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Autore: rardef    03/03/2012    3 recensioni
"E se avesse attuato il suo piano? Che sarebbe successo? Avrebbero capito?"
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dende, Gohan, Piccolo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’aria della mattina era fresca e Dende era contento di camminare tra quegli arbusti. La foresta intorno a lui profumava di mille odori, con i suoi sensi acuti riusciva a sentire i movimenti degli animali che vivevano la loro vita ignari di quello che capitava loro intorno. Camminava già da qualche ora quando arrivò al bivio che Gordo gli aveva indicato. Guardò le due strade per decidere quale fosse quella più lunga, aveva intenzione di seguire le indicazioni dell’uomo infatti,  ma gli sembravano completamente identiche. 
“E ora come faccio, mi aveva detto che le avrei riconosciute facilmente” pensò Dende un po’ in ansia. “Destra o sinistra?” il namecciano guardava le due strade in cerca di un particolare che le distinguesse, ma erano entrambe identiche. 
“Ragazzo ti sei perso? Lo sai che i bambini non dovrebbero girare da soli per la foresta?”  un uomo grande e grosso apparve dietro Dende, facendolo trasalire.  Era in compagnia di altri due brutti ceffi; i tre indossavano una giubba blu sopra a dei pantaloni color cachi con in testa un cappello dello stesso colore. 
“Prendiamolo ragazzi, vediamo che ha addosso!” disse il più basso. Gli altri si avventarono contro il namecciano che, non essendo mai stato un combattente venne atterrato facilmente. Iniziarono a frugargli addosso alla ricerca di qualcosa di valore che ovviamente non trovarono.
“Questo muso verde è povero in canna, ehi amico ti daremo una bella lezione per  il tempo che ci hai fatto perdere” e così dicendo i tre iniziarono a infierire sul povero namecciano, che non poteva fare altro che subire. Quando i tre finirono con lui, se qualcuno dei suoi amici lo avesse visto non lo avrebbe riconosciuto: la faccia era gonfia e in più punti violacea, una delle sue antenne era inerte sul viso, gli occhi non si vedevano più completamente tumefatti, le ossa della mano destra erano completamente frantumate e il braccio sinistro era piegato in una posizione innaturale. 
Racchiuso in posizione fetale percepì che i suoi aggressori si erano dileguati. “Perché si sono comportati così? Che gli ho fatto? Possibile che io, con la mia esistenza debba proteggere e vegliare su di loro?” questo pensava Dende mentre cercava di raccogliere le forze. 
Qualcosa dentro di lui si ruppe,  non voleva più essere il Supremo, non voleva stare su quel pianeta dove la gente era così cattiva, dove chiunque era libero di fare del male ai più deboli. Li avrebbe puniti, li avrebbe uccisi tutti. Una malvagità inaudita si impossessò del suo cuore, un desiderio di vendetta che gli faceva bollire il sangue nella vene. 
Aveva raccolto le forze in modo sufficiente per curarsi e lo fece; una luce dorata lo avvolse, le tumefazioni si riassorbirono, le ossa si riassestarono e il braccio tornò nel suo alloggiamento naturale. Ora che era in forze si girò guardando il bivio e vide le impronte dei tre che lo avevano brutalmente picchiato e le seguì.
  
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