posto zittisce per un attimo tutto il casino che hai in testa. Per un attimo.




Per non vergognarti

scivoli di nuovo e ancora

come se non aspettassi altro

che sorprendere le facce

distratte e troppo assenti

per capire i tuoi silenzi




Alle volte ti viene da urlare. Senza motivo. Guardi tuo padre seduto in salotto a leggere il giornale e tua madre in cucina a lavare i piatti e vorresti solamente alzarti dal divano e urlargli contro. Chiedergli se davvero non si accorgono di cosa stai diventando, dire loro di come terrorizzi certi ragazzi a scuola. Urlare i tuoi pensieri, ansie, paure, quei dubbi che premono dentro di te e a cui non vuole nemmeno dare un nome perché sarebbe davvero troppo, troppo da sopportare. Vorresti sapere se la tua vita sarà tutta così, continuare a nascondersi e attaccare per sopravvivere. Ovviamente non lo fai, non lo farai mai. Sei un ragazzo obbediente, l'ennesima versione di te stesso, la maschera che indossi per la tua famiglia.




C'è un mondo di intenti

dietro gli occhi trasparenti

Che chiudi un po'




Poi un giorno Kurt Hummel arriva a scuola con le sue amiche sfigate, tutti vestiti con i costumi più improbabili mai visti.

Ovviamente sai bene chi è Hummel, quel ragazzino praticamente ha tatuato in fronte “sono un finocchio” fin dal primo anno. Nella catena alimentare del liceo, quelli come lui sono proprio in fondo alla piramide. A nessuno importa di Kurt Hummel, tutti lo prendono regolarmente in giro. Puckerman, Hudson e gli altri atleti erano soliti fargli iniziare la giornata con un salutare tuffo tra i rifiuti, prima di unirsi al gay club. Eppure lui non ha mai perso la sua aria da snob con la puzza sotto il naso, non ha mai smesso di squadrare tutti dall'alto in basso, nonostante sia un nanerottolo con un muso da dodicenne.

Kurt Hummel ti fa arrabbiare più di tutti. Hai perso il conto dei vestiti che gli hai rovinato a forza di granite, eppure arriva ogni giorno a scuola con completi sempre più stravaganti. Lo avete insultato fino a sgolarvi, ma lui ogni volta semplicemente non ascolta e tira dritto. E ora eccolo, vestito con quella specie di coso azzurro e la parrucca, in compagnia della cinese del Glee. Ti scambi un sorrisetto con Azimio, poi rifilate a quei due fenomeni da circo una decisa spinta contro gli armadietti. La fatina ha perfino il coraggio di rispondere e reagire. Quando ti volti verso di lui a muso duro incroci quegli occhi chiari. Resti per un secondo a fissarlo, non ascolti nemmeno Azimio mentre spara qualche insulto dei suoi. Per un attimo ti blocchi su quegli occhi. Fieri, fiammeggianti, privi di paura. Perché non ha paura di te? Lo hai appena spinto e invece di essere spaventato ti guarda come se avesse lui il controllo. Neanche quel ridicolo costume riesce a rovinargli l'effetto. Ed è cresciuto, vero? Ad inizio anno non era così alto e aveva ancora un visetto da bambino. Da dove arriva quello sguardo fiero? Spari qualche cattiveria pure tu, riesci perfino ad avere l'ultima parola e ti allontani scambiandoti un cinque con Azimio. Eppure hai la sensazione di aver perso lo scontro.

Girano per giorni con quei stupidi costumi, Hummel ha perfino riparato il suo dopo la sonora ripassata che gli avete rifilato quando lo avete rivisto vestito da Gaga. Azimio propone di far capire chi comanda a tutti quei fenomeni da circo. O meglio, a quelli che proprio non sopporta, ma questo non lo commenti ad alta voce. Maltrattate Finn quando lo beccate in bagno a truccarsi, ma non alzate un dito contro Puckerman, vero? Quinn Fabray sarà pure caduta in disgrazia e incinta, ma ha pur sempre un bel faccino. Non dite niente a Santana Lopez e alla sua tutina nera aderente, non ci pensate nemmeno di fare qualcosa alla Pierce anche se, per la miseria, ha un'aragosta argentata in testa! Lasciate perfino in pace la Berry quando si presenta con quel vestitino sexy.

Ma non Kurt Hummel.

Non lo sopporti, ti stanca davvero la vista, ti fa venire una rabbia...

Lo spintoni contro la finestra, pronto a suonargliele. Due contro uno, a nessuno importa se non è leale. Piange finalmente, ma la cosa non ti dà il sollievo che pensavi. Non è piegato, non è ancora sconfitto. Poi arrivano tutti gli sfigati al completo e battete in ritirata.

Quella sera sei steso a letto, ascoltando musica, e ripensi a quegli occhi. Dovresti essere tu il più forte tra i due, ma il tuo sguardo non esprime un briciolo di quel coraggio. Lo sai, ti conosci. Scaraventi un cuscino a terra in uno scatto d'ira, ripensando a Finn Hudson avvolto in quella plastica rossa per aiutare Hummel. E sai bene che quello che provi non è rabbia o disgusto, ma una bruciante invidia.

Nessuno sarebbe disposto a fare una cosa simile per te.




Torni a sentire

gli spigoli di quel coraggio mancato

che rendono in un attimo

il tuo sguardo più basso

e i tuoi pensieri invisibili




Le cose non sono cambiate dopo l'estate, anzi ti sei incattivito. Ricominci subito a trattare gli sfigati come meritano, fai capire al nuovo arrivato come funzionano le cose al McKinley, ti fai rispettare anche più di prima.

E ricominci a tormentare Hummel.

Quella fatina fastidiosa ti fa prudere le mani ogni volta, ti irrita terribilmente. Come si permette di girare per la scuola con quell'aria sicura? Come se lui fosse nel giusto? Continua a sbatterti in faccia quel coraggio e non ti piace. Lo vuoi sfiancare, distruggere, vuoi farlo diventare come te. Fargli provare la tua paura, fargli sentire il panico che ti attanaglia sempre più stesso. Vuoi abbassare quegli occhi chiari. Una spallata e lo senti scontrarsi con gli armadietti. Quel suono ti trapana il cervello.




Torni a contare i giorni

che sapevi non ti sanno aspettare

hai chiuso troppe porte

per poterle riaprire

devi abbracciare ciò che non hai più




L'ennesimo spintone, l'ennesimo livido che gli lasci. Tiri dritto verso gli spogliatoi, facendo finta di niente. L'hai colpito anche più forte del solito, però quel sorrisetto al cellulare era troppo da sopportare. La porta dietro di te si spalanca. Nascondi la sorpresa quando la fatina entra e inizia ad affrontarti con rabbia. Cerchi di ignorarlo, ma continua a sbraitare. Gli rispondi male, ma lui non la smette. Sbatti l'armadietto per spaventarlo, ma non indietreggia. Ecco di nuovo quegli occhi, accesi dalla rabbia. Siete praticamente faccia a faccia, mentre Hummel continua a sputare insulti. E sono delle vere stilettate. Non mi piaci, non mi piaci, non mi piaci.

Non pensi a niente, vuoi solo chiudergli la bocca. Un attimo dopo lo stai baciando. Gli tieni fermo il viso e tocchi la pelle morbida delle guance, senti il sapore dolce delle sue labbra sulle tue, hai per un attimo il suo profumo addosso. Un battito di ciglia di perfezione, niente più. Ti stacchi e lui ti fissa sconvolto. Fai per riavvicinarti ma lui ti respinge, ti spintona indietro con tutta la forza che ha in quelle braccia sottili.

Ecco, adesso c'è paura e confusione nei suoi occhi, ce l'hai fatta. Ci sei riuscito.

Ti odi ancora di più per questo.

Batti i pugni con rabbia e te ne vai di corsa, con ancora la sensazione di quelle labbra dolci addosso. Si, ti sei fatto un paio di Cheerleader, non quelle di primo livello come la Fabray o la Lopez, ma comunque sei un atleta e attiri le ragazze. Ma non hai ancora conosciuto nessuna in grado di farti sentire qualcosa. Non come adesso, tremi così tanto che quasi non riesci a mettere in moto la macchina.

A casa ti chiudi in camera, dando un paio di rispostacce a tua madre e ben deciso a non scendere per cena, tanto hai lo stomaco chiuso.

Ti butti sul materasso, stringi i denti per trattenere le lacrime. Ripensi agli occhi spaventati di Kurt e hai solo voglia di spaccare qualcosa. Qualsiasi cosa. O qualcuno.




La casa, i vestiti, la festa,

ed il tuo sorriso trattenuto e dopo esploso

per volerti meno male,

ma non basta, non basta mai




Quando la fatina viene a cercarti, ringrazi quasi che si sia portato dietro quel coso con le sopracciglia a triangolo. Quasi, è più facile non doverlo affrontare da solo, la prima volta. Riesci benissimo a fare lo sbruffone con chi non ti conosce. Quasi, perché poi viene fuori che il tipo sa tutto. Kurt gliel'ha detto. Lo minacci per bene e te ne vai, in preda al panico.

Chi altri lo sa? La notizia sta già girando? Cosa sta raccontando agli altri su di te?

Sei più intrattabile del solito per giorni. Tua mamma si lamenta ma lei non sa, non sa cosa ti passa per la testa.

Alla fine fai l'unica cosa che ti viene in mente, quello in cui riesci meglio. Spaventare e minacciare.

- Io ti ammazzo.-

L'hai sibilato a bassa voce, con odio. E dici sul serio in quel momento. Non puoi permettere che questa cosa salti fuori. Non lo sopporteresti. Tu non hai gli occhi pieni di coraggio di Kurt.




Scivoli di nuovo

e ancora come tu fossi una mattina

da vestire e da coprire





Non riesci nemmeno a guardare in faccia tuo padre mentre tornate a casa. Ti hanno appena espulso da scuola. Con la testa sei ancora nell'ufficio della Sylvester a negare l'evidenza.

Kurt non ha detto niente del bacio, neanche in quel momento. Ancora ti chiedi perché, visto quanto avrebbe potuto metterti ancora di più nei casini.

Tuo padre cerca di parlarti, di capire cosa ti è preso, di aprire una breccia. Non lo vuoi ascoltare, non vuoi ascoltare nessuno.

Dopo un paio di giorni il Consiglio Scolastico revoca la tua espulsione. Chissà se ne sei felice.

Quello che sai per certo è che quando torni a scuola la fatina se n'è andata.




Per non vergognarti

scivoli di nuovo e ancora

come se non aspettassi altro

che sorprendere le facce

distratte e troppo assenti

per capire i tuoi silenzi




Sei sempre lo stesso bastardo di prima. Anzi, ora sei ancora più figo, hai fatto a botte in spogliatoio e hai fatto andar via quella checca di Hummel.

