Ecco
a voi un capitolo tutto al maschile,o quasi =D mi sono divertita molto a scrivere dei boy in
questo capitolo anche se più per Kyle e Tart, sempre messi in secondo piano. =)
ringrazio chi ha commentato lo scorso capitolo o chi ha solo letto ^^ Spero di
non deludervi ma, anzi, di farvi venire un po’ di curiosità =D e vi faccio una
domanda: a fine capitolo, mi potreste far sapere chi dei nostri boys vi è piaciuto di più??
Buona
lettura ^^
Capitolo tre.
Ryan
si stiracchiò sulla sua branda. Guardò il soffitto grigio, scuro e metallico
sopra di lui. La cuccetta dell’astronave era piccola, non era granché. Ma era veloce e secondo Gish sarebbero arrivati nel pianeta
degli alieni in pochi giorni e orma ne rimaneva uno e mezzo. Ma
sembravano un’eternità.
Il
tempo era lento e Ryan, oltre al nervosismo causato dal rapimento delle ragazze
e dalle ricerche che erano arrivate a un punto morto, si annoiava.
Si
era portato il computer per lavorare, ma lì, su quella maledetta navicella, non
funzionavano gli “aggeggi umani”, come li aveva chiamati Gish. Non aveva niente da fare, se non dormire, mangiare strana
roba liofilizzata e farsi trattare freddamente dall’alieno dagli occhi ambrati.
Ricordava che fino a qualche tempo fa, quando l’alieno aveva tentato di
invadere
Da
quando erano partiti, non aveva detto quasi niente. Era rimasto chiuso nella
sua cabina a parlare con Pai in collegamento.
Si
mise a sedere facendo leva con le braccia. I capelli biondi caddero sulla
fronte e li spostò indietro in un gesto automatico. Si stropicciò la faccia, stanco.
Poggiò
nuovamente la testa sulla branda. Si coprì gli occhi
azzurri con l’avambraccio.
“Come
staranno le ragazze? Strawberry…”
Già,
Strawberry.
La
ragazza tutta pepe, quella cui aveva rinunciato per sempre. La piccola
testolina buffa con la quale bisticciava continuamente, che… che gli piaceva da
pazzi.
Aveva
provato a cacciarsela dalla testa, per vari motivi.
1. Era innamorata di Mark.
2. Era una “collega”
3. Di mezzo c’era una guerra e pensare al suo cuore non
gli era mai sembrata una priorità.
4. Sapeva di piacere a Lory, dolce e timida, per la quale
non provava nulla che un semplice affetto fraterno e non voleva mettere le due
amiche a disagio.
5. Nonostante la ragazza sembrasse attratta da lui, anche
solo fisicamente, più volte l’aveva rimesso al posto con cazzotti e ceffoni
dopo i suoi “innocenti” baci.
Quindi,
doveva rassegnarsi. Ma non poteva certo smettere di
preoccuparsi per lei… né per le altre.
Quando
era arrivato un Mash terrorizzato al laboratorio, aveva avuto un brivido lungo
la schiena. E quando aveva visto il video del rapimento di Strawberry, quasi
stava per piangere. Forse, di peggio, c’era stato solo il non avere notizie
delle altre. Almeno sapeva che nel momento del rapimento lei stava bene, che
era viva… ma le altre?
Mina,
Lory, Puddy e Pam… come erano state rapite?
Erano
sopravvissute?
Chiuse
gli occhi forte e trattenne l’aria nel petto. Doveva calmarsi. Essere utile per
la missione, per quelle cinque paladine che avevano salvato
Kyle
si stiracchiò sulla sua sedia galleggiante.
Mash
gli fece le fusa e sorrise, accarezzandolo dolcemente –Hai preso da Berry, solo
lei fa così.
-Strawberry! Pi pi!
Strawberry ti salvo io! Pi pi!
Il
sorriso dovette sforzarsi di non lasciare posto alla tensione. Guardò il libro
che aveva sulle ginocchia; lo chiuse.
Toccò
con le dita affusolate le lettere del titolo:Torte.
Era
una bella scrittura, elegante, raffinata. Stava studiando la ricetta di una
torta ai frutti di bosco a più strati. Doveva essere buona e sicuramente
sarebbe piaciuta a tutte, soprattutto a Pam, che ne avrebbe assaggiato un
pezzettino perché sempre attenta alla linea favolosa che si ritrovava.
Tastò
la tasca della giacca e sentì la sensazione ormai familiare di un oggetto duro
e piccolo. Lo estrasse.
