Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: herestous    04/03/2012    1 recensioni
“Siete pregati di allacciare le cinture di sicurezza. Stiamo atterrando.” Aprii gli occhi e fui colpita dalla luce dei raggi solari che mi annunciavano che ci eravamo allontanati del tutto dalle nuvole grigie che caratterizzavano New York. Mi affacciai e, sospirando, vidi in lontananza quella che riconobbi la mia città: Montreal. Allacciai velocemente la cintura di sicurezza mentre, chiudendo gli occhi, ripensavo a tutto quel tempo che avevo passato lontana da quel posto in cui ero cresciuta. Montreal, con quegli alberi, quei parchi, quei laghi, quei palazzi, quei quartieri, quelle scuole…
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Finn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Distesa nell’enorme letto nella camera degli ospiti a casa di Kurt e Blaine fissavo il soffitto, chiedendomi se dire la verità a Quinn fosse stata la scelta giusta. Avevo cercato di negare il più possibile quello che mi stava accadendo, fingendo di non aver mai cambiato vita, di essere sempre stata felice. Ma le cose erano cambiate. A Montreal avevo prima trovato e poi perso l’amore della mia vita, per paura, per essere stata troppo vigliacca. Avevo visto in New York la via di fuga, la realizzazione di tutti i miei sogni, la felicità. Avevo scelto di scappare, non ero stata in grado di affrontare i problemi, di superarli, perché in fondo non volevo, mi sentivo troppo per rimanere per sempre a Montreal. Volevo essere un’attrice, non volevo che Finn rinunciasse a tutti i suoi sogni per seguirmi, avevo bisogno dei miei spazi e credevo che una volta insieme persino a New York sarei stata costretta a non seguire i miei sogni. Mi ero attaccata ad un sogno perdendo tutto.
Mi girai dall’altra parte, fissando la luce della luna che filtrava dalla finestra. Tutto della mia vecchia vita mi era mancato, perché quella a New York si era rivelata un totale disastro. Kurt mi distrasse dai miei pensieri entrando di soppiatto in camera. Guardai l’orologio, che segnava le 2:00 e sorrisi trattenendo una risata mentre il mio migliore amico si infilava nell’enorme letto accanto a me.
<< Blaine sarà geloso. >> Lo presi in giro, accendendo la luce sul comodino vicino il letto.
<< Oh, dorme come un ghiro, non se ne accorgerà nemmeno. >> Mi fece l’occhiolino e mi strinse la mano, rimanendo per un attimo in silenzio. Ecco un’altra cosa che mi era mancata a New York: passare ore in silenzio con il mio migliore amico, eppure sentirmi completa. << Rach, che succede? Perché sei tornata a Montreal? >> Mi fissò negli occhi, ma non seppi reggere quel suo sguardo e spostai il mio altrove. Trattenni le lacrime, perché per quella sera avevo pianto abbastanza. Abbassai lo sguardo sul mio ventre e passai una mano su esso come per nasconderlo.
<< Io… Io non credo di essere tornata per restare. Non so perché sono tornata, o forse si ma non so cosa mi sia passato per la testa. Sarei dovuta rimanere a New York, sparire come sempre e continuare a vivere la mia vita, ma quella che conducevo non era più una vita, ma una prigionia. E quella prigione me la sono costruita io, mattone dopo mattone. >> Sospirai, socchiudendo gli occhi. << Forse è giusto che ti racconti la mia storia. Come stanno davvero le cose. Perché in questi tre anni, le rare volte che ci siamo sentiti, non sono mai stata sincera. >> Aspettava, in silenzio, che continuassi. Non era furioso, né deluso. Era lì, paziente, che mi dava tutto il tempo di riflettere. << Dopo due mesi, a New York, ho incontrato Jessie. Lavoravo in un bar, e tutte le mie aspettative di diventare famosa e arrivare a Broadway erano svanite nel momento in cui sono atterrata al JFK. La vita a New York è così difficile. Non fraintendermi, è un sogno trovarsi lì, tra quei grattacieli immensi, quei negozi, la vita è completamente diversa. Ma entrare alla NYADA è stato impossibile, e trovare un alloggio comodo ancora di più. Mi sono dovuta accontentare di un lavoro mal pagato e un appartamento in affitto nei sobborghi della Grande Mela. Un giorno vedo entrare Jessie nel bar. Era la prima figura che mi trasmetteva sicurezza in quell’enorme città. Abbiamo parlato, lui mi ha chiesto di uscire, e io, che cercavo di dimenticare Finn, ho accettato. Ci siamo messi insieme. Mi ha chiesto di andare a vivere con lui, e dato che volevo liberarmi di quella povertà che mi si era attaccata addosso ho deciso di fingere che quello fosse il mio destino. I primi tempi mi sentivo felice, amata, Jessie mi riempiva di attenzioni e io mi ero convinta che fosse giusto così, che Montreal, Finn e tutti voi non foste il mio futuro, piuttosto il mio passato. Poi è stato l’inizio della fine. Ho iniziato a rimpiangere tutto, a voler tornare indietro, mi sono resa conto di non aver mai smesso di amare Finn, di volere te accanto a me nei momenti di sconforto, e tutto ciò che Jessie diceva o faceva mi infastidiva. Tornava a casa e litigavamo, passavo le notti intere a piangere in camera, fingendo di dormire perché non volevo affrontarlo. Poi, un giorno… >> Tentennai. Feci un respiro profondo, decidendo se continuare o meno. Mi stavo liberando di un peso enorme, ma non potevo tornare a Montreal e cambiare la vita di tutti perché non ero stata in grado di controllare la mia vita. No, avrei tenuto per me quel segreto troppo grande e sarei scappata via, prima o poi, da sola. << Ho scoperto di essere incinta. E Jessie se ne è andato. O meglio, mi ha cacciata. Ma non fare domande. >> “Non potrei spiegarti”, avrei dovuto aggiungere, ma bastava così, almeno per quella sera. Avevo una sensazione di leggerezza addosso, in quel momento. Mi ero lasciata andare, e in qualche modo mi ero liberata di quella prigione, anche se non del tutto. Portai le ginocchia al petto e mi strinsi, poggiando il mento su di esse in attesa che Kurt dicesse qualcosa. Mi fissò per un istante che durò un’eternità, dopodiché mi cinse le spalle con un braccio e mi tirò a sé. Trattenni i singhiozzi, piangendo in silenzio fra le braccia del mio migliore amico.
<< Perché ti sei tenuta tutto dentro? Come hai fatto? Cioè… >>
<< Ti voglio bene, Kurt. E so che avrei dovuto dirtelo, che ti ho deluso, ma non sai quanto io abbia deluso me stessa e quanto mi sia costato dirti tutta la verità. La mia vita è andata in pezzi per seguire degli stupidi sogni che nemmeno si sono avverati! >>
<< Non erano stupidi sogni… Erano tuoi. Forse te ne sei andata troppo presto. >> Mi sorrise appena, mentre realizzavo che aveva ragione. Me ne ero andata perché avevo quella paura di rimanere lì per sempre, senza rendermi conto che forse sarebbe stata la cosa migliore da fare. Avevo perso tutto senza nemmeno rendermene conto.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: herestous