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Autore: kazuha89    04/03/2012    0 recensioni
Salve
tutti sappiamo bene cm Harry, Ron e Hermione si sono conosciuti ufficialmente.
Ma negli anni che sono stati separati, la loro infanzia e il periodo in cui hanno scoperto e imparato ad usare la magia, prima che si conoscessero cioè, cosa è successo? e se i loro destini non si fossero intrecciati sul leggendario treno scarlatto?se fosse successo....molto prima?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Salve
tutti sappiamo bene cm Harry, Ron e Hermione si sono conosciuti ufficialmente.
Ma negli anni che sono stati separati, la loro infanzia e il periodo in cui hanno scoperto e imparato ad usare la magia, prima che si conoscessero cioè, cosa è successo? e se i loro destini non si fossero intrecciati sul leggendario treno scarlatto?se fosse successo....molto prima?
Andiamo per gradi e vedremo cosa accadrà. Galateo vuole che la precedenza vada alle signore, quindi vediamo come trascorse la sua infanzia e la scoperta dei suoi, dato che è di origine babbana, inattesi poteri...HERMIONE!

06:59 a.m.
Hermione Jean Granger dormiva della grossa nel suo lettino di bimba. Stretta al suo pinguino rosa Philippe, niente e nessuno poteva turbare i suoi sogni...
DRIIIN
Hermione si svegliò di soprassalto, facendo cadere Philippe sul tappeto a forma di farfalla accanto alle pantofole.
"Ehi, mentuccia, sveglia. E' ora di alzarsi!" le gridò sua madre dalla cucina.
Hermione sbadigliò assonnata. Si sedette sul letto e si sfilò la camicia da notte, borbottando.
"Mentuccia. Nascere figlia di due dentisti non è stato un bell'affare. Solo soprannomi derivati dai denti..."
"Che fai, parli da sola, molarina?" chiese sua madre.
"Eccone un altro...NO MAMMA, STAVO LEGENDO."
"Basta con quei libri, o diverrai strabica. Va a lavarti i denti e la faccia, piuttosto. Mi raccomando spazzola bene l'apparecchio e passa due volte..."
"DUE VOLTE IL FILO, SI LO SO MAMMA." concluse per lei Hermione. Ogni mattina la madre di Hermione ripeteva come un registratore programmato quelle raccomandazioni.
Ma Hermione era abituata a tutto questo da tempo. Saltò giù dal letto, inforcò le ciabattine, raccolse Philippe, lo mise sul letto e andò ad aprire il balcone.
Un caldo sole settembrino splendeva radioso ne cielo azzurro. Non una nuvola in vista. Hermione sospirò e sorrise tra sé e sé. Era un giorni speciale, per lei.
Aprì l'armadio e scelse un elegante vestitino rosa a fiori viola, il più bello del suo guardaroba, lo abbinò ad un paio di scarpette di vernice bianche e si legò i crespi capelli castani in due codini con delle forcine a palline in tinta col vestito.
Poi ammirò l'insieme dello specchio.
Perfetta, pensò. Fece un giro su se stessa per vedere la gonna svolazzare, poi si voltò e sorrise a se stessa nello specchio.
Hermione era una bella bambina, ma il destino volle che i suoi genitori trovassero giusto che la crescita dei suoi denti fosse aiutata. E cosi già molto piccola avevano preteso portasse l'apparecchio. Si fissò nello specchio e il suo sorriso sfiorì come un fiore rimasto senz'acqua.
Poi però di riprese. Assunse un espressione decisa e rivolta al riflesso nello specchio disse:
"No, adesso basta. Non conta se ho l'apparecchio. Stavolta andrà meglio."
Con una nuova sicurezza in se stessa, uscì dalla stanza e andò ad adempire al suo dovere, e dedicò al suo apparecchio tutta la manutenzione pretesa dai genitori. Dopo aver reso il suo sorriso ben curato, prese il profumo della madre e se ne mise due goccine dietro alle orecchie e scese per colazione.
"Oh guardala la mia perla quanta eleganza." disse sua madre commossa.
"Deve, cara, è il suo primo giorno nella nuova scuola , vero vampirina ?"disse suo padre posando il giornale per guardarla.
Hermione assunse un espressione esasperata, ma un secondo dopo rise.
"Vedrai che stavolta andrà bene. Sei grande, ormai."
Era vero. Mancavano solo dieci giorni al suo settino compleanno. Hermione annotava i giorni sul calendario da tre mesi suonati. Tuttavia definirsi grande era troppo, pensò.