Al
tatto era vellutato e il colore blu scuro era bello e ricordava tanto un cielo
di notte. Lo aprì lentamente e osservò il suo contenuto. Era un gioiello molto
bello quanto elegante. La montatura era sottile, per una mano affusolata, d’oro
bianco e al centro, come a sbocciare proprio dal fine metallo, un diamante non
grande ma ben intagliato, talmente bene che se messo sotto la luce poteva
irradiare i colori dell’arcobaleno. L’aveva comprato mesi fa e se ne era subito
pentito. Non era il momento adatto di darlo alla persona amata, no. Dovevano
aspettare e lei, sagace e intelligente come sempre, l’aveva intuito una sera
quando la stava riaccompagnando a casa.
“Per
un progetto futuro..” aveva detto Pam, guardando fuori
dal finestrino, accavallando le belle gambe bianche “Sarà meglio aspettare la
fine della guerra. Ora ho altro per la testa”.
Sapeva
che era imbarazzata, ormai la conosceva bene nonostante stessero insieme da un
paio di mesi. Ma Pam era così. Non aveva voluto
pubblicità della loro relazione e poco manifestava i suoi sentimenti per lui,
anche se, lo sapeva, lo amava nella stessa maniera in cui lui amava lei.
Era
stato così semplice innamorarsi di nuovo, come respirare. Era facile stare con
lei, sorseggiare il caffè, parlare, uscire, baciarsi nonostante lei fosse molto
chiusa. Gli aveva mostrato un lato imbarazzato, forse un po’ imbranato e se ne
era innamorato di più.
Per
questo voleva sposarla, nonostante lei avesse ancora diciotto anni e lui sette
in più (*), nonostante fosse famosa
in mezzo mondo e lui poco, poco nonostante la sua intelligenza e la sua bravura
nel campo della scienza genetica (anche se preferiva notevolmente cucinare le
torte per le sue paladine del cuore).
Ora,
Pam stava bene, ne era sicuro. Era viva e stava dando filo da torcere ai suoi
carcerieri, ne era certo. Doveva
essere così, altrimenti il suo cuore si sarebbe spezzato in modo irreparabile e
non ne sarebbe più uscito vivo.
E
quando l’avrebbe rivista, al diavolo la guerra e l’Universo. Le avrebbe chiesto
di sposarla e lei avrebbe detto “Sì”.
Gish
si era rintanato nella sua stanza. Si era seduto sulla branda e stava
aspettando pazientemente notizie di Pai, che non arrivavano.
Gli
aveva lanciato un messaggio dicendogli che aveva prelevato gli umani e si
stavano dirigendo a tutta velocità verso il loro rinato pianeta.
Ma quel
dannato computer, una sfera luminosa grande quando una pallina da tennis,
rimaneva spenta tra le sue mani.
Gish,
nella sua vita, aveva commesso molti errori, tantissimi. Era famoso per i provvedimenti
disciplinari dategli. Una volta aveva imbrattato un muro di una casa, una volta
aveva fatto esplodere un laboratorio con alcuni ragazzi mentre cercavano di
fare un esperimento assurdo con tanti di quei componimenti chimici che poco
mancava a far saltare in aria tutta
E
poi, l’ultimo, irrimediabile errore: essersi innamorato di un’umana. Della
leader delle Mew Mew, Mew Berry, bella, combattiva,
una micina che credeva di essere una leonessa e che affrontava i pericoli con
una forza che non si addiceva a quel corpo minuto.
Quando
avevano creato il collegamento con i terrestri, sperava di rivederla e capire
che ormai gli era passata, che non la amava più e invece la stava cercando
disperatamente per salvarla, anche questa volta.
Già,
perché la prima volta era stata contro Profondo Blu, dove era morto. Provò un
brivido a pensare al momento in cui il suo cuore aveva ceduto a causa della
terribile ferita al petto, della quale portava una cicatrice che ancora
prudeva.
Non
ricordava niente della morte e forse era giusto così. Ma
ricordava l’attimo in cui stava per raggiungere le labbra schiuse di Mew Berry,
terrorizzata, che a stento tratteneva le lacrime che gli bagnavano il volto. In
quel momento, nonostante il sudore, la polvere e il sangue, profumava di buono.
