Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Eloise_elle91    04/03/2012    5 recensioni
Ciao a tutti! Eccomi con una nuovissima long fiction che è il continuo di Doppleganger Petrova, le origini.
Abbiamo lasciato Elena a Manhattan e Klaus che vuole costringere i nostri fratellini a uccidere la donna che amano... cosa succederà? Arriveranno nuovi personaggi forti e carichi di misteri e segreti.
Vi dico subito che la storia avrà un’impronta Delena e che ci sarà una loro storia d’amore, quindi vi prego di non offendere e di non linciare, ma anche se siete Stelena questa storia potrebbe fare per voi, perché ciò che racconto è legato anche alla storia della prima doppleganger e alla storia degli Originari. Vi auguro una buona lettura, spero che mi seguirete e che recensirete al meglio questa storia :) Vi aspetto!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti! Rieccomi con il secondo capitolo della storia... spero che vi possa piacere, ho visto che avete letto in molti il primo capitolo e vi ringrazio! La faccenda comincia a farsi "molto seria" per Klaus ed Elena... non vi dico altro, buona lettura!
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------




                                                                 Capitolo 2: Un’amica fedele.



Erano passate poche ore dal rapimento di Bonnie e Caroline e dalla trasformazione di Tyler in ibrido. Elena aveva lavorato per tutta la notte, insieme a Damon, Jeremy e Alaric, ad un piano per tirare le sue amiche fuori da quella trappola mortale. A Damon vennero in mente un po’ di piani, come lasciarle li per sempre (cosa che Elena escluse a priori), oppure andare li e tentare la sorte contro Klaus.

“Non possiamo andare li e improvvisare!” disse Alaric.

“Giusto” replicò Elena “abbiamo bisogno di una strega, di qualcuno che distragga Stefan e qualcuno che distragga Klaus soprattutto”.

“Beh, non abbiamo nessuno dei tre” disse Damon ironico.

“Ne siete sicuri?” disse una voce femminile. Per quanto simile ad Elena, non era lei, ma aveva i capelli molto lunghi e ricci: Katherine.

“Katherine?” disse Damon “Credevo te ne fossi andata”.

“Cambio di programma” disse lei “ho saputo di una nuova doppleganger e ho deciso di ritornare”

“Ciao Katerina Petrova” disse la voce di Charlotte; ora le tre doppleganger erano tutte unite nella stessa stanza. Alaric e Jeremy non sapevano cosa dire, mente Damon era completamente estasiato dalla bellezza delle tre doppleganger, anche se ne amava solo una realmente e fu proprio lei che parlò per prima.
“Katherine lei è Charlotte, la nostra prima antenata” disse Elena.

“Lo avevo capito” disse Katherine annoiata “comunque, ho sentito di questa cosa assurda di liberare Caroline e Bonnie”

“Non è una cosa assurda” disse Charlotte “sono le amiche di Elena e non possiamo lasciarle morire”

“Bla, bla, bla” disse Katherine “tuttavia potrei decidere di aiutarvi” disse ammiccando un sorriso verso Damon.
“E cosa vuoi in cambio psicopatica?” disse quest’ultimo inarcando il sopracciglio destro e assumendo un aria dura di sfida.
“Vedi Damon, tu non sei nella posizione per parlare con me: ricordati che sei in debito!” disse la psicopatica vampira accarezzandogli il viso con un dito.
“Fottiti” disse Damon allontanandola.
“Ora basta!” disse Charlotte “Dobbiamo salvare quelle due ragazze e possiamo farlo senza che nessuno ci rimetta le penne”.
“E come?” disse Elena.

“Se agiremo tutti insieme andrà tutto bene. Faremo così: io, Damon e Joey andremo a liberare Caroline e Bonnie; Katherine dovrà distrarre Stefan e portarlo il più lontano possibile. Ho sentito mia cara che hai un certo ascendente su di lui!” disse Charlotte rivolgendo l’ultima frase a Katherine, che non rispose.

“Elena invece dovrà distrarre Klaus...” disse Charlotte rivolgendosi a lei.

“Cosa?” disse Damon “Non lascerò Elena da sola!”

