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Autore: vale_mars    01/03/2012    1 recensioni
Dal prologo: "All'improvviso tutto fini, presi un aereo e mi riportò in Italia, con la convinzione che non l'avrei più rivisto. Mi disse -Un giorno ci incontreremo di nuovo, te lo prometto.-
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salveeeeee, o mamma non so da dove incominciare, forse con il chiedervi scusa in tutte le lingue del mondo?credo non basterebbe neanche quello...finalmente sono riuscita a postare questo capitolo, dopo un mese passato tra influenza, viaggio di orientamento interrogazioni e studio. Spero possiate perdonarmi ç.ç questo capitolo mi ha impegnato più il tempo del solito non ero mai soddisfatta e quindi ha subito varie modifiche, questo è il risultato finale :D spero come sempre di ricevere le vostre recensioni. Grazie come sempre a chi segue la storia e chi mi lascia i commenti, mi riempite di gioia <3 adesso vi lascio al capitolo.
Buona Lettura 
Vale ;D

ps: ogni cosa è inventata ;)
 
 
 
 
 
 
 
Furono i momenti più brutti della mia vita, non potevo permettere neanche un attimo alla stanchezza di prendere il sopravvento sul mio corpo,perchè nello stesso istante l'immagine di Jared ricoperto di sangue riappariva nella mia mente. Il mio cuore batteva forte, le ore trascorrevano, ogni minuto erano 60 secondi di speranza e 60 di paura e ogni volta lasciavano la scia del loro passaggio. Il silenzio incombeva su di noi, inesorabile; Mi alzai di scatto e mi diressi verso l'uscita, avevo bisogno d'aria; non presi l'ascensore ma feci le scale, un altro modo forse di ingannare il tempo. Come arrivai al piano inferiore sentì delle forte grida, davanti a me un ragazzo in barella veniva trasportato velocemente, al suo fianco una sua amica, sorella o fidanzata pia ngeva disperata, era sola.Sarei voluta andare li da lei e dirle che sarebbe andato tutto bene ma come potevo? Mi resi conto che non ne ero in grado, io ero proprio nella sua stessa situazione e che come lei aveva bisogno di conforto. Uscì fuori e mi strinsi nella mia giacca, un leggero vento mi scompigliò i capelli; l'aria fredda pungeva nelle mie guance gia rosse e irritate da tutte le lacrime che stavo versando.Erano le 6 del mattino , il sole sarebbe sorto a breve dando il benvenuto a un nuovo giorno per molte persone ma non per me, non sapevo da dove incominciare quella giornata.Una mano si posò sulla mia spalla, era Tomo.
 
- perchè il destino a volte è cosi credule?-

la mia era una domanda che nella risposta cercava parole di conforto, quelle che nessuno sarebbe riuscito a pronunciare non almeno in una situazione del genere.

 
-non lo so Iris, non sai quante volte me lo sono chiesto.-

Il sole incominciò a sorgere, il cielo si dipingeva di mille colori, lasciando ai nostri occhi uno spettacolo meraviglioso. Tomo mi abbracciò e insieme risalimmo. Al nostro arrivo il dottore era li pronto a darci il resoconto della situazione.

 
-l'intervento è andato a buon fine,è stato trasferito nel reparto rianimazione. Lo monitoriamo per queste 12 ore, vediamo come reagisce.Potete vederlo, seguitemi.-

in quel momento mi resi conto che avevo bisogno di un minuto per me, un minuto per capire cosa avrei fatto ora, un minuto per capire che avrei dovuto affrontare ciò che il futuro ci stava per riservare e bello o brutto che fosse avrei dovuto stringere i denti e andare avanti e questo faceva ancora pù paura.Tutti incominciarono a muoversi verso la direzione del dottore ma io non mi muovevo, stavo per avere un attacco di panico, non sapevo che fare.Dopo ore la mia maschera cedeva lentamente.Shannon si accorse di me, fece cenno agli altri di proseguire e mi raggiunse.

 
-io...io non riesco a muovermi.-

ammisi, i mie occhi si colmavano di lacrime.