E le sue labbra dovevano avere un dolce aroma di fragola esattamente come la
prima volta che le aveva rubato un bacio pionbandole addosso. Strawberry non
era di certo la più bella del team, infatti, riteneva che Pam e Mina fossero
veramente attraenti e aggraziate, ma lei.. aveva una
luce negli occhi, una luce abbagliante esattamente quanto il suo Fiocco del
cuore. Scosse la testa. Doveva togliersela dalla testa e cercare solo di
salvarla. Lei aveva fatto una scelta ben precisa, in altre parole quella di
stare con Mark. Lo amava, non poteva far altro che arrendersi anche perché a
dividerli c’era un viaggio spaziale non indifferente. Nonostante ciò, la doveva
salvare, come doveva salvare il resto della squadra
Mew Mew perché se non fosse stato per loro, il loro
pianeta sarebbe andato allo sfascio. Dopo aver donato l’Acqua Mew era nata la speranza. Il pianeta, spinto da una forza
incredibile, aveva cambiato traiettoria, si era avvicinato a un sole, i ghiacci
si erano sciolti e dalla terra germogliavano piante, nascevano fiumi e mari,
laghi… era simile alla Terra, solo più pulita e più piccola. Ma
quella era casa sua, non c’erano dubbi. E lui doveva stare con la sua famiglia,
con Pai e Tart come fratelli.
“Strawberry…
ti riporterò.. a casa”.
-Gish?-
la sfera s’illuminò, strappando l’alieno dai suoi pensieri.
-Si,
Pai. Ti sento. Novità?
-
Sì. Ma non sono tanto buone.
Gish
riuscì a mettere a fuoco l’ologramma del fratellastro. Aveva profonde occhiaie
e stava veramente messo male –Spara..
-Le
abbiamo trovate. Sono a una ventina di chilometri dalla capitale. Sotto terra.
Stanno usando delle tecniche per coprire la loro presenza ma siamo stati più
bravi noi.
-Andrete
a prenderle, vero?- disse Gish, ma il suo entusiasmo fu smorzato all’istante.
-
Una squadra si sta preparando ma ho fatto ritardare di un giorno l’operazione.
Ci servi tu.
Gish
sentì la rabbia montare -Sei pazzo! Salvale!
Pai
sospirò –Ho gli stessi motivi tuoi per volerle al sicuro con noi, ma..- Pai si fermò un attimo, massaggiandosi gli occhi con
l’indice ed il pollice di una mano -…ma abbiamo bisogno di Ryan Shirogane e
Kyle Akasaka perché da quello che abbiamo raccolto, ci sono anomalie con i
poteri delle ragazze. E tu sei troppo indispensabile. Non mi fido dei soldati
del nostro pianeta. Qualcuno potrebbe voler approfittare della situazione. Non
tutti sono riconoscenti del loro gesto e preferirei ci fossimo tutti e tre per
portarle a casa.
-Hai
coinvolto pure Tart? Devi essere preoccupato. I nostri genitori cosa dicono?
-Nostro
padre e nostra madre sono con noi- un lieve sorriso spuntò sul volto pallido di
Pai –Hanno preparato delle stanze per i nostri ospiti. Sai com’è fatta mamma…
-Già.
La
madre di Pai e Gish, Saku, in realtà era una zia di
Gish. Lo aveva adottato alla morte del suo amato fratello ma forse per la
dolcezza della donna e per l’età tenera di Gish, non era stato difficile farla
diventare una seconda mamma. Ed era molto attenta ai dettagli, a fare sempre la
cosa giusta.
I
figli l’adoravano.
-Domani,
alla sera, saremo arrivati. Preparatevi per allora.
Arrivo e pariamo. Mollo i terrestri alle guardie e sono da te. Aspettami, fratello.
Pai
annuì, grave –A presto, fratello.
Pai
chiuse la comunicazione con Gish. Decise di farsi una
doccia, per cercare di calmarsi. Gli tremavano le mani e la vista era
annebbiata.
Lory
Mikorikawa era ancora viva e aspettava di essere
liberata.
Lory
Midorikawa, il suo incubo personale, la persona che
più aveva detestato in mesi di guerra, ora era indebolita e in attesa di essere
tratta in salvo. Da lui.
Perché
non avrebbe permesso a nessuno di toccarla ma suo doveva essere l’onore di
strappare la giovane dalle catene della prigionia e portarla al sicuro. Solo
suo. Perché a lei doveva la vita e avrebbe ripagato il forte debito nei suoi
confronti.
Si
spogliò e per un attimo rimase a fissare la sua immagine nuda a uno specchio.
