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Autore: Danya    06/03/2012    8 recensioni
Vide Mew Puddy trascinata da un piede. Aveva gli occhi socchiusi e mormorava qualche cosa.
I suoi istinti felini la aiutarono a capire.
“Addio, Strawberry. Ti voglio bene”.
**
La guerra è ormai finita da un paio di settimane ma la pace tarda ad arrivare. Le Mew Mew si ritrovano rapite e portate via, sul pianeta alieno. Ryan, Kyle, Pai, Gish e Tart le stanno cercando per salvarle ma le cose non vanno nel verso giusto. Vecchi amori, nuovi incontri, incontri inattesi e nuovi poteri si affacciano nella vita delle nostre eroine, questa volta in lotta per salvare se stesse e chi amano.
Genere: Azione, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Mint Aizawa/Mina, Pai Ikisatashi, Retasu Midorikawa/Lory, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Ecco a voi un capitolo tutto al maschile,o quasi =D mi sono divertita molto a scrivere dei boy in questo capitolo anche se più per Kyle e Tart, sempre messi in secondo piano

Ecco a voi un capitolo tutto al maschile,o quasi =D  mi sono divertita molto a scrivere dei boy in questo capitolo anche se più per Kyle e Tart, sempre messi in secondo piano. =) ringrazio chi ha commentato lo scorso capitolo o chi ha solo letto ^^ Spero di non deludervi ma, anzi, di farvi venire un po’ di curiosità =D e vi faccio una domanda: a fine capitolo, mi potreste far sapere chi dei nostri boys vi è piaciuto di più??

Buona lettura ^^

 

Capitolo tre.

 

Ryan si stiracchiò sulla sua branda. Guardò il soffitto grigio, scuro e metallico sopra di lui. La cuccetta dell’astronave era piccola, non era granché. Ma era veloce e secondo Gish sarebbero arrivati nel pianeta degli alieni in pochi giorni e orma ne rimaneva uno e mezzo. Ma sembravano un’eternità.

Il tempo era lento e Ryan, oltre al nervosismo causato dal rapimento delle ragazze e dalle ricerche che erano arrivate a un punto morto, si annoiava.

Si era portato il computer per lavorare, ma lì, su quella maledetta navicella, non funzionavano gli “aggeggi umani”, come li aveva chiamati Gish. Non aveva niente da fare, se non dormire, mangiare strana roba liofilizzata e farsi trattare freddamente dall’alieno dagli occhi ambrati. Ricordava che fino a qualche tempo fa, quando l’alieno aveva tentato di invadere la Terra, si comportava in maniera molto… espansiva, se era il termine adatto. Molto probabilmente lo aveva fatto solo per spiccare davanti agli altri due compari e alle ragazze, ma non si sarebbe mai aspettato un atteggiamento così.. freddo, distaccato.

Da quando erano partiti, non aveva detto quasi niente. Era rimasto chiuso nella sua cabina a parlare con Pai in collegamento.

Si mise a sedere facendo leva con le braccia. I capelli biondi caddero sulla fronte e li spostò indietro in un gesto automatico. Si stropicciò la faccia, stanco.

Poggiò nuovamente la testa sulla branda. Si coprì gli occhi azzurri con l’avambraccio.

“Come staranno le ragazze? Strawberry…”

Già, Strawberry.

La ragazza tutta pepe, quella cui aveva rinunciato per sempre. La piccola testolina buffa con la quale bisticciava continuamente, che… che gli piaceva da pazzi.

Aveva provato a cacciarsela dalla testa, per vari motivi.

1.     Era innamorata di Mark.

2.     Era una “collega”

3.     Di mezzo c’era una guerra e pensare al suo cuore non gli era mai sembrata una priorità.

4.     Sapeva di piacere a Lory, dolce e timida, per la quale non provava nulla che un semplice affetto fraterno e non voleva mettere le due amiche a disagio.

5.     Nonostante la ragazza sembrasse attratta da lui, anche solo fisicamente, più volte l’aveva rimesso al posto con cazzotti e ceffoni dopo i suoi “innocenti” baci.

Quindi, doveva rassegnarsi. Ma non poteva certo smettere di preoccuparsi per lei… né per le altre.

Quando era arrivato un Mash terrorizzato al laboratorio, aveva avuto un brivido lungo la schiena. E quando aveva visto il video del rapimento di Strawberry, quasi stava per piangere. Forse, di peggio, c’era stato solo il non avere notizie delle altre. Almeno sapeva che nel momento del rapimento lei stava bene, che era viva… ma le altre?

Mina, Lory, Puddy e Pam… come erano state rapite?

Erano sopravvissute?

Chiuse gli occhi forte e trattenne l’aria nel petto. Doveva calmarsi. Essere utile per la missione, per quelle cinque paladine che avevano salvato la Terra e lui dalla sua malinconia. Erano una seconda famiglia e le avrebbe riportate a casa.

