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Autore: ElenaDobrevSomerhalder    02/03/2012    3 recensioni
SPOILER 3x15!
Questa storia ha come protagonisti principali Stefan e Damon, e un nuovo personaggio che manca nella serie TV (svelato nel 2 capitolo, se volete un indizio: ha a che fare con il passato di Damon e Stefan e NON è Sage).
Ambientata a Mystic Falls, dalla fine della 15esima puntata della terza serie. Ci saranno anche dei flashback, alcuni mai presi in considerazione nella serie TV. Ci sarà anche molto Defan ♥ ma l'idea è di non trascurare anche i personaggi secondari, per cui aspettatevi anche un pizzico di Klaroline e.....Mabekah (Matt e Rebekah, lo so sembra assurdo ma io li shippo!).
Premetto che sono una Delena convinta, e probabilmente si arriverà al Delena nella storia. ♥ Ma non così presto!
Tratto dal terzo capitolo:
Adesso Damon ed Elena erano soli in salotto.
"Tutto ok?" le chiese Damon sussurrando.
"Sì. Sono molto sorpresa ma è tutto ok. Dopotutto è meglio così, no? So cosa vuol dire non avere i genitori, e credo che a qualsiasi età questo non cambi." rispose calma Elena.
Damon annuì. "Che ne dici, andiamo di là?" le propose poi.
"No, aspetta. Cosa intendeva prima Stefan? Ha detto che dovevi dirmi qualcosa."
"Elena, lascia perdere. Ora andiamo." rispose sbrigativo Damon e fece per alzarsi, ma Elena lo bloccò afferrandogli il polso. Damon si sedette di nuovo dov'era.
"Damon, lo sai quel che si dice sulle donne e la curiosità, vero? Ormai che mi hai accennato qualcosa devo sapere tutto." disse Elena incrociando le braccia.
"Elena, lo sai quel che si dice sui vampiri e la pazienza, vero? Se gliela fai perdere ci mettono un millesimo di secondo a farti fuori." gli rispose Damon prendendola per i polsi e avvicinando il viso al suo. Solo un paio di centimetri li dividevano.
Damon riuscì a sentire il battito di Elena accelerare notevolmente, ma sapeva che non era per la paura.
Elena restò impietrita qualche istante, poi tornò in sé. Sbuffò e si divincolò dalla presa, poi a passo svelto se ne andò in cucina, furiosa.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo2
Capitolo 2

Damon si trovò davanti una bellissima donna formosa dai lineamenti dolci, con lunghi capelli biondi e occhi verde smeraldo. Rimase impalato a guardarla. Ancora non riusciva a credere fosse di fronte a lui.
Non vedendo tornare indietro il fratello, Stefan si diresse all'entrata per vedere cosa stesse combinando.
«Damon, chi è?» chiese mentre stava per arrivare all'entrata, e quando fu dietro di lui riuscì a vedere quella donna. Rimase anche lui impietrito, davanti a quella donna che poteva ricordare solo grazie ad un ritratto ritrovato in soffitta.
«Mamma....» sussurrò Damon. Poi pian piano si voltò verso il fratello: sembrava letteralmente terrorizzato.
«Non è possibile....» balbettò il piccolo Salvatore, guardando il fratello maggiore e poi quella donna.
«Ragazzi, non sapevo come prepararvi a tutto questo. Lo so che adesso siete scioccati, ma se posso entrare e non avete nulla in contrario vi racconto tutto.» disse la donna.
«Certo» disse ancora turbato Damon, e le fece strada verso il salotto.
«Come siete belli, figli miei. Sapete, ho sempre avuto vostre notizie da varie persone, ma non vedevo l'ora di vedervi.» disse la donna una volta accomodatasi sul divano, mentre Stefan si sedeva sulla poltrona e Damon si metteva dietro di lui appoggiato allo schienale.
«Papà lo sapeva?» disse freddo il più grande dei Salvatore.
«Che io fossi viva? No, non lo sapeva. Nessuno lo sapeva, tranne ovviamente chi mi ha aiutato.» disse la donna.
«E chi è stato ad aiutarti?» continuò lui. Stefan si limitava ad ascoltare, era ancora molto scosso, più di suo fratello. Non aveva mai conosciuto la madre, perché era morta poco dopo la sua nascita. Si era sempre sentito in colpa per questo, ma ora si sentiva solo confuso. Aveva sofferto per più di 160 anni solo per una bugia?
«Oh, mio dolce Damon, ormai che importanza ha? Piuttosto raccontatemi di voi...è vero che tu sei stato morso da un licantropo?» la donna parlava molto dolcemente, come se davanti avesse dei bambini.
«Dimmi chi ti ha aiutato o te ne vai fuori da questa casa e dalla mia vita per sempre!» rispose furente lui.
La donna si rattristò e abbassò il capo, poi cominciò a parlare a bassa voce «Non ti ricordavo così, mio caro Damon. Eri un bimbo così dolce e premuroso...» la donna alzò lo sguardo verso di lui e quando vide l'espressione ancora dura di suo figlio, decise che era arrivato il momento di rispondergli: «Stavo morendo Damon, quella non era una bugia. A quei tempi dare alla luce un bambino non era sicuro come oggi. E la nascita di tuo fratello mi indebolì molto. Sentivo che non avrei resistito a lungo, così ogni giorno in cui Pearl veniva a trovarmi le chiedevo di trovare una soluzione, un qualche intruglio dei suoi, perché non volevo morire così giovane, e con dei figli così piccoli da crescere. Ma dopo parecchi giorni che ascoltava le mie richieste....»


