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Autore: Leyton_Nenny    03/03/2012    3 recensioni
Ho deciso di scrive questa storia partendo da una conversazione avuta con una mia cara amica chiamata Sem appunto. La trovate anche su EFP, si chiama SemPandaBlu. E anche se non lo crede, scrive mille volte meglio di me, per questo ha tutte le anteprime e mi consiglia. Probabilmente se non mi avesse aiutata con le critiche non l' avrei mai pubblicata questa storia. Comunque è una storia di amore, un sogno diciamo. Forse una cavolata. Ma almeno spero sia una cavolata non banale...
Beh ogni capitolo ha il titolo di una canzone, sotto forse metterò delle note con l' artista, ma non lo so. Certo è che infondo ad ogni capitolo ci sarà un pezzo della canzone che riassume un po' il capitolo. E i pensieri del protagonista che osserva la scena. Infatti, accanto ad ogni capitolo troverete messo tra questi segni "-" la persona dal cui punto di vista è vista la storia. Spero vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rock contest.
Non una sfida, non un concerto dove impressionare qualcuno. Un concerto semplice, dovevamo solo cantare in chiusura. Giusto per riempire il tempo mentre la giuria si riprendeva dai ragazzi arrivati fin lì. Poi sarebbe iniziato il secondo giro.
Odore di birra. Mi stava nauseando quell' odore dolciastro. O forse ero io ad essere abituato ad altri ambienti. Sospirai. Forse mi mancava cantare in posti sconosciuti come quello.
Però, che ironia. Un contest così importante, in un posto così anonimo.
Forse era quella l' anima del rock.
Forse era per questo che i Beatles avevano iniziato suonando in locali sconosciuti. Forse così riuscivano a viverla meglio.
Acqua, avevo bisogno di acqua. La mia gola sembrava riarsa, prosciugata da quell' odore dolciastro. Mi avvicino lentamente alle scale, la luce era poca, era flebile. E c' era ancora gente in quel corridoio, gente in attesa di cantare.
Band sconosciute in attesa di poter andare avanti, in attesa di poter suonare e cantare a un livello professionale. Band in attesa di contratto probabilmente. O forse solo di una bella avventura.
Chiudo e riapro gli occhi cercando di adattarli all' oscurità mentre avanzo praticamente a tentoni verso le scale dove avrei trovato delle bottigliette d' acqua, di solito stavano lì ai concerti.
Mentre mi dirigo verso l' ingresso al palco pregando per trovare l' acqua, vedo una ragazza di spalle. Capelli neri, lunghi. Spalle ossute, magre. Non è alta, ma sembra slanciata su quel gradino. E il suo corpo sembra una piccola visione. E' ansiosa, lo percepisco dai suoi muscoli contratti. E dal fatto che è sola, in mezzo a quelle scale.
Eppure è così perfetta nella sua fragilità e nella sua solitudine.
Che mi sta succedendo? Irrazionalmente una mano si avvicina a lei, forse voglio davvero sfiorarla, forse credo sia un sogno, una visione eterea. Un qualcosa di troppo bello per esistere.
La dea del rock... Che esista davvero? Perché se esistesse, vorrei che avesse quelle fattezze: la vorrei così piccola e fragile eppure così capace di emozionarmi.
La mano si poggia sulla sua spalla, non la attraversa. Allora esiste davvero. La ragazza si volta, sembra impaurita. Che l' abbia spaventata? Però prima stava parlando con un ragazzo che sia... No, meglio non pensarci. Forse ha solo bisogno di essere incoraggiata, forse è il suo gruppo quello che sta per salire sul palco. Cosa ovvia, dato che sta sulle scale.
“Non ti preoccupare, andrà tutto bene. Spaccate, lo sai? Ti guarderò le spalle”
Lei sorride. Come fa a sorridere in quel modo? Però sembra essersi calmata. E questa è una fortuna.
“E io guarderò le tue”
Che sia solo un modo per ringraziarmi? Però scorgo il suo profilo cercare il mio volto, ben protetto dall' ombra. Sono schiavo del buio eppure perché mi sento così prigioniero nel suo sguardo nocciola?
