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Autore: Leyton_Nenny    03/03/2012    3 recensioni
Ho deciso di scrive questa storia partendo da una conversazione avuta con una mia cara amica chiamata Sem appunto. La trovate anche su EFP, si chiama SemPandaBlu. E anche se non lo crede, scrive mille volte meglio di me, per questo ha tutte le anteprime e mi consiglia. Probabilmente se non mi avesse aiutata con le critiche non l' avrei mai pubblicata questa storia. Comunque è una storia di amore, un sogno diciamo. Forse una cavolata. Ma almeno spero sia una cavolata non banale...
Beh ogni capitolo ha il titolo di una canzone, sotto forse metterò delle note con l' artista, ma non lo so. Certo è che infondo ad ogni capitolo ci sarà un pezzo della canzone che riassume un po' il capitolo. E i pensieri del protagonista che osserva la scena. Infatti, accanto ad ogni capitolo troverete messo tra questi segni "-" la persona dal cui punto di vista è vista la storia. Spero vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rock contest.
Ci siamo, alla fine ce l' abbiamo fatta: un anno di duro lavoro e siamo arrivati qui. Londra. Ci siamo.
Chitarre, batterie, bassi... e odore di birra.
E' come stare a casa. Birra, come quella che ci accompagnava le nottate in cui scrivevamo testi. Perché chi suona Rock non può permettersi di bere caffè.
O almeno così lo giustificano gli altri. E io odio la birra, odio il suo odore e il suo sapore dolciastro. E' un po' come il sangue: c'è a chi piace leccarsi letteralmente le ferite e chi invece le disinfetta.
“ Birra?”. E ride.
Cos'è? Un modo per togliersi lo stress di dosso? Beh, bel tentativo ma non funziona. Anzi, stai solo peggiorando la situazione, Dude.
“ No.”
Risposta secca, glaciale. Non voglio la birra. E non voglio nemmeno il caffè, che detto da me è come pretendere a Londra 30 gradi all' ombra.
“ Friends with benefits”
Una voce gracchiante esce dalle casse del seminterrato dove eravamo. Il nostro turno. Proprio ora.
E io non ricordo le parole della canzone. Merda.
“ Dude, come inizia la canzone?”
Nessuna risposta. Solo una risata nervosa. E adesso? Cosa faccio?
Un mano si poggia sulla mia spalla: mi volto per capirne il proprietario, ma non riesco a vedere il suo volto: è troppo buio. Al suo posto, sento solo una voce.
“ Don't worry. Everything will be ok. You rocks, you know?”
Un inglese perfetto.
“ I'll watch your backs!”
Sorrido alle sue parole. Cavolo come aveva fatto a calmarmi così?
“ Thanks. I'll watch yours too.”
“ You don't need to. I'm after you.”
Cantava dopo di me? Wow.
E sicuramente io avrei fatto una pessima figura.
“ Ti muovi?”
La mano si allontana.
“ Arrivo, scusa”
“ Thank you so much.”
Nessuna risposta. Il ragazzo doveva essere lontano.
“ Ricordi le parole?”
“ Vogliamo iniziare o no?”
“ Che canzone ti ricordi meglio? Possiamo sempre cambiare...”
“ Le ricordo tutte. Ora iniziamo o ci facciamo attendere?”
“ Now, Friends with Benefits. The song is called: “The Stuff of our Dreams”. Good Luck, Guys!”
La nostra presentazione. La nostra unica possibilità, la nostra unica occasione.
“ Divertiamoci, okay?”
Senza rispondere, Dude prende il basso e inizia a suonare.
Il suo assolo: preciso, spettacolare.
Gli altri lo seguono. E io inizio a cantare.
Le luci blu ci inondano: siamo tutti azzurri adesso.
Indossiamo abiti bianchi proprio per ottenere quest' effetto: il bianco assorbe i colori delle luci e ci fa cambiare il colore dell' abito col variare delle luci.
Effetto studiato: come ogni movimento, ogni nota.
Abbiamo lavorato tanto, ma ne è valsa la pena.
Siamo in simbiosi tra di noi e con noi la musica.
La musica, come un cuore che ci unisce e ci da vita.
Musica, come l' ossigeno che riempe e gonfia i polmoni.
Musica, come la vita.
La nostra vita.
Show must go on?
No, non è proprio così. Non per noi. Lo show è un contorno: prima veniamo noi, con la nostra musica.
La nostra canzone parla di un viaggio, niente lacrime o sofferenza. Niente amore o cuori spezzati.
Solo noi, insieme.
Come una macchina che ha bisogno di tutti gli ingranaggi per funzionare perfettamente.
Niente delusioni, solo speranze e prospettive. Sogni.
Una canzone sola per descrivere il percorso di un anno.