Katherine alzò gli occhi al cielo, ma quale potere magico aveva Elena che lei non aveva?

“Ma è logico” disse Elena “lui vuole che io scelga se salvare Caroline o Bonnie. Con un po’ di domande e qualche tentennamento dovrei riuscire a distrarlo per un po’”

“è troppo pericoloso, qualcuno deve venire con te!” disse Damon avvicinandosi a lei.

“No” disse secca Charlotte “deve andare da sola, fidati Damon. Non la ucciderà”

“E noi cosa facciamo?” chiese Alaric indicando se stesso e Jeremy, che sembrava pronto a unirsi al gruppo.

“Niente” rispose semplicemente Charlotte “voi siete umani e innocenti. Sareste solo d’intralcio”.

Il suo tono non ammetteva repliche: era molto autoritaria, frutto di un’educazione molto rigida. Elena lanciò un’occhiata a Jeremy senza ribattere. Ora come ora la sua priorità è tenere la sua famiglia il più al sicuro possibile, soprattutto Jeremy; e da quando Alaric si è offerto di badare a loro due, anche lui era uno di famiglia, una specie di zio, un po’ ubriacone, ma coraggioso e dal cuore grande.

“Elena, Joey è qui fuori, lo faresti entrare per cortesia?” le chiese Charlotte, lei annuì e andò ad aprire la porta; Joey era appoggiato alla sua macchina, gli andò incontro e disse “Joey?”
“Ciao, Elena. Ho saputo di Caroline e Bonnie” disse lui camminando verso casa insieme a lei.
“Perché eri qui fuori? Non potevi bussare?”
“Sono appena arrivato da Manhattan, sono andato da Meredith” disse lui fermandosi alla porta.
“Perché sei andato da lei?” disse Elena con un filo di rabbia nella sua voce. Non aveva ancora perdonato Meredith per averla portata in una tana di streghe assassine.
“Perché abbiamo bisogno di una strega”
“Abbiamo Bonnie”
“Non basta. Ne serve una più potente. Elena ascoltami” disse Joey prendendole la mano “devi fidarti di me, Meredith mi ha giurato che nessun altra strega si avvicinerà a te e poi lei è tua amica, non vuole farti del male”.
Elena sbuffò di impazienza. Aveva già fin troppi problemi a cui pensare, non poteva perdere altro tempo con quel gruppo di streghe assetate di potere.
“Questo lo dici tu, entra” disse a Joey. L’Originario entrò e un po’ incerto disse:
“Salve a tutti. Allora che ne pensate del nostro piano?”
“A me non piace per niente” disse Damon lanciando un’occhiataccia a Charlotte, che lo guardò male, quasi infastidita.
“Mi ricordo di te” disse Katherine e tutti si voltarono a guardarla. “Hey non guardatemi tutti! Lui suonava da Gloria nel 1920, faceva parte della banda dei musicisti”.