Mystic Falls, 1847
«Jeanne, vuoi vivere per sempre?» sussurrò Pearl, chinandosi sul letto dove giaceva moribonda l'amica.
«Per sempre? Magari, ma già non so se riuscirò a superare quest'inverno.» disse lei.
«Sai mantenere un segreto?» disse Pearl guardandosi attorno sospettosa.
«Certo. Perché me lo chiedi?»
«Perché io e te da adesso ne abbiamo uno. Puoi vivere per sempre. Io posso farti vivere per sempre. Però tu devi fare uno sforzo.»
«Qualsiasi cosa.»
«Dovrai bere il mio sangue ogni giorno, così se non ce la dovessi fare, ti risveglieresti.»
«Pearl, ci conosciamo da sempre, ma questo non mi sembra il momento di scherzare.»
«Non sto scherzando, Jeanne. Io....sono un vampiro.» Jeanne spalancò gli occhi, come se si fosse trovata davanti un fantasma, ma Pearl continuò: «Posso rendere un vampiro anche te. Vivrai per sempre, sarai sempre giovane, forte, e in più diventare un vampiro ha i suoi vantaggi, te lo assicuro.»
«Mio marito mi odierebbe. E se sapesse di te ti ucciderebbe.» rispose Jeanne terrorizzata.
«Infatti è un segreto tra me e te. Lui non deve sapere.»
Ci fu un momento di pausa, poi Pearl riprese a parlare: «Non dirmi che non vorresti vedere crescere i tuoi figli.»
«Certo che lo vorrei.»
Jeanne rifletté per un po'. Teneva tantissimo ai suoi figli, e avrebbe "tradito" suo marito pur di star loro accanto.
«Cosa devo fare per diventare come te?» disse rassegnata Jeanne a Pearl, che si alzò, chiuse la porta a chiave e poi si avvicinò al letto dov'era adagiata l'amica. Infine si incise il polso con i canini e lo avvicinò alla bocca della malata.
«Bevi.»
Jeanne avvicinò tentennante la bocca al taglio che Pearl si era fatta sul polso, e iniziò a bere pian piano il sangue.