 
-si che c'è la fai, ascoltami so come ti senti perchè io sono nella tua stessa situazione in questo momento, conta su di me, io starò li affianco a te se tu avessi bisogno di supporto; le emozioni a volte prendono il sopravvento sul nostro corpo ma siamo noi che le gestiamo perciò non permettere che ti abbatino.-

aveva ragione, presi la sua mano e lentamente cominciai a muovere il primo passo.Prendemmo l'ascensore, dopo aver superato alcuni corridoi raggiungemmo la stanza. Erano tutti li dentro, vidi Costance sfiorargli una guancia mentre una lacrima scivolava lentamente, mi si strinse il cuore, poi alzò lo sguardo e mi fece cenno di entrare. Strinsi la mano di Shannon più forte e insieme entrammo.Jared era li, immobile,tutt'intorno macchinari e flebo.Mi avvicinai da sola, tentennando, in quel momento il flash-back dell'incidente si ripresentò ai miei occhi, il clacson, le grida, il forte rumore,io sul marciapiede e jared steso sulla strada colmo di sangue .Una scossa attraversò il mio corpo,era solo colpa mia. Il medico entrò e si avvicinò.

 
-è stabile,guarda quel monitor là vedi?il suo cuore è forte c'è la farà, non aver paura.-

Se fossi stata attenta, non sarebbe stato qui a combattere per sopravvivere. lo sfiorai appena,doveva farcela.La voce di Costance mi detestò dai mie pensieri.

 
-dobbiamo fare dei turni, abbiamo bisogno di riprendere le forze tutti,inizieremo io e Emma, Shannon tu voglio che vai con Iris.-

non obbiettammo aveva ragione, le cose non sarebbero di certo cambiate,era cosi premurosa con me,perchè continuava a farlo se ero io la causa di tutto quello.Abbandonammo la stanza e Shannon venne con noi, avrebbe passato la notte a casa di Jason.Riuscì a prendermi una pausa da tutto solo quando andai a fare la doccia, le lacrime si confondevano con l'acqua che scivolava sul mio corpo, mi rannichiai, volevo urlare ma non potevo, non potevo crollare non ora.Restai li fino a quando non vidi che la pelle delle mie dita incominciava a consumarsi.Durante la cena Marco Shannon Jason e Claire non facevano altro che tenermi d'occhio mentre io piano piano mangiavo qualcosina se non altro per recuperare le forze poi andai in camera e mi misi sotto le coperte.Poco dopo sentì bussare, Shannon fece capolino dalla porta.

 
-posso?-

nonostante volessi restare sola lo feci entrare non potevo mandarlo via,mi era stato vicino tutto il giorno.Annui e lui si accomodò affianco a me.

 
-Iris, sei innamorata di lui?-

quella domandà così all'improvviso mi spiazzò ,perchè me lo chiedeva?e io che cosa gli avrei risposto. Lo guardai.Lui continuò.

 
-non sei obbligata a rispondere.-

mi sentivo in dovere di dire qualcosa.

 
-è cio che mi ha logorato l'anima in tutti questi anni.-

anche lui si girò a guardarmi.

 
-lui ha bisogno di te, avrà sempre bisogno di te.-  

si mise le mani nei capelli.

-sai quante volte ho cercato di aiutarlo e non ci sono riuscito.-

quelle parole mi facevano male.

 
-fa male Shan pensare che una persona ha bisogno di te e non fa niente per riaverla accanto.-

si rimise a pancia in su e fissava il soffitto.

 
-non scappare, non negarti questa possibilità.-

ma la mia paura era solo una.

 
-ho paura, ho paura che lui non c'è la faccia, io non riesco a pensare ad altro da quando l'ho visto.-

era la mia confessione, avevo bisogno di conforto. Mi abbracciò.

 
-c'è la farà, lo so.-

tratteneva le lacrime non voleva farsi vedere così perchè lui doveva badare a me e non poteva permettersi di crollare ma non me lo potevo permettere neanche io.

 
-mi ha chiesto di prendermi cura di te prima di entrare in sala era cosciente.-

incominciai a piangere.
potevo immaginare ciò che stava provando.Mi strinse più forte.Anche lui aveva bisogno di me.
 
