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Autore: FannyHarris    03/03/2012    2 recensioni
La mia prima long-fic con protagonista C-17 :)
Spero vi piaccia, Fanny.
Estratto dal secondo capitolo: Si sentiva come un estraneo su quel pianeta, senza nessuno scopo valido e ragione di permanenza. Non era un umano e nemmeno un cyborg, era “nessuno”. Non c’era più spazio per lui, o meglio, lo spazio c’era, ma era troppo angusto e stretto: non apparteneva più a quel mondo.
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 17, 18, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La storia di C-17 e C-18. '
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Capitolo 2: Una ragione in più per restare.

Il sole splendeva alto nel cielo, illuminando ogni oggetto e dissolvendo le ombre oscure. Non c’era più nessuno sbalzo o stranezza nell’aria, giorno e notte si alternavano in perfetto equilibrio. 

La vita trascorreva tranquilla e felice: Cell era stato definitivamente distrutto e la pace regnava sovrana.  Non più guerre, morte e devastazione, bensì armonia, vita e protezione. 

Goku era morto e avrebbe passato molto tempo lontano dalla sua famiglia; aveva preferito l’aldilà perché sentiva di essere la causa di ogni male che si abbatteva sul suo amato pianeta. Il sayan dal cuore puro non voleva mettere in pericolo più nessuno, benché fosse stato difficile e doloroso prendere una simile decisione. Chichi era rimasta ancora una volta da sola, con il figlio da crescere … la donna, però,  aveva iniziato a percepire una nuova energia dentro di sé, una nuova creatura aveva iniziato a vivere in simbiosi con lei, era incinta.

Aspettava un altro bambino dal suo amato sayan, e, ogni sera, se ne stava seduta vicino alla finestra a contemplare le stelle che brillavano alte nel cielo. Chichi sentiva che, nonostante fosse lontano, Goku le stava accanto, la sorvegliava e la brezza serale le sussurrava ogni volta delle lievi parole: “Non abbatterti. Io sono lì con te.”  Non era stata abbandonata, lui era sempre lì e questo le dava la forza di andare avanti.

 

Alla casa del Maestro Muten, invece, una bella ragazza dai capelli biondi e il miglior amico di Goku avevano imparato a conoscersi. 

Il desiderio di Crilin non era stato esaudito,  C-18 e C-17 erano stati condannati ad essere due cyborg in eterno. All’inizio era stato difficile da accettare, C-18 aveva iniziato a percepire il richiamo umano e vedere ogni speranza dissolversi, l’aveva fortemente demoralizzata.  Il primo impulso era stato quello di correre dal fratello, il quale sapeva sempre come aiutarla e sollevarle il morale.  Se Chichi la sera guardava le stelle, che emanavano il loro fievole barlume, alla ricerca del marito, C-18 faceva lo stesso, cercando di immaginare cosa facesse e come stesse il gemello.

La giovane non ricordava assolutamente nulla riguardo gli avvenimenti precedenti alla sua attivazione, non sapeva quale fosse il suo vero nome, quale la famiglia e chi fosse in realtà; ma nonostante tutto sentiva che nella vita passata, come in quella di cyborg, qualcosa la legasse profondamente a C-17, andava oltre il legame fra due normali fratelli, era caratteristico dei gemelli, un ‘unica entità separata in due.

Gli occhi di ghiaccio erano puntati nell’oscurità infinita della notte, costellata da piccole e deboli luci … l’unico sollievo era Crilin, il solo che l’aveva fatta sorridere per la prima volta e che lentamente stava facendo leva su sentimenti che pensava fossero stati sepolti per l’eternità nei suoi circuiti. Essendo decisa, autoritaria e risoluta, non voleva mostrarsi debole e insicura, quindi tentava di nascondere al mondo quel cambiamento che stava lentamente avvenendo nel suo profondo, ignara che presto o tardi non le sarebbe più stato possibile occultare tramite gli occhi gelidi e un atteggiamento apparentemente distaccato.

 

“Però adesso è così noioso. Uccidere umani non ne vale proprio la pena. Non ho più nulla con cui passare il tempo.”  C-17 era sdraiato su una roccia, osservando l’immensa distesa scura sopra di lui, e sospirava sonoramente. Si sentiva come un estraneo su quel pianeta, senza nessuno scopo valido  e ragione di permanenza.  Non era un umano e nemmeno un cyborg, era “nessuno”. Non c’era più spazio per lui, o meglio, lo spazio c’era, ma era troppo angusto e stretto: non apparteneva più a quel mondo. Non sentiva più soddisfazione nemmeno uccidendo e praticando i suoi antichi macabri divertimenti.  Era cambiato.

Lì era un estraneo. L’unico forte legame che percepiva con la Terra era la gemella, l’unica ragione che lo tratteneva. Chiuse gli occhi e iniziò a pensare intensamente, senza neanche sapere a che cosa.  In quel momento doveva solo andar via, allontanarsi insomma, anche se solo con la mente.

Un flash velocissimo irruppe nella sua testa, come un fulmine a ciel sereno. Il ragazzo dall’aspetto giovanile e i capelli scuri spalancò gli occhi e balzò in piedi. Si sentiva strano, come se avesse paura. Un’immagine terribile aveva squarciato quella combattuta tranquillità che viveva.

C-17 si ricompose e iniziò a camminare, deciso più che mai, verso il luogo che forse gli avrebbe dato qualche risposta.  La ragione di permanenza non era più solo una.

Un fulmine squarciò il buio della notte e la pioggia iniziò a cadere con violenza, quasi la natura fosse partecipe della condizione interiore del cyborg.

Angolo autrice:

Rieccomi con un nuovo capitolo ;D Allora, so che è ancora vago , ma la storia lentamente inizierà ad entrare in moto, boh ma questo è il mio periodo descrittivo xD Sapete, non voglio ridurre tutti ad una banalità di fatti che si susseguono veloci J

Che dire, credo abbiate capito che è successo a 17 :D

Baci, Fanny

Magari, con una recensione ditemi che ne pensate. Ciao.

 

   
 
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