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Autore: DarkChan    04/03/2012    3 recensioni
ciao a tutti!
in questa fan fiction voglio provare a scrivere una storia su Kurapika e....!
leggetee!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kurapika
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Arrivati nella città dove attraccava la nave che portava gli aspiranti hunter a destinazione per la loro priva, Kurapika e Kita cercano subito una locanda per pranzare. Finito il pranzo, i due si incamminarono verso il porto.
“ Kurapika quanti soldi sono avanzati? Il ristorante era caro, basteranno per pagare il biglietto?”
“Non ti preoccupare Kita, faccio l’hunter come lavoro. Non è stato affatto una grande perdita, non ti pare!” le disse sorridendogli. Lei arrossì appena… quella giornata per lei era davvero molto importante. Poteva finalmente sapere com’era l’esame di un hunter e c’era la possibilità di diventare uno di loro. In quel giorno era tartagliata di emozioni; era felice, spaventata, coraggiosa, timida… era un miscuglio di emozioni che la facevano sentire atrana. Guardandola da fuori era molto rossa(per intenderci come quando è estate e si stà a 40°c sotto il sole per quaranta venticinque!), aveva lo sguardo serio e determinato, ma era molto distratta (ad esempio non sentiva quando Kurapika le parlava!).
Mentre si incamminavano sotto il sole di mezzo giorno Kurapika scorse una figura familiare… la osservava bene, ma niente. Non riusciva a riconosciere chi erano “magari assomigliano un po’ a qualcuno che conosco… non mi pare di averci mai parlato, ma forse…” pensava Kurapika, ma ad un certo punto fu interrotto dalla voce serena e allegra di Kita:” S-senti Kurapika, il paese che si vede su quella collina esisteva già prima che tu venissi a far l’esame per diventare un hunter??” Disse indicando un promontorio che si scorgeva all’opposto della nave, e quindi all’opposto della loro direzione. Kurapika si girò, lo scrutò un attimo e le rispose:” Non lo avevo notato, ma penso che non sia nuovo…” le rispose con calma. Lei guardò per un attimo ancora il promontorio, poi con un aria un po’ delusa li rispose: “Ah… quindi tu non sei una fonte attendibile. Ho sentito dire ke da un anno hanno aperto ufficialmente un paesino da queste parti…” “A! no, beh se è stato appena aperto da queste parti magari non si vede da qui! Forse è più spostato verso quelle montagne, o nella foresta.” Disse indicando verso ovest, dove infatti c’era una montagna e una foresta. “Oh!! Scusami! Mi sono fatta prendere dalle chiacchiere! Che ore saranno? Magari non ci fanno più salire come hanno fatto con i tuoi amici come mi hai raccontato!” “Calmati!” Le disse lui sorridendole: “Mancano ancora venti minuti alla partenza siamo ancora in anticipo!” .
Saliti sulla nave presero posto a sedere sotto un degli albero che sostenavano le vele. Avevano chiesto al capitano (che Kurapika conoscieva molto bene) se avrebbe potuto accompagnare Kita per le prove che le si fossero presentate, dicendo di essere suo fratello maggiore. L’esito fu positivo. Intanto Kurapika aveva messo in guardia Kita che la prova per diventare un hunter iniziava da quel viaggio e quindi di stare attenta, ma lei insisteva con il fatto di essere forte, e che sapeva badare a sé, ma Kurapika ne era poco convinto.
