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Autore: Danilotta    05/03/2012    2 recensioni
Il settimo anno di un ragazzo che desidera essere normale. che desidera avere qualcosa che, ne è cosciente, non potrà avere. ma che capirà presto che, con tutto quello che ha perso, lei non può lasciarsela sfuggire.
Ammetto che sono sempre stata una fan di Harry ed Hermione :) questo è come mi sarebbe piaciuto che loro trascorressero l'ultimo anno ad Hogworts
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Scusate il ritardo m o s t r u o s o  -.- ho cambiato casa e i tempi sono stati lungi -.- Perdono <3

 

[Harry]

Quando siamo bambini, ogni cosa ci può impressionare. In positivo o in negativo, solo noi lo possiamo sapere. Come quanso si andava al circo, e ti chiedevano con chi volevi fare la foto, se con il serpente o con il clown. E tu saggiamente – dopo aver visto IT alla televisione – rispondevi sempre “ il serpente”. Ecco. In questo momento avrei preferito mille volte abbracciarmi un clown che trovarmi di fronte la serpe.

« Non sono affari tuoi Malfoy» gli occhi grigi del ragazzo erano freddi, ma animati da qualcosa di diverso rispetto agli altri anni. Da quando ero arrivato, aveva abbassato la sua aria strafottente. Si era isolato da molti. Suo padre era in galera. E lui veniva etichettato come mangiamorte. In quell’istante, forse più per pazzia che per ragione, capì che cosa dovesse provare. Anche io sapevo che cosa voleva dire essere il reietto. Come quando alcuni mi credevano un’assassino. Come quando molti mi credevano un bugiardo. Come quando tanti altri mi consideravano pazzo. Sospiro appena dunque. Modifico la mia risposta.

«Niente di che, ho trovato divertente un’espressione di Hermione!»

Lo vidi accigliarsi e voltarsi verso di lei. Stranamente avvertivo tranquillità e calma. E non capivo bene il perché. Soprattutto dopo quello che aveva fatto. E i miei occhi corsero lungo il suo avambraccio. Dove sapevo che sotto la felpa, erano marchiate quelle che molti ritenevano, le sue colpe. Mezzosangue.

« Non sapevo che la Granger potesse essere divertente! » nel pronunciare quel nome sentì Hermione sobbalzare accanto a me. E stranamente non venne detto con disprezzo o per offendere. Ma solo ed unicamente come constatazione. Che diavolo. Lo aveva cambiato così tanto?

« Grazie Malfoy, è bello da parte tua sottolineare il fatto che sia più legata allo studio che a fare il pagliaccio!» anche la sua voce era serena. Ma che stava succedendo al mondo? Quando poi vidi un leggero ghigno sulle labbra di Malfoy, allora si che potevo davvero dire di aver visto tutto. Per la prima volta, non era un sorriso di scherno. « Quando vuoi Granger. Ci vediamo a pozioni!» e con la solitudine che lo caratterizza dal suo arrivo a scuola se ne stava andando. Lasciando me ed Hermione, liberi di tornare al castello.

****

Il rumore di forchette che tintinnano sui piatti, il vociare degli studenti durante il pranzo, i denti nascosti dalle labbra che masticano. Non fa altro che accentuare il mio appetito. Davanti a me c’è Hermione. Alla mia destra Neville mentre alla destra di hermione c’è Ginny. Da quando ci siamo lasciati, solo adesso ha ricominciato a riprendersi. Ogni volta che la incrociavo, la guardavo negli occhi e notavo l’inclinazione della sua voce, era una pugnalata al petto che portava il nome di “senso di colpa”. Ma sembrava essersi ripresa. Forse grazie ad Hermione. Mi metto dell’altro pasticcio nel piatto, più affamato del normale, mentre i miei occhi scivolano sul tavolo dei serpeverde. Lo individuo. È li. Mangia con gli altri ma non parla. Si limita solo ad ascoltare e non condivide le risate che accomunano gli altri. Lui c’è. E' in mezzo a loro, ma in raltà è solo imposizione.

«Non trovate anche voi che Malfoy si comporti in modo … strano?» proferisco accorgendomi che lo sto fissando da almeno un minuto buono. Distolgo quindi lo sguardo e lo passo prima su Hermione, poi su Ginny e successivamente su Neville.

«Si lo credo anche io Harry. Nei corridoi non gira più con i suoi “scagnozzi” e non parla quasi mai con nessuno. O se proferisce parola, non è di disgusto o minacciosa!» sembrava davvero sorpreso quanto me quando Neville mi rispose.  Fu Ginny a parlare.