La
pelle era bianca ma meno di quella di altri suoi compagni, grazie alla
permanenza sulla Terra. I muscoli erano visibili sotto la pelle. Anni di
allenamento duro e intensivo l’avevano reso una macchina da guerra fredda e
spietata. Era un bel giovane, non poteva certo dir di no. Le soldatesse,
le donne del suo paese lo ammiravano per forza e intelligenza, oltre che per la
bellezza.
Ma
quella bellezza, ora, era stata scalfita. Lì, sul petto, c’era il segno del suo
cambiamento, della sua mutazione a causa di quella ragazza umana dai grandi
occhi blu e verdi.
Una
cicatrice a forma di stella grande quanto una mano si estendeva al centro del
petto, tirando la pelle e intaccando il petto marmoreo.
Inizialmente,
non gli aveva dato peso ma sapeva che alla fine avrebbe dovuto fare i conti con
la realtà. Era morto per salvare la ragazza umana,
Si
buttò sotto il getto dell’acqua e lasciò vagare i pensieri.
Stava
bene? No, sicuramente no. Anche lei, ora, aveva i segni di nuove cicatrici sul
corpo?
Sperava
di no, perché troppo bella perché fosse intaccata.
Quando
uscì, si frizionò i capelli con forza “Ti prego. Se esiste un Dio in cielo,
proteggile. Tutte quante.”
Tart
giocò con le sue bolas, steso sul suo letto, in
attesa della chiamata di Pai. Era nervoso all’idea di Puddy imprigionata. Le
mancava da morire. Era una sua amica, strano a dirsi e le mancava da impazzire
ma non pensava di rivederla così presto.
A
saperla più vicina, si sentiva nervoso. Lo stomaco si contraeva ogni secondo.
L’ultima volta che aveva visto Puddy, era nel Palazzo di Profondo Blu e l’aveva
teletrasportata in salvo con le sue amiche sulla Terra. Quanto avrebbe voluto
piangere dopo aver abbandonato
Si
toccò il petto. Lì aveva una cicatrice rosa, quasi invisibile. Gliela aveva
fatta Pai quando l’aveva ucciso.
Quando
stavano tornando sul loro pianeta, Tart aveva chiesto, quasi con timore al
fratello maggiore –Perché mi hai.. ucciso? Perché ero
con le Mew Mew?
Pai
allora l’aveva guardato con il suo sguardo amestia che Tart aveva imparato un
po’ a temere in quell’anno. Era diverso dal suo Pai di
quando erano a casa, era sempre serio, non sorrideva mai, non rideva mai e
parlava pochissimo come se si fosse chiuso in se stesso e non volesse più
uscire fuori.
Pai
aveva piegato la testa di lato e aveva socchiuso gli occhi –Non lo immagini?
Tart
aveva negato con la testa e Gish, nella sua sedia, li osservava in silenzio.
Pai
allora, alla risposta negativa, si era girata guardare i comandi, serio.
-Pai…?-
Tart cercò lo sguardo del fratello, che non trovò.
Fu
Gish a parlare –E’ stato un modo un po’ macabro di salvarti.
-Co…
come?- Tart si voltò a guardare Gish, braccia dietro la testa e gambe
appoggiate ai comandi.
-Pensaci
un po’. Profondo Blu non sapeva del tuo tradimento, non era palese come il mio
ma quando eravamo nel palazzo, ti sei schierato apertamente con le ragazze. A
quel punto, Pai correggimi se sbaglio, il nostro caro fratellone ha pensato a
delle miriadi di conseguenze. Se tu fossi morto in battaglia e Profondo Blu
avesse vinto, avrebbe potuto dire che ti avevano ucciso le Mew Mew e il tuo nome non sarebbe stato bollato come traditore
e forse avrebbero potuto usare gli immensi poteri di Profondo Blu per
riportarti in vita. Se invece avessero vinto le Mew Mew,
avrebbero fatto lo stesso, ridandoti la vita. La tua era una morte temporanea.
Ma forse non era solo per quello… vero, Pai?- il viola continuava a stare in
silenzio e Gish, con un ghigno, continuò –Se invece Profondo Blu fosse morto e
noi avremmo avuto la possibilità di tornare a casa senza Acqua Mew e una
spiegazione valida, ci avrebbero ucciso a tutti e tre come traditori e ci
avrebbero, penso, ucciso senza neanche ascoltarci. In quel caso, era una morte
indolore e veloce per risparmiarti le torture e il dolore di vedere i nostri
genitori piangere per riaverti. Per quanto può sembrare strano, Pai l’ha fatto
pensando sempre al tuo bene, anche se in modo un po’ macabro- ridacchiò Gish.