-ti prometto che non me ne andrò, resterò qui.- 
 
-grazie.-

eravamo una famiglia e dovevamo affrontare la cosa insieme io non potevo abbandonarli.Non so se lui chiuse occhio,ma io forse causa della stanchezza di quei giorni e anche della tisana di Clarisse riuscì a dormire.Il mattino dopo il sole che batteva sul mio viso mi svegliò, erano le 2 del pomeriggio.Shannon si era gia alzato,con la poco voglia che avevo mi diressi in bagno, mi diedi una lavata e scesi giu.

 
-Buongiorno.-

sembravo uno zombie,Marco e Shannon mi sorrisero, mi sedetti nella poltrona.Jason e Claire non c'erano.

 
-Jason e Clarisse sono all'ospedale, sono andati a portare dei ricambi ad Emma e Costance-.

Annui, mi avvicinai al frigo per cercare qualcosa da mangiare.Se non mi avevano detto niente voleva dire che non si sapeva ancora niente dall'ospedale e non sapevo se era positivo o negativo.Un cellulare incominciò a suonare era quello di Shan.Mi guardò probabilmente si trattava di Jared. Quando rialzò il viso aveva gli occhi lucidi.
-ha superato le 12 ore, è stato tolto dal coma farmacologico, probabilmente non dovranno più intervenire ora dobbiamo attendere che si svegli.- gli saltai addosso e lo abbracciai, poi andai ad abbracciare Marco.
 
-Vado all'ospedale, Emma ha bisogno del cambio, te la cavi senza di me?.-

frettolosamente prese le sue cose. Volevo andare anche io.

 
-voglio venire con te.- si girò.
 
-no tu resti qui, verrai domani mattina, devi staccare Iris,oggi prenditi cura di te stessa.-

volevo controbattere ma era tutto inutile, mi diede un bacio sulla fronte e si precipitò fuori.Sbuffai.

 
-Shannon ha ragione,ci sono io con te tranquilla.-

in quel momento era l'unica cosa che mi dava un pò di conforto.Per tutta la giornata non fece altro che prendersi cura di me, mi aiutò a medicare le ferite, mi ricordò di prendere le medicine e mi fece passare una serata piacevole.Mi sentivo in colpa anche nei suoi confronti.

 
-senti Marco non sei obbligato in fondo sei venuto qui per realizzare il tuo sogno e io...- non feci in tempo a finire la frase che poggiò un dito sulle mie labbra per zittirmi.
 
-basta, non dire niente, sai perchè lo faccio, non ti abbandonerei mai, non credo ci sia bisogno di ricordarti il perchè.- 
 
-grazie.- fui l'unica cosa che riuscì a pronunciare, mi sentivo sempre in dovere di ringraziarlo.Qualche ora dopo Amy e George ci vennero a fare visita per sapere come stavamo.Era bello sapere che potevi contare anche su qualcun'altro.Jason e Clarisse arrivarono all'ora di cena .Marco andò ad aiutare Jason a scarire delle cose dalla macchina, mentre George e Amy guardavano la tv, raggiunsi Claire in cucina.
 