 

Kyle si stiracchiò sulla sua sedia galleggiante.

Mash gli fece le fusa e sorrise, accarezzandolo dolcemente –Hai preso da Berry, solo lei fa così.

-Strawberry! Pi pi! Strawberry ti salvo io! Pi pi!

Il sorriso dovette sforzarsi di non lasciare posto alla tensione. Guardò il libro che aveva sulle ginocchia; lo chiuse.

Toccò con le dita affusolate le lettere del titolo:Torte.

Era una bella scrittura, elegante, raffinata. Stava studiando la ricetta di una torta ai frutti di bosco a più strati. Doveva essere buona e sicuramente sarebbe piaciuta a tutte, soprattutto a Pam, che ne avrebbe assaggiato un pezzettino perché sempre attenta alla linea favolosa che si ritrovava.

Tastò la tasca della giacca e sentì la sensazione ormai familiare di un oggetto duro e piccolo. Lo estrasse.

Al tatto era vellutato e il colore blu scuro era bello e ricordava tanto un cielo di notte. Lo aprì lentamente e osservò il suo contenuto. Era un gioiello molto bello quanto elegante. La montatura era sottile, per una mano affusolata, d’oro bianco e al centro, come a sbocciare proprio dal fine metallo, un diamante non grande ma ben intagliato, talmente bene che se messo sotto la luce poteva irradiare i colori dell’arcobaleno. L’aveva comprato mesi fa e se ne era subito pentito. Non era il momento adatto di darlo alla persona amata, no. Dovevano aspettare e lei, sagace e intelligente come sempre, l’aveva intuito una sera quando la stava riaccompagnando a casa.

“Per un progetto futuro..” aveva detto Pam, guardando fuori dal finestrino, accavallando le belle gambe bianche “Sarà meglio aspettare la fine della guerra. Ora ho altro per la testa”.

Sapeva che era imbarazzata, ormai la conosceva bene nonostante stessero insieme da un paio di mesi. Ma Pam era così. Non aveva voluto pubblicità della loro relazione e poco manifestava i suoi sentimenti per lui, anche se, lo sapeva, lo amava nella stessa maniera in cui lui amava lei.

Era stato così semplice innamorarsi di nuovo, come respirare. Era facile stare con lei, sorseggiare il caffè, parlare, uscire, baciarsi nonostante lei fosse molto chiusa. Gli aveva mostrato un lato imbarazzato, forse un po’ imbranato e se ne era innamorato di più.

Per questo voleva sposarla, nonostante lei avesse ancora diciotto anni e lui sette in più (*), nonostante fosse famosa in mezzo mondo e lui poco, poco nonostante la sua intelligenza e la sua bravura nel campo della scienza genetica (anche se preferiva notevolmente cucinare le torte per le sue paladine del cuore).

Ora, Pam stava bene, ne era sicuro. Era viva e stava dando filo da torcere ai suoi carcerieri, ne era certo. Doveva essere così, altrimenti il suo cuore si sarebbe spezzato in modo irreparabile e non ne sarebbe più uscito vivo.

E quando l’avrebbe rivista, al diavolo la guerra e l’Universo. Le avrebbe chiesto di sposarla e lei avrebbe detto “Sì”.

 

Gish si era rintanato nella sua stanza. Si era seduto sulla branda e stava aspettando pazientemente notizie di Pai, che non arrivavano.

Gli aveva lanciato un messaggio dicendogli che aveva prelevato gli umani e si stavano dirigendo a tutta velocità verso il loro rinato pianeta.

Ma quel dannato computer, una sfera luminosa grande quando una pallina da tennis, rimaneva spenta tra le sue mani.

Gish, nella sua vita, aveva commesso molti errori, tantissimi. Era famoso per i provvedimenti disciplinari dategli. Una volta aveva imbrattato un muro di una casa, una volta aveva fatto esplodere un laboratorio con alcuni ragazzi mentre cercavano di fare un esperimento assurdo con tanti di quei componimenti chimici che poco mancava a far saltare in aria tutta la Caserma.

E poi, l’ultimo, irrimediabile errore: essersi innamorato di un’umana. Della leader delle Mew Mew, Mew Berry, bella, combattiva, una micina che credeva di essere una leonessa e che affrontava i pericoli con una forza che non si addiceva a quel corpo minuto.

Quando avevano creato il collegamento con i terrestri, sperava di rivederla e capire che ormai gli era passata, che non la amava più e invece la stava cercando disperatamente per salvarla, anche questa volta.

Già, perché la prima volta era stata contro Profondo Blu, dove era morto. Provò un brivido a pensare al momento in cui il suo cuore aveva ceduto a causa della terribile ferita al petto, della quale portava una cicatrice che ancora prudeva.

Non ricordava niente della morte e forse era giusto così. Ma ricordava l’attimo in cui stava per raggiungere le labbra schiuse di Mew Berry, terrