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Autore: Shuchan    05/10/2006    3 recensioni
[HOUSE/CAMERON] Sarà giunto il momento della verità per House e Cameron? E l'arrivo di una vecchia conoscenza di House cambierà nuovamente le carte in tavola?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3

Questa volta l’aveva fatta proprio grossa, non riusciva a trovare nessun modo per rimediare così si rivolse nuovamente all’unica persona con cui poteva parlare…

WILSON: COSA LE HAI DETTO?! Ma dico Greg, se non ti sei bevuto il cervello allora sei proprio un caso disperato, non c’è via d’uscita non puoi farci niente…
HOUSE: Grazie amico mio, ora si che mi sento meglio
WILSON: Potevi pensarci due volte invece di trattarla in quel modo… Non mi stupirei se richiedesse il trasferimento!
HOUSE: Se la tua intenzione è continuare ad infierire me ne vado
WILSON: Lo so hai ragione, io non conosco bene Cameron, ma dovrai impegnarti sul serio se vuoi davvero farti perdonale da lei

Nel frattempo Cameron era a casa e ripensava a quello che le era stato detto da House. Ormai non c’èra dubbio, a lui non solo non le piaceva, ma la detestava! Come si sarebbe dovuta comportare? Avrebbe dovuto ignorare la cosa o affrontarlo a viso aperto?

Il giorno seguente lo incontrò prima del previsto, erano entrambi nell’ascensore insieme ad altre tre persone, continuarono a salire finchè non rimasero soli.

HOUSE: Ciao
CAMERON con tono freddo: Buongiorno House
HOUSE: Senti riguardo a ieri
CAMERON: Non mi sembra che ci sia altro da dire, ho capito benissimo: d’ora in poi mi limiterò a lavorare con te senza restarti vicino un secondo in più del necessario.
HOUSE: Quelle cose non le pensavo, o meglio le pensavo ma non verso di te, avevo litigato con Wilson e me la sono presa con te, dimentica quello che ho detto
CAMERON: Quando si perde il controllo di noi stessi si tende a dire la verità, so che quelle cose le pensavi veramente ed è stato un bene che tu le abbia dette fidati. Ora è meglio andare.

Era stata brava, stavolta era stata lei a trattarlo freddamente. Tutto ciò che doveva fare d’ora in poi era pensare a lui solo come il suo capo e non come un uomo.

UFFICIO HOUSE

HOUSE: Che abbiamo qui?
FOREMAN: Donna, trentacinque anni, accusa spasmi negli arti superiori e perdita della vista
HOUSE: Gli avete fatto una TAC?
CHASE: No…volevamo prima sentire che ne pensavi…
HOUSE: Senza gli esami di base che diavolo volete che pensi, muovetevi invece di stare qui a crogiolarvi

Foreman e Chase uscirono di corsa dalla stanza

FOREMAN: Oggi è veramente nervoso
CHASE: Sarà meglio stargli alla larga, non voglio altri guai almeno per le prossime settimane

Qualche ora dopo la squadra si riunì nuovamente per discutere dei risultati delle analisi

CAMERON: Le analisi non danno niente di anomalo
CHASE: Dovremmo iniziare a somministrarle del citosan per vedere come reagisce.

Ad un tratto il telefono squillò, Cameron andò a rispondere.

CAMERON: Pronto, studio di Diagnostica. Come? Si è qui glielo passo subito…

La dottoressa tese la cornetta verso House

HOUSE: Pronto? Mamma? Lo sai che non voglio che mi chiami a lav-… Cosa?... Quando è successo?... Stai tranquilla, arrivo subito.

Attaccò la cornetta mentre i suoi dipendenti lo guardavano, House si diresse velocemente verso la porta senza dare nessuna spiegazione.

UFFICIO CUDDY

Cameron decise di chiedere alla Cuddy se sapeva qualcosa dato che House aveva lasciato l’ospedale dopo quella chiamata della madre.

CUDDY: So gia cosa vuoi sapere
CAMERON: Ma è successo qualcosa?
CUDDY: Il padre di House è mancato questa notte purtroppo… CAMERON: Come è successo…?
CUDDY: Pare che abbia avuto un infarto, House ha raggiunto la madre per occuparsi del funerale

Si era ripromessa di stare alla larga da lui, ma non poteva restargli lontano così si fece forza e la sera stessa gli telefonò. Dopo molti squilli finalmente rispose.

CAMERON: House… ci sei?
HOUSE: Cosa vuoi?
CAMERON: Ero preoccupata per te… volevo sapere come stavi… HOUSE: Come al solito tutti ad impicciarvi dei fatti miei, non avevi detto che avrestiavuto con me solo interessamenti lavorativi?