“Tu devi essere Katerina, io sono Joey e si, nel 1920 suonavo da Gloria”
“E tu cosa ne sai Katherine?” domandò Damon.
“Oh, era il posto preferito di Stefan negli anni 20’ e inoltre era nel pieno del suo periodo da squartatore. Come vedi Damon, io, al contrario di te, non l’ho mai perso di vista...”
Damon fece per alzarsi, ma Elena lo bloccò e con uno sguardo gli pregò di non attaccare con quella psicopatica.
“Beh, di certo non potevo sapere che tutti andavano da Gloria in quel periodo” disse Joey rompendo il ghiaccio “Io sapevo solo che Gloria era una strega molto potente, ma ovviamente non le dissi che ero un vampiro”.
“Che io sappia quella strega è ancora viva, potremmo contattarla” disse Katherine.
“Di Gloria è meglio non fidarsi, ha lavorato molto in passato per Klaus” disse Joey lanciando un’occhiata a Elena, la quale capì al volo: anche se nessuno sapeva la verità su Stefan, Joey lo aveva sempre sorvegliato negli ultimi cento anni e non poteva rischiare di essere scoperto così.
“Io direi di partire con il piano, abbiamo già perso troppo tempo” disse Elena prendendo la sua borsa e ficcandoci dentro un paletto e un paio di bombe alla verbena.
                                                                                                ***
Stefan era rimasto tutta la notte a fare da guardia a Caroline e Bonnie in compagnia di Rebekah, passando molte ore a parlare del loro lontano 1920...
“Ci divertivamo molto Stefan, ricordi?” stava dicendo la bella vampira bionda.
“Ogni singolo momento, poi sei sparita e non ti ho più rivista” disse Stefan.
“Hai ragione, ma dovevo fuggire perché c’era una strega che mi dava la caccia”
“Chi era? Gloria non aveva niente contro i vampiri, sapeva tutto anche di me...”
“Non so chi fosse e cosa volesse da me, so solo che il suo nome era Esther, ma non so perché volesse proprio me”.
“Tu eri amica di Lexi, quindi avrai saputo che è morta” disse Stefan.
“Si, l’ho saputo, ma ho saputo anche che aveva fatto un buon lavoro con te. Cosa è successo? Hai ripreso le vecchie abitudini squartatore?” disse lei sorridendo maliziosa. Stefan fece un piccolo ghigno e rispose “le vecchia vita era noiosa”.
Calò il silenzio: entrambi avevano udito un rumore di passi. C’era qualcuno, forse era Klaus o erano le ragazze che cercavano di liberarsi. Decise di andare a controllare, ma una voce lo chiamò:
“Niente paura Stefan, sono solo io”.
“Katherine” rispose lui e la bella Petrova si materializzò proprio alle sue spalle...
“Vedo che hai compagnia” disse indicando Rebekah, che disse “Oh mio dio! Tu sei la doppleganger!”
“Ahh” disse Katherine scuotendo la testa “ma perché è sempre la stessa trottola ogni volta?”
“Che sei venuta a fare Katherine?” domandò bruscamente Stefan. La vampira lo guardò male e disse “volevo solo tenerti un po’ di compagnia, ma vedo che sono di troppo...”
“Ma no!” disse Rebekah “potremmo andare a bere qualcosa tutti e tre, è tutta la notte che io e Stefan parliamo”.
“Io non posso lasciare questo posto se non su ordine di Klaus e poi Katherine, come facevi a sapere che ero qui?”
“Andiamo Stefan, sono 145 anni che so sempre dove sei...”
Stefan non si fidava di Katherine, ma dopotutto non aveva tutti i torti. Lei in un modo o nell’altro gli è sempre stata vicina, anche quando lui la credeva morta, anche quando aveva iniziato la sua vita da vampiro. Anche ora che era tornato uno squartatore e aveva un solo pensiero in testa: perché? Perché c’era sempre lei e solo lei, anche quando amava Elena sapeva che c’era qualcosa di Katherine che gli mancava.
“Lo sai Stefan che non lo potrai mai spegnere?” disse Katherine “Klaus ti avrà costretto a spegnere la tua umanità, ma dipende da te riattivare quel bottoncino” concluse posando un dito sul petto di Stefan e guardandolo negli occhi come  solo lei sapeva fare.
“Beh, in effetti non c’è cosa peggiore di un vampiro innamorato” disse Rebekah.
