Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Sybeoil    04/03/2012    2 recensioni
E se Harry Potter fosse stato una ragazza? E se suddetta ragazza si trovasse a dover affrontare il nemico peggiore di ogni tempo: l'amore?
***
La vita di Charlotte Lily Potter è sempre stata complicata ma qualcosa, accaduto subito dopo la fine dell'ultima battaglia con il Signore Oscuro, la renderà ancora più caotica. Un bacio, un singolo unico bacio, sconvolgerà per sempre la vita sua e dei suoi amici. Un bacio dato da una persona della quale non ci si deve fidare, soprattutto se il nome di questa persona è Malfoy.
Cosa accade quando la Slavatrice del Mondo Magico, cade preda delle spire di una serpe come lui?
Quali conseguenze può portare l'amore di un magiamorte per una Potter?
Cosa accade quando il cuore di una Fenice si lascia intossicare dal veleno di una Serpe?
***
DAL SECONDO CAPITOLO
< Qualcosa di divertente Potter? > chiese con la sua solita aria di superiorità. < In effetti si, Malfoy > replicai io placidamente. < E mi renderesti partecipe del tuo divertimento? > chiese lui alzando elegantemente un sopraciglio. < Certo > risposi divertita < Si da il caso che il mio divertimento provenga da te >
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Capitolo 26

 

 

 

 

 

Le labbra del principe premevano sulle sue forti, fameliche, rabbiose. Premevano disperate ed eccitate e per quanto lei volesse sottrarsi a quel bacio dettato dalla pura necessità più che dalla voglia, le possenti braccia del ragazzo strette attorno alla sua vita, glielo impedirono.

Era incastrata tra un paio di labbra che desiderava ma non voleva e un paio di braccia tanto forti da toglierle il respiro.

Per la prima volta dopo tanto tempo, Charlotte Lily Potter, era in trappola.

< Malfoy > riuscì a sussurrare quando il ragazzo lasciò le sue labbra per prendere fiato.

< Shhh > sussurrò lui tornando a tormentarla con baci roventi e carezze lascive. Il biondo sapeva che quello non era ciò che lei voleva, che non era ciò che avrebbe dovuto fare ma la notizia dell’assalto a quel quartiere babbano di Londra, lo sguardo di disapprovazione e tristezza che aveva letto negli occhi della ragazza, l’avevano gettato nel baratro oscuro della disperazione.

Nessuno più di lui si odiava in quel momento, nemmeno Voldemort in persona avrebbe potuto disprezzarlo più di quanto non stesse facendo lui stesso, eppure doveva continuare a vivere e fingere che tutto andasse bene. I pettegolezzi che presto sarebbero circolati tra gli studenti del castello avrebbe potuto sopportarli, avrebbe potuto sopportare anche le occhiate di disapprovazione provenienti dal corpo docenti ma c’era una cosa che il cuore non avrebbe mai sopportato e quella era lo sguardo con cui poco prima lo aveva guardato la Potter.

Una sguardo che sapeva di aspettative deluse, di speranze infrante e di amore distrutto. Uno sguardo che gli avrebbe lacerato l’anima se gli avesse lasciato attraversare il confine del cuore. Era per quel motivo che prima ancora di finire di leggere l’articolo si era alzato ed era uscito dalla Sala Grande senza proferir parola, ignorando i richiami di Blaise e gli sguardi di Chantal.

Sapeva che se fosse scappato da quella sala troppo affollata la Potter lo avrebbe seguito, dopotutto loro si appartenevano, lo aveva capito tardi ma ci era arrivato.

Solo adesso si rendeva conto di quanto tenesse a quella ragazza che stringeva tra le braccia come a volerle impedire di scappare ancora. Solo ora capiva quanto stupido fosse stato a tenerle nascosta la lettera di sua madre, se ne accorgeva solo adesso quando ormai, era troppo tardi per qualunque cosa.

< Malfoy > ripeté la ragazza prima che il ragazzo potesse tornare a torturarle le labbra.

< Fermati > lo implorò poggiando i palmi della mani sul petto caldo del giovane e spingendo affinché si allontanasse da lei.

Il biondo, capendo le intenzioni della ragazza, non oppose resistenza scivolando via da quel corpo caldo e vibrante di energia.

< Cosa ti è saltato in mente? > lo aggredì la Potter scostandosi un ciuffo di capelli che le si era posato sopra gli occhi.

< Mi dispiace > sussurrò il Principe chinando la testa per evitare lo sguardo disgustato della mora. Non poteva sopportare di vedere quell’espressione dipinta anche nei suoi di occhi.

< Perché sei scappato? > chiese la ragazza abbandonando il tono di accusa per assumerne uno gentile.

Una risata amara sgorgò dalle labbra dischiuse del Principe che, abbandonata ogni riserva, esplose.

