Ottavo Capitolo

Nick, con le braccia conserte e la spalla appoggiata allo stipite della porta, osservava Brian mentre cucinava.
Lo colpì la normalità di quella scena, qualcosa che aveva sempre osservato con i suoi genitori ma che mai, nemmeno nei più idilliaci sogni, aveva sperato per sé. Non aveva mai creduto nell’amore, aveva sempre pensato che fosse un effimero alibi per far soffrire qualcun altro perché richiedeva troppa fiducia. E lui, non ne aveva.
Poi aveva conosciuto Brian ed ogni sua remora era stata abbattuta con sorrisi, baci ed abbracci. Più di qualsiasi cosa, con una presenza non solo fisica: sapere di poterlo sempre chiamare e sapere che, se mai avesse avuto bisogno di aiuto, Brian sarebbe stato al suo fianco.
Ecco perché era venuto e perché si era sentito in dovere di rassicurarlo che non era scappato e che non l’avrebbe mai fatto, almeno non in modo così codardo. Era strano, certo, dover dipendere da qualcuno. Ma, ancora di più, era sapere che qualcuno dipendeva da lui e che si sarebbe preoccupato se non si fossero sentiti o visti per più di dodici ore.
Scosse la testa, allontanando quei pensieri troppo seri per quella serata.
Annullò la distanza fra loro due e, cogliendo Brian di sorpresa, circondò la sua vita in un abbraccio, i loro corpi perfettamente uniti, petto contro schiena. Appoggiò il mento sulla sua spalla, vi lasciò un bacio lì dove la pelle si riusciva ad intravedere fra il collo e l’inizio della maglietta.
“Mh... che buon profumo.”
“Io o il sugo?”
Qualche centimetro più in alto, lì dove il collo si fondeva prima nella nuca e poi nell’orecchio. “Tu, ovviamente. - Sussurrò Nick in una voce così roca che Brian sentì mille brividi percorrere i suoi nervi, rendendoli ancora più elettrici. - Ma anche il sugo non è male.”
“Vuoi assaggiare?” Domandò Brian, smettendo di rigirare ed alzando il mestolo.
“Ma lo sto già facendo.” Ribatté Nick, mordicchiando il lobo dell’orecchio mentre, con la punta dell’indice, seguiva il profilo della spina dorsale sulla superficie della maglietta.
“Se continui così... – mormorò il ragazzo rabbrividendo per il piacere. - ... rischio di bruciare tutto.”
Nick non rispose subito. Con l’altra mano, spense i due fornelli sui quali stavano bollendo acqua e sugo. “Penso che possiamo passare direttamente al dolce.”
Rimanendo nell’abbraccio, Brian si voltò ed appoggiò le labbra sul collo di Nick. “Il gelato si è ormai sciolto...”
“Chi ha detto che voglio il gelato? Io pensavo a qualcos’altro...”
Le labbra di Brian erano ormai vicine alla sua bocca, un minimo movimento e si sarebbero incontrate. Nick non sapeva che cosa aspettarsi, non sapeva se quella sarebbe stata la serata in cui avrebbero oltrepassato l’ultima barriera che rimaneva fra loro. Non gli importava aspettare, gli importava solamente che non ci fossero rimpianti o rimorsi.
Voleva che fosse perfetta.
“Allora credo sia meglio portare questo dolce in un luogo più adatto. - Sussurrò Brian. – In camera.”
Non trovando la voce, Nick poté solamente annuire, sicuro di una cosa: sarebbe stata perfetta.

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Okay, forse non é propriamente fluff ma é qualcosina di più! lol
Ormai é da lunedì che aggiorno quotidianamente. E' davvero un record per me! E lo devo tutto a voi, mie care! ^__^
E vi lascio con il dubbio: il prossimo capitolo sarà su ciò che accade in camera o saremo già alla mattina successiva? lo
Al prossimo!