“Non serve. Sono dopo di te.”
Un gesto, un piccolo accenno per darle modo di cercarmi. Un piccolo indizio. Infondo è meglio celarsi ancora un po' sotto questa maschera del buio, infondo è meglio nascondersi ancora un po' dalla realtà che probabilmente non mi accetterà una volta salito su quel palco. O forse non mi vorrà conoscere ritenendo di sapere tutto di me.
Mi darà una possibilità?
O dio del rock, se da qualche parte esisti, fa che mi dia una possibilità. Fa che voglia conoscermi davvero.
Ha perso la sua fragilità adesso, sembra decisa, fiera, combattiva.
E' pronta per l' arena, pronta per quel palco. Pronta per tutto. Pronta a dare il tutto per tutto.
Un ragazzo si avvicina a lei e io mi ritraggo. Sono di nuovo prigioniero del buio.
Sento che li annunciano.
Amici- amanti, eh? Nome interessante.
Però infondo spero sia solo un nome, spero non sia lei.
La sua voce: la riconosco. E' lei che canta. Ha una voce così, dolce così melodiosa. No, non può essere lei quel “Friends with benefits”.
Ha una voce angelica. Ti prego, non cantare così o sarò io a non essere all' altezza.
Zayn arriva alle mie spalle.
“Bravina eh?”
E ride. Che cavolo ha da ridere?
Interviene Louis. “Più che altro carina.” E mi scompiglia i capelli.
Ma che palle.
“Allora dicci tutto.” Zayn si siede davanti a me: mi sento sotto interrogatorio.
“Guarda che non c'è niente da dire. Era sotto stress e l' ho aiutata a tranquillizzarsi.”
“Ah, sì certo. Beh, allora se non t' interessa la prendo io.”
Sempre il solito. E io ovviamente mi irrigidisco. Non posso farci niente.
“Okay, avete vinto.”
“Come si chiama?”
“Non lo so”
“Come non lo sai?”
“Sono andato via non appena ho visto arrivare un ragazzo”
“Tu ti metti con trentenni e ti lasci scoraggiare da un ragazzino che si avvicina a lei? Lo sai che non è normale?!”
Hanno ragione, lo so anche io. Ma non posso ammetterlo, almeno non a loro.
“Stavolta è diverso.”
“E in cosa?”
“È italiana.”
“E con questo? Ti spaventa la distanza? Puoi prendere un aereo ed andare da lei quando vuoi, se lo vuoi.”
“Ragazzi, siamo realisti, non funzionerà.”
Stavolta è Niall a parlare.
“Se io avessi un amore come il tuo non scapperei, proverei a salire su quel palco e a vedere come funziona, se funziona. E darei il tutto per tutto per farmi guardare da lei. E non mi arrenderei, non lo farei fino a che lei non mi conceda una possibilità per dimostrarle quanto valgo.”
Niall. Sempre così sincero, così profondamente convinto nell' amore. Così determinato a trovarlo. Ma come fa? Come fa a rialzarsi dopo ogni batosta? Da il 110% eppure non si stanca mai.
Infondo, lo ammiro.
“E va bene. Darò a questa cosa assurda una possibilità, okay?”
Gli altri sorridono.
“Però lo farò solo se ora cantiamo What makes you beautiful!”
I ragazzi annuiscono ancora col sorriso dipinto sul volto: hanno capito, ne sono certo.
“One Direction”
La voce gracchiante dell' altoparlante. La stessa voce che l' aveva allontanata da me.
Il momento della verità. Mi avrebbe cercato? Avrebbe capito? Oppure era già sparita?
Oh visione, non sparire, non ora che mi hanno convinto a darti, a darci una possibilità.
Non farmi vivere con questo rimpianto, non farmi rimpiangere il non averti fermato mentre salivi quelle scale. Così vicina a me eppure così lontana.
Sono un povero cantante di emozioni, eppure non mi sono mai sentito così vuoto. Sorridimi, ti prego. Sorridi e riempi il mio cuore di musica e sentimento. Riempimi con quelle stesse emozioni che io canto.
