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Autore: Rhiannon_Sweechan    04/03/2012    2 recensioni
"Kanon si meravigliò nel constatare che il castello era interamente di madreperla.
Dov’era finito?
Già il fatto di essere stato salvato da… da qualunque cosa fosse quella che l’aveva trascinato fin là sotto da una combriccola di esseri dalla cosa di pesce era strano.
-Abbiamo fatto appena in tempo. Sei piuttosto audace ad entrare in acqua- gli disse la strana ragazza –se fossimo arrivati solo un minuto più tardi, addio Prescelto-
-Cosa…?- Kanon la guardò aggrottando le sopracciglia, come se gli avesse parlato in una lingua sconosciuta –Prescelto?-
Lei annuì squadrandolo –Allora non sai cosa poteva succederti? Bè, è normale. Non tutti gli umani se ne accorgono… e quando lo fanno, è troppo tardi-"
Una principessa di un regno la cui storia è stata nascosta per secoli. Un Cavaliere prescelto da un Dio che serba ancora rancore.
Se si incontrassero?
Genere: Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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4- Fratello

 

Fu una notte lunga quella di Kanon di Gemini, perseguitato da incubi uno più realistico e terribile dell’altro.

Quello più terribile, però, fu sicuramente quello che riguardava suo fratello.

Si trovava in un luogo completamente oscuro, buio, non una luce o un rumore; il senso di oppressione che regnava era paragonabile a quello di un cimitero desolato.

Un urlo di dolore squarciò il silenzio, la voce rotta di Saga lo raggiunse facendogli provare una stretta al cuore.

Si guardò freneticamente intorno, cercando il fratello, senza trovarlo: continuava però ad udirne i gemiti, il respiro affannoso come se fosse vicino, accanto a lui.

Sapeva che era a causa sua…

Era una sensazione, come quelle che si provano solo nei sogni, che ben presto si trasformò in certezza.

Sapeva che era a causa sua.

Sapeva che il grido straziante di Saga era stato causato da lui, dopo che, con le sue mani, l’aveva trafitto con il tridente d’oro di Poseidone…

 

Si svegliò di soprassalto nel cuore della notte, ansimando.

 

-No!-

 

Una mano gli si poggiò sul braccio, un tocco gentile, leggero come brezza marina sulla pelle.

Gli occhi azzurri di Shareen fissi nei suoi, preoccupati.

Cercò di riprendere il contegno benché ancora immagini confuse gli ritornavano alla mente come avvolte da nebbia.

Si distese lentamente tenendo gli occhi spalancati nella penombra.

La principessa non gli disse nulla, si limitò a tenergli il braccio senza una parola, uno sguardo interrogativo; stava lì, ferma immobile fissando la parete davanti a sé, persa nei propri pensieri.

 

-Sta bene…?-

 

Le chiese ad un tratto.

Stavolta lei chinò lo sguardo leggermente accigliato.

Kanon deglutì e ripeté.

 

-Saga… sta bene…?-

 

-Kanon…- Shareen sembrò dire qualcosa ma si bloccò. Sospirò –Si. Si, sta bene. Tu, piuttosto, hai avuto un incubo? È tutta la notte che ti agiti senza pace-

 

un incubo…

tutta la faccenda di Poseidone aveva avuto brutti effetti su di lui.

Un incubo.

Nient’altro.

E Saga stava bene.

Alzò lo sguardo stanco su Shareen e si issò sull’avambraccio, restando per un po’ indeciso a fissare il lenzuolo bianco; in lontananza, dalla finestra aperta, il rumore del mare si insinuava arrivando fino a loro come un sussurro lontano.

Un rumore che per lui era come una minaccia.

Una promessa di guerra.

 

-Tutto bene…- disse cercando di sembrare convincente –Non hai chiuso occhio, vero?-

 

-hei, noi non siamo mica come gli umani. Posso decidere di non dormire anche per anni. E lo farò…- lo sguardo deciso di Shareen cercò gli occhi di Kanon –Lo farò, se potrà servire a proteggerti. Ascolta, forse siamo partiti con il piede sbagliato. Questo è il mio primo incarico come Guardiano, e… sono nervosa. Sono molto più giovane di quello che gli altri Guardiani erano prima di me. Forse non sono abbastanza forte. Forse non sono adatta. Ma voglio mettercela tutta-

 

A quelle parole, la ragazzina viziata che Kanon aveva conosciuto fino a quel momento scomparve all’istante.

Adesso c’era solo una ragazza molto giovane, all’apparenza indifesa, che aveva un compito forse più grande di lei, senza contare la responsabilità di un regno finora sconosciuto a tutti.

Ed il cui compito era proteggere un uomo che non aveva mai visto prima d’ora, arrivato per puro caso nel suo regno quasi la stesse cercando.