Era oramai passata più di mezz’ora, quando ad un tratto un marinaio si mise al centro della nave e iniziò a provocare gli apprendisti hunter:”Su! Vediamo un po’ cosa sapete fare! Mi accerterò subito chi è degno di diventare un apprendita hunter!” Il comandante della nave si avvicinò a Kurapika e Kita:” Il bello inizia adesso cari ragazzi!” Li disse il capitano con un leggiero piacere e senso di curiosità. Kurapika si girò verso la sua “sorellina” e le disse con una certa fretta:” Non andare, capito? Se ti dicono qualcosa fai finta di non capire e…” -Un momento??? Ma-ma io… io non posso intervenire! Cavolo… E ora?? l’ho accompagnata fin qui ed oltre, ma non posso far nulla per aiutarla se qualcuno le farà del male??- “Non preoccuparti.” Le disse vedendolo in ansia per la situazione:” Ti ho già detto che se qualcuno mi dice qualcosa io li saprei rispondere e cavarmela da sola. Non mi servirebbe il tuo aiuto!” Li disse sorridendogli. “Kurapika ti prego… non aiutarmi. Tu non sai cosa posso fare da sola… e non mi hai mai vista all’opera, quindi ti prego di non interferire…” Il povero Kurapika era spiazzato. Non sapeva cosa dirle per non farla sentire di nuovo sola… Kita si alzò: “ Vieni! Andiamo a vedere come se la stanno cavando i miei futuri rivali!” Li disse Kita porgendoli la mano e con un’aria solare e piena di speranza.
La prima prova sulla nave era iniziata e tutti i membri dell’equipaggio la stavano assistendo. Due ragazzoni grandi e muscolosi si erano lanciati per primi contro il marinaio, che con assoluta facilità e leggerezza schivava i colpi dei due. Ad un certo punto i ragazzotti si scontrarono eliminandosi l’un l’altro dalla sfida. “Ops… si sono messi fuori gioco tutti e due da soli… hihi… chi sarà il prossimo mio sfidante?” Nessuno si fece avanti. “Nessuno? Beh, allora dovrò scegliere io!” Diceva mentre cercava chi poteva andargli a genio da affrontare. Ad un certo punto si fermò proprio nella direzione di Kita. In quell’attimo le salì il cuore in gola… aveva detto a Kurapika di non preoccuparsi… ma non era stata molto sicura delle sue parole… Il marinaio si cominciò ad avvicinare dalla sua parte. Era sempre più vicino… sempre più viceno… e lei non poteva né scappare né far notare che aveva paura. Ma allora? Era spacciata! Nessuno di sicuro si sarebbe offerto per salvarla da una brutta fine... così marinaio si avvicinava sempre di più e sempre di più aumentavano i battiti nel cuore della povera Kita. Ad un certo punto un ragazzo si lanciò al centro del cerchio (che avevano creato gli spettatori) e urlò al marinaio:”Bello ci sono già io qui ad aspettarti!? Cosa vai a prendere dell’altra gente inutile?!” disse molto sfacciatamente il ragazzo al marinaio che subito si girò incuriosito dal nuovo sfidante. il ragazzo era alto, moro e con occhi color grigio-verde. Giudicandolo da fuori si puoteva dire che sembra avere la stessa età di Kurapika, ma con carattere ed atteggiamento completamente diverso dal suo.
Lo scontro iniziò e i due sembravano essere alla pari:” Beh ragazzino, devo dire che non sei male…!” Disse il marinaio con un po’ di fiatone; “Anche tu… se lo vuoi sapere… non sei male..!” Li rispose lui. Kurapika era attento alla battaglia, ma qualcosa non gli tornava… “Perché non è entrato subito nel “ring” quel ragazzo…? Perché ha aspettato che il marinaio cominciasse a scegliere il suo prossimo sfidante… magari è solo un atteggiamento vanitoso per farsi vedere, e per far sembrare che fosse stato “il salvatore” degli altri concorrenti… ma allora perché proprio quando si stava dirigendo da questa parte??” I conti non gli tornavano, ma poteva essere stato per un puro caso. Si girò verso Kita e si sorprese nel vederla; aveva le lacrime agli occhi, ma osservava la partita con stupore. A quel punto Kurapika fece una piccola risatina sotto ai baffi. Kita si girò:” Co-cos’hai da