Tart
tornò alla realtà e finì di ripercorrere la ferita con le dita bianche. Era
stato un modo per non ferirlo. Pai, fino all’ultimo, aveva fatto di tutto per
proteggerlo.
Strinse
la stoffa della maglietta “Questa volta sarò io a difendere tutti. E salverò Puddy” pensò il ragazzino, alzandosi di botto e saltando
per terra. Guardò fuori dalla finestra e vide il paesaggio simile a
quello terrestre. La sua gente stava costruendo il Palazzo centrale, smontando
pezzo per pezzo quello sotterraneo. In parte avevano fatto così per tutti gli
edifici. Davanti alla finestra di casa sua passarono dei bambini che guardarono
verso di lui e sventolarono le mani, salutandolo.
Tart
alzò la sua mano, per ricambiare, ma gli ricadde sul fianco. Era tropo teso.
L’atterraggio
della navicella fu tranquillo e veloce.
Quando
scesero dalla navicella, Gish li superò volando, dicendo alle guardie –Prendete
in custodia gli umani. Shirogane, Akasaka, preparatevi a ricevere le ragazze.
Ve le riporteremo sane e salve.
Ryan
strinse i pugni –Chiederti di portarti con te è troppo, vero?
Gish
annuì, serio –Tranquilli. Domani le riabbracceremo tutti insieme. Lo prometto.
Kyle
sorrise –Conosciamo il tuo valore. In bocca al lupo, Gish. Ci fidiamo di te e dei tuoi fratelli.
Gish
volò velocemente verso casa e si teletrasportò a metà strada.
Pai
e Tart erano fuori dalla porta ad attenderlo e molte teste guardarono Gish,
ammirati per i suoi poteri che solo in pochi potevano utilizzare su quel
pianeta grazie a dei cristalli che li escludevano dalle barriere anti-potere.
-Andiamo?
I
due fratelli annuirono e insieme si diressero verso la capitale, dove ad attenderli,
c’era un esercito.
Mew
Mina uccise la seconda guardia. Si appoggiò un attimo a un muro, stanca. I
polsi sanguinavano e si sentiva svenire ma era vicina a una delle ragazze.
Si
avvicinò al corpo dell’alieno e impugnò un mazzo di chiavi nascoste nella
giacca. Aprì la porta e vi trovò dentro Puddy, ferita ed
in compagnia di un vecchio.
Gli
puntò l’arco turchese –Liberala, o ti ammazzo- ringhiò.
Puddy
sorrise, stanca, sapeva che era viva! Ed era venuta a
salvarla!
Il
vecchio liberò Puddy dalle catene –E’ inutile che ti affanni, Mew Mew- disse, c on voce bassa –Non servirà a niente, non
potrai ucciderci tutti.
-Ma
posso portare qualcuno con me all’altro mondo.
L’alieno
sorrise. Un sorriso a trentadue denti e per un attimo, Puddy tremò nel vedere
la sua espressione cattiva –Buona fortuna- e si teletrasportò via.
Mina
raggiuse Puddy –Ce la fai a trasformarti?
-Sì.
Andiamo a liberare le altre e Tart!
Mina
annuì ma disse –Loro non sono qui, intento Tart e compagnia bella. Ci hanno
mentito.
-Allora
non perdiamo tempo. Sono sicura che ci stanno cercando!
Mew Puddy, METAMORPHOSIS!
Il
capo della missione anti-Mew Mew, l’alieno dai
capelli neri e gli occhi ancora più neri della notte,
accese un fiammifero e lo gettò dentro un cestino di metallo. Il suo contenuto prese
fuoco all’istante e vide bruciare le foto e delle immagini delle Mew Mew. Uno ad uno bruciò i fascicoli che riguardavano le ragazze
terresti e per ultimo tenne quello di Strawberry.
Sulla
copertina scura c’era una scritta : “Completato”.
Sorrise,
maligno, bruciando anche quello. Uscì dal suo laboratorio e fece saltare in
aria tutto con una sfera d’energia. Sapeva che l’esercito stava arrivando e
aveva ordinato di evacuare la base per partire.
Usando
i suoi poteri, incise una frase sul muro del laboratorio.
Ridendo,
se ne andò.
Note:
(*) Età dei personaggi principali:
Strawberry
16
Mina
16
Lory
17
Puddy
13
Pam
18
Ryan
18
Kyle
25
Gish
17
Pai
23
Tart
13
Sono
aumentate rispetto all’anime, ma non credo ci siano problemi, no?XD