“Ok ok, mi avete convinto, andiamo al Grill?” disse Stefan avviandosi verso la sua macchina rossa, seguito dalle due vampire.
Damon, Charlotte e Joey videro i tre vampiri allontanarsi e si avvicinarono all’ingresso della cantina della vecchia proprietà. Charlotte si guardava furtiva intorno e poi disse “piazzo qualche incantesimo. Non possiamo rischiare di essere scoperti”. Chiuse gli occhi e concentrò tutta se stessa evocando un alone trasparente che emanava un certo calore, Damon si chiedeva come fosse possibile che una doppleganger, per di più strega fosse diventata una vampiro mantenendo i suoi poteri.
Quando Charlotte aprì gli occhi disse “fatto. Nessun vampiro potrà attraversare la barriera senza morire bruciato vivo all’istante”.
Joey e Damon si guardarono con perplessità: era davvero perfida e doveva avercela a morte con Klaus. Damon si augurò con tutto se stesso che Stefan non ritornasse indietro o non avrebbe visto neanche un dito di suo fratello. Il trio scese giù alle cantine, alla ricerca delle due ragazze.
                                                                                             ***
Elena era arrivata all’albergo più lussuoso di Mystic Falls, era sicura che li avrebbe trovato Klaus visto che glielo aveva detto Charlotte; si avviò alla reception e disse “buongiorno, sto cercando una persona che alloggia nel vostro albergo...”
“Persona?” pensò Elena, Klaus era tutto fuorché una persona...
“Si signorina chi cerca?” disse il responsabile.
“Ehm...Klaus, si chiama così” rispose Elena incerta.
“Ah” disse il responsabile “temo di non poterla accontentare, vede il signore è uscito poco fa”
“Oh no!” disse Elena. Questa proprio non ci voleva! Dove poteva essere mai andato?
“Senta, non è che potrei aspettarlo qui? Vede è molto urgente e non posso tornare indietro” disse Elena.
“Ma certo signorina, si accomodi” le disse il responsabile indicandole una piccola poltroncina bene rifinita: si vedeva che era un albergo di lusso. Si trattava bene quello stupido ibrido secondo Elena, fin troppo per uno che vuole uccidere mezzo mondo. Attese li per circa una ventina di minuti, stava leggendo un libro che portava sempre con se, quando una voce le parlò alle spalle.
“Cime tempestose!” disse, la sua voce era inconfondibile con quell’accento inglese così marcato. Elena si voltò di scatto, con ancora il libro in mano, ed eccolo: Klaus. Se proprio doveva essere oggettiva in quel momento qualunque ragazza non potrebbe resistere al suo fascino, quegli occhi azzurri, ma non troppo accentuati e i suoi capelli biondo cenere gli davano un tocco di eleganza che sicuramente derivava dall’avere mille anni e passa. Sembrava un angelo, della morte però...
“Klaus” disse Elena “ti stavo aspettando”
“Lo vedo. Ciao Elena, lo sai io ho conosciuto Emily Bronte...”
“Non sono qui per parlare di libri, ma per barattare la libertà delle mie amiche” disse Elena secca, in un tono che non ammetteva repliche, scrutandolo negli occhi con aria dura. Non voleva farsi mettere i piedi in testa più da nessuno.
“Bene” disse l’ultra millenario biondo “saliamo allora”
“No. Voglio che parliamo da soli, in un posto dove nessuno ci possa disturbare” disse Elena.
“Va bene, fammi strada” disse Klaus indicandole la porta dell’albergo. Elena prese le chiavi della macchina e si avviò per aprirla, seguita da Klaus.
“Vuoi farmi vedere le tue doti da pilota?” le disse ironico.
“No, ma le amiche sono le mie, quindi ora si fa a modo mio e poi boh, all’improvviso mi è venuta voglia di fare quattro chiacchiere con te” disse Elena mettendo in moto e partendo con moderata velocità.
“Bene, anche un po’ maschiaccio. Ti avevo sottovalutata Elena”
“Mai sottovalutare una donna” disse Elena “soprattutto quando è arrabbiata”
“Di cosa vuoi parlare?” disse l’ibrido evitando accuratamente di controbattere alla risposta data da Elena.
