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Autore: OnceUponADream    04/03/2012    2 recensioni
Sere e Bea. Solamente due colleghe o qualcosa di più?
Sere è in crisi con Lorenzo, si stanno allontanando, si stanno perdendo.
O si erano già allontanati già prima. Cosa succederà quando qualcuno prenderà una decisione che cambierà le vite di tutti?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Slash, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok non sono molto abile nei commenti a inizio e fine capitolo... Posso dire solo una cosa prima di lasciarvi a leggere questa storia.... Se siete di mentalità chiusa non leggetela non fa per voi.



*




Apro gli occhi piano, il sole filtra piano dalle tapparelle. Mi giro e il letto accanto a me è vuoto, mi alzo di scatto e guardo la sveglia: sono solo le sette e trenta del mattino. Sento l’acqua scorrere in bagno e tiro un sospiro di sollievo,  inizio a vestirmi tanto ne avrà per un bel po’. Non capisco perché non mi abbia svegliato, ma ormai è da un po’ che va avanti questa storia: non siamo più uniti come un tempo. Ho sempre paura di vederlo andarsene da un momento all’altro, o peggio: che scopra quello che sto combinando alle sue spalle. Non ne vado fiera, io lo amo, veramente tanto, ma mi fa sentire sola; è spesso assente, si dimentica gli appuntamenti, le date importanti. Ormai mi chiedo se mi ami ancora o se sono diventata solamente un’abitudine ma ho paura di saperlo quindi preferisco non chiedere. Ho così tanti timori e so di stare sbagliando ma non riesco a smettere. Sospirando chiudo la zip della gonna e mi guardo allo specchio.: l’immagina che rispecchia mi fa deglutire, vedo la colpa nei miei occhi, vedo il tradimento. Sospiro e mi allontano: ho solo trent’anni e mi sento in trappola. Mi dirigo in cucina e inizio a preparare la colazione, accendo il caffè e preparo le tazzine; viene su e lui non è ancora pronto. Sbuffo e bevo il mio, senza mettere zucchero come al solito, e guardo nuovamente l’ora: è un quarto alle otto, devo avviarmi se non voglio arrivare in ritardo. Mi affacciò alla porta della nostra camera. 
-Io vado, rischio di arrivare in ritardo sennò, a quest’ora c’è sempre traffico.- lui alza a malapena lo sguardo su di me troppo impegnato a chiudere la camicia. Mi si stringe il cuore: come ci siamo ridotti così?
-Va bene tesoro. Ci vediamo più tardi.- più tardi… quante volte ha pronunciato questa parola: per lui più tardi vuol dire dopo le otto-nove,  spesso anche più tardi. Mi mordo le labbra ed esco: non posso permettermi di arrivare tardi, mi metto alla guida della mia 500 e mi avvio. Lavoro per un piccolo giornale, però ci tengo ad arrivare in orario, anche per un motivo ben preciso. Stringo il volante: so che è sbagliato, so che dovrei mettere la parola FINE a tutto questo ma non ne sono in grado; ne ho veramente bisogno. Anche se so che mi sto comportando in maniera scorretta verso entrambi. 