Dovresti essere contento. Dovresti. Mezza squadra di Football è nel Glee e non ti rivolgono la parola. Puckerman, Noah Puckerman cazzo, ti ha messo in cima alla lista nera e ti avrebbe già pestato se non fosse per il riformatorio. Tutto per Kurt, lo stesso ragazzo che fino all'anno prima si divertiva a trattare da immondizia e a cui ha imparato a voler bene fino al punto da ammettere la sua mancanza davanti a tutta la squadra. Non lo sopporti proprio.

Forse è per questo che punzecchi Hudson ancora più di prima, in fondo ora lui e Hummel sono fratelli.

Le cose vanno peggiorando, tanto che la Beiste vi fa unire al Glee Club. Al Glee Club! E quel pazzo di Schuester se ne viene perfino fuori con l'idea di sostituire le Cheerleader nell'intervallo.

A dire il vero Michael Jackson ti piace. Non riesci a trattenere uno sguardo interessato mentre spiega il perché ha scelto “Thriller” per l'esibizione. Per non parlare di quando ti prende da parte dopo le prove da zombie. Sei pronto per l'ennesima ramanzina, invece praticamente ti fa i complimenti. Non te lo aspetti, non sai neanche come reagire. Forse è per questo che vai da Hudson e per una volta ci parli civilmente. E il numero è davvero forte.

Strano, per un po' ti senti davvero leggero. Leggero come mai, neanche fare il bullo per i corridoi ti dava tanta soddisfazione. Povero illuso. I giocatori di Hockey arrivano a ricordarti qual è la realtà a suon di granite. Sei il primo a mandare a quel paese il Glee e la squadra, gli altri ti seguono. Hudson ti parla, e per un attimo desideri quasi potergli dare retta. Ma non funziona così, tu vuoi camminare per quei corridoi a testa alta, non come lo zimbello di tutti. Li hai ingannati così bene fino a quel momento, non puoi certo fermarti ora.

Guardare la finale da fuori è una tortura. E ci sono ragazze in campo, ragazze! A parte la Zizes, stanno rischiando la faccia e l'osso del collo per amicizia. Tu e i tuoi compari invece ve ne state in tribuna per paura di qualche granita di troppo.




In questa mattina grigia

in questa casa che ora è veramente solo mia

riconosco che sei l'unica persona che conosca

che incontrando una persona la conosce

e guardandola le parla per la prima volta

concedendosi una vera lunga sosta




Te ne stai andando dal campo a testa bassa. Puckerman ha convinto tutti gli altri a truccarsi da zombie e fare l'esibizione. Tu no, non hai voluto. Non ce l'hai fatta, sei rimasto in quello spogliatoio da solo a chiederti perché ogni volta è così difficile fare anche solo un piccolo passo.

Alzi gli occhi alle prime note della banda, poi Santana Lopez inizia a cantare. E' davvero emozionante, visto da fuori. Ti fermi, e senza accorgertene ti ritrovi a tenere il tempo, a ripassare mentalmente i tuoi passi. Ti volti verso il pubblico, entusiasta, poi riporti gli occhi sull'esibizione, desiderando ardentemente di esserci, di poterne fare parte. E forse puoi, ci sono anche gli altri, non ti rovinerà. Forse, forse...

Ti scappa un sorriso, così spontaneo che neanche te ne accorgi, mentre indossi la tua maglia e corri a unirti alla tua squadra. Hudson ti batte il cinque mentre ti metti in posizione e ti fai trascinare dalla musica. Ed è esaltante, ti senti bene come non ti succedeva da mesi, ti senti libero. Ed è bello quando alla fine i tuoi amici ti sommergono di abbracci e pacche sulle spalle. Tornate tutti in campo nel secondo tempo, davvero uniti per una volta, una vera squadra. E vincete, vincete il campionato!

Ce l'hai fatta, finalmente ci sei, sei arrivato in cima!

Ora giri per i corridoi e tutti ti guardano con ammirazione. E' una strana sensazione, quella di essere al vertice della piramide. E' esaltante. Tutti i tuoi problemi sembrano essersi dissolti.

Poi Hudson viene da te e inizia blaterare di andare alla Dalton con lui per scusarsi con la fatina. Lo guardi e in un attimo il panico riaffiora.

Scusarsi con Kurt, far ritornare Kurt. Kurt che era in tribuna ad applaudire suo fratello e i suoi amici mentre tu conoscevi per la prima volta la gloria.

Non lo puoi fare ovviamente, non lo vuoi fare. Lo metti bene in chiaro a Finn prima di piantarlo in asso in mezzo al corridoio. Ora devi lavorare per mantenere il tuo status, i passi falsi non sono ammessi quando sei al top.

Eppure ci vogliono giorni prima di levarti dalla testa la scena di te che chiedi scusa. Chissà cosa vedresti in quel caso negli occhi azzurri di Kurt.

Non riesci neanche a immaginarlo.




C'è un mondo di intenti

dietro gli occhi trasparenti

che chiudi un po'




Cammini agitato per i corridoi. Non ci puoi credere, non può essere. Non quando finalmente le cose vanno meglio. Almeno a scuola, neghi sempre a te stesso le lacrime silenziose che versi la notte, così è più facile ignorarle. Ti limiti a trascinarti nella tua solita routine per inerzia. Hai assaggiato per un solo attimo come potrebbe essere senza tutte quelle paure ad ancorarti, per poi tornare al punto di partenza. Ormai fai il bullo solo perché non riesci a deciderti ad imboccare un'altra strada.