“Una cosa alla volta Klaus”
“Mi stai dando degli ordini? Potrei staccarti la testa in un minuto”
“Ma non lo farai e poi siamo arrivati” disse Elena fermando l’auto e scendendo. Anche Klaus scese e notò che si trovava ai confini di un vasto bosco verde e dagli alberi enormi. Spaesato chiese: “Che posto è questo?”
Elena non rispose, si era già avventurata nel fitto bosco, così si vide costretto a seguirla in silenzio ammirando quanto coraggio avesse quella ragazza. Era venuta da lui, da sola, voleva parlargli da sola; ogni tanto si fermava per ritrovare l’orientamento. Era di sicuro un posto che lei conosceva, ma come se l’avesse un po’ rimosso dalle sue mappe geografiche. Non le somigliava nel fisico, ma molto del suo carattere era simile a quello della donna che tanto ha amato più di mille anni fa...
“Ci siamo!” disse Elena soddisfatta appoggiandosi a un albero “quelle sono le cascate di Mystic Falls, di solito è più bello vederle dal ponte di legno lassù” disse indicando col dito un ponte di legno che faceva da panorama alle cascate “Ma, anche se è un po’ pericoloso se le si vuole davvero ammirare è meglio scendere per questa vallata” finì di dire voltandosi verso lui. Klaus ancora non proferiva parola, così Elena disse:
“Di solito vengo qui quando devo parlare di qualcosa che nessun altro, oltre all’aria, può sapere”.
“Elena, non vorrai farmi da psicologa spero” disse Klaus con un mezzo sorriso.
“No, no, lo so che è impossibile trasformarti in un folletto canterino!” disse Elena con un tocco di ironia. Klaus sorrise inevitabilmente a quella battuta e per un attimo la sua mente vagò a un caldo giorno estivo quando lui e la sua amata non facevano altro che scherzare sulla natura dei folletti! Che cosa stupida vero? I folletti mica esistono davvero?
Klaus capì che Elena non era venuta per litigare e lui non voleva scatenarle dolori inutili, così disse: “Lo sai? Hai appena fatto una battuta uguale a quella che faceva una persona che io conoscevo molto bene”
“Davvero?” chiese Elena incuriosita, di sicuro Klaus si stava riferendo a Skyler...
“Già” disse lui “allora, cosa vuoi sapere?”
“Io niente! Tu hai bisogno di parlare secondo me”
“Ti sbagli, io non parlo con nessuno”
“Ok, allora voglio darti una cosa” disse Elena cacciando la collana della strega Originaria e mostrandola a lui.
“Quindi l’avevi tu” disse Klaus guardando la collana come perso nel vuoto “Perché vuoi parlare di lei?” concluse alzando lo sguardo su di lei.
“Io non voglio parlare di lei, voglio solo darti la collana”
“Non ci credo. Non puoi volermi dare la collana di tua spontanea volontà”
“Perché? Non posso sentirmi stufa di trovarmi sempre in pericoli mortali? Non posso essere stufa di impicciarmi in affari che non mi riguardano? Io ho un fratello da crescere e mandare all’università e devo occuparmi di lui se non voglio perderlo definitivamente! Per questo sono stufa di te e dei tuoi giochetti!”
“E che mi dici del tuo amato Stefan? Vuoi liberarti anche di lui?”
“Tu non puoi capire, ci hai pensato già tu no? Che ne puoi sapere? Tu hai mai amato?”
“Io sono stato umano e ho amato, credimi non serve a molto, l’amore non è un’ancora di salvezza. L’amore è dolore”.
“Non si direbbe dal modo in cui mi parli. Perché dici così?”
“Perché? Perché lei non era totalmente mia, ero costretto a dividere il suo amore perché Elijah era sempre fra i piedi”
“Ma lei scelse te come padre di suo figlio, questo non era amore?”
“Come fai a sapere tutte queste cose? Chi te le ha raccontate? Elijah?”
“No, me le ha raccontate Joey, che le ha sapute da Klea, tua sorella” disse Elena. Meglio essere sinceri, si disse, anche se evitò accuratamente di dirgli che aveva sviluppato poteri empatici e che quasi tutte le notti sognava questa benedetta Skyler che non faceva altro che entrare e uscire dalla sua testa come un tabù.