Il traffico come al solito è intenso il che mi da il tempo di pensare: il rapporto con Lorenzo è da parecchio tempo che non funziona, non sembriamo neanche più una coppia. Non mi tocca…. Non mi tocca da almeno sei mesi; ho il forte sospetto che pure lui mi tradisca, ma da tanto, tanto tempo; a volte mi chiedo perché non mi abbia ancora lasciato, probabilmente perché in fondo mi ama ancora, così come io provo ancora qualcosa per lui. È per questo che ho così paura di perderlo, è anche per questo che mi sono lasciata andare. Devo trovare una soluzione, non posso più continuare così; io che odio le bugie e i sotterfugi… io che ora senza di loro non potrei proprio vivere.
Arrivo al giornale con dieci minuti di ritardo: so che nessuno mi dirà niente, anche perché molti non saranno ancora arrivati; ma io so che qualcuno mi sta aspettando, che è ansioso di vedermi. In fondo è lunedì: durante il week-end non ci vediamo, abbiamo le nostre vite e dobbiamo far finta di niente, sarebbe troppo strano vederci, quando già passiamo più tempo possibile insieme durante la settimana. Entro con calma e come immaginavo è già lì alla sua scrivania. Il mio cuore batte all’impazzata: "devo comportarmi come se niente fosse, devo comportarmi come se niente fosse" continuo a ripetermelo ma non serve poi a molto. 
Mi siedo alla mia scrivania ma non mi degnato di uno sguardo; non so se la cosa debba farmi piacere o no, non so cosa voglio in realtà. Mi metto al lavoro, e pian piano la redazione inizia riempirsi, saluto tutti con calore: vado d’accordo con la maggior parte, ho qualche screzio con un paio di persone, ma sono una persona abbastanza civile quindi cerco di ignorarli e non crearmi problemi. Svolgo le mie faccende senza troppi problemi e verso le dieci mi alzo per prendere un caffè. Ci sono Alessandra e Roberta, le saluto e mi unisco a loro a chiacchierare, mi chiedono di Lorenzo e mormoro piano che va tutto bene; non ci credono molto, hanno capito quasi tutti che c’è qualcosa che non va, per fortuna che non hanno capito tutto. Che non si sono accorti di quello che sto nascondendo. Sto buttando via il bicchierino quando:
-Serena, il capo ha chiesto se vai a prendere quelle vecchie copie che ti aveva chiesto- il mio corpo ha un tremito sentendo la sua voce. Annuisco piano, avrei dovuto farlo prima ma ero troppo impegnata quindi mi dirigo verso il magazzino. Sto cercando le copie che mi sono state richieste quando sento la porta richiudersi: mi volto di scatto ed è qui davanti a me, i giornali che ho in mano mi cadono di colpo. Si avvicina lentamente
-Allora…. Ti sono mancata?- mi sussurra dolcemente all’orecchio mentre la sua mano mi accarezza dolcemente il fianco.
-Si tremendamente. Non puoi nemmeno immaginare quanto Bea.- mormoro piano io. Lei sorride e mi bacia; le sue mani sono sul mio corpo, io le slaccio velocemente la camicetta e lei mi tira su la gonna. Non faccio nemmeno in tempo a capire che siamo entrambe senza vestiti; "è sbagliato", continuo a ripetermi, "è sbagliato Sere". Ma non serve a niente, provo con il far ragionare lei.
-Bea… È sbagliato non dovremmo farlo. Dovremmo smettere.- sto ansimando come una cogliona e non mi interessa più quello che ho detto l’importante è che non smetta.
-Sere…. Non dire cose che in realtà non pensi. Tu vuoi che io continui. Tu mi vuoi. Così come io voglio te.- la bacio: ha ragione. Io ho tremendamente bisogno di lei. Assolutamente e necessariamente bisogno di lei. Mi lascio finalmente andare ai miei impulsi….