-ehy, va tutto bene tesoro?i dolori?- avevo bisogno di parlarle riguardo quello che era successo il giorno dell'incidente.
-si, tutto bene,grazie,Jared come sta?.- finì di sistemare delle cose nel mobile e si accomodò nella sedia affianco alla mia.
-è stabile,tranquilla.-non sapevo da dove iniziare,dovevo affrontare un discorso importante che mi avrebbe permesso di avere qualche spiegazione forse.
-tu mi conoscevi già Claire?- mi guardò, era come se quella domanda se l'aspettasse, come se attendesse quel momomento.Sospirò.
-si, ti conoscevo.- non so come ma rimasi impassibile, la fissavo e basta aspettando.
-Shannon e Jared sono i figli adottivi di mio zio, fratello di mio padre, perciò li conosco abbastanza bene.- non ero arrabbiata infondo se mi aveva mentito ci doveva essere un motivo, con me aveva sempre fatto finta di non conoscerli , dicendomi che erano solo parenti con la quale non aveva nessun contatto.
-perchè mi hai mentito?-glielo chiesi titubante; guardandola vedevo che era agitata.
-l'ho fatto per lui, mia sorella è impiegata nel settore Erasmus tra Italia e America,ha saputo che arrivavi e allora io e mio marito ci siamo offerti di prendere te e Marco nella nostra famiglia.- non mi tornavo ancora molte cose come quella frase iniziale "l'ho fatto per lui". che significava?
-come sapevi che ero io?.- la mettevo probabilmente in difficoltà.
-sai sempre tutto sulla persona che ha fatto innamorare l'uomo che ami.-un colpo al cuore; volevo dire qualcosa ma le parole non uscivano dalla mia bocca, quella confessione mi aveva spiazzato.
-io non capisco.- ero troppo confusa.
-l'amavo Iris proprio come te, ma lui be non si è mai accorto di me infondo mi considerava sua cugina anche se in realtà non lo sono,lo vedevo cambiare, rovinare la sua vita con le sue stessi mani, si trasformava. quando suonava, stava con la band e con i fan era una persona poi quando tornava durante le pause si trasformava. Io stavo male per lui e non potevo fare niente.- i suoi occhi si inumidirono e delle piccole lacrime cominciarono a scendere. Fece un lungo respiro.
-un giorno ho incontrato Jason ed è stato colpo di fulmine, ho dato un nuovo significato alla parola amore, eppure mi sentivo ancora in dovere di aiutarlo e perciò ho cercato di contattarti ma niente fino al giorno in cui mia sorella ha chiamato dicendomi di te.- mi sorrise.
-non abbandonare tutto,non toglierti questa possibilità, so che lo ami.- quanti cambiamenti c'erano stati nella mia vita, quante rivelazioni che non mi aspettavo.
-lo ami ancora ?-non ero gelosa, mi dispiaceva per lei,dietro la Claire forte si nascondeva quella debole, quella che non mi sarei mai aspettata di incontrare.
-no, gli voglio solo un gran bene come ne vuoi a un fratello, Jason è l'uomo della mia vita.- non so come mi ritrovai ad abbracciarla anche lei aveva bisogno di conforto, anche lei mi strinse forte.
-grazie per avermi detto la verità.-sciolsi l'abbraccio e finimmo il discorso li,la aiutai ad apparecchiare e mentre stavo per andare a chiamare gli altri mi richiamò.
-lui ha bisogno di te per essere quello di una volta aiutalo.- annui e mi diressi in salotto, mi aveva detto le stesse parole di Shannon. Ero capace di aiutarlo?questo ancora non lo sapevo.
 
Passammo la serata in assoluta tranquillità, chiaccherando del più e del meno, prima di andare a dormire il mio cellullare squillo per ben due volte era la mia famiglia, risposi prima che decidessero di chiamare FBI o roba simile.Mia madre super preoccupata come sempre, mi raccomandava di stare attenta, di studiare e tante altre cose e come sempre le dicevo che non ero più una bambina.Quella sera parlai anche con mia cugina che per me era la sorella che non avevo mai avuto e si accorse che qualcosa non andava solo dalla voce ma riuscì a mascherare al meglio la cosa,non volevo che si preoccupasse.Quella sera dormì con Marco, non voleva stare sola,la notte la passai come sempre insonne, quando chiudevo rivivo il giorno dell'incidente risvegliandomi in un bagno di sudore.Scesi giu a farmi una tisana, facendo attenzione per non svegliare Marco che dormiva beatamente.Il mattino seguente fui la prima ad alzarmi, andai a fare la colazione per tutti.
 
-buongiono Iris, come mai gia sveglia?.- 
 
-non sono riuscita a dormire molto bene stanotte, ma non ti preocupare è tutto apposto, eccoti la colazione.- non ero stata molto convincente ma si sedette senza chiedermi altro.Verso le 9 Shannon bussò alla porta io ero gia pronta per andare.
 
-sei sicura che non vuoi che venga?.- 
 
-si tu vai all'università per chiedere quando iniziano i corsi poi fammi sapere.- gli diedi un bancio in guancia, salutai tutti e usci.Shannon mi attendeva appoggiato alla macchina.
 
-ciao, come va sta mattina?.- gli sorrisi.
 