Una canzone che parli di noi.
Nessuna presentazione, nessuna parola. Solo musica, questo è il patto.
La musica s' interrompe. Abbassiamo le teste e la luce si spegne. Silenzio. In sottofondo, il basso continua a suonare.
Che se ne siano accorti? Eppure fatico a sentire quel giro di basso persino io che sono sul palco.
E riprendo a cantare debolmente. Gli strumenti ricominciano a suonare. E le luci si accendono, solo quelle centrali però. Siamo bianchi e brillanti.
Ultimo giro, ultimo ritornello.
E fine.
Niente applausi, solo silenzio.
Che sia andata malissimo?
Però mi sono divertita. Guardo i miei amici: sorridono. Anche loro si sono divertiti, senza dubbio.
Dude si sfila il basso.
E solo allora iniziano gli applausi.
Ovvio, dovevamo pensarci. Potevano credere un nuovo attacco.
Ci avviciniamo al limite del palco.
Siamo ancora bianchi e brillanti.
E ci abbracciamo.
“ You are in”
Ce l' abbiamo fatta. Siamo in ballo, siamo dentro.
Saltiamo tutti insieme giù dal palco.
“ Thanks!”
“ Ce l' abbiamo fatta”
Constatazione inutile di Dude. Lo sappiamo. E stiamo ridendo come dei cretini.
“ Andiamo a fumare, vieni?”
I ragazzi si erano allontanati di qualche passo. Ero rimasta solo io, ferma, a guardare il palco.
“ No Dude, grazie.”
Mi sorride “Ah, capisco. Il tipo misterioso eh?”
“ E tu come lo sai?”
“ Lo hai appena ammesso”
Si allontana. Cazzo. Mi ha fregato. Però non importa. Posso finalmente sapere chi è il ragazzo che mi ha incoraggiato, a meno che io non l' abbia sognato.
Nessuna presentazione stavolta.
Ma perché non li presentano?
Sarà che è entrato che già c' era la base. E poi entra un' altra persona. Sono due ragazzi.
Panico.
Chi sarà lui?
E poi tre. Quattro. Cinque.
Cinque ragazzi. Chi sarà quello che mi ha toccato la spalla? E io son troppo lontana dal palco per vederli bene in faccia.
Iniziano a cantare.
Le voci. Devo concentrarmi sulle voci: lo riconoscerò da quella.
Chiudo gli occhi.
You don't know you're beautiful
La sua voce, riesco a sentirla chiaramente: è lui.
E inizio a sentire le farfalle nello stomaco.
“ Maledetta ansia da palcoscenico” mento mentalmente a me stessa. Ma, ovviamente, so perfettamente che non è ansia.
“ Mi dia un vodka lemon, per favore” ordinai al barman.
“ Sorry?”
Fantastico: ho parlato in italiano a un inglese in piena Londra. Questo è decisamente il colmo.
“ Sorry. May I have a vodka lemon, please?” correggo traducendomi così che possa capire.
Mi siedo a uno sgabello davanti al bancone voltata a guardare il palco dove i cinque ragazzi stanno cantando.
Applausi, casino. Ma la giuria non parla.
Questo vuol dire solo una cosa: non sono in gara.
La conseguenza ovvia e scontata è che siano un gruppo famoso, infondo è un concorso per nuovi talenti. Ma ovviamente il mio cervello non può fare un tale collegamento. Almeno, non in quel momento e non in quelle condizioni.
Il ragazzo si avvicina a me. Non lo guardo però, semplicemente ascolto il suono dei suoi passi per paura che, voltandomi, lui possa svanire, come se il mio fosse stato solo un sogno ad occhi aperti, un sogno fantastico
“ Hey”
“ Hey. Thank you so much for what you did before”
“ No worries.” Si volta a guardare il barman “The same”
[D'ora in poi scriverò i dialoghi in italiano così da permettere a tutti di capire]
Il barman prepara anche a lui un drink. E io mi volto a guardare il ragazzo misterioso.
“ H... Harry?” Lui sorride.
“ Sì. E tu saresti?”
Nessuno, digli nessuno.
“ Marta. Piacere di conoscerti.”
Glaciale. Perché sono così glaciale e così poco a mio agio?
“ Piacere mio. Comunque, bella voce.”
“ Grazie. Bella canzone.”
“ Grazie”
Sembrava una partita di ping pong. E io ero super nervosa.
“ Insomma... cosa vi ha portato a Londra? Ho sentito che parlavi con i tuoi amici in una lingua che certamente non era inglese... Italiano, vero? Quindi mi stavo chiedendo di dove foste...”
“ Siamo di Firenze. E siamo venuti qui portati dalla nostra musica, dal nostro sogno... è anche ciò di cui parla...”
