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Autore: unbound    04/03/2012    3 recensioni
Seconda parte della storia di Kay York, alunna della Vengeance University, e delle sue amiche, Giuls, Alisee, Beatrix e Lisa.
(siete pregati di leggere la prima parte, se no non ci capite una mazza)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uscii da quella stanza infernale a dir poco devastata.
Mi sentivo vuota, come se mi fosse stato asportato qualche organo vitale, come se qualcuno mi avesse privato di un qualcosa della stessa importanza.
In quel momento, sentii tutte le preoccupazioni investirmi senza ritegno come un mare forza nove si scaglia contro gli scogli, riuscii a percepire sulle punte delle dita una sensazione familiare, come se qualcosa mi stesse scivolando dalle mani, come se stessi perdendo una partita; avevo in altre parole formicolio sulle falangi, e ciò dava davvero l’idea che qualcosa stesse per lasciare il mio palmo.
Non potevo più fingere la mia piccola serie televisiva aveva finalmente raggiunto i titoli di coda ma senza un lieto fine. Non avrei potuto baciare quelle labbra neanche dopo essermi accertata che Sarah non ci vedesse, com'era mio solito fare da un mesetto a questa parte, non potevo più fare niente perché non mi sarebbe più stato possibile infrangere le regole.
Qualcuno di dannatamente più importante di Sarah, più importante di tutti in realtà, aveva schiacciato il germoglio che stava rinascendo dalle ceneri di un amore sottovalutato e contrastato; non sarebbe stato facile, era finito tutto e non poteva più cominciare. Era un’autorità, era diventato non un consiglio, una regola, ma un divieto, impossibile da sciogliere.
Prima di allontanarmi dalla porta di quell'aula e abbandonarmi sul mio letto ancora disfatto, afferrai il mio blackberry, che giaceva inutilizzato nella tasca dei miei jeans, e inviai un messaggio che descriveva dettagliatamente l'evento appena accaduto alle dirette interessate, in modo che sapessero tutto con tranquillità, perché spiegarlo a voce mi avrebbe reso la vita difficile.
I messaggi di risposta cambiavano di persona in persona: quello di Giuls era pieno zeppo di insulti verso praticamente tutti, quello di Alisee fu piuttosto strafottente, del tipo "questo significa che con Matt ci scoperò quando sarò certa che lui possa sentirci", quello di Beatrix era ciò che rispecchiava più a fondo la mia reazione, ovvero depresso e sorpreso.
La risposta di Lisa fu quella che mi spiazzò più del dovuto, che mi lasciò senza parole con l’amaro in bocca, ma è meglio parlarvene più tardi.
Camminai a passo lento verso il dormitorio, trapassando ogni fottuto luogo dove, puntualmente, avevo un ricordo che mi legasse a lui, che mi sbucava in mente come a dire “Ehilà, ciao Kay! Vuoi soffrire un po’?”, come la panchina, la famosa panchina della serata delle stelle, o la sua aula, dove avevamo litigato fino ad odiarci.
Esausta e fraintesa, mi persi nell'osservare quegli ambienti con occhio vigile, sospirando di tanto in tanto, finchè una figura non mi fu vicino, poggiando una mano gelata sulla mia spalla.
Mi girai ed incontrai i suoi occhi, occhi inconfondibili color cioccolato, occhi che splendevano grazie alla luce del sole che gli investiva il viso, mostrandolo più bello che mai.
Ma porca puttana, perché devi proprio oggi mostrarti meraviglioso?
"Tu non tornerai ad essere mai la signorina York per me"
"Tu non tornerai ad essere mai il professor Haner scassa-palle per me"