Perché l' unica cosa che so è che scriviamo di ciò che crediamo di conoscere, ma molto spesso non ci rendiamo conto di avere ancora molto da imparare.
Sei passata al turno successivo, sento grida. Sento la tua voce, e sottofondo il battito del tuo cuore. Potrà mai esso battere per me?
E ancora una volta ti allontani mentre io sono ancora schiavo del buio.
Ancora qualche istante e salirò sul palco. Ma non sarà come le altre volte: stavolta non canterò per i produttori o altro, canterò per te. Solo per te.
Guardami, ti prego. Trova il modo di riconoscermi.
Sale Zayn, poi Liam. Poi ci sono io. Accanto a me Niall e infine Louis.
E lei ci sta guardando, seduta al bancone del bar. E non capisce, riesco a leggere chiaramente la sua espressione. Sorrido: non sa chi sono. Forse così è ancora più bello, forse così l' illusione durerà di più.
Quella canzone parla di lei, parla del suo modo di essere. E mi fa ridere: come posso scrivere di una che nemmeno conosco? Come posso voler vedere solo lei che in questo istante mi sta guardando nonostante la stanza sia piena di altre ragazze.
Adesso sta a me cantare. Mi sta guardando. Credo sorrida. Ha capito. Ha capito che sono io.
Ma avrà capito che sto cantando per lei? Io posso vedere il suo sguardo su di me, posso vedere i suoi occhi sebbene così distanti. Sono quei profondi pozzi marroni che la fisso durante tutta la durata dell' esibizione. E voglio immergermi, voglio immergermi dentro i suoi occhi per capire la sua anima.
“Gli occhi sono lo specchio dell' anima” così dicono. Se è così allora sto certamente annegando dentro la sua di anime. Dev' essere anch' essa così lucida e così brillante e piena di vita, proprio come i suoi occhi.
E' lei, ora lo so.
“Baby you light up my world like nobody else
The way that you flip your hair gets me overwhelmed
But you when smile at the ground it aint hard to tell
You don’t know
You don’t know you’re beautiful”

Ed è così che mi appare.
Lei, l' unica luce in quella stanza piena di gente dove io riesco a vedere solo me e lei, e il resto non importa. Il modo in cui i suoi capelli si sono mossi non appena si è girata verso di me. E il suo sorriso. Il suo bellissimo sorriso sincero. E' bella, è dannatamente bella. Mi sta uccidendo, mi sta uccidendo lentamente. Ma mai avrei desiderato agonia più felice.
Lasciatemi annegare, lasciatemi annegare nel suo sguardo, vi prego.
La musica si abbassa, la canzone finisce.
Ma alla fine, le mie emozioni sono ancora lì, più vive che mai.
Niall mi guarda, lo vedo con la coda dell' occhio. E sorride.
“Ci vediamo nei camerini”
Io annuisco, mentre inizio a camminare con passo deciso verso di lei. Devo parlarle, devo sapere come si chiama.
“Hey”
Che saluto scontato. Puoi fare di meglio, Harry.
“Hey, grazie per ciò che hai fatto prima”
L' incoraggiamento. Allora mi ha riconosciuto.
“Non fa niente.” Poi mi rivolgo al barman. “Lo stesso”
Sono così imbarazzato che ho la testa completamente vuota. E, dato che non voglio che pensi che sono lì solo per lei, la cosa migliore è ordinare qualcosa da bere. Ma non mi siedo, non voglio che pensi che voglio trattenermi, anche se lo vorrei davvero. E poi chissà, magari mi chiederà lei di sedermi.
Lentamente la vedo voltarsi verso di me, sembra.. non so cosa sembra.
Impaurita? Stupita? Non lo so.
Sussurra debolmente il mio nome, senza convinzione.
Fantastico. Sa come mi chiamo. E il mio nome dalle sue labbra ha un suono così dolce.
“Sì. E tu saresti?”
Sembro freddo, distaccato. Perché la mia voce esce così? Volevo essere dolce, volevo dimostrarle che m'importava il suo nome e tutto il resto.
“Marta. Piacere di conoscerti.”
Marta. Che nome fantastico. E' un nome strano, in Inghilterra non ce ne sono di simili. Marta. Mi piace. Potrei scriverci una canzone.