Poi d'un tratto te lo ritrovi davanti. Kurt non è cambiato per niente da quando ha lasciato il McKinley. Forse si è alzato un po'. E si è pettinato con cura quella sera.

Da quando noti certe cose di Kurt Hummel?

Squadri con disappunto il nano tutto sopracciglia che lo accompagna anche stavolta. Ti viene un'inspiegabile voglia di prenderlo a pugni solo a vedere la sua faccia. O forse è il fatto che sta girando per i corridoi con la fatina da bravo fidanzatino qual è. Sei nervoso, neanche sai perché ti sei messo a cercarli dopo che hai sentito un paio di ragazzi dell'hockey commentare “quella coppia di finocchi”. Forse volevi solo vederlo, sapere come ti avrebbe guardato adesso. L'ultima volta c'era terrore e sconfitta nel suo sguardo. Ora è sorpreso e guardingo, ma non mostra paura. Si è rialzato di nuovo. La rispostaccia che gli rifili, condita da insulti, ti viene così spontanea che quasi non te ne accorgi. Ti rendi benissimo conto di quello che fai invece quando il nano ti rinfaccia di non poter negare la verità anche a loro. Quale verità? Cosa cazzo ne sa lui di come ti senti? Vi spintonate con violenza finché non arriva Santana Lopez a dividervi. Ecco, forse tirarle quella granita non era stata una grande idea. Ti becchi una scamionata di insulti e minacce dall'ispanica prima di andartene. Restare a fare l'idiota non servirebbe a niente. Non riuscirai mai a piegarlo. Non sarai mai forte come Kurt.




Una sosta dai concetti e i preconcetti

una sosta dalla prima impressione

che rischiando di sbagliare

prova a chiedersi per prima

cosa sia quella persona veramente

potrò mai volerle bene




Sapevi che non dovevi accettare quell'invito al Lima Bean da Santana. Ma quando una ragazza del genere ti chiede di uscire un atleta come te non si tira certo indietro. E poi un appuntamento con una delle tipe più fighe della scuola aumenterà ancora la tua popolarità, questo pensi. Beh, certo, non avevi considerato il folle trabocchetto teso ai tuoi danni da quella diavolessa. Diavolessa lesbica tra l'altro, ancora non puoi crederci. L'idea della coppia di copertura non è male, in fondo. Anche se parlare di ricatto sarebbe più appropriato a questo punto. E' quando ti spiega il resto del piano che ti blocchi e resti a bocca aperta. Non sai se sei in grado di farlo.

Chiedere scusa può essere dannatamente difficile.




Tu che pensi solamente spinta dall'affetto

e non ne vuoi sapere di battaglie d'odio di ripicche e di rancore




Ti agiti nervosamente sul divano mentre gli adulti escono dalla stanza, lasciandovi soli come ha chiesto Kurt, seduto di fronte a te con la sua consueta eleganza. Non ti guarda, sembra concentrato a riflettere.

Se credevi che fare ammenda davanti a tutto il club di sfigati e girare per la scuola vestito con un ridicolo basco rosso in testa fosse stato difficile, beh ti sbagliavi. Era niente a confronto di come ti senti ora, da solo nell'ufficio del preside con il ragazzo che hai tormentato per mesi, baciato, cacciato da scuola e ammirato in segreto. Neanche fai caso alle occhiate ansiose di tuo padre e degli altri dalle porte a vetri, hai ascoltato appena i loro discorsi prima. L'unica persona che vuoi sentire è seduta di fronte a te. E visto che Hummel non è stupido, ti costringe praticamente a smascherare quella mezza commedia. Vorresti riuscire a dirgli tutto, di quanto effettivamente ti dispiace, di quello che pensi sul serio. Invece non riesci ad evitare di reagire con paura quando Kurt minaccia di dire a tutti la verità, anche se in fondo sai bene che non lo farà. Lo hai capito ormai, quanto quel ragazzo è migliore di te e di qualsiasi altra persona che conosci. Kurt è fermo e deciso mentre parla e non ti indora la pillola. Ma per la prima volta state parlando e basta ed è come un passo da gigante.




e t'intenerisci ad ogni mio difetto

tu che ridi solamente insieme a me

insieme a chi sa ridere ma ridere di cuore

tu che ti metti da parte sempre troppo spesso

e che mi vuoi bene più di quanto faccia con me stesso




All'apparenza sei più solo che mai in quei giorni, ma stranamente non t'importa. Azimio e gli altri ce l'hanno con te per la tua nuova politica anti-bullismo, Finn e i ragazzi del Glee ti guardano ancora con diffidenza, Santana è più una schiavista che non una fidanzata. Però va bene, stai cercando di rimediare a tutte le cazzate che hai fatto ed è dura. La fatina è tornata a scuola, più abbagliante che mai.

Te ne sei rimasto in un angolo in cortile mentre il nano cantava per lui con quelli che dovevano essere i suoi compagni nella scuola privata in cui si era trasferito. Ti sei rifiutato di dare un nome alla stretta allo stomaco che hai sentito.

Ma il numero del Glee in auditorium è stato anche peggio. Santana ti ci ha trascinato a forza, sbraitando che non voleva restare da sola a guardare. Non hai capito perché non si è esibita con gli altri finché Kurt non ha iniziato a cantare e le ragazze gli hanno aperto la giacca sulla scritta “Like boys”. Lanci un'occhiata al “Lebanese” sulla maglietta della tua finta ragazza e senti un brivido. Forse tu e lei siete piuttosto simili, in fondo. Pensi questo mentre guardi il numero, e stavolta non puoi fare a meno di dare un nome a quel disagio che senti dentro di te. Sei un codardo.