“Continui a non capire Elena, vai di fretta?” disse Klaus e Elena si sedette a terra, ai piedi dell’albero accanto a lui e disse “No, ho tutto il tempo del mondo”.
                                                                                              ***
Joey e Damon erano scesi insieme a Charlotte nelle cantine dei Lockwood: dovevano agire in fretta, non avrebbero potuto avere più di dieci minuti per trovare le due ragazze e portarle il più lontano possibile.
“Caroline!” chiamò Damon “mi senti?”
Niente. Silenzio assoluto, dove le aveva nascoste?
“Aiuto!” disse una voce impaurita. Era Bonnie.
“Questa è Bonnie” disse Damon.
“Di la!” disse Joey indicando un piccolo cunicolo che portava chissà dove. I tre vampiri si incamminarono verso il passaggio stretto che portava ad una piccola grotta dove le due ragazze erano incatenate al muro. Bonnie perdeva molto sangue dall’addome e Caroline era così indebolita dalla verbena che non riusciva a dire una sola parola. Damon liberò Bonnie e la curò con il suo sangue, mentre Joey liberò Caroline. La vampira disse con un soffio di voce: “Il mio anello solare ce l’ha Stefan!”.
“Accidenti!” disse Damon a denti stretti “non possiamo portarla fuori così”
“Le presto il mio” disse Joey “io resto qui e tu e Charlotte le portate al sicuro”
“Non se ne parla nemmeno!” disse Charlotte. Ora Bonnie riusciva a vederla bene, quando le avevano portate in quel posto Klaus aveva parlato del ritorno di una certa Charlotte e quando la vide bene in faccia notò che era identica a Elena!
“Bonnie!” la chiamò la vampira “ho questo braccialetto ce la fai ad incantarlo se ti do una mano?”
Cosa? Era anche una strega? Bonnie non ci stava capendo più nulla e si limitò a dire “penso di si”
“Bene! Dammi la mano, lo so che sei debole, ma possiamo farcela” disse Charlotte prendendo la mano di Bonnie. Dovevano sbrigarsi prima che arrivasse qualcuno come Stefan o Klaus.
“Non ce ne è bisogno!” disse Caroline sempre con voce debole “andate e mettetevi in salvo!”
“No Barbie! Guarda come sei ridotta, se non ti riporto a casa Elena mi ammazza con un paletto” disse Damon.
“Fatto!” disse Charlotte “tieni Caroline, metti questo e usciamo tutti di qui”.
Joey mise il braccialetto a Caroline che a malapena si reggeva in piedi, così la prese in braccio e uscì di corsa seguito da Damon, Charlotte e Bonnie. Ce l’avevano fatta, erano tutti salvi.
                                                                                                 ***
Il cellulare vibrava nella borsa di Elena, era un messaggio: “missione compiuta, torna a casa!”. Elena ricacciò il telefono della borsa, Klaus era davanti a le e le dava le spalle, se ne stava in piedi a fissare le cascate, quando disse:
“Era il tuo amico Damon?”
“No” disse Elena, ok potevi anche sentirci meglio di me, pensò, ma non potevi leggere anche nella mente “era il credito telefonico che sta per scadere”
“Maledetti cellulari! Sai era molto più profondo quando si scriveva con la pergamena”
“Cosa ti ha spinto a sopravvivere per tutti questi anni? Non sei mai arrivato ad un punto in cui ti annoiavi?”
“Sai la mia unica ragione di vita era spezzare quella maledizione, essere un ibrido immortale e poi questo mondo, in un modo o nell’altro è davvero bello”
“Davvero?” domandò Elena incerta “Io lo trovo solo un ammasso di nullafacenti”
Klaus sorrise e disse “Ti avevo davvero sottovalutata, sei divertente e pungente allo stesso tempo. Io amo disegnare”
“E io amo scrivere” ammise Elena.
“Sono comunque due modi d’arte di esprimersi e poi c’è la musica. Quanto è bella la musica! E il cinema? Fantastico!” disse Klaus.
“Devo proprio scegliere chi salvare?” chiese Elena, sapeva che le sue amiche erano al sicuro, ma voleva vedere fin dove poteva spingere Klaus...
“Vedi Elena, nella vita tu sarai messa sempre di fronte a delle scelte da compiere, a volte anche dolorose, come in questo caso, ma tanto è tutto inutile. I tuoi amici avranno trovato un modo per salvarle no?”