-discretamente bene grazie e tu, sei riuscito a riposare?.-
 
-si diciamo,dai sali.- Shannon sembrava così tranquillo anche se non lo era per niente, riusciva a tenere a bada tutte le sue preoccupazioni per far restare al meglio gli altri.Durante il tragitto gli raccontai di ciò che avevo fatto il giorno prima, tralasciano sempre il discorso fatto con Claire
-sono contento che hai passato una serata piacevole se non altro ti sarei distratta un pò.- 
-si giusto un pò.- era la semplice verità. Come arrivammo all'ospedale ci dirigemmo subito in stanza di Jared in quel momento uscirono Vicky con Tomo che corsero ad abbracciarmi.
 
-come stai piccolina?.- erano preoccuppati per me.
-sto bene tranquilli voi come state?.- 
-noi stiamo bene, stavamo andando a fare colazione, voi avete gia mangiato?.-
-io si, shannon non so.- 
-si, si tranquilli andate pure.- 
 
-ok, ci vediamo dopo allora.- mi riabbracciarono e si diressero verso l'ascensore.Erano così teneri.
Entrammo nella stanza e io andai a sedermi di fianco a Jared seguita a ruota da Shan, strinsi la mano del fratello.
-si svegliarà Iris dobbiamo dargli un pò di tempo.- non so se me lo diceva per fare forza a me o anche solo per cercare conforto nelle sue stesse parole.
-lo so, io ho fiducia in lui proprio come te.- volevo confortarlo in qualche modo."non abbandonarmi ti prego, me l'hai promesso"in quel momento quelle erano le uniche frasi che il mio cervello elaborava. Poco dopo il dottore entrò sorridente.
-salve,sono venuto a controllare il paziente.- dopo averlo visitato ci rivolse di nuovo la parola.
-ok i parametri sono stabili.-
-quanto tempo ci vuole perchè si svegli?- il medico mi osservò un attimo.
-tu sei quella ragazza che non l'ha lasciato un attimo?- 
-si sono io.- lessi nel cartellino che si chiamava cristian.
-non lo so dipende da lui, tu abbi sempre fiducia non lasciarti abbattere, non lasciatevi.- in quel momento guardò anche shannon.
-ora vado a fare le altre visite per qualsiasi domanda che avete non esitate a contattarmi.- mi alzai di scatto e andai a raggiungerlo,stava percorrendo l'andito.
-dottore mi scusi.- sentendo la mia voce il dottore si voltò.
-si dimmi pure.- avevo dimenticato una cosa che io ritenevo importante e anche se era il suo lavoro io mi sentivo in dovere di dirglielo.
-volevo ringraziarla per aver fatto il possibile ,lo so che è il suo lavoro ma vede per me è importante che lei lo sappia comunque.- 
-è sempre bello salvare delle vite, faccio il medico per questo per aiutare le persone, comunque prego.- ci sorridemmo e poi ognuno si diresse di nuovo nella propria direzione.
 
Era passata circa una settimana, lui migliorava ma non si svegliava i medici erano speranzosi dicevano che reagiva e che dovevamo ancora avere pazienza.Ma come poter essere speranzosi in una situazione del genere?Ogni volta che entravo nella stanza mi andavo a sedere vicino a lui e gli prendevo la mano, sperando.La notte non riuscivo a prendere sonno, l'ansia mi assaliva lasciandomi da sola con le mie paure.
quel lunedi raggiunsi l'ospedale più presto del solito, Marco stava male quindi non era potuto venire, quando arrivai nel corridoio del 5 piano, intravidi Shannon che aspettava fuori dalla porta e infermiere che entravano e uscivano dalla stanza, il mio cuore incominciò a battere forte, pensai subito in peggio ma quando shannon notò la mia presenza e mi fissò con gli occhi lucidi e un enorme sorriso sul volto, che non vedevo da troppo tempo, capì tutto, il mio viso incominciò a bagnarsi di lacrime. "mai perdere la speranza" in quel momento non c'era frase più vera di quella.Finalmente anche per noi a Los Angeles potevamo dare il benvenuto a un nuovo giorno. 
 
 
 
 
  
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