E' trasceso il concetto di un errore

ciò che universalmente tutti quanti a questo mondo

chiamiamo amore




Ti eri ripromesso di mostrarti forte con tutti. La gente continua comunque a rispettarti perché sei Dave Karofsky. Grande, grosso, atleta di fama e in corsa per il titolo di Re. Scortare Kurt a lezione non è un problema, davvero. Basta parlare il minimo indispensabile ed evitare di guardarlo troppo. Gli stai dando le solite istruzioni su dove aspettarti, quando ti sorprende intavolando una conversazione. Non riesci a guardarlo negli occhi mentre cerca di farti coraggio, ti parla di come le cose potrebbero cambiare. Tu non lo guardi, lui invece sembra leggerti dentro e te lo dice. Lui vede il dolore, vede la fatica che fai. E non ti sta respingendo, non c'è pietà nel suo sguardo ma comprensione, empatia. Ti domandi come fa, com'è possibile che ci riesca dopo che gli hai reso la vita un inferno. Senti gli occhi inumidirsi e ti appoggi al muro per non cadere, mentre ti scusi di nuovo con lui. E stavolta non è un calcolo, non sono cose dette per far piacere agli adulti, sei solamente tu, esposto come non mai. E Kurt capisce, lo senti nella sua voce. Capisce e accetta. Cerchi di ricomporti e lo saluti in fretta. Non puoi stargli vicino ancora, senti troppe cose in quel momento. Mentre ti allontani, asciugandoti gli occhi con gesti nervosi, sai di avere quegli occhi azzurri puntati addosso. E' quasi meglio di una carezza.




E non vuoi nessun errore

però vuoi vivere

perché chi non vive lascia

il segno del più grande errore




- Mangiati il fegato, Kate Middleton.-

Passi lo sguardo da Kurt alla folla in palestra che inizia ad applaudire sempre più convinta e non riesci a fare altro che chiederti come fa. Dove accidenti trova la forza. Lo hanno appena eletto regina del ballo, una stupida vocina dentro di te continua a blaterare su come la corona stia molto meglio a lui che non a Santana o alla Fabray, e invece di abbatterlo lo hanno reso ancora più splendente di prima. Da dove sei seduto puoi vedere gli occhi ancora arrossati dal pianto, ma il sorriso da diva che spedisce al suo pubblico è forte e senza incrinature. Poi il preside annuncia il primo ballo per il re e la regina. Lo stomaco ti si chiude, tutta la gioia che hai provato al momento della tua elezione si scioglie come neve al sole. Ballare con Kurt. Davanti a tutti. Ti alzi in automatico, non sai neanche tu come fai a muovere le gambe mentre ti affianchi a Hummel e scendete insieme verso la pista da ballo. Kurt ti sussurra che è il tuo momento. Uscire allo scoperto, fare la differenza. Ti volti verso di lui mentre le ragazze iniziano a cantare. Ti sta guardando in attesa, con aspettativa. E' un po' teso ma lo farà, ballerà con te. E dev'essere bellissimo farlo. Sembra semplice in fondo. Ti immagini mentre prendi la sua mano delicata e lo avvicini un po' a te. Respiri di nuovo il suo profumo, come quella volta in palestra, ma stavolta è diverso, stavolta lo puoi fare. Non ti respingerà. Poi vedi le facce degli altri studenti, tutte puntate su di voi e quella piccola fantasia si infrange, fragile come vetro. Non lo puoi fare, non ce la farai mai.

Lo lasci lì, sulla pista da ballo. Ti fai largo tra la gente, che ti guarda un po' stupita e divertita. Ma tu tieni la testa bassa e pensi solo a correre fuori. Probabilmente il nano sta facendo ballare Kurt in quel momento.

E' quello che ti meriti, lo sai. Tu non sarai mai alla sua altezza.




Ciò che noi sappiamo

ha da tempo superato

ogni scienza logica concetto o commento di filosofia eremita




Sbatti per un attimo le palpebre per essere sicuro di non essere in preda ad un'allucinazione. No, è ancora al bancone dello Scandal e sei solo alla prima birra, perciò dev'essere vero. Quello laggiù è proprio Kurt.

Ti si stringe lo stomaco. Non lo vedi da quando ti sei trasferito alla Thurston. Hai passato gli ultimi giorni al McKinley cercando intensamente di evitarlo dopo il disastroso ballo di fine anno.

Non è cambiato, come al solito indossa roba di stilisti innominabili che solo a lui può star bene, con quell'aria eterea ed elegante che non perde neanche in quel momento, al bancone di uno stupido gay-bar di Lima.

Non lo hai mai visto lì prima, non pensavi fosse il tipo da locali del genere. Forse vuole solo provare. Tu invece sei ormai una presenza fissa in quel posto. Ricordi ancora la prima volta in cui ci hai messo piede. Il panico totale che si è sciolto man mano che la serata passava e la gente ti trattava...beh, normalmente. Certo, c'era voluto un po' prima di far sparire quella sensazione di disagio, ma almeno lì dentro non doveva fingere. Se voleva squadrare un ragazzo poteva farlo senza lanciare occhiate di terrore in giro per essere sicuro di non farsi beccare. A scuola volava basso, era nella squadra di Football e i suoi voti avevano cominciato ad alzarsi un po'. Non era un perdente, ma nemmeno spiccava tra la folla. L'anonimato a volte era davvero una gran cosa.