"Hai avuto sfortuna, perla mia, ma vedrai che stavolta ci siamo."
Sfortuna. La madre di Hermione era davvero convinta che i disastri accademici della figlia fossero solo questione di sfortuna, ma la realtà era un'altra, Hermione sapeva che era così. Il problema era che non sapeva nemmeno lei quale fosse, la realtà.
Sapeva solo che negli ultimi anni aveva cambiato due scuole, è il risultato non era cambiato mai. E quella mattina, varcato il cancello della nuova scuola, Hermione sentì l'odore di un nuovo fallimento nell'aria.
Si sistemò nel primo banco, il suo preferito, e attese l'arrivo del maestro.
"Buongiorno bambini." disse una voce squillante. Hermione si voltò e vide una donna bassa ma robusta entrare in classe con un registro in braccio. Immediatamente adocchiò la nuova venuta.
"Ah eccoti qua, si. Sapevo che dovevi venire oggi, cara." disse sorridendole amabilmente.
Hermione salutò educatamente la maestra.
"Vieni pure qui, così i tuoi compagni ti vedono." disse la donna prendendola per mano.
Hermione si alzò dalla sedia leggermente nervosa e raggiunse la cattedra.
"Banda, lei è...dunque..lei è..."
La donna si avvicinò il registro agli occhi per leggere meglio. Hermione comprese il problema.
"Si dice HER-MAY-ONI, signorina." disse timidamente.
"Ah ecco, non avevo idea di come pronunciarlo. Bene, lei è Hermione Granger, ed è la vostra nuova compagna di classe. Io invece sono miss Grake."
Hermione salutò con la mano i suoi compagni,e fece un breve inchino alla maestra.
"Lei è nuova e pretendo che la aiutate a mettersi in pari con il programma, marmaglia, se la vedeste in difficoltà. Tanto per vedere a che livello sei, zucchero, ti metterò alla prova."
La maestra si voltò. Afferro tra le dita grassocce un gessetto verde e scrisse un'operazione sulla lavagna: 1+3+5=
"Bene, fammi vedere se sai come si risolv..."
"Fa 9, miss Grake."rispose Hermione dopo appena un occhiata alla lavagna.
"Bene, sei brava. Vediamo questa.."
Tracciò un seconda operazione: 9+1+3=
Hermione guardò la lavagna e rispose: "13 miss Grake."
"Brava, te la cavi col calcolo base, mi compiaccio. Va pure al tuo posto, cara." cinguettò la maestra. Hermione vide i suoi compagni guardarla emozionati. La maestra prese il gessetto e scrisse: 13-8+6-4=
I bambini rimasero a bocca aperta.
"Brutto quel trattino li, vero? Si chiama meno, ed è li per levare. il più mette, il meno leva. Forza ora, chi sa quanto fa?"
Hermione alzò la mano.
"Si, cara?" chiese la maestra.
"7 miss."
Bravissima, esatto. Hai capito il metodo." si congratulò la maestra. Gli altri bambini applaudirono, entusiasti.
"Bene. Ora guardate qua." disse miss Grake riprendendo a scrivere.
7x3=
I bambini fissarono la lavagna confusi.
"Un altro brutto segno, cricca. Quello è il simbolo della moltiplicazione, e si chiama Per. Come il più ha il suo antagonista nel meno, il Per ha il suo antagonista, e cioè questo.."
10:2=
"Possono sembrare i due punti della grammatica, ma è un simbolo matematico, e si chiama Diviso, e serve come dice il suo nome, per dividere. Ora, chi sa dirmi quanto fanno queste operaz...si cara?"
Hermione aveva alzato la mano.
"La prima 21, la seconda 5 miss."
"Si mia cara, esatto. Sei un fenomeno, davvero. Sembra che tu le faccia da un sacco di tempo." applaudì miss Grake.
"Grazie miss, in effetti è vero, le faccio da che avevo cinque anni." disse Hermione felice.
Miss Grake incrinò il suo sorriso.
"Scusami? cinque anni hai detto? moltiplichi e dividi numeri da quando avevi cinque anni?" chiese sbalordita.
Hermione fece spallucce.
"Si, miss. I numeri li conosco da quando avevo cinque anni, e leggo e scrivo da quando ne avevo quattr.."
Hermione si morse la lingua. Non poteva essere caduta nello stesso errore, di nuovo.
Miss Grake guardò Hermione confusa.