< Perché sono scappato? > ripeté urlando < Sono scappato perché è quello che faccio sempre, io scappo Charlie! Scappo da tutto, scappo da tutti. Sono scappato dalla mia famiglia, dal Signore Oscuro, sono scappato da te > Quelle ultime parole le pronunciò quasi con sofferenza, cosa che lasciò la ragazza senza parole.

Mai si sarebbe aspettata una tale sincerità da Malfoy, mai avrebbe creduto di vederlo così solo e vulnerabile.

< Io sono così Charlie > continuò il ragazzo ormai fuori controllo < Sono un codardo e tu ti meriti molto di più > concluse in un sospiro amaro.

Quelle ultime parole avevano del tutto spiazzato la ragazza, facendola precipitare in uno stato di shock tale che dovette appoggiarsi al muro per non scivolare a terra.

Malfoy l’amava, anche se lo faceva a modo suo, lei lo amava e lui amava lei. Stava quasi per confessarglielo, stava per sbandierare ai quattro venti quella sua stupida infatuazione quando la vocina saggia del suo cervello le ricordò chi era lui.

Le ricordò quanto l’avesse fatta soffrire, quanto stronzo fosse stato in quegli anni e quanto sicuramente l’avrebbe ancora fatta soffrire.

Quella vocina insistente, le ricordò che una Fenice non potrà mai innamorasi di una Serpe senza che il suo veleno la intossichi.

< Mi… mi dispiace Malfoy > balbettò allontanandosi da lui e dal suo viso, lasciandolo solo e disperato in un corridoio deserto.

***

Chantal aveva assistito a tutta la scena con quei suoi finti occhi da cerbiatta seguendo, momento per momento il Principe e la sua presunta Principessa.

Sapeva, grazie alla bocca troppo larga di Pansy, che i due avevano avuto una sorta di storia ma che ora era finita per cui quando vide la Potter alzarsi dal suo tavolo e seguire il suo Malfoy fuori dalla Sala Grande, decise di seguirli.

Non che fosse una di quelle tipe che si mettono a spiare i ragazzi che le piacciono, però quando voleva una cosa faceva di tutto per ottenerla e se ottenere Malfoy voleva dire seguirlo per tutto il castello, allora lo avrebbe fatto.

Quando i due si arrestarono a metà del corridoio del primo piano la ragazza si nascose dietro un arazzo di medie dimensioni affacciandosi quel tanto che le consentisse di seguire le dinamiche dell’incontro.

Per un istante pensò che non sarebbe successo nulla e che Malfoy le avrebbe semplicemente risposto male e poi se ne sarebbe andato lasciandola lì sola e ferita, ma quando le labbra del ragazzo si posarono su quelle della Potter fameliche, bramose come mai erano state quelle di uno dei suoi tanti ragazzi, le montò la rabbia.

Com’era possibile che una simile sgualdrinella da quattro soldi con orrendi capelli neri e un fisico decisamente poco attraente, scatenasse una reazione così pronunciata nel Principe delle Serpi?

Non era forse più attraente, interessante e favolosa lei? Certo che lo era, era stata cresciuta per esserlo. Ma allora perché il Principe non se ne era ancora accorto? Perché non l’aveva ancora fatta sua?

Questo non se lo spiegava.

Ad un certo punto poi la ragazza aveva parlato, era stato solo un flebile sussurro, un accenno ma abbastanza forte da giungere fino alle sue orecchie e innervosirla ancora di più. In quella voce, in quella parola sussurrata a mezza voce c’era tutto un mondo di passione e desideri celati, di amore e bisogno, necessità e bramosia.

In quel sussurro c’era tutto quello che lei non era mai stata capace di provare per nessuno.

Era forse questo ciò che rendeva la Potter tanto interessante agli occhi del Principe? L’essere incline a sentimenti stupidi e capricciosi?

Se così fosse stato ci sarebbe potuta riuscire anche lei, in fondo era una brava attrice, lo era sempre stata.

Mentre lasciava che la rabbia le si espandesse nel sangue come veleno, intaccando cellula dopo cellula e rendendola una mina pronta ad esplodere, la scena cambiò.

Il tutto si fece lento, come se il tempo fosse cristallizzato. La voce della Potter abbandonò il tono di rimprovero con cui poco prima si era rivolta al biondo per assumerne uno gentile, quasi da mamma.

Pochi secondi dopo la risata roca che sgorgò dalle labbra del ragazzo fece capire alla bionda ancora segretamente nascosta dietro l’arazzo che il biondo era pronto per litigare.

Ciò che invece fece il biondo fu semplicemente di alzare la voce e dare sfogo ai suoi dubbi, alle sue paure. Semplicemente si lasciò andare esponendosi più del dovuto.

Questo non fece altro che innervosire ancora di più la bionda che, stizzita e arrabbiata, lasciò il corridoio in un furioso sbattere di capelli e tacchi.

