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Autore: Hotrod    06/10/2006    0 recensioni
Mi chiamo Ronald Louis, 25 anni. Sono un appassionato di videogiochi del passato e lavoro come impiegato in un'azienda dove il capo è un razzista tremendo con tutti. Ma un giorno incontrai vidi una ragazza sull'autobus e.... Leggete e recensite.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Unhappy Angel

Unhappy Angel

Capitolo 2 POSTO DI COMANDO

 

Nonostante la bella sensazione che provai, tenni il giornale davanti alla faccia per altri due minuti. Quando lo tolsi lei era già scesa perché il bus era già arrivato a destinazione. Io rimasi lì seduto al mio posto per qualche istante col giornale ormai stropicciato in mano. Mi rigirava nella testa il dolce viso e il sorriso di quella ragazza. Se solo non fossi così timido...

Questi pensieri mi giravano nella mente mentre scendevo dall’autobus ed entravo nel palazzo della GR Trading. Un classico grattacielo per uffici in vetrocemento. Non c’era ancora la macchina del capo parcheggiata fuori. Meglio così, almeno avrò qualche istante per respirare. Questi stronzi mi fanno così schifo: solo perché sono ricchi sfondati pensano che possono permettersi di arrivare al lavoro all’ora che gli pare.

“Ascensore fuori servizio, splendido... Mi tocca farmi le scale...

Non ero molto abituato a salire a piedi: soprattutto quando per raggiungere l’ufficio dovevo farmi 5 rampe di scale!

Finalmente arrivo e sprofondo nella poltrona. Sembrava proprio che il capo non fosse ancora arrivato: perfetto. In quel momento aprii il cassetto e diedi una rapida occhiata in giro prima di svelare il famoso doppio fondo in cui c’erano tutti i miei videogiochi del Saturn: tutta la serie di Sonic, Sega Rally, Virtua Fighter...

Dopo aver acceso il PC, aprii l’emulatore e inserii il CD: mi sembrava di tornare indietro quando avevo 13 anni e con questi giochi ci passavo i pomeriggi con i miei compagni di scuola; quando ancora non ero vittima di questo insulso “razzismo aziendale”e le uniche preoccupazioni erano i compiti a casa e lo studio. In questi momenti mi piace tornare bambino e anche pensare un po’ a me. Ma in uno di questi momenti, più precisamente mentre ero impegnato in un concitato livello di Sonic R, sentii un vocione dietro di me: “Partitina??”

Mi cagai addosso in maniera paurosa, diventando bianco come la candeggina: il capo era già qui?!

Neanche per sogno; quella voce era troppo nasale per essere la sua. Qualcuno si era divertito a farmi spaventare.

“Jacques! Porca puttana! Mi hai fatto cagare sotto!!”

Dietro di me, un ragazzo di 27 anni con un accenno di pizzetto che se la rideva alla grande.

Dai, stavo solo scherzando... Ti ho spaventato?”

“Sì! E mi hai anche fatto perdere la partita!”Lo spavento era tale che mi aveva fatto cadere dalla piattaforma: GAME OVER.

Sei caduto?”

“Sei cieco?! Vedi questa scritta?! Sai cosa vuol dire?! GAME OVER! Cioè, partita finita!”

“Dai, non prendertela. Sono sicuro che avrai tutto il tempo per riprovarci...

“Non credo proprio, signori miei!”Stavolta il vocione dietro di noi era quello del capo. Mi cagai addosso il doppio di prima. Porca zozza: ci aveva scoperti!

“Tu,escargot’”disse a Jacques “se non sbaglio, dovevi finire il bilancio delle ultime due settimane!”

Lui guardò il capo sudato: “Sì signore, è quasi ultimato”

“Molto bene, anche perché lo voglio sulla mia scrivania fra 30 minuti!”

Jacques filò verso la sua scrivania. Poi il capo si girò verso di me.

E tu matricola! Dove sono le due pratiche che ti avevo detto di sbrigare?”

“Non ho fatto in tempo, signor Ferguson”

“Ma davvero?”disse lui, mentre prendeva in mano la custodia del mio CD di Sonic “forse eri troppo impegnato a ottenere qualche bonus o sconfiggere un boss di fine livello?! Eh?! Mocciosetto?!”

In quel momento mi sentivo come uno scolaro a cui il maestro aveva appena sequestrato i giocattoli: avevo una gran paura che mi sequestrasse la roba! Poi appoggiò la custodia e puntò il suo dito contro di me.

“Stammi a sentire, piccolo foruncolo che cammina: qui non sei in sala giochi! Voglio le pratiche pronte per questo pomeriggio e in più mi preparerai anche una relazione sull’aumento dei profitti”

Prima di tornarsene nel suo ufficio tuonò di nuovo: “E ricorda che ti tengo d’occhio!”

Ecco qua, se esiste l’inferno questa è più meno la visione che ho.

Solo un assaggio di quello che succedeva ogni giorno in ufficio.

Ormai non potevo perdere altro tempo. Meglio chiudere l’emulatore e iniziare a lavorare. Almeno fino alla pausa pranzo delle 14,00. Ed erano appena le 8,15: si preannunciava una lunga mattinata...

 

Ed ecco il secondo capitolo! Come sempre, ringrazio Bigfut e Xbass e in anticipo tutti coloro che vorranno recensire questa storia! J Alla prossima puntata!

 

Scleroticamente vostro,

Hotrod

                                                 

 

  
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