Cameron venne ferita dalle sue parole ma tentò di ignorarle, dopotutto non era in una situazione facile

CAMERON: Volevo dirti che se hai bisogno di qualsiasi cosa… anche solo di parlare io ci sono…
HOUSE: Non sono io ad essere morto, e fammi un favore, non venire ne te ne gli altri due cip e ciop al funerale. CLACK

Non sapeva cosa fare, più la trattava male più sentiva di doversi avvicinare a lui…
La mattina seguente si sarebbero celebrati i funerali, al cimitero c’èrano poche persone probabilmente parenti stretti ed ovviamente House e sua madre. Cameron ignorò l’avvertimento di House e si presentò lì ma non da sola, insieme a Foreman, Chase, Cuddy e Wilson.
Dopotutto anche se era un gran bastardo la solidarietà trionfava sempre…

HOUSE: Come al solito parlo al vento
CAMERON: Non dovresti dirlo solo a me, sono stati loro a decidere di venire
HOUSE: Se speri di trovare in me un cucciolo ancora più ferito del solito o straziato dal dolore ti sbagli, io non ho mai sopportato mio padre
CAMERON: Non sono qui per te perché so che non vuoi avermi vicino più del dovuto, lo faccio per me perché non mi perdonerei di lasciarti solo in questo momento

House rimase in silenzio facendo finta di non averla ascoltata.

Il giorno seguente House era gia tornato al lavoro ma non si trovava da nessuna parte. Cameron ricordò di avergli sentito dire che l’unico buon posto per stare da soli è il tetto, così andò a controllare e lo trovò seduto a terra con la schiena poggiata verso il muro.

HOUSE: Come mi hai trovato
CAMERON: Ricordo che mi avevi parlato di questo posto
HOUSE: Che stupido, avrei dovuto starmi zitto, ma se non sbaglio ho definito questo posto come un luogo per stare soli? Allora perché seiqui
CAMERON: Ci sono passata anche io con mio marito, stare soli sembra la decisione migliore ma in realtà non lo è
HOUSE: Vattene non ho voglia di sentire i tuoi discorsi da principessina della moralità e del buonsenso, sei solo una rottura
CAMERON: Non me ne vado! E se pensi che con questo tuo modo di fare riesca a mandarmi via sei solo un illuso!
HOUSE fece un sospiro: Ti ho detto che ti odio, ti ho trattata peggio che potessi, ti ho cercato di ignorare, io non ho niente che possa interessarti, cosa vuoi da me una volta per tutte

Cameron si inginocchiò davanti ad House il quale era ancora seduto a terra, gli prese una mano e disse

CAMERON: Lo so che mi odi e che sono l’ultima persona che vorresti in questo momento qui accanto a te, ma come hai detto tu, vorresti passare più tempo possibile con le persone che ami… anche se loro ti detestano. Se sono qui è solo per me, perché malgrado tutto ti amo House, mi chiedo anch’io come faccia a provare questo per te nonostante tutte le volte che ho sofferto a causa tua, ma ormai ho smesso di chiedermi il perché e ho capito che per stare bene devo farmi guidare dal mio cuore, e il mio cuore mi dice di starti vicino in questa circostanza…

House mentre diceva ciò, aveva continuato a fissarla come si guarda un angelo caduto dal cielo che appare dinnanzi a te. Tirò a sé la mano che le aveva preso e la strinse forte. Una lacrima rigò il volto di House.

HOUSE: Io detestavo mio padre… e mi sento in colpa…

Le lacrime iniziarono a sgorgare sia dagli occhi di House che da quelli di Cameron che lo stringeva forte come per rassicurarlo.

HOUSE: Sei l’ultima persona che vorrei che mi vedesse in questo stato
CAMERON: Adesso non preoccuparti più di nulla

Rimasero abbracciato per molto tempo, House disse a Cameron di non prendere impegni non si sa per quale motivo, piu tardi scesero in ufficio entrambi consci che qualcosa era cambiato in loro, e forse tra loro?

FOREMAN: Come và House?
HOUSE: Se guadagnassi un dollaro per ogni persona che me lo chiede a quest’ora sarei più ricco di Bill Gates. Nessun paziente si è rivolto a noi oggi? Deve essere la mia giornata fortunata!
CHASE: Piuttosto Cameron, Wilson ti ha cercato tutto il pomeriggio per darti delle certe relazioni che gli avevi chiesto. Dove eri finita?
CAMERON: Ero dalla Cuddy

Fu la prima cosa che le venì in mente

CHASE: Ma la Cuddy oggi non era a quel congresso?
HOUSE: Canguro felice, vai ad impicciarti da un’altra parte

Chase non fece in tempo a replicare che la porta dell’ufficio si spalancò ed una Stacy visivamente provata si diresse verso House per poi abbracciarlo davanti allo stupore dei presenti.

STACY: Appena ho saputo sono venuta, come stai?

House ovviamente imbarazzato se la scrollò di dosso.

HOUSE: Io ho una gamba insensibile, e te?
STACY: Vedo che non hai perso il tuo sarcasmo, da questo ne deduco che non stai poi così male.
HOUSE: Gentaglia andate a fare qualcosa fuori di qui

Tutti uscirono, Cameron prima di farlo guardò negli occhi House come per aspettarsi qualcosa, ma quel qualcosa non arrivò.

Ormai era sera ed il suo turno era finito così la dottoressa Cameron si avviò verso l’uscita. Uscita dall’ascensore la bloccò House

HOUSE: Ce ne hai messo di tempo, voi donne siete così lente
CAMERON: Che ci fai qua? E Stacy?
HOUSE: Ti avevo detto di non prendere impegni per stasera non dirmi che te lo sei dimenticata
CAMERON: No ma io… pensavo che avessi cambiato progetti…
  
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