«....fece così per giorni, settimane, forse mesi. Finché un giorno mi addormentai e quando mi risvegliai ero lontana dalla città, insieme a Pearl ed Emily, che conoscete anche voi da quel che so.»
Stefan e Damon annuirono, le conoscevano bene quelle due donne. Emily addirittura era con loro quando si risvegliarono, proprio come successe alla loro madre.
«Non le avevi detto che volevi vederci crescere? Dove sei stata per tutti questi anni?» disse ancora teso Damon.
«Diciamo che non è andata come avevamo progettato. A vedermi morta per primo fu tuo padre, e Pearl non riuscì a trovare un modo per insabbiare tutto. L'unica cosa che le venne in mente fu di celebrare in fretta e furia il funerale, per evitare che voi mi vedeste e per fare in modo che nessuno mi vedesse quando mi sarei risvegliata. Io e vostro padre eravamo d'accordo sul fatto che se fosse accaduto il peggio, voi ne sareste rimasti fuori. Stefan forse non avrebbe nemmeno capito cosa fosse successo, era solo un neonato, ma tu Damon, eri un bambino, e vedere la propria madre morta sarebbe stato terribile. Così quando mi risvegliai, il mio funerale era già stato celebrato e per tutti io non esistevo più. Mi arrabbiai con Pearl, mi aveva illusa che avrei potuto crescervi e invece non potevo nemmeno guardarvi da lontano per paura che qualcuno mi vedesse. Ma quando mi spiegò quel che era successo, non potei far altro che arrendermi all'idea che non vi avrei più rivisti.»
Stefan si alzò e si avvicinò al divano dov'era seduta sua madre. La guardò e poi si sedette accanto a lei.
«Posso?» le disse, avvicinando la mano ai capelli.
«Certo, figliuolo.» disse la donna, sorridendo al figlio.
Stefan le toccò i capelli, erano così morbidi e profumati...poi spostò la mano verso il viso: le sfiorò le guance, poi il naso e infine la fronte. Sembrava come se volesse accertarsi che quella figura davanti a lui fosse vera, non fosse un'allucinazione, un fantasma. Voleva essere sicuro che lei fosse proprio lì, davanti a lui, per davvero. Sorrise e l'abbracciò forte. Lei rimase sorpresa all'inizio, non si aspettava una reazione del genere, poi ricambiò l'abbraccio. Dagli occhi di Stefan cominciarono a scendere delle dolci lacrime, e appena se ne accorse Jeanne gli mise le mani tra i capelli e dolcemente lo allontanò finché non riusci a guardarlo in viso. Vide le sue lacrime scendere sulle guance, la bocca che tratteneva i singhiozzi, e le iniziarono a brillare gli occhi. Il pensiero di aver perso tutti quegli anni senza vedere i suoi bimbi crescere, trasformarsi in uomini e poi anche in vampiri, le fece venire un groppo in gola.
«Stefan, piccolo mio....Non ti lascerò mai più, te lo prometto. Non abbandonerò mai più i miei figli,» disse voltandosi verso Damon, che era ancora appoggiato alla poltrona, ma aveva un'espressione diversa, un misto tra tenerezza, nostalgia, rabbia e delusione,«non vi lascerò mai più, per nessun motivo.» e abbracciò forte Stefan, mentre le lacrime cominciavano a solcarle il viso.
Pian piano Damon si avvicinò a loro, e guardando sua madre le disse serio: «Ci hai abbandonati e non ci hai mai cercati. Come mai ora invece sì? C'è qualcosa sotto? Posso fidarmi di te?».
La donna staccandosi dall'abbraccio con Stefan le sorrise: «Hai ragione, come puoi fidarti di me? Ho fatto tanti errori, e il primo è stato quello di non venirvi a cercare appena ricevuta la notizia che eravate stati trasformati in vampiri. Ma vedi, non sapevo se era giusto scombussolarvi tutto. Voi mi credevate morta, e pensavo fosse giusto così. Eravate cresciuti senza di me, ormai eravate abituati a non avere una madre. Ma quando ho saputo che tu stavi rischiando la vita per quel morso di licantropo, ho iniziato a riflettere. Non volevo più starvi lontano, e mi son detta "io ci provo, poi sarà quel che sarà" ed eccomi qua. Vorrei recuperare il tempo perso con voi, ma so che non si può, per cui mi accontento di passare il tempo che verrà con voi, da adesso. Sto chiedendo troppo?».
Damon iniziò a camminare lentamente verso il camino, poi tornò indietro, con lo stesso passo lento. Stava riflettendo, e continuò ad andare avanti e indietro un po' di volte, mentre Jeanne e Stefan aspettavano la sua riposta tenendosi la mano.
Damon si fermò davanti a Jeanne, e serio disse: «Non farmi pentire della mia scelta, mamma», prendendole l'altra mano. Poi si sedette accanto a lei. Era un'immagine stupenda quella che avevano creato: Damon, Jeanne e Stefan l'uno accanto all'altro, che si tenevano per mano, commossi ognuno a modo suo.
Restarono a parlare fino a tardi, poi Stefan fece scegliere a sua madre una delle stanze libere in cui accomodarsi, mentre Damon le prese le valigie dall'auto e le portò al piano di sopra e poi le procurò un paio di lenzuola e degli asciugamano.
Già si respirava un'aria diversa in quella casa. Un'aria più familiare. Più tranquilla.

To be continued......



Ed ecco svelato chi era il personaggio misterioso! Della madre di Damon e Stefan non si parla molto né nel film né nei libri, così ho pensato di darle una storia in questa fan fiction!
Che ne pensate? Recensite!
Poi abbiamo il primo flashback! Spero di essermi fatta capire bene! =)
Ringrazio tantissimo chi ha messo la storia tra le preferite o tra le ricordate, chi la segue e soprattutto chi l'ha recensita!
Al prossimo capitolo! 
   
 
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