"Stai scherzando? lo sai che non è possibile riuscire a fare ciò che dici, vero?"
"Io..no, non è vero che è impossibile." balbettò Hermione imbarazzata. "Io ci riesco."
"Ah si? beh dimostralo allora." disse miss Grake decisa.
scrisse un' operazione alla lavagna.
11+14=
Hermione stava per rispondere, ma la maestra la fermò.
"Il risultato meno 15. Poi la somma la moltiplichi per 6, e infine dividi tutto per 6. vediamo che sai fare."
Nel tono della maestra non vi era più la dolcezza riservata a Hermione all'inizio. Il suo tono era più quello di un poliziotto che parla ad un assassino coperto di sangue che si dichiara innocente. Ma la coscienza di Hermione era linda, e rispose.
"11+14=25. 25-15 fa 10. 10x6 fa 60 e 60:6 fa 10, miss."
Un brusio si sparse per la classe. Miss Grake era impietrita.
"Scon..sconvolgente." biascicò. "Hai..hai detto che sai leggere e scrivere?
"Si miss." sospirò Hermione.
"Bene, vediamo." disse decisa a smascherare Hermione. Prese un libro e lo aprì a caso e sottolineò una o due righe. Poi afferrò un foglio e una penna e le allungò a Hermione.
"Copia e poi leggi ad lata voce, prego."
Hermione prese la penna e iniziò a copiare. due minuti dopo, posò la penna sul banco e sospirò.
"Ti serva di lezione, signorina. Mai vantarsi di arrivare sulla luna, quando si ha per mani solo una scala. Ora dammi il libro e continu..."
"Il bruco masticò la foglia di melo con euforia, ma con parsimonia misurò ogni boccone. Chissà se sarebbe ricapitata una simile fortuna, si era detto." decantò Hermione, funerea.
Era di nuovo tutto daccapo. Come un film riavvolto, ogni cosa si ripeteva di nuovo. La sua mente era lontana mentre la maestra prendeva la sua mano e la portava in giro per le classi a far vedere ai colleghi la sua straordinaria bravura. A stento distingueva un viso dall'altro tra il mare di bambini che assistevano al fenomeno con aria contrariata. L'aria di chi sta passando per stupido grazie al "piccolo genio."
Uscita da scuola, la madre lesse la verità nei visi irosi degli altri bambini che additavano Hermione malefici e gelosi, e non disse una parola.
Portò Hermione al parco davanti a casa e la lasciò andare, come ogni volta, a sbollire la rabbia e a mandar giù la delusione sullo scivolo.
La, con le lacrime che schizzavano via dal suo viso, Hermione pensava al suo nuovo fallimento.
Maledetto cervello, perché devi essere cosi bravo? perché.....
Dalla rabbia si diede una spinta zelante, e non fece in tempo a vedere la pozza di fango ai piedi dello scivolo.
In preda al panico tentò di frenare, ma era troppo tardi. Chiuse gli occhi, aspettano di cadere nel pantano da un momento all'altro...
Ma l'impatto con la melma non arrivò. Sentii invece una stretta alle braccia,e i suoi piedi atterrarono adagio a terra, infangandosi appena.
"Ehi, stai bene." disse una voce sconosciuta.
Hermione aprì gli occhi. Un bambino con un berretto verde la guardava preoccupato.
Annui.
"Non devi usare la magia qua fuori all' aperto, sennò i babbani ti beccano." le bisbigliò.
Hermione batté le palpebre, confusa.
"Ma..magia?" chiese.
"Già. Finché si è piccoli se ne fregano se usiamo la magia, mica lo facciamo apposta, ma devi stare attenta a non farti vedere.
Il misterioso bambino prese la mano di Hermione e l'aiutò a saltare la pozza di fango.
"Grazie." disse lei." Ma non capisco quello che mi stai dicendo. Non...non esiste la..la magia."
Il bambino la guardò scioccato.
"Ma che vai dicendo? hai appena usato la levitazione e mi vieni a dire che la magia non esiste?"
Hermione lo guardò esterrefatta.
"Cosa.... cosa ho fatto io?"
"Tranquilla, è normale. Mica te ne rendi conto, quando sei piccolo. Pensa che ieri io ho fatto saltare la tazza del water. I piccoli maghi le fanno certe cose quando hanno paura o sono arrabbiati. E' la magia che inizia a crescere."
Hermione era semplicemente sconvolta.
"Ma...ma io non...io non sono...non sono un piccolo...un piccolo mago."