“ La vostra canzone. Lo so, l' ho sentita. E l' ho trovata molto bella.”
“ Grazie.”
Il barman finalmente finisce di preparare il suo drink e glielo porge.
“ Cosa festeggiamo?”
Come cosa festeggiamo? Chi sei tu per voler festeggiare con me?
“ Oh, scusa. La tua vittoria.”
“ La nostra vittoria”
Lo corregge una voce alle mie spalle. Dude. Ancora lui. Non so se essergli grata o meno per averci interrotti. Harry però non lo guarda, continua a fissarmi intensamente negli occhi. Poi sorride, amaramente. Ha un sorriso fantastico. Perché ha un sorriso così? Come diavolo fa?
“ Siete una bella coppia, voi due.” commenta con un filo di voce.
Una bella coppia io e Dude? Sgrano gli occhi, ma è Dude a precedermi e a parlare per me.
“ Non stiamo insieme, suoniamo insieme e basta.”
Dude si avvicina e mi abbraccia dalle spalle: Harry stringe il bicchiere tra le mani. Posso vedere i suoi muscoli in tensione e i nervi a fior di pelle. Ma cosa stava succedendo?
“ Non siamo una coppia. Siamo troppo amici per poter essere una coppia.”
Aggiunsi come adducendo una spiegazione mentre Dude, ancora appoggiato a me, beve un sorso del mio drink.
“ E' stato un piacere.... ehm scusa come ti chiami?” Dude rompe il silenzio.
“ Harry” rispondo io.
“ E' stato un piacere, Harry. Io mi chiamo Davide, Dude per gli amici. Trattamela bene, okay?” saluta Dude sciogliendo l' abbraccio in cui mi aveva catturata.
“ Lo farei, se solo lei me lo permettesse.”
Finisco in fretta il drink: in che situazione mi sto mettendo? Ho bisogno di un' amica, una che mi sostenga ogni istante della mia vita. Sem. Ho bisogno di parlarle subito.
“ Scusa, devo andare. Devo chiamare una mia amica prima che vada a letto, sai in Italia l' ora è diversa, sono un'ora avanti.”
Okay, suona come una scusa, ma io ho bisogno di uscire da questa situazione.
“ Capisco. Ci vediamo domani qui, no? Dato che siete passati dovete tornare.”
“ Lo so.”
Lui sorride finendo il suo drink mentre io mi allontano col mio cellulare tra le mani: avrei speso un sacco di soldi ma in quel momento l' unica cosa che m' importava era parlare con Sem.
“ Hey Sem.”
Dall' altro capo sento la sua voce assonnata: probabilmente era già sotto le coperte.
“ Marta. Che sta succedendo? Sei già tornata in Italia?”
“ No sono a Londra. E devo parlarti. Se riesci a entrare su skype parliamo con quello perché altrimenti finisco la ricarica”
“ Okay.”
Credo si alzi, si metta in piedi e raggiunga un computer. Ovviamente non aveva pensato alla cosa più ovvia.
“ Sem, accedi dal cellulare, così è più comodo.”
“ Ma lo sai che sei un genio?”
“ Lo so, me lo dicono tutti.”
Riattacco il cellulare e velocemente accedo a skype mentre esco fuori dal locale: i ragazzi sono tutti là.
“ Torno in albergo. Ho bisogno di parlare con una mia amica”
Dude interviene.
“ Sicura di non volerti portare dietro il tipo?”
“ Dude, vaffanculo. È minorenne, e di ben due anni più piccolo di me, solo che non lo sa. Quindi zitto.”
“ Ehi Mar, calmati. Stavo scherzando.”
Ha ragione. Ma non posso certo dirglielo, no? Non rispondo e mi allontano, meglio così. Non posso dare ragione a Dude e non posso ammettere di essere un'isterica. E' così che funziona la vita.
Il cellulare vibra: Sem è on. Faccio subito partire la chiamata.
“ Hey Mar che succede? Come mai sei così sconvolta?”
“ Ho incontrato una persona...”
“ E questo sarebbe il problema?!”
Tipico di me e Sem: alle volte ci parlavamo sopra, altre invece ci interrompevamo a vicenda.
“ No. Non sarebbe un problema. Ho incontrato Harry”
“ Bella battuta Mar, davvero. Ora solo perché sei a Londra non è che lo incontri così per strada come se nulla fosse. Bel tentativo.”
“ Sem, te lo giuro. Era nel nostro locale, ha cantato dopo di noi. Mi ha toccato una spalla e mi ha incoraggiata prima di salire sul palco. E una volta finita l' esibizione, è venuto verso di me. Cioè, è venuto a prendere qualcosa da bere e c' ero anche io. E abbiamo parlato un po'. Tutto qui.”
“ Stai scherzando Mar?”