ridere!!” disse accorgendosi che rideva di lei: “N-non sono… non sono spa-aventata...!” “Si! Certo! Comincio a conoscerti bene, sai Kita!” “S-smettila!!” disse lei arrossendo appena di vergogna. Ad un tratto una piccola goccia di pioggia si posò sul nasino di Kita che la rendeva ancora più buffa di prima. “Kita, sei proprio una ragazza speciale!” Le disse lui poggiandoli un dito sul nasino bagnato. Lei a quel punto non arrosì per vergogna… ma per puro imbarazzo! Intanto il capitano della nave aveva fermato lo scontro fra i due perché cominciava a piovere, e quindi si sospndeva l’incontro per andare in sottocoperta della nave. “Forza, andiamo!” Le disse lui sorridendole. Lei rimase per un attimo li imbambolata, ma subito seguì Kurapika e gli altri partecipanti per andare in sottocoperta. Il tempo non prometteva niente di buono… e il capitano era più soddisfatto del solito (che ciò non è affatto un buon segno)! Si misero tutti in una enorme stanza ammucchiati fra loro. Kurapika prese un’amaca e la stase sul pavimento:” Kita questo è un buon metodo per non vomitare e soffrire il mal di mare” Disse indicando l’amaca. “Su! Aiutami a montarla!” Kita si precipitò subito e prese un estremo dell’amaca e lo montò proprio come faceva Kurapika. “Ecco fatto! Sei stata bravissima!” Le disse sorridendo. “Ora puoi salirci. Vedrai come si stà meglio.” Disse sedendosi per terra. Lei lo guardò un attimo prima di salire:” E tu… la tua amaca non la monti?” “No, serve più a te che a me.” Le rispose “M-ma tu… ma tu non soffri il mal di mare?” “Non ti preoccupare per me Kita. Io stò bene così! Non ti preoccupare!” Le disse sorridendo. Lei, allora, salì sull’amaca un po’ dispiaciuta per la risposta di Kurapika, ma se non voleva…
Quando si era seduta sull’amaca, Kita, tentò ancora per una volta di far cambiare idea a Kurapika dicendo:” Dai… c’è posto! E-e se… e se viene una tempesta…? Dai Sali per favore!” “Salgo io se proprio insisti” Una voce la sorprese da dietro di lei. Il ragazzo che si era offerto di combattere qualche ora prima era proprio li di fianco a lei che la guardava in modo malizioso. “Se proprio insisti… e non c’è nessun volontario… quel nonno in cariola non capisce la fortuna che ha. Io, invece, capisco perfettamente quindi… puoi cedere a me il suo posto…!” Kita a quella vista arrossì in un modo pazzesco!” E-em… no! C-c’è questo posto non è per te! È per il mio amico!” Li disse tutta imbarazzata. “ Ah si?? E io che pensavo di aver trovato qualcuno che mi potesse ospitare. Sai… io soffro molto il mal di mare….” “La finisca immediatamente…” Intervenne Kurapika abbastanza in****ato per il comportamento che aveva avuto quel tizio nei confronti della sua “sorellina”. “L’invito non era rivolto a lei… se ne vada!” Li disse in modo molto secco e deciso. Il ragazzo moro si alzò e disse:” Va bene, va bene! Sai… stavo solo approfittando della situazione.” Poi si avvicinò all’orecchio di Kurapika e li sussurrò:” Sai com’è… dovresti badarle un po’ di più. È così carina… che potrebbe sparire da un momento all’altro…!” Poi si alzò con lo stesso sguardo maizioso che aveva avuto prima con Kita. Poi si girò verso di lei e le fece un’occhiolino… Kita, a quella vista, arrossì appena, girandosi dall’altra parte. Come se fosse arrabbiata. Poi guardò Kurapika che stava sedendo sull’amaca e esultò:” Allora stai salendo!” “Si, perché se nò qualcuno ti potrebbe dare fastidio, e questo non mi piacerebbe affatto.”  A quelle parle Kita divenne rossa più di prima e rispose con lo sguardo rivolto verso il basso:”A… ho capito…! Comunque… grazie… Kurapika. Non sapevo proprio come comportarmi con quello lì…” Disse lei tre volte più imbarazzata di prima. “Non ti preoccupare… sai… mi sentirei inutile se non faccio qualcosa ogni tanto per te. Perché è per te che sono venuto.” 
  
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