Ci guardammo, come ad annunciarci a vicenda quella dura sconfitta.
Il nostro contatto visivo terminò dopo circa due minuti, che sembrarono, però, durare un’eternità l’uno.
"Ti odiavo, ti odiavo davvero tanto."Sussurrai, spostando lo sguardo su ciò che avevo davanti, ovvero la vetrata aperta che dava sul cortile della scuola. Giurai di poter ricordare in quale esatta parte della panchina eravamo seduti, com’eravamo messi e cosa c’eravamo detti con precisione.
"Io ti odiavo perchè non potevo averti." Rispose lui, continuando a guardarmi.
"Vuol dire che adesso tornerai a farlo, dato che non possiamo più fare nulla?"
"Mi piacerebbe farlo"si morse le labbra,scuotendo la testa. Lo guardai, accarezzandogli il braccio.
"Io continuerò a vederti come la mia fottutissima metà, porca troia. E' impossibile, non sarai mai solo un'alunna per me. " Si passò la mano sul viso, per poi lasciarle attraversare i capelli corvini ovviamente laccati e sistemati, come sempre.
"Io continuerò a vederti come il professore irresistibile che dice parolacce e che amo tanto"
Sorrise.
"Direi che un bacio d'addio lo meritiamo."
"Anche due".
Mi diede un bacio, ma non un bacio di quelli che mi aspettavo di ricevere; in guancia, pieno di dolcezza. Nonostante quel gesto mi fece un po’ pensare, non mi diedi per vinta e gliene stampai uno veloce sulle labbra, per poi fissarle e vederle storcersi in un sorriso spiazzante. 
Mentre i nostri nasi si sfioravano, riuscii a intravedere una figura minacciosa uscire dal dormitorio femminile e sfrecciarci accanto.
Giuls era nera di rabbia, camminò a passo veloce verso l'aula di Zacky passandoci al fianco e superandoci, ma non degnandoci di un misero sguardo. Temevo una sua esplosione imminente e, non appena la sentii aprire la porta della classe, chiusi gli occhi, per prepararmi a sentirla urlare come una vecchia impazzita. 
Syn la seguì con lo sguardo fino a che non arrivò a destinazione, uno sguardo confuso, tanto da chiedermi senza aprir bocca informazioni su quella situazione; dopo un po', però,interruppe il contatto visivo portandosi  ancora una volta la mano sul volto.

(terza persona)
"Baker, che é successo?"Giuls scandì ogni parola con decisione, cercando di frenare ciò che aveva realmente intenzione di fare al docente.
Zacky, non appena la vide entrare, poggiò le mani sulla cattedra, rumorosamente, e le fece segno di sedersi sul banco davanti a lui, facendole capire che era un discorso abbastanza lungo e che le conveniva accomodarsi.
La rossa, dal viso perplesso, seguì le sue indicazioni e prese posto, rivolgendogli uno sguardo severo, seguito da un'occhiata confusa.
"Non è ancora girata la voce?"
"Anche se fosse, desidero spiegazioni da te, che in teoria sei il mio... migliore amico"
Tra i due calò un silenzio imbarazzante.
Si sentì solo il sospiro impaziente della ragazzina, e il rumore del deglutire di Zacky.
"Giuls,ho espulso Sarah Monroe e per far tacere le voci che poi si sarebbero create e quindi avrebbero infangato la figura della scuola, ho vietato ogni tipo di relazione tra alunna-professore"
Ancora una volta, silenzio tombale.
Le guance della ragazza si colorarono di nervosismo, Baker, al contrario, impallidì.
"E secondo te é una cosa giusta? Cioè, hai fatto benissimo a cacciare Sarah,ma stai vietando qualcosa che non può essere vietata dai regolamenti normali.."
Si alzò e si trascinò strisciando i piedi verso la finestra dell'aula, che dava sul cortile della scuola.
"Guarda Syn e Kay.."Non appena il preside le fu vicino, puntò la coppia che s’intravedeva dalla vetrata oltre il giardino.
"Che staranno dicendo secondo te? Un addio? Qualche frase piena di dispiacere? Stanno per finire la loro storia dopo essersi battuti così tanto.."
"Mi staranno insultando, probabilmente."
"Perché ci stai facendo questo? Non potresti ignorare la brutta reputazione e scegliere la via più felice?"

I loro sguardi si incrociarono. Gli occhi neri e perplessi incontrarono gli occhi verdi e dispiaciuti in un feeling di tensione.
"Giuls, non è facile"
"Siete una band metal, non sapete cos'è la buona reputazione"
"Si mette in gioco l'integrità della scuola."

"Intendi il padre di quella lì?"
Baker tacque, fissando il vuoto davanti a sè.
"Sarà strano"aggiunse Giuls, staccando gli occhi da quelli di Zacky, chiari e lucidi,  sfoggiando un sorriso amaro e pieno di malinconia.
"Bea e Jimmy non staranno più ore e ore chiusi nella sua aula e nessuno potrà più' sgamarli."
Vengeance si lasciò trasportare da un’espressione impacciata e divertita.
"Matt e Alisee non passeggeranno per i corridoi con le mani intrecciate e non faranno deprimere le ragazze single"
"Già.."
Giuls ripose ancora una volta lo sguardo su Gates e la giovane accanto a lui.
"Syn e Kay non si guarderanno più come fanno ora, non fumeranno come due poco di buono, non sentiremo le loro urla quando litigheranno e non assisteremo ai loro baci quando faranno pace." 
"Hanno fatto cosi' tanto per stare insieme.."Sussurrò Vee, accarezzandosi le orecchie com'era solito fare mentre iniziava a sentirsi in colpa. Giuls stava riuscendo nel suo intento, ma non aveva ancora dato il suo colpo migliore.
"E,tralasciando me e Johnny, non troverò più il mio letto e quello di Kay uniti a quello di Lisa, la tua Lisa, con il fine di farvi scopare comodi."
Lo guardò ancora una volta, avvicinandosi a lui e fissandolo negli occhi. 
"Studierete meglio,ok? Sì, è cosi. Vogliamo il vostro bene." Zacky indietreggiò di qualche passo, ma fu seguito dalla rossa.
"E' più importante della felicità di tutti, tua compresa?"
"Lasciami in pace."
"Come vuole Signor preside, ma ci pensi su."