Lo sguardo di Kurt, piuttosto rabbuiato, è puntato sulla pista da ballo. Guardi in quella direzione e alzi gli occhi al cielo. Lo stupido nano si sta scatenando in pista, in compagnia dell'unico e solo Sebastian Smythe. Davvero, e c'era stato un tempo in cui credevi che Finn Hudson fosse uno stronzo! A forza di frequentare il locale conosci bene Smythe. Ogni tanto si degna pure di scambiare quattro chiacchiere con te, quando non è troppo impegnato a sparare insulti gratuiti o a rimorchiare. E da come sta guardando il nano, hai idea che la fatina avrà una bella gatta da pelare di lì a poco. Ti avvicini al bancone, cercando intensamente di non guardare la pista per evitare di esplodere. Come possa quell'idiota piantare da solo Kurt per ballare con Sebastian proprio non lo capisci. Non ci pensi più però quando ti siedi accanto a lui e Kurt ti guarda con un sorriso incredulo. Ridacchiate entrambi, un po' a disagio. Ne avete passate davvero tante. Ma quando ti chiede come va nella nuova scuola ti sciogli e ti scappa un sorriso. Sei rilassato, forse per la prima volta sei spontaneo davanti a lui. Quando gli confessi che per il momento stai solo cercando di finire il liceo in pace l'espressione che fa è... non sai, non riesci a descriverla. Non dice niente perché i suoi occhi parlano da soli. Dio, quegli occhi sono incredibili, ti trapassano ogni volta. E ti ci perdi volentieri, mentre brindate ai piccoli passi. Lo guardi con un sorrisino mentre si alza per andare a marcare il territorio. Ecco, il Kurt Hummel che conosce, non indietreggia mai di fronte a niente. Non ti importa che passi il resto della sera a ballare con un altro e a cercare di levarlo dalle grinfie di Sebastian. Rimani incantato a guardarlo per tutto il tempo.




E nego il negabile

vivo il possibile

curo il ricordo

e mi scordo di me

e perdo il momento

sperando che solo perdendo quel tanto

tu resti con me




Infili nello zaino un altro bigliettino di San Valentino e il costume da gorilla, con le farfalle nello stomaco. Niente di nuovo, è tipo una settimana che sei così. Farai un'altra puntata al McKinley dopo la scuola per lasciare il biglietto nell'armadietto di Kurt. Ripensi a quando lo hai visto in mensa, al sorriso che ti ha rivolto. Fissava il telegramma, felice e lusingato, praticamente aveva gli occhi a forma di cuore. Non sembra aver capito chi c'è dietro quei regali, questo lo sai, ma solo al pensiero che sorrida così per te senti le gambe tremare. Non sei esattamente un tipo romantico, ma lui lo è e non vuoi lasciare niente al caso. Non fai che pensare a lui da quella sera allo Scandal. Hai provato a levartelo dalla testa, ma non ci sei riuscito. Non ci sei mai, mai riuscito. E' il tuo pensiero fisso da così tanto tempo che ti è servito un incontro casuale dopo mesi per rendertene conto. E' inquietante come riesci a richiamare perfettamente alla mente il suo viso ogni volta che chiudi gli occhi. Hai passato mesi interi a memorizzarne ogni particolare, ogni espressione. Lo hai visto triste, arrabbiato, terrorizzato, deluso, fiducioso, felice. E alla fin fine devi ammettere che è forse l'unica persona che è arrivata a capire davvero qualcosa di te.

Sei perfino finito in auditorium a vedere West Side Story, con tua somma vergogna. Sei andato all'ultimo spettacolo e ti sei tenuto nascosto nell'ultima fila, ma non hai smesso un attimo di guardarlo con occhi adoranti quando entrava in scena.

Quante volte hai preso in mano il telefono, deciso a chiamarlo, per poi restare lì a fissare il suo numero sullo schermo senza fare niente?

Dare un nome a quello che provi fa male, tanto male, perché sai che i tuoi sentimenti sono probabilmente senza speranza.

Però. Però Sebastian continua a blaterare di quanto trovi arrapante Blaine. Blaine che aveva ballato con lui tutta la sera quella volta e che rispondeva ai suoi messaggi, a giudicare dalla faccia da maniaco di Smythe al suo cellulare di tanto in tanto. E poi Kurt ti ha insegnato ad essere coraggioso e fiero di sé stesso. A prescindere dai tuoi sentimenti per lui, erano lezioni che cercavi faticosamente di mettere in pratica, giorno dopo giorno, partendo da tutte le piccole cose a cui avete brindato quella volta. E per questo lo ringrazierai ogni giorno, sempre e comunque.

Ci hai messo dei mesi a mettere da parte il coraggio e ora sei in ballo. Il giorno di San Valentino lo inviterai al Bel Grissino e per una volta nella tua vita ti toglierai finalmente ogni maschera.




Scivoli di nuovo

e ancora come tu fossi una mattina

da vestire e da coprire




Ti fermi sul ciglio della strada, hai troppe lacrime negli occhi per riuscire a guidare. Ti appoggi sul volante mentre i singhiozzi ti scuotono. Ti sta bene, cosa pretendevi? Dopo averlo tormentato per mesi, aver negato quello che sei per ancora più tempo, come potevi pensare che ti ricambiasse sul serio? Kurt ha maledettamente ragione, e lo sai. Ma fa male lo stesso. Stringi la mano, richiamando il ricordo di quanto era morbida la sua quando l'hai presa, finalmente. Era curata e perfetta proprio come ti aspettavi. Ma era solo un'illusione, l'ennesima. Kurt ha ragione su tutto, tranne che su una cosa. Quello che provi non è un'illusione, lo sai bene. Non farebbe così male altrimenti. E come se non bastasse Nick ti ha visto insieme a lui. Hummel ha provato a salvarti in corner, ma certo tra la faccia da cane bastonato e la frase sulle caramelle non avevi proprio l'aria di essere reduce da un casuale incontro con un amico della tua vecchia scuola. In un attimo tutti i tuoi fantasmi sono tornati a tormentarti di nuovo. Sei scappato un'altra volta. E' sempre come fare un passo avanti e tre indietro. Sempre.