“ Se non ti fidi cerca su internet, a quest'ora tutta Londra lo sa. E con lei tutto il mondo.”
“ Spera che non abbiano messo una tua foto, altrimenti faresti meglio a non uscire.”
“ Ma abbiamo semplicemente parlato mentre bevevamo un drink. Merda.”
A ripensarci, da quanto ero sconvolta, nemmeno l' avevo pagato, il drink.
“ Che è successo?”
“ Non ho pagato il drink da quanto ero sconvolta.” -Piacevolmente sconvolta- aggiungo mentalmente per poi scuotere la testa per scacciare il termine “piacevolmente” e riuscire anche a cancellarlo anche dal mio dizionario.
Sem dall' altro capo ride.
“ Dammi un secondo, mando un sms a Dude così lo paga lui.”
[Dude paghi il mio drink? Poi ti spiego.]
Nessuna risposta: probabilmente, come sempre Dude non aveva soldi, o almeno era quello che speravo.
“ Comunque Mar, non è mai semplicemente parlare.”
“ Fidati, Sem. Abbiamo parlato e basta.”
“ Va bene. E allora perché mi hai chiamata se era solo parlare?”
“ Perché sono sconvolta. Mi ha chiesto di vederci di nuovo, domani.”
“ Lo vedi che non è semplicemente parlare?”
“ Sì che lo è. ”
“ No, ti ha chiesto di rivedervi domani, non è semplicemente parlare.”
Il cuore aumenta il proprio battito. Che avesse ragione? Però no, non poteva funzionare. Io sono italiana, lui inglese. Lui vive a Holmes Chapel, io vivo a Firenze. E io non lascerò la mia città per lui. E lui non lo farà per me. E' così che funziona. Una bella storia? Forse. Ma non è destinata a durare. Quindi, è meglio non dargli una possibilità che ritrovarmi col cuore spezzato.
“ No, Sem. Non mi ha chiesto, “Ehi ci vediamo domani ti va?” E' stato più un “Domani siete qua no? Tanto siete passati. Beh, se ho tempo ci vediamo””
“ Te stai male. Ti ha detto “Vediamoci.” Una persona normale sarebbe già in pieno entusiasmo solo perché lui le ha toccato la spalla.”
“ Sarà.”
“ Ma mi spieghi come fai?”
“ Come faccio a fare cosa?”
“ A rimanere così glaciale. Lui, ti ha incoraggiata, e poi è venuto da te. E tu resti impassibile, quasi scocciata.”
“ Sem, sono solo realista. Io sto a Firenze, lui a Londra. E per quanto possa amare Londra, di certo non andrò a seguirlo e non mi trasferirei per lui. E lui non lo farebbe per me. Non voglio farmi spezzare il cuore”
“ Se non gli dai una possibilità come fai a sapere cosa farà o cosa non farà?”
“ Sem, è di due anni più piccolo di me. Non posso.”
“ E allora? Stava con una conduttrice molto più grande di te.”
“ Io non posso. Non posso e basta.”
“ Ok, tu mi chiami a notte fonda per dirmi che lui ti parla e che tu non puoi? Andiamo Mar!”
“ Hai ragione. Ma non voglio fargli male e non posso permettergli di farne a me.”
“ Mar, provaci. Io ti dico solo questo.”
“ Grazie Sem ma non posso. Domani ne parliamo meglio. Buona Notte.”
“ Okay. Ti voglio bene.”
“ Anche io”
Continuo a camminare, continuo a guardare davanti a me mentre il vento mi punge la faccia.
Spezza pure le mie illusioni se vuoi, tanto non saprei come fare per cancellare la tua immagine dal mio cuore.
I look ahead to all the plans that we made
And the dreams that we had
I’m in a world that tries to take them away
Oh, but I’m taking them back
All this time I’ve just been to blind to understand
What should matter to me
My friend, this life we live
Is not what we have, it’s what we believe”



Nota dell' autore: Eccoci alla mia prima fanfic. Evitate di tirarmi mele e uova marcie, grazie. No, vabbè lasciando da parte le battute (che poi non sono proprio battute ma questi son dettagli), quello che c'è da sapere è nella presentazione, non credo di aver altro da aggiungere. Eccetto che Harry Styles è un grandissimo figo e si meritava l' onore della mia prima fanfic. Per quanto riguarda Marta, credo sia una ragazza normale, una ragazza carina, ma normale. Una ragazza con i propri sogni e troppa testa per fidarsi del proprio cuore. Forse è un po' come me: ancora non abbiamo imparato a dividere ragione e sentimento e spesso ci perdiamo a ragionare su cose che infondo non hanno valore. Credo che questo sia ciò che pensa Marta, anche se non vuole ammetterlo. E credo che sia una tosta, anche se si mostra fragile e insicura.

  
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