La sveglia suonò.
Stavo per ricominciare la monotonia di pochi mesi prima, nessun amore, nessuna coppia, niente di interessante.
Di quelle situazioni ogni tanto avevo nostalgia; nonostante ne valesse la pena di tutto quello che avevo fatto e che non avevo fatto per arrivare a Brian, provavo una specie di voglia, di ritornar ad essere esterna ad ogni problema, all'ingenuità da alunna che non vuole studiare, che odia il professore stronzo e che salta le lezioni.
Innamorandomi della persona che odiavo più al mondo, mi ero immersa in un mare di problemi... forse Baker aveva ragione, forse non era una cattiva idea allontanarci per un po’, anche se ormai il danno era stato fatto, il vaso era stato rotto e incollarlo con della colla non sarebbe servito a nulla.
Dopo essermi rilassata e aver stiracchiato per bene ogni mio muscolo, mi alzai dal letto barcollando e avvicinandomi a quello di Lisa: quest'ultima, di tutta risposta, non appena sentì i miei passi avvicinarsi, si fiondò interamente sotto le coperte.
"Steel, c'e' Syn alla prima ora, andiamo."
"Non voglio fare brutti incontri."

Si riferiva a Zacky, ne ero certa.
Mi sedetti ai piedi del suo letto, accarezzandole le gambe con dolcezza, cercando di compatirla e di non peggiorare la situazione in cui si ritrovava. Era la ragazza che mi faceva più pena, dato che la causa di quella roba non era altro che il suo ragazzo, la persona di cui si fidava di più e che, soprattutto, amava di più.
Non avevano parlato, non voleva più parlargli lei, si sentiva tradita ed oltraggiata.
Come darle torto?
"Potete continuare a fingere voi, ma io no. Potete vedervi di nascosto, ma io no."
"Lisa.."
"Kay, vi raggiungo a terza ora, che alla seconda non voglio assistere".

La nostra seconda ora era della materia di Vee, ovviamente.
"Ti faccio fare la giustificazione di entrata in ritardo da Haner?"
"Lo faresti?”
Annuii con decisione, sorridendole.
Ti voglio bene Kay"
La strinsi in un abbraccio e rimasi sconcertata dalle mie sensazioni; la sentii devastata tra le mie braccia, come se fosse a pezzi, impossibili da riunire, mi si spezzò il cuore.  Se io mi sentivo in quelle condizioni, non potevo neanche immaginare come stesse lei.

Giuls ed io arrivammo velocemente in classe, come sempre in anticipo, aprendo la porta rumorosamente e chiacchierando del più e del meno, forse distraendoci da quella situazione.
Nonostante questo, era brutto ricominciare dopo le lunghissime vacanze di Natale, la stanchezza mi rivestiva come una seconda pelle.
 
Non vedevo l’ora di rivederlo.
Entrando, notai con grandissimo piacere che il professore era già li, e la classe era completamente vuota a parte la sua presenza imponente; lo splendore alla cattedra alzò lo sguardo e il suo viso si illuminò come quello di un bambino davanti a un piatto di dolci.
"Buongiorno professor Haner"affermai, sorridendogli.
Mi fu in un attimo vicino, mi diede un bacio in guancia di soppiatto, attento a non essere visto, e concluse dicendomi "Buongiorno York, prendi posto”. Gli sorrisi, Giuls sbuffò infastidita.
Continuavano ad odiarsi, nonostante tutto.
Dopo che lui si allontanò da noi, io e la ragazza rossa al mio fianco ci avvicinammo alla finestra, e, ovviamente, ne approfittai per accendermi una marlboro e fumarla con immensa tranquillità.
Come i vecchi tempi, Syn me la staccò dalle labbra, si appropriò del mio accendino e se l’accese.
"Stronzo come sempre eh"affermai, guardandolo male.
"Ti piaccio così"

Improvvisamente qualcuno aprì la porta, talmente forte da farmi sussultare.
"Ah. Tutto ok?"
Era Baker. Ci stava controllando?
"Si.."Dissi io, con tono ancora spaventato.
"Okay."Rispose, abbassando lo sguardo.
"Temevi che limonassimo?" Chiese Syn, non lasciandolo finire.
Vengeance, con un nervosismo evidente dipinto sul volto, tacque, e se ne andò silenziosamente.
   
 
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