Per non vergognarti

scivoli di nuovo e ancora

come se non aspettassi altro

che sorprendere le facce

distratte e troppo assenti

per capire i tuoi silenzi

C'è un mondo di intenti

dietro gli occhi trasparenti

che chiudi un po'

che chiudo un po'

che chiudi




Fissi i tuoi modellini appesi al soffitto. Eri felice quando li hai costruiti, ti sembra una vita fa. Tutto era più semplice all'epoca.

Fissi i fili che li tengono appesi, li guardi dondolare, sono quasi ipnotici. Chiudi gli occhi, ricominciando a piangere, perché ora sai cosa fare. Quello che ti riesce meglio, scappare. La fuga definitiva. Quando ti alzi calpesti un paio di frammenti di plastica delle custodie dei cd che hai rotto. Non volevi farlo, forse volevi spaccare il computer, ma non sarebbe servito a niente. Ora chiunque, anche negli anni a venire, potrà visitare il tuo profilo su Facebook e lasciare un commento sul tuo essere uno schifoso finocchio.

Apri l'armadio, come anestetizzato. La scritta sul tuo armadietto in palestra ti lampeggia davanti agli occhi, brucia come una colpa. Ricordi il rumore del corpo di Kurt spinto contro gli armadietti mentre scegli con cura il tuo completo migliore. Valuti per un secondo quello del ballo prima di scartarlo. C'è troppo rosso, il rosso ti fa pensare a come sta bene Kurt con quel colore. Il rosso è un colore fiammeggiante e vivo. Tutto il contrario di quello che sei tu adesso.

La cintura è solida, terrà bene.

Ripensi agli ultimi giorni e ti lasci di nuovo andare al pianto. Quanto sei stufo di piangere, di sentirti male. Ma ormai l'hai capito che non finirà mai.

Ti vesti con cura, fissandoti allo specchio, cercando di dare una parvenza di dignità a quel finale. Ripensi a tutti gli errori che hai fatto, a tutte le cose che ti sei tenuto dentro, ai silenzi e ai pianti. Ad un paio di occhi chiari.

Fissi la trave con un'ultima smorfia di dolore, poi sali sullo sgabello.




Ciò che non sei tu e che voglio tu capisca

è quanto unico e prezioso insostituibile solo tuo

sia il dono della vita




Le stanze degli ospedali sono sempre piuttosto tristi e spoglie e la tua non fa eccezione. L'unico punto di colore sono i fiori e qualche palloncino.

Tuo padre ti ha trovato in tempo, ha sentito strani rumori venire dalla tua camera ed è salito. Forse è la prima volta che sei contento di aver avuto paura. Perché ne hai avuta, mancava davvero un soffio prima di far finire tutto. Ora te ne stai lì, senti il profumo delle varie composizioni che ti hanno portato, ti limiti a non fare niente se non fissare la parete con nessun pensiero in testa. Tutto sommato un gran miglioramento della situazione. La porta si apre ed entra un dottore. Alzi appena gli occhi, hai avuto poche visite oltre i tuoi genitori e te ne aspetti ancora meno. Mercedes Jones e Sam Evans sono passati a portarti dei fiori, ma questo te l'ha riferito tua madre perché in quel momento dormivi. I tuoi zii sono venuti a salutarti, fissandoti a disagio per tutto il tempo. Avresti quasi voluto chiedere se facevano così perché era un aspirante suicida, un adolescente gay o per entrambi i motivi. Alla fine hai optato per un silenzio diplomatico. Poi c'era stata la visita più inaspettata di tutte, ma per quello dovevi ancora decidere se era stato un sogno o un parto degli antidolorifici. Quando Sebastian Smythe in persona e in divisa della Dalton era entrato dalla porta armato di opuscoli sulla sua scuola non sei riuscito a far altro che a fissarlo allucinato mentre blaterava alla velocità della luce.

- Dio, questa stanza è uno schifo, per fortuna ti ho portato un po' di colore. Quella pazza di mia madre ha fatto questa roba, è Ikebana, se sai cos'è....ma certo che non sai cos'è, che domande faccio! Bah, dovrebbero toglierti il tesserino da gay per questo! Sappi che i Warbles e le New Directions ti dedicheranno i numeri delle regionali, ringraziami e adorami per aver avuto l'idea. Ovviamente vinceremo noi. Ah, ti piace Lenny Kravitz? Certo che ti piace, non esiste qualcuno a cui non piace, io mi metterei a novanta anche subito! Comunque ti lascio questa roba di volantini perché sai, politica anti-bullismo e roba simile. E poi la divisa migliora. Snellisce Trent, il che è tutto dire. Non diventerai certo un Adone come me, quello è ovvio, ma si può sempre lavorarci sopra.-

Si, alla fine hai deciso di catalogarla come allucinazione da antidolorifici.

Il medico intanto scribacchia qualcosa sulla tua cartella prima di andarsene. Torni a casa il giorno dopo, devi ancora abituarti all'idea.

