Alla fine della strada verso il paradiso
"Il significato di un uomo
non va ricercato in ciò che egli raggiunge,
ma in ciò che vorrebbe raggiungere"
Kahlil Gibran
Finito.
Tutto.
Non
sembrava neanche vero.
Il
caso Valchiria
si era chiuso, finalmente.
Avevo
visto i resti dell’elicottero di Horne e della pista di atterraggio bruciare
di fronte all’entrata del grattacielo.
Avevo sentito la voce di Bravura che mi dichiarava in arresto.
Avevo visto la fine della tempesta che aveva fatto da sfondo alla mia leggenda metropolitana.
Avevo sbirciato le facce di quelli a cui nessun esperimento in libera uscita aveva fatto a pezzi le persone a cui più tenevano.
Curiosamente, tra di loro c’era anche Woden, probabilmente l'unico tra gli spettatori ad essere così marcio da non credere più nel sogno americano e, cosa ironica, l’unico ad avere almeno una vaga idea di quello che tutti quanti si chiedevano.
Perché
?
Perché rischiare la propria vita scagliandosi contro i peggiori mafiosi di New York senza quasi nessuna probabilità di sopravvivere ?
Perché
continuare a scappare dalla polizia e distruggere le prove che in un processo avrebbero potuto fare la
differenza ?
Perché
scagliarsi in un attacco suicida contro una multinazionale blindata come
la Aesir ?
Il
perché avrebbe dovuto restare bloccato tre anni prima, in una casa con una culla
insanguinata per terra e un corpo disteso su un letto.
Ma
non era stato così: quel fottuto perché mi aveva inseguito per tre anni,
sempre lì, continuamente, senza mai darmi pace, senza mai lasciarmi un attimo
solo.
Me l'ero persino trovato di fronte .
Quando
la maledetta merda verde mi pompava furiosamente nelle vene, in quei momenti ero
riuscito a guardare bene in faccia quello schifoso bastardo con il completo
grigio, il sorriso da assassino psicopatico e la pistola in mano.
Ma
quel tizio se n’era andato, finalmente.
Scomparso.
Svanito.
Dissolto.
È
strano come, dopo tre anni passati desiderando solamente la vendetta, la vita
sembri improvvisamente inutile.
Te l’ hanno anche detto tutti quanti, che non avresti cambiato le cose.
Ma tu niente, troppo intelligente per non volere arrivare fino in fondo.
Troppo stupido per lasciar perdere.
E ora che ce l' hai fatta come ti senti ?
Confuso.
Felice.
Terrorizzato.
Tutto insieme.
Confuso,
perché quando l’odio, la rabbia, il pessimismo e la disperazione ti circolano
ancora nelle vene è difficile rendersi conto che in un attimo si è appena
realizzata l’unica cosa che hai desiderato negli ultimi tre anni della tua
vita.
Felice, perché poco dopo riesci a focalizzare quello che è successo, ed è come se la tua anima si ripulisse in un momento solo di tutto quello che hai fatto di feroce e spietato per arrivare dove sei adesso, e all’improvviso diventasse come invincibile.
Terrorizzato,
perché, ora che è finito tutto, non ti è rimasto più niente.
Non
perché non ci sia più niente, ma perché tu per tre anni non sei stato capace
di vedere nient’altro, e te ne accorgi solo adesso.
In quei tre anni un'infinità di persone avevano continuato tranquillamente una vita considerata normale.
Ciascuno con le proprie difficoltà, d’accordo.
Ma
loro avevano pur sempre continuato a vivere.
Io
no.
Per
tre anni io avevo cercato, senza saperlo, una sola semplicissima cosa, ma non ce l’avevo fatta.
Perché non ero in grado di arrivarci.
Non
ancora.
Adesso
che avevo portato a termine la mia vendetta, ero sicuro di poter
superare l'ultimo ostacolo che me ne separava.
Prima di adesso, non sarebbe stata la stessa cosa.
Solo
adesso avrei potuto veramente superare quell'ostacolo e prendermi un’ultima
cosa dalla vita senza nessun dubbio o ripensamento.
Il
giorno dopo. Ore 9.00
Un
uomo sulla sessantina era seduto ad una lussuosa scrivania sorseggiando caffè,
quando nel televisore di fronte a lui apparvero le immagini della sigla
del telegiornale.
L’uomo
alzò immediatamente il volume e si mise comodo sulla poltrona in modo da poter
seguire con la massima attenzione.
Finita
la sigla, la giornalista cominciò a parlare di quella che inevitabilmente era la
notizia del giorno:
“Ieri
sera, mentre la tempesta di neve terminava, il criminale identificato come Max
Payne si è introdotto con la forza nel grattacielo sede della Aesir Corporation.
L’uomo ha sterminato gran parte del servizio di sicurezza della società, per
poi dirigersi fino al tetto del palazzo, dove ha staccato i tiranti della
gigantesca antenna dell’edificio, facendola crollare sopra un elicottero che
stava alzandosi in volo. Secondo la polizia scientifica al momento del disastro
a bordo di tale elicottero ci sarebbero stati il pilota, due guardie del corpo e
la stessa titolare dell’agenzia, Nicole Horne.”
Quelle
immagini lasciarono l’uomo in vestaglia completamente indifferente: tutte cose
che sapeva già.
“Max
Payne, già ritenuto responsabile dell’omicidio dell’agente
della DEA Alex Balder e di numerosi criminali collegati a Jack Lupino ed Angelo
Pulcinello, ha compiuto questa sua ultima azione malavitosa per cause ancora
sconosciute.”
L’uomo alzò il volume del televisore, tese le orecchie e spalancò l’unico occhio che aveva: ora veniva la parte su cui avrebbe veramente scommesso.
“Da poco è inoltre arrivata in redazione la notizia che, mentre veniva scortato verso una delle sale destinate agli interrogatori della stazione di polizia locale, Max Payne ha assalito uno degli agenti di scorta e sequestrato la pistola d’ordinanza di quest'ultimo."
L'uomo era sempre più convinto di aver ragione, ma voleva averne la certezza, mancava ancora qualche secondo prima di sentire le parole magiche.
"Poco
dopo, tenendo come ostaggio l’agente stesso, si è diretto verso una di queste
sale e, barricatosi dentro, si è dato la morte.”
"Si è dato la morte"
Ecco qui le paroline magiche.
Woden
sorrise soddisfatto per la seconda volta negli ultimi due giorni.
E
ne aveva tutti i motivi.
In
due giorni si era liberato di tutti i suoi nemici.
Nessuna
prova.
Mani
pulitissime.
Due
perfetti capri espiatori.
E
soprattutto, due valigie pronte e un biglietto per Cuba pronto sul tavolo.
Ironicamente,
alla fine anche un tipo come lui si rese conto che per una volta la Bibbia aveva
perfettamente ragione:
“Nella terra dei ciechi l’uomo con un occhio solo è colui che governa”