 

-Se sei davvero così testarda come hai dimostrato fin ora, allora neanche Poseidone potrebbe tenerti testa. Visto che siamo entrati in argomento, anche io ti devo delle scuse, Shareen… sono stato duro con te. È che non sopporto di essere protetto dagli altri; mi sembra di essere una palla al piede, non so se capisci… e non volevo assolutamente che Saga scoprisse il casino in cui mi trovo, adesso non farà altro che preoccuparsi e… si, insomma, scusa-

 

-Hai liberato il tuo cuore, Kanon di Gemini?-

 

Gli chiese in tono sarcastico Shareen guardandolo con un sorriso lievemente malizioso ma senza cattiveria.

Sbuffò e si voltò chiudendo gli occhi; ma restò sveglio a lungo.

 

*

Shareen era seduta nell’identica posizione della sera prima; non sembrava stanca.

Kanon si alzò ricordando la discussione notturna con la principessa, facendo una smorfia.

Non era da lui lasciarsi andare a manifestazioni di debolezza.

 

-Sai, dovresti parlare con tuo fratello-

 

Fece finta di non aver sentito, aprendo le ante dell’armadio per sfuggire allo sguardo calcolatore della ragazza, facendo finta di cercare dei vestiti.

Qualcosa attirò la sua attenzione: allungò la mano verso una maglietta blu.

Era di Saga.

Cercò di ricordare quando l’avesse lasciata lì, ma non gli tornò nulla in mente; si alzò osservandola, la avvicinò a sé venendo investito dal profumo di cui era impregnata.

Si riscosse ricordando Shareen; infilò la maglietta senza tanti complimenti, guardando fissa la principessa con aria calcolatrice.

 

-Perché dovrei parlargli?-

 

-Hai fatto un sogno su di lui, no?-

 

Intelligente, la ragazza.

Lui scosse la testa dissimulando l’imbarazzo in un sorriso tirato.

 

-Come fai ad esserne così sicura?-

 

-Urlavi il suo nome-

 

Quella risposta così secca fu come uno schiaffo.

Sospirò.

Non sfuggiva proprio nulla, a quella lì; annuì pensieroso, incerto se dire la verità o meno.

 

-Va bene, hai ragione. E con questo? Ti immagini la scena : “ciao Saga, ti ho sognato! È stato terribile!” … Non pensi che possa fraintendere?-

 

-Se glielo spiegassi facendo meno l’idiota sarebbe meglio, ma questo avresti dovuto capirlo da solo, non credi?-

 

-Come se avesse imp-…-

 

-Non capisci che è in pensiero?-

 

Altra domanda retorica: se fosse stata umana, Shareen avrebbe senz’altro avuto una brillante carriera da psicologa.

Erano cose semplici, quelle che gli faceva notare, eppure dette da lei acquistavano un qualcosa, come se svelassero un significato profondo, nascosto.

Una specie di allegoria basata sulla sua vita.

 

-Lo so. Lo so, maledizione, è questo il suo problema!-

 

-Promettimi che gli parlerai. Non entrare subito in argomento, magari temporeggia, ma… credo che sarà felice se ti confidassi con lui. Vuole esserti d’aiuto, ma non sa come. Dagli un punto l’appoggio. È tuo fratello-

 

La logica di Shareen era disarmante.

Annuì di nuovo ed uscì dalla stanza, convinto che se sarebbe stato ancora per un po’, sicuramente Shareen avrebbe messo in dubbio anche il fatto che lui si chiamasse Kanon.

“Chi ti dice che non sei Saga? Se vi avessero scambiato nelle culle? Allora anche la vostra storia sarebbe al contrario! Kanon sarebbe salvo mentre Saga sarebbe quello tormentato da Poseidone, quindi siccome tu potresti essere Saga, teoricamente non sei in pericolo!”

Gli vennero i brividi al solo pensiero di quello che la sirena avrebbe potuto dire ancora.

Era capace di tirare fuori i suoi rimorsi e contrastarli ad uno ad uno.

Non sapeva perché si stava dirigendo verso l’uscita della terza Casa.

Forse aveva bisogno d’aria.

O no.

Era un qualcosa di diverso, la voglia di qualcos’altro…

Acqua.

Attraversò i due Templi che lo dividevano dalla spiaggia, camminò veloce sulla sabbia fino ad arrivare sul punto in cui le onde si infrangevano.

Fece un passo.

L’acqua fredda sembrò dargli una scossa, un senso di pienezza e soddisfazione.

Avanzò, accarezzò la superficie del mare come una vecchia amica che non si vede da tempo, portandosi davanti al viso la mano sulla quale mille gocce brillavano come diamanti.

Che stava facendo?

L’acqua era il suo nemico.

Era il suo regno.

Era un luogo da cui doveva stare alla larga; ma si sentiva attratto allo stesso tempo.

Stava quasi per immergersi quando uno strattone al braccio lo riportò alla realtà: lo sguardo severo di Saga era fisso su di lui, la nano stretta al suo braccio tanto da fargli male.