« Un po’ lo capisco. Si era costruito una facciata qui che con la fine della guerra è crollata inesorabilmente. Suo padre è in galera. Sa che non può più scherzare qui dentro!» la guardai ma con sguardo pensieroso. E fu Hermione a leggermi nel pensiero, esprimendo il suo parere a riguardo.

« Ho sempre visto Malfoy come un burattino nelle mani della pazzia del padre. Ricordi a villa Malfoy? Sapeva benissimo che eri tu Harry, eppure non ti ha denunciato. Non ha opposto chissà quale resistenza quando hai ripreso le bacchette e in ultimo, non si è affaticato per impedirci di scappare. E poi … i suoi occhi quando mi hanno …» deglutì ma la vidi farsi coraggio « torturata non li scorderò mai. C’era tanta sofferenza!» un leggero sorriso velato dal mangiare che rinchiudevo nella bocca, fece capire ad Hermione che anche io la pensavo così. « deve sentirsi bene allora. Niente più padre … niente più maschera! Credo che quello che vedremo quest’anno, sarà il vero malfoy. Ha fegato. Si è presentato a scuola nonostante tutto. Glie ne do atto» l’arrivo di Ron al tavolo fece calare il gelo nel volto di Hermione. Io ero tranquillo e stranamente contento di vederlo. Sapevo che avevano rotto e che lei non avrebbe più pensato a Ron come una volta. Sapevo che sarebbe stata mia. Quindi io non avevo nessun problema. Al contrario lui era bianco in volto e quando si sedette accanto ad Hermione, lei si fece appena più distante.

« Dove eri finito? È tutta la mattina che non ti vediamo» dissi io fingendomi ignorante a riguardo.

«nel dormitorio. Non avevo voglia di uscire. E voi?» feci spallucce e continuai a mangiare. Solo dopo aver deglutito risposi. « a farci un giro attorno al castello, per goderci la mattinata visto che passeremo il pomeriggio a fare i compiti!» lo dissi con voce decisamente scocciata. Il che fece indispettire Hermione. « inutile che fai quella faccia Harry! io non ho intenzione di farti copiare una sola parola sappilo!» sentenziò lei facendo scoppiare a ridere i dintorni del tavolo. Tutti tranne Ron.  Si vedeva che il sorriso era forzato.

« Ti unisci a noi?» chiesi dunque a lui.

« certo! Anche io devo fare i compiti, che pensate!»

Dentro di me sentivo la soddisfazione crescere. Di quella che ti fa venire la nausea nello stomaco.  Di quella che però sparisce e lascia posto ad un senso di benessere. Continuo a ricordarmi che questo è il mio anno. La mia vita. E non ho intenzione di lasciarla scivolare via così.

« bene! Io andrei dunque. Prima che arrivino i postumi della mangiata che ho fatto! In quel caso, sopportarti – Hermione – sarebbe impossibile anche per me!»