“Piacere mio. Comunque, bella voce.”
Che commento patetico. Bella voce, tutto qui? Non puoi tirare fuori qualcosa di meglio, Harry? Offrile da bere, dille qualcosa. Ma non limitarti a “Bella voce.”
“Grazie. Bella canzone.”
“Grazie”
E ora di cosa parliamo? Abbiamo già finito gli argomenti? Però voglio conoscerla davvero, non mi basta ciò che dice nelle sue canzoni, non mi basta sapere che si chiama Marta. Voglio sapere di più. Voglio conoscerla davvero.
“Insomma... cosa vi ha portato a Londra? Ho sentito che parlavi con i tuoi amici in una lingua che certamente non era inglese... Italiano, vero? Quindi mi stavo chiedendo di dove foste...”
Altra cosa da non dire. Ma cosa mi prende? Mi sto scavando la fossa da solo. E lei sembra scocciata nelle sue risposte. Che l' abbia già annoiata?
“Siamo di Firenze. E siamo venuti qui portati dalla nostra musica, dal nostro sogno... è anche ciò di cui parla...”
“La vostra canzone. Lo so, l' ho sentita. E l' ho trovata molto bella.”
Voglio dimostrarle che m' importa, che voglio sapere tutto di lei. Che posso anche arrivare a leggerle nella mente, se voglio. Che posso essere io quel qualcosa in più che forse sta cercando.
“Grazie.”
Il barman finalmente finisce di preparare il mio drink e me lo porge.
“Cosa festeggiamo?”
Come cosa festeggiamo? Ma cosa sto dicendo? Non c'è niente da festeggiare. Sono io, davanti a una ragazza che reputo troppo per me e sto facendo la figura dell' idiota. Cosa festeggio? La mia goffaggine?!
“Oh, scusa. La tua vittoria.”
Salvato sul gong. Che poi, nemmeno è una vittoria. E' solo una qualificazione.
“La nostra vittoria”
Alle sue spalle si era avvicinato un ragazzo, il componente della sua band che già una volta l' aveva portata via da me. Lo guardo, e poi torno a guardare lei con un sorriso amaro sul volto.
Non avevo pensato alla cosa più ovvia: come poteva una ragazza così essere single? Doveva avere qualcuno. Accidenti a Niall, l' avrebbe pagata per avermi permesso di illudermi. Per avermi fatto credere ai colpi di fulmine.
Che si fottano, lui e quello stupido amore. L' amore non esiste, l' amore è solo qualcosa per fare musica, nella realtà non esiste.
“Siete una bella coppia, voi due.” commento con un filo di voce.
“Non stiamo insieme, suoniamo insieme e basta.”
E allora perché la abbraccia in quel modo? La mia mano si stringe spasmodicamente al bicchiere. Calmati Harry, non è né la prima né l' ultima delusione che avrai. Lei mi osserva la mano. E stavolta è lei a parlare.
“Non siamo una coppia. Siamo troppo amici per poter essere una coppia.”
Che abbia capito? Dopotutto la telepatia è un' arma a doppio taglio. Che cosa inutile da dire, e anche solo da pensare: probabilmente aveva capito tutto dai miei muscoli che si erano irrigiditi.
Lui resta appollaiato alla sua spalla, mi sembra un avvoltoio. Ma perché non se ne va?
Beve un sorso dal drink di lei.
Hai finito di studiare la tua preda, avvoltoio? Tanto appena si alzerà, avrai già il mio cuore pronto per essere mangiato.
“E' stato un piacere.... ehm scusa come ti chiami?” Il ragazzo rompe il silenzio.
“Harry” risponde lei.
Pronuncia di nuovo il mio nome. E di nuovo mi piace, mi piace il suono del mio nome per come esce dalle sue labbra.
“E' stato un piacere, Harry. Io mi chiamo Davide, Dude per gli amici. Trattamela bene, okay?” La lascia andare, e io mi rilasso un po'.
“Lo farei, se solo lei me lo permettesse.” mi lascio scappare.
Dovrebbe essere una cosa carina, ma lei si è alzata, sta scappando.