“Cosa?”
“Andiamo Elena! Tutta questa scena, serviva a salvare le tue amiche o sbaglio?”
“No, quindi ora mi ucciderai?”
“Sai, una parte di me, quella razionale, vorrebbe staccarti la testa ora, ma c’è una parte di me che è contenta di trovarsi qui a parlare con te”
“Bene, la cosa dovrebbe rincuorarmi?”
“Sai cosa ho capito oggi? Che ti avevo giudicata male, molto male, pensavo che la tua spavalda eroica capacità di sacrificare la tua stessa vita per i tuoi amici fosse una tua debolezza e invece no. Questo è quello che ti rende più forte e poi sei una grande impicciona” concluse l’ibrido con un sorriso.
“Beh, ti ho aiutato a diventare un ibrido, hai ucciso le persone che amavo di più e te ne sei portata via una che per me era davvero importante, eppure sono qui a tenderti la mano per arrivare ad un compromesso”.
“Hai ragione, ma se ti dicessi che ho fatto tutto questo perché non voglio restare solo?”
“Ma resterai comunque solo, perché le persone non hanno bisogno di essere soggiogate per affezionarsi a qualcuno. Basta farsi amare per ciò che si è”.
“E tu credi che qualcuno sano di mente mi accetterebbe così come sono?”
“Io lo sto facendo” disse Elena abbassando lo sguardo, non era saggio metterselo contro, ma forse come diceva Elijah, c’era ancora la possibilità di ritrovare qualcosa in mezzo a tutto il marciume di cui era circondato. “Perché hai scelto Stefan? Potevi scegliere chiunque...”
“Perché Stefan è molto simile a me in certi aspetti ed è...”
“Tuo nipote” finì Elena per lui. Klaus la guardò a bocca aperta. Come faceva a sapere anche questo?
“E’ per questo che rivuoi la collana no? Tu non vuoi contattare Skyler, ma la rivuoi perché ti senti in colpa per aver ucciso tua sorella”
“Io volevo bene a mia sorella, vedi lei mi ha cresciuto, quando ero piccolo e lei era già un vampiro; ma un giorno decise di mettersi contro di me, se l’è cercata da sola la morte”.
“Potresti liberare Stefan dal soggiogamento?”
“No, non posso e non voglio, la sua libertà dovrà guadagnarsela. Per quanto riguarda la collana invece, per ora tienila tu e cerca di stare lontano dai guai” disse Klaus e con un gesto si trasformò in lupo e se ne andò per i boschi congedandosi da Elena, lasciandola con un dubbio: quanto bisognava credere alle parole di Klaus?
                                                                                                 ***
“Vorrei tanto sapere dove si è cacciata!” sbottò un Damon parecchio arrabbiato: avevano salvato la barbie e la streghetta, aveva mandato un messaggio a Elena, erano passate cinque ore, dove poteva essere mai finita? Damon era tornato al pensionato ad aspettarla, perché era li che si dovevano incontrare, mentre Charlotte e Joey erano andati a sbrigare delle commissioni. Damon non faceva altro che andare avanti e indietro per l’enorme salone stando attento ad ogni singolo rumore, più che altro attendendo il rumore della macchina di Elena che gli annunciava il ritorno dell’amata sana e salva. E se Klaus l’avesse catturata? No, si disse, meglio non pensarci, anzi lo avrei già saputo. Ma perché non rispondeva a quel dannato cellulare? Si stava preoccupando troppo? No certo che no! La ama, è normale preoccuparsi per lei, è Elena! Non poteva più aspettare, così si precipitò alla porta e appena la aprì se la ritrovò davanti: bellissima anche con i capelli in disordine e la faccia di una bambina che ha appena disubbidito alle regole.
“Dove accidenti sei stata?”
“Sto bene Damon” disse Elena entrando e dandogli subito le spalle, ma Damon la prese per un braccio e la tirò verso di lui.
“Lo vedo che stai bene, voglio sapere dove sei stata per tutto questo tempo!”
“Sono stata giù alle cascate, è li che ho portato Klaus per ridargli la collana...”
“Cosa!? Che ti è saltato in mente?”