*

Quando riesco a ricompormi esco dal magazzino: Bea è già tornata di là non potevamo ripresentarci insieme. Porto i giornali nell’ufficio del capo che non fa commenti sul tempo che ci ho messo, fortunatamente. Tornata alla scrivania trovo un messaggio sul telefono: “Sere, scusami ma stasera torno veramente tardi, non aspettarmi in piedi. Un bacio Lore” sospiro piano. Anche questa non è una novità; alzo lo sguardo e Bea mi sta osservando. probabilmente ha notato il mio sospiro: lei nota tutto di me. Lei sa farmi sentire bene, amata, protetta, mi fa sentire bella, cosa che neppure Lore è mai riuscito a fare. Lei mi capisce, lei mi completa… Scuoto la testa: mi sto ficcando in un guaio. Io sto con Lorenzo, e i rapporti si sa sono fatti di alti e bassi, e noi ora stiamo solo attraversando un periodo no, ma risolveremo presto. 
Ma chi voglio darla a bere? Tra me e Lore ormai è tutto finito, solo che sono troppo codarda per mettere la parola fine: odio i cambiamenti, e chiudere con Lore sarebbe davvero un grande cambiamento e mi fa paura. Alzo lo sguardo sul computer: ho una mail, la apro confusa: è di Bea. “Pranziamo insieme oggi? Ti devo parlare.” Deglutisco piano sperando vivamente che non voglia mettere lei la parola fine; in realtà sono troppo codarda anche per chiudere con lei, non sono in grado di rinunciare a quello che mi fa provare. Le rispondo velocemente: “Va bene, andiamo al solito posto?” con il solito posto intendo un piccolo bar di fronte alla redazione, è vero che abbiamo una pausa di un’ora e mezza ma preferisco non farla tutta, amo il mio lavoro in fondo. Poco dopo arriva la risposta: “No, andiamo a casa mia. È più tranquillo” aggrotto le sopracciglia, casa sua è dall’altra parte della città. Glielo scrivo, non capendo cosa voglia fare. “No, tranquilla, non abito più lì. Mi sono trasferita. Ti spiego tutto più tardi” mi scrive. 
Oki la cosa inizia davvero a farsi interessante: come mai Bea ha cambiato casa? Riprendo a lavorare, con la voglia che la pausa pranzo arrivi il più in fretta possibile. A mezzogiorno finalmente mi alzo e raggiungo Bea, si alza pure lei e la seguo fuori dalla redazione. S’incammina lentamente e dopo cinque minuti siamo di fronte ad un piccolo palazzo, infila le chiavi nella serratura del portone e m invita ad entrare. Saliamo due rampe di scale poi apre una porta, entriamo e lei appoggia le cose sul divano; la imito e mi guardo attorno: non sembra grandissimo, un bilocale al massimo. La cucina e la sala sono più o meno la stessa cosa. La seguo verso l’angolo cottura e mi siedo a tavola.
-Ti ascolto.- le dico per incitarla a continuare.
-Ho lasciato Stefano. Per questo mi sono trasferita qui. È da un po’ che cercavo un’altra casa e appena l’ho trovata l’ho lasciato.- resto stupefatta dal suo discorso.
-COSA? Ma-ma Bea! Perché?- le chiedo sconvolta.
-Devo proprio spiegarti il perché Sere? Secondo me puoi anche arrivarci da sola.- arrossisco. Si posso immaginare perché l’abbia lasciato. Lo so. Non l’ha fatto solo per me. L’ha fatto perché non lo ama più. Perché è stanca dei sotterfugi. Perché vuole uscire allo scoperto…. Ma io non so se sono pronta per una cosa del genere. È un passo importante.
-Ora sta a te Sere.-
-Cos….- non riesco a finire la frase. Il suo viso è a pochi centimetri dal mio. Non mi trattengo e la bacio. Riesco ad alzarmi in piedi e senza lasciarci finiamo in camera da letto. I vestiti cadono a terra, e noi sul letto. Continuo a baciarla dimenticando quello che mi ha detto, presa da altro.

*

La pausa sta per finire. E noi dobbiamo tornare in redazione. E non abbiamo toccato cibo. Il mio stomaco brontola. Mi sta accarezzando il braccio e rifletto su quello che mi ha detto. Purtroppo ha ragione. Ora sta a me prendere una decisione. Un decisione che probabilmente cambierà tutta la mia vita.




E eccoci qui... Voglio chiarire alcune cose... Non sono lesbica, non ho avuto rapporti con altre ragazze se non solo baci.... però non sono omofoba., non ho problemi con persone omosessuali, anzi le sostengo. Ci tengo particolarmente a questa storia, e devo soprattutto ad una persona se ho trovato il coraggio di decidermi a postarla... Se volete lasciarmi il vostro parere, sono ben felice di sentirlo, se preferite potete anche mandarmi una mail. 

Grazie a tutti.

  
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