Sarei troppo stanco e soddisfatto di come sia stato il mio pranzo. Ma avevo come la sensazione che le soddisfazioni non sarebbero arrivate così in fretta. Come se sapessi di mio che tutto questo non poteva che essere una dolce culla dove illudersi che tutto sarebbe filato liscio. Porto ancora il crine di unicorno dentro la tasca del mantello. Lo tengo ben saldo. Temo quasi che tutto questo non basti. Ma rimarrò fermo sulle mie decisioni. Una creatura pura non ha diritto di essere violata da me. Hagrid me lo spiegò al primo anno. Voldemort stesso sapeva di questa cosa. e spesso mi sono chiesto se anche questo non avesse fatto altro che contribuire a tutto ciò. « Parola d’ordine?» la voce dell’uomo a guardia dell’entrata della torre dei prefetti mi riporta alla realtà, e mi resi conto che ero già arrivato al settimo piano. « oh .. emm .. Draco dormiens!» il baffuto signore – un po’ in carne -  mi lasciò passare  ma non prima di dire la sua sull’argomento. «Mai farlo svegliare!» la sua voce risuonava leggermente oltre il suo ritratto. Ero li per prendere l’occorrente per studiare. Saremmo stati in bibblioteca. Non volevo dare ad Hermione altri grattacapi con Ron. In fin dei conti … era mio amico. Dovevo comportarmi onestamente con lui. ma prima ancora volevo essere sicuro di avere Hermione tutta per me.  Salì su in camera e quando vi entrai, qualcosa di immensamente freddo e bagnato mi invase. Eppure quando mi toccai ero più che asciutto. La risposta mi trapassò di nuovo per portarsi davanti a me. La dama di Velluto. « Allora signor Potter. Mi ha portato quello che le ho chiesto?» era seria in viso. Ma non turbata. Questo mi tranquillizzò. Annuisco prima di sorridere e tirare fuori l’ampolla così che la potesse visionare. « ho solo questo. Mi dispiace ma non ci riesco davvero. Un unicorno è una creatura pura e lei lo sa. Se questo vuol dire rinunciare ad un medaglione, allora rinuncio alla sua conquista, ma non ho intenzione di uccidere una creatura solo per sfizio personale.» cadde il silenzio in quella stanza. Un silenzio agghiacciante. Di quelli che però non riescono a star zitti e si fanno riempire da pensieri e parole che non vengono pronunciate. Sono fermo sulla mia decisione, e quando la dama sorride iniziando a battere le mani sussulto. « Mi dispiace averti stranito, ma ora ti spiegherò meglio!» la dama si diresse alla finestra e grazie alla luce del sole divenne quasi trasparente. Ma i suoi lineamenti si vedevano perfettamente. « uno dei principi che permettono la manifestazione del medaglione, è la purezza. Il sangue di unicorno .. non simboleggia la purezza. Non quanto la creatura stessa. ma a sua volta, nanche l’unicorno stesso può superare la purezza d’animo di una persona. Per uccidere o deturpare un unicorno, ci vuole una barbaria ed una crudeltà indicibile. In un mondo come questo in cui , come tu sai , regna l’avidità e il potere, è raro trovare un ragazzo umile e che sappia che cosa sia la purezza nell’animo. O che la dimostri. Il crine di unicorno andrà benissimo, come simbolo della tua purezza.» il crine uscì levitando dall’ampolla richiamato dalla dama. Seguii con lo sguardo il suo volteggiare incredulo di quello che avevo sentito. « quindi … mi sta dicendo che sono riuscito nell’intento?» la vedo annuire e sorridermi. « congratulazione Harry Potter.» si acciglia appena quando mi osserva manifestare il mio consenso alla situazione. Un consenso molto espansivo ed esuberante lo ammetto .. beh si, saltare sul posto e gesticolare neanche avessero segnato i grifondoro … ok lo ammetto non è un comportamento da tenere davanti ad una dama. Ma comprendetemi. Dopo tutto sono un ragazzo. « ma non credere che sia finita qui. Ora arriva la parte più difficile. Serve il ruggito del grifone per poter continuare e procedere signor potter. Buon divertimento» un sorriso di circostanza e forse – mi è parso di vedere – quasi divertito da tutto ciò. « il .. ruggito del grifone? E … dove lo vado a trovare io un grifone!» chino il capo e sospiro. « sarà meglio andare a fare i compiti. Magari Hermione o gli altri lo sanno!» mi carico in spalla i libri e mi avvio verso la bibblioteca.

 

[Hermione]

 

Mi è sempre piaciuto l’odore della bibblioteca. La luce che filtra dalle grandi finestre non fa che addolcire ogni cosa in quel luogo. Il rumore dei libri sfogliati e delle penne che scrivono.  Tutto attorno a me è pura musica e poesia. Il mio posto preferito senza ombra di dubbio. Chiudo gli occhi e lascio che ogni cosa rimanga impressa dentro di me. Ogni minima emozione, senso percepito. Tutto. e mi riporta quasi indietro nel tempo. a quando si veniva qui di notte per sbirciare nella sezione proibita. Me lo ricordo bene. quelli si che erano altri tempi. Eravamo bambini. Niente più. adesso invece … adesso siamo grandi. Abbiamo altri pensieri. Bisogni. Emozioni. Il volto di Harry mi si palesa davanti delineato e semplice. Mi sorride. Scuoto la testa di improvviso come scombussolata. Prioprio mentre vedo avvicinarsi Ron ed Harry, in compagnia di Neville. « Ragazzi!» la voce forse è un po’ troppa acuta. La regolo con una colpetto di tosse. « sono qui!» alzo la mano per farmi notare meglio. Harry si sistema accanto a me. La sua presenza mi rilassa, mi tranquillizza. Mi mette pace. « pronti a cominciare?» chiedo senza problemi chinando il capo verso il basso. Le espressioni di assenso sono unanimità a quanto pare, perché da li a cinque minuti non sento più nessuno. Dopo quelli che sembravano ore – quando in realtà non erano passati che attimi – sentì il posto accanto al mio venire abbandonato dal proprietario che si stava innoltrando nella moltitudine di libri. Lo osservo mentre sparisce dietro degli scaffali. Intento sicuramente a cercare qualche libro che possa aiutarlo. Sorrido soddisfatta che i miei duri rimproveri sullo studio e sull’importanza di un buon rendimento scolastico, abbiano avuto i suoi frutti.