L' ho terrorizzata, fantastico. Vorrei dirle di aspettare, vorrei dirle che io non sono davvero così. Vorrei dirle che dovrebbe provare a conoscermi e forse potremo essere una bella coppia. Ma la mia lingua si è attorcigliata, le mie corde vocali si sono spente. Non riesco a parlare.
“Scusa, devo andare. Devo chiamare una mia amica prima che vada a letto, sai in Italia l' ora è diversa, sono un'ora avanti.”
“Capisco. Ci vediamo domani qui, no? Dato che siete passati dovete tornare.”
Che modo patetico di chiederle di uscire. Ma forse nemmeno le ho realmente chiesto di uscire.
“Lo so.”
Sorrido finendo il mio drink, mentre la osservo camminare sicura verso l' uscita. Indossa dei tacchi, ma non traballa nemmeno un po'. E' perfettamente a suo agio e sensuale.
Però ha detto che domani ci sarà, infondo è come se uscissimo, no? Mera illusione, già lo so. Ma ho bisogno di aggrapparmi ad essa per non annegare.
Sorrido al barman e gli porgo il bicchiere: un altro giro.
Meglio cancellare quella serata e rifugiarsi nell' alcool.
Almeno lui, non ti lascia. Almeno lui, non ti tradisce.
Non appena ricevo il mio drink, vedo venire verso di me l' amico di Marta. Aveva detto di chiamarsi Davide. Sta pagando qualcosa, e poi si avvicina a me. Fantastico, scaricato dall' amico, nemmeno dalla ragazza.
Sto per dirgli di risparmiarsi parole inutili che ho capito perfettamente come stanno le cose, ma lui mi fa cenno di tacere.
“Tu le piaci. Si vede da come ti guarda. E lei ti piace, si vede da come la guardi. Quindi perché non ci provi?”
“Ti sbagli. Io c' ho provato, lei se n'è andata.”
“Sai, se fossi in te ed avessi un amico della ragazza che mi piace che si prende il disturbo di dirmi che a lei interesso, non perderei tempo e ce la metterei tutta.”
Detto così, forse ha ragione.
“Perché lo stai facendo?”
“Perché voglio che sia felice.”
“Ti piace?”
“No. Ma è una mia cara amica e si merita di essere felice. E tu puoi farlo. Però sappi, che se le spezzerai il cuore, ti ucciderò.”
Sorrido. Che conversazione assurda: parlare di lei con quello che sembra essere il suo migliore amico. E lui mi incoraggia a provarci.
Il mondo sta andando al contrario.
Lo ringrazio e abbasso lo sguardo verso il mio drink.
“Tieni, come ringraziamento. Non ho voglia di bere.”
Lui sorride.
“Okay, allora domani offro io”
“Okay”
Assurdo. Sembriamo essere amici. Forse un po' lo siamo diventati, parlando di lei.
Torno verso i camerini, i ragazzi mi guardano e Louis si avvicina a me: è chiaro che voglia sapere qualcosa, ma io non ho niente da raccontare. Almeno non ancora. Sorrido e mi allontano tornando a casa. E penso a lei ogni istante. Penso al suo profumo, al suo corpo che spariva dentro quell' enorme maglia e alle sue gambe avvolte dai leggins.
Era la dea del rock, senza dubbio.
“Tonight I've fallen and I can't get up
I need your loving hands to come and pick me up
And every night I miss you
I can just look up
And know the stars are 
Holding you, holding you, holding you
Tonight”


Nota dell' autore: Allora, la canzone di questo capitolo è Tonight degli FM Static. E' una canzone bellissima e molto importante per me, quindi ho pensato che potesse starci bene. Per quanto riguarda il personaggio di Harry, mi sono leggermente stufata di persone che lo rappresentano come il Dio immortale e irraggiungibile, quindi volevo che apparisse come un ragazzo normale, con le sue aspettative, con i suoi problemi. Come una persona qualsiasi che fa quello che vuole nella propria vita. Quindi è anche per questo che ho deciso di mostrare entrambi i punti di vista, sia quello di Harry che quello di Marta.

  
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