Ma la porta non si chiude, alzi gli occhi guardando Kurt fare capolino, titubante.

- Posso entrare?-

Annuisci piano a quel sussurro.




Ti fermo alle luci e al tramonto e ti guardo negli occhi

e ti vedo morire

ti fermo all'inferno e mi perdo perché

non ti lasci salvare da me




- Sono davvero felice che tu sia vivo, David.-

Lo sei anche tu. Ti esce appena un sussurro in risposta, lo guardi mentre si siede accanto a te. Sembra sul punto di piangere anche lui, non sai se è un bene visto che sei pericolosamente emotivo al momento.

Kurt cerca di scusarsi per non aver risposto alle chiamate. Risposto? Ti senti terribilmente egoista e idiota solo per aver chiamato. Dopo tutto quello che gli hai fatto, perché avrebbe dovuto?

Le parole ti escono facili ora che tutte le tue difese sono cadute. Ormai è inutile nascondersi. Cerchi di spiegare almeno a lui, tra un singhiozzo e l'altro. Lui sa, lui ti capisce. Lui è talmente coraggioso da essere irreale. Come ha fatto a sopportarti quando lo tormentavi? Come riesce a piangere per te ora?

Come al solito, è diretto e sincero. Non ti dice che andrà tutto bene, nessuna scorciatoia o bugia. Ti avvisa di quanto certi giorni saranno schifosi. E lo sai, ma quasi te ne scordi quando dice che lui ti aiuterà. Ti basta, ti basta davvero, pensi di poter fare più o meno tutto con il suo aiuto. Riesce perfino a strapparti il primo sorriso sincero dopo tutti quei giorni bui quando ti incita a mandare a fanculo chi non può accettarti per come sei. Non sai se è per l'appoggio o la parolaccia, certo la seconda aiuta.




E nego i ricordi peggiori

richiamo i migliori pensieri




Chiudi gli occhi quando te lo chiede, quella cosa di immaginare il tuo futuro non ti convince molto, ma Kurt ha detto che ti aiuterà. E in effetti quando inizia a parlare del tuo fantastico ufficio è come se ti prendesse per mano per condurti in quel posto. Lo vedi sul serio, riesci a immaginarlo perfettamente.

- Posso essere un agente sportivo?- suggerisci con un sorriso quando ti propone che potresti essere un avvocato. Per un attimo non parla, non lo puoi vedere perché tieni ancora gli occhi chiusi ma speri stia ricambiando il sorriso. Ti rilassi ancora mentre continua a raccontare di come sarà la tua vita e del tuo favoloso compagno che viene a trovarti in ufficio con vostro figlio. Con la mente vedi benissimo quel bambino. Uno scricciolo con i capelli corti e gli occhi grandi e azzurri. Forse non dovresti farlo, ma al momento non hai nessuna voglia di pensare alle cose tristi, non con la voce di Kurt a cullarti. E poi sarebbe davvero bello se gli occhi di tuo figlio fossero così. Cerchi di non immaginare troppo bene il tuo compagno perché potrebbe essere imbarazzante, già ora hai l'idea di un bell'uomo alto e snello, i capelli ben curati e la pelle bianca e morbida.

- Sono così felice, in questo momento.-

Apri gli occhi e guardi Kurt. Non sai se lo stai dicendo per completare la frase che ti sta suggerendo o semplicemente se è quello che pensi in quel momento. Vedi gli occhi di Kurt aprirsi alle tue parole, quegli occhi incredibili che finalmente ti guardano felici. Ti stampi in testa l'espressione che fa la fatina in quel momento. Sai già che la ricorderai per sempre. Sei davvero contento di essere vivo, dopotutto. Come potevi perderti uno spettacolo simile?

Poi dici che ti piacerebbe essere suo amico, come aveva proposto in quella disastrosa serata di San Valentino. E Kurt ti dà il colpo di grazia, sorridendoti di nuovo e afferrando finalmente la tua mano. E' la prima volta che ti tocca spontaneamente, di sua iniziativa, e la stretta delle sue dita è salda e forte. Sorridi, ricambiando. Ti basta sapere che quella mano sarà lì a guidarti. Forse non aspettavi altro da tanto, troppo tempo.

Piano piano vuoi riuscire a specchiarti nei suoi occhi e non vergognarti più di niente.

Stavolta scegli di vivere.




E nego i ricordi peggiori

richiamo i migliori pensieri

vorrei ricordassi tra i drammi più brutti

che il sole esiste per tutti





Ola!

Dunque, poco da dire, la riproduzione casuale dell'ipod in mano mia diventa un'arma di distruzione di massa. Poi al momento non è casuale per niente, visto che non faccio che ascoltare queste due e altre canzoni molto poco depressive per dirla con ironia, vedi Adam's Song o Leave out all the rest per fare un paio di esempi. Ok, questo, la devastante 3X14, lo hiatus e il fatto che per la prima volta associo Tiziano Ferro a qualcosa che non siano i Britin. Certe parti funzionavano decisamente molto meglio nella mia testa e ad un certo punto mi sono veramente incartata, cosa per cui vi domando profondamente scusa. Il monologo di Sebastian forse non c'entra una cippa ma non mi è più uscito dalla testa e non ho resistito. Smythe e i suoi piani diabolici!


Grazie a tutti quelli che saranno così gentili da leggere e commentare :) (non siate buoni, fate pure del vostro peggio)



A presto gente!

See you later!

Tsubychan1984

   
 
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