 

-Cosa diavolo stai facendo?-

 

Ignorò la domanda e fissò la superficie dell’acqua, incerto. Sentiva solo una gran confusione in testa, una sensazione di panico appena accentuata.

Saga lo trascinò fuori e per tutto il tragitto dalla spiaggia alla terza casa, nella sua stanza; senza una parola.

 

-Tieni-

 

Gli porse un paio di pantaloni bianchi; lui fece una smorfia guardandoli come se non capisse cosa fossero.

Fissò il fratello con aria di sufficienza.

 

-Ma sono tuoi…!-

 

-E allora? Anche quella maglietta, se non sbaglio. Senti, cerca di non fare il bambino e cambiati. Subito!-

 

La voce di Saga era così autoritaria che Kanon non se la sentì di discutere; restò per un po’ di spalle, giocherellando con l’elastico della tuta per rimandare una discussione inevitabile.

Alla fine si voltò e guardò Saga aspettando che facesse la prima mossa.

Il gemello lo guardò a sua volta.

 

-Allora?-

 

-Allora cosa?-

 

-Sei tu a dovermi spiegare cosa ci facevi in acqua. Dubito che una colonia di gamberetti ti abbia invitato ad un party!-

 

-Ecco…-

 

-Dov’è Shareen?-

 

-Vedi, lei…-

 

-Cosa cr-…-

 

-Vuoi farmi finire di parlare?!-

 

Chiese scocciato Kanon alzando gli occhi al cielo.

Saga tacque, ma fu peggio; le parole erano sospese tra di loro e non volevano prendere forma.

 

-Non lo so- disse Kanon alla fine –Non lo so, va bene? Non so né cosa facevo in acqua, né cosa sta succedendo, né nulla! Sei contento? Vuoi anche che ti dia le previsioni del tempo?-

 

Saga scosse la testa chiudendo gli occhi.

Si sedette sul letto a testa bassa, sembrava svuotato da tutte le energie, incapace di muovere un muscolo.

 

-Voglio sapere tutto- disse piano –tutto, capisci? Tutto quello che ti è successo… o forse non sono in grado di capirti. Forse non sono in grado di aiutarti, è così?-

 

-Non puoi fare nulla-

 

Disse Kanon fermo, sentendo una fitta al petto alla vista dell’espressione ferita del fratello.

Non poteva fare nulla.

Nessuno poteva aiutarlo, la sua unica speranza era Shareen.

E Shareen voleva che lui si confidasse con suo fratello.

Si avvicinò tremante al letto ed appoggiò la mano sulla spalla di Saga, sentendolo ad un tratto fragile più di quanto non lo fosse.

Quando, in silenzio, il gemello gli strinse la mano, in un lampo sentì il bisogno di stringersi a lui; del suo conforto.

Delle sue parole.

Dei suoi consigli.

Del suo calore.

Del suo aiuto.

Si ritrovò inginocchiato con la testa sulle gambe del fratello, le spalle tremanti.

Le mani di Saga gli accarezzavano dolcemente i capelli.

Sollevò lo sguardo su di lui ed i loro occhi si incrociarono.

E Saga gli sorrise.

 

-L’altra notte…-

 

Iniziò a raccontare. Ma si bloccò. Cercò le parole adatte per misurare quello che stava per dire, ma le parole gli uscirono alla rinfusa, soffocate e confuse come i suoi pensieri.

Senti la mano di Saga stringere la sua.

 

-Un sogno, Saga. Ti sembrerà ridicolo. Un sogno mi ha costretto ad allontanarmi… forse inconsciamente. Al solo pensiero che possa avverarsi… ti ho già ferito più di una volta. Non intendo farlo di nuovo, per il capriccio di un Dio-

 

-Sono uscito da guai ben peggiori- la voce insolitamente sicura di Saga lo fece bloccare –Se una ferita, per quanto profonda, è il prezzo da pagare, per starti accanto, allora che sa benvenuta. Non temo Poseidone…-

 

Saga lasciò la frase in sospeso, guardandolo fisso.

Si avvicinò tanto che Kanon sentì il suo respiro sulla pelle; si lasciò stringere.

Ed allora una fitta alle tempie, più dolorosa delle altre, e la voce imperiosa, dura come il mare in tempesta, del Dio.

 

“Uccidilo”

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Simbeatl: Ma ciao, benvenuta nella fan fiction della psicologa di Kanon xD nonché di Saga, per diretta conseguenza… con loro due, mi sa che quella che finirà in analisi sono io O.O

Naa, Shareen non mi ha pagata, la vista e il massaggio sono un omaggio della casa xD

Grazie per seguire la fic ^^

 

 Gemini_No_Sabriel: Bentornata =) diciamo che Kanon l’attentato se l’è un po’ cercato… per motivi che la stampa tace <.< ma, conoscendolo, non si convincerà facilmente a fare il bravo bambino, a meno che qualcuno non gli metta un po’ di sale in zucca ;)

Non ci resta che aspettare ^^

 

  
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