***

L’aveva baciata. Malfoy l’aveva baciata. L’aveva baciata come mai aveva fatto prima e lei aveva risposto. Aveva risposto a quel bacio carico di ansie, paure e necessità. Pieno di desideri repressi, sogni infrante e speranze disilluse. Aveva risposto perché era ciò di cui aveva bisogno, ciò a cui mai sarebbe riuscita a rinunciare.

Ad un certo punto però si era fermata. Aveva staccato le sue labbra da quelle calde ed eccitanti del suo Principe. Ci era riuscita, aveva resistito all’impulso di sciogliersi tra quelle braccia possenti. Era stata più forte del suo stupido cuore riuscendo a tenere sotto controllo quella sua insana voglia di farsi del male da sola.

Nonostante tutto però lo sguardo e le parole che il Principe le aveva rivolto dopo quegli attimi che a lei parvero infiniti, l’aveva scossa e segnata nel profondo. Per quanto tempo avesse trascorso con Malfoy nel suo letto e non, il ragazzo si era sempre rifiutato di parlarle dei suoi problemi o dei suoi stati d’animo. Aveva sempre preferito chiudersi a bozzolo dentro di se e macinare quintali di dolore, indossando quella che per sette lunghi anni, era stata la perfetta maschera dell’arroganza.

Charlie però sapeva, sapeva che sotto quegli strati di trucco abilmente modellati, si nascondeva il vero Draco, quello che sapeva regalare sorrisi sinceri e parole dolci, quello che non aveva paura di ammettere i propri difetti. E adesso che finalmente era riuscito ad esporsi, a denudarsi, lei era scappata con le lacrime agli occhi lasciandolo solo e disperato.

Come poteva considerarsi migliore se, quando un suo compagno ferito le chiedeva aiuto aprendosi con lei come ami aveva fatto prima, scappava?

Lei non era migliore, era semplicemente uguale a tutte quelle persone che per anni aveva detestato e condannato. Lei era come loro, incapace di ascoltare e consigliare, ma capace solo di scappare.

Vagando distrattamente per il corridoio deserto del primo piano rifletté che ormai doveva mancare poco tempo all’inizio delle lezioni e che se voleva arrivare in orario alla lezione di divinazione, doveva sbrigarsi.

Asciugandosi le lacrime che nel frattempo le era sfuggite dagli occhi chiari, macchiando il pavimento in pietra, deviò verso una rampa di scale che l’avrebbe condotta direttamente al terzo piano. Da lì in poi avrebbe attraversato metà corridoio, imboccato una scorciatoia che aveva scoperto tre anni prima grazie alla Mappa del Malandrino e finalmente sarebbe arrivata all’aula della signorina Cooman.

Con il fiatone per la corsa appena sostenuta, aprì l’oblò di legno che faceva da porta per l’aula di divinazione e spinse. L’uscio cigolò leggermente mentre i vapori di centinaia di incensi le ostruivano le vie respiratori.

Immersa in una nebbiolina rosa, dovuta sicuramente a tutti i profumi e incensi sparsi per la stanza, c’era la sua insegnante. I grandi occhi chiari nascosti dietro un paio di lenti troppo spesse, erano chiusi. La bocca sembrava distorta in una smorfia di terrore e piccole gocce di sudore le colavano lungo le tempie.

L’ultima e unica volta in cui Charlie aveva visto la signorina Cooman in quello stato, era stato quando le aveva rivelato la profezia su Voldemort.

Che anche adesso stesse succedendo la stessa cosa?

Come a voler rispondere alla domanda di Charlie, la professoressa prese un profondo respiro e poi, con voce quasi baritonale enunciò quella che sembrava una vera e propria profezia.

< E’ di colui che porta in dono una rosa che la Prescelta deve diffidare. La morte è scaltra, si nasconde in chi ama. Come al principio così è ora, lottare ancora dovrà per aver salva la vita, che con coraggio difese >







Angolo autrice:
Bentornati Potteriani!! Sono strafelice di aver finito questo capitolo così presto e di potervelo postare. E' uno dei capitoli a cui tengo di più e nemmeno so il perchè!! xD Va beh, torniamo alle cose serie....ringrazio le ragazze che hanno commentato il capitolo precedente e tutti quelli che leggono e seguono in silenzio! Siete straordinari.
Dunque, in questo capitolo si ha una caratterizzazione psicologica dei personaggi molto spiccata che ci permette di conoscere meglio anche la nostra nuova arrivata! Credo che non starà simpatica a molti di voi...
Ad ogni modo, le cose si complicano ancora di più, soprattutto nell'ultima parte e pare che Charlie dovrà affrontare un altro grossissimo problema!
Vi do appuntamento alla prossima, Sybeoil!


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Sybeoil