« Sei ancora arrabbiata con me?» la voce di Ron mi arrivò alle orecchie.

«No!» risposi tranquilla mentre riprendevo a scrivere il mio tema per il professor Vitius. « Allora ..» lui sembrava intento a continuare un discorso. « ci hai ripensato?» sapevo a cosa si riferiva. Sapevo perfettamente che voleva che tornassimo insieme. Ma adesso come adesso, non mi interessava minimamente. Non ne avevo voglia, testa e non credo di volerlo seriamente. In questo momento specialmente. In questo momento che ho in testa l u i.  « No Ronald. Ti voglio bene, ma credo che si fermi solo a questo … mi dispiace! ma è andata così!» cerco di dare un tono deciso per poter terminare quello che ho concluso. Ossia il discorso. Serra le labbra mestamente e ritorna con il capo sui libri. E spero davvero di essere stata fin troppo chiara. Sospiro silenziosamente prima di voltarmi verso la sedia vuota accanto a me. Harry ancora non torna. Faccio spallucce prima di sentire il mio nome chiamato da dietro uno scaffale. Precisamente il secondo a destra. mi volto verso la voce che riconosco come quella di harry. so che anche gli altri lo hanno fatto. E lui è li. Con la faccia mestamente confusa e supplicante. « Hermione ti prego aiutami. Mi hai detto di cercarlo qui, ma io non trovo un bel niente. sicura di averlo messo a posto??» stringo i pugni innervosendomi. Cosa ha osato dire?? Mi alzo visibilmente offesa dalle sue parole e sento già le risate di Neville e di Ron nelle orecchie. Ci metto niente a raggiungerlo, ma non mi risparmio nel mugugnare qualcosa. « e meno male che porti gli occhiali Harry!» svolto l’angolo e le risate dei due ragazzi sono lontane. Una morsa si chiude sul mio braccio, ed una forza incontrastabile mi spinge contro la parete accanto alla finestra. La fonte di quella stessa forza, la sento aderire al mio corpo, mentre il suo alito caldo e dolce mi accarezza le labbra. «Temevo di impazzire davvero se ti fossi negata a me ancora una volta … anche solo un bacio …» il suo era poco più di un sussurro, eppure la voce di Harry si espandeva urlante nella mia testa. « Harry non ..» avevo gli occhi chiusi, ad un passo dalla balia dei sensi. Eppure quella frase non mi fu permessa di terminarla. E sono come fuoco sulla pelle vica, quelle labbra che catturano le mie, delicate eppure desiderose di me. Mai nessuno le aveva davvero baciate e desiderate così. e come il fuoco fa con il ghiaccio, anche io mi sciolgo a quel contatto, insinuando le dita nei suoi capelli corvini, ricambiando quel bacio che sa di proibito e di nascosto. Schiudo le labbra, incerta, lascio che la lingua scivoli sulle sue labbra, in attesa di una risposta da parte sua che arriva subito. Mi lascia l’accesso a questo mondo aberrante e malsano – dal mio punto di vista – ma inaspettatamente agoniato e desiderato. Un paradiso dal sapore di vaniglia.  E i battiti del mio cuore sembrano andare in assonanza con quelli di lui. sento le sue mani scivolare dal muro e posarsi sui miei fianchi. Non mi interessa neanche più di respirare. Ma sappiamo che entrambi ne abbiamo bisogno. Ma Harry non è per questo che si stacca da quel contatto. « Smettiamola qui o non smetto più di baciarti …» dolce quel velo malizioso che zucchera quelle parole. troppo sincere per essere una provocazione, piuttosto un candido complimento. Ma quel rossore sulle guancie non me lo leva nessuno. E lui lo sa. Per questo non perde occasione di prendermi in giro col suo sorriso. « adesso torniamo o … penseranno male!» d’improvviso quella libertà che si è creata con la sua lontananza, aveva il sapore di vuoto. Amaro. Triste. E per istante mi sono trovata a desiderare che non esistesse più nessuno in quella bibblioteca. Solo io ed Harry. E con noi, tutte le conseguenze di questo mio desiderio.

  
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