“Non l’ha voluta, ti prego non ti arrabbiare e non me lo chiedere perché non lo so. Mi ha lasciata andare senza farmi del male, abbiamo parlato e...”
“E COSA? Ti ha fatto il lavaggio del cervello?”
“No! Non mi ha soggiogata! Sto solo dicendo che si è comportato in modo gentile, Damon, non fraintendere sempre tutto!” disse Elena alzando la voce e incrociando le braccia.
“Io sono quello che fraintende sempre tutto?! Stai scherzando? Se vuoi unisciti a mister Klaus e la sua band” disse Damon sgranando i suoi occhi azzurri.
“Uff... come stanno le ragazze?”
“Stanno bene, Caroline è a casa con lo sceriffo e Bonnie è a casa sua con Jeremy”
“Notizie di Tyler?”
“Nessuna”
Elena abbassò lo sguardo, si sentiva in colpa per quello che aveva detto a Damon pochi minuti prima. Perché succedeva sempre così? Perché diceva a Damon cose che in realtà non pensa? Lui non è mai stato iperprotettivo, perché non la lasciava respirare un minuto? “forse perché ti ama” cantava la sua mente ogni volta e ogni volta era costretta a ricacciare quel pensiero. Ora non poteva occuparsene.
Doveva assicurarsi che Damon stesse bene, perché lui tante cose non le sa, non sa che Stefan...non è suo fratello! Come fare per dirglielo? Come si fa a dirgli “guarda la persona con cui sei nato, cresciuto, morto e diventato un vampiro non è tuo fratello?”. Era una cosa assurda, e l’aveva causato lei tutto questo? Se non avesse avuto un fratello a cui badare, Elena avrebbe scelto di morire di sua spontanea volontà il giorno del sacrificio, non avrebbe permesso di causare altro dolore e sofferenza.
“Scusami, Damon. È stata una giornata pazzesca, mi dispiace di averti detto quelle cose”
“Non credere di cavartela così principessa. Domani inizi gli allenamenti con me e Joey”
“Allenamenti?”
“Si, vedi Elena se vuoi uccidere un vampiro devi mettere carne su quelle ossa e devi imparare a usare bene il paletto”
“Immagino di non avere scelta”
“Ci vediamo domani alle sei in punto, passo a prenderti”.
                                                                                                  ***
Dopo tutto quello che aveva passato sotto le vecchie cantine dei Lockwood, Caroline voleva solo addormentarsi e cercare di dimenticare tutte le torture che ha dovuto subire, ma soprattutto voleva dimenticare ciò che gli aveva detto Charlotte prima di andarsene, cioè che Tyler era diventato un ibrido al servizio di Klaus. Prima di addormentarsi del tutto prese il cellulare e chiamò Bonnie...
“Pronto?”
“Ciao Bonnie, sono Caroline”
“Hey! È successo qualcosa?”
“No, volevo solo parlare di ciò che mi hai detto mentre eravamo imprigionate”
“Si Care, voglio andare avanti e ho intenzione di farlo anche se Elena mi odierà per sempre”
“Bonnie...”
“Caroline dobbiamo scoprire di più sulle intenzioni di Klaus verso Elena e il modo migliore è di intrufolarsi nella cerchia di Klaus”
“Dovrai saper fingere molto bene Bonnie...”
“Io voglio solo che voi siate tutti al sicuro, stai tranquilla. Andrà tutto bene”
“Teniamoci in contatto Bonnie e buona fortuna” disse Caroline riagganciando il telefono e stendendosi nel letto. Chiuse gli occhi e si addormentò definitivamente pensando che nel peggiore dei casi la loro migliore amica Bonnie sarebbe passata dalla parte del male per fare del bene.
Fine capitolo 2.


Note dell'autrice:
Grazie mille a tutti prima di tutto per aver letto e recensito il primo capitolo! Grazie anche a tutti coloro che hanno solo letto :)
-Chi è Skyler? Beh è evidente è la "generatrice delle Petrova"...attenzione! Non ho detto Doppleganger, vi incuriosisce la cosa? beh se si continuate a seguirmi! ^_^
-Spero che questo capitolo vi via piaciuto e che quindi mi lascerete qualche recensione, che aiutano sempre a migliorare :)
-Skyler è un personaggio creato da me per tanto ne detengo tutti i diritti d'autore;
Un bacio a tutti e al prossimo capitolo! <3
Ely

 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Eloise_elle91