"Ma si invece!" insistette il bambino. "Sennò mica la schivavi la pozza:"
"Mi hai fermata in tempo tu, sennò la prendevo in pieno." rimbeccò lei.
"Io ti ho presa al volo, non frenato. Ti sei librata in aria per evitare la pozza. Dovevi aver paura e così hai scatenato i tuoi poteri. Sei anche piuttosto dotata, devo dire. Hai un bel po’ di potere, forse più di me...Tua mamma lo sa che stai sviluppando una potenza magica tanto forte?"
"Mia...mia mamma?" chiese Hermione sotto shock. Ora che ci pensava era vero. Aveva avuto paura di farsi male sullo scivolo, e aveva tanto voluto saltare la pozza per non sporcarsi il vestito...
"Si tua mamma. Magari hai preso da lei il potere, o dal tuo papà."
"Ma...loro non hanno po..potere magico." esalò scioccata, osservando lo scivolo.
"Davvero?" chiese il bambino, preso alla sprovvista.
"Si...credo di..di essere la prima ad aver fatto una...una cosa simile."
Il bambino parve andare nel panico.
"Oops...cavolo tu sei...sei babbana..oh cavolo.."
"Ehi, com'è che mi hai chiamato? ti faccio un occhio nero, sai?" minacciò Hermione offesa.
"Eh? mica è un offesa chiamarti babbana....senti facciamo finta di niente ok?" disse il bambino agitandosi e guardandosi attorno.
"Come sarebbe? io voglio capire cosa è successo! hai detto che hai poteri magici anche tu, no? come si usano? da dove vengono?"
"Io sono diverso da te, io ci sono nato in mezzo!tutta la mia famiglia è magica. Non ne ho idea di come faccia una bambina babbana a farsi venire i poteri magici!"
"Ancora quella parola! mi dici perché mi chiami in quel modo e che vuol dire?"
"Niente potere. Un babbano è uno senza potere magico..." spiegò il bambino guardandosi intorno.
"Ma io ho il potere magico..almeno credo." disse Hermione.
"Ah beh quello ci puoi giurare che ce l'hai."
"Allora non sono una...una babbiana." concluse lei.
"Si dice babbana, e no comunque, tu no. Ma i tuoi si, e io non dovevo dirtelo, ecco."
"Perché?"
"Perché non si può dire ai babbani che i maghi e le streghe sono ancora vivi. Quelli credono che siamo estinti. Io credevo fossi una piccola strega, per questo ho parlato della magia con te...se lo sanno i miei mi affettano." rabbrividì il bambino.
Hermione afferrò le spalle del bambino.
"Tranquillo, non dirò nulla a nessuno, giuro." disse
Il bambino parve valutare le circostanze.
"Giura sulla testa della tua mamma che non dirai ad anima viva quello che ti ho detto e che hai i poteri. Giura!"
E le tese un lungo mignolo. Hermione incrociò il suo mignolo a quello del bambino.
"Grazie, mi salvi la pelle. Ora meglio andare, sennò chi la sente mia mamma. Se tutto va bene la tua magia crescerà ancora, quindi sta attenta. Se ho ragione, so che ci rivedremo. Ecco, pulisciti le scarpe."
Le allungò un fazzoletto di stoffa ricamato.
Hermione si tolse il fango dalle scarpe.
"Graz..EHI ASPETTA BAMBINO, IL TUO FAZZOLETTO!" disse al bambino, che nel frattempo era corso via.
"TE LO PRESTO. ME LO RIDARAI QUANDO CI RIVEDREMO. CIAO!"
Hermione salutò il bambino fino a che non lo vide sparire dietro la curva della strada.
Nei giorni seguenti, chiusa nella sua stanza, Hermione affinò in segreto il suo potere che, come aveva previsto il bambino, cresceva a vista d'occhio.
Molte volte Hermione tornò in quel parco per rivedere il bambino, per ringraziarlo e sopratutto per rendergli il fazzoletto. Ma il bambino non tornò mai. Ma Hermione, dentro al suo cuore, sapeva che lo avrebbe rivisto. Loro due erano speciali. Lo diceva ogni volta che tornava in quel parco, ad aspettare di vedere il bambino, tenendo in mano il suo fazzoletto.
Fu uno di quei giorni che tenendolo in mano, Hermione si accorse di un piccolo ricamo nell'angolo. Erano delle iniziali, forse quelle del bambino, ricamate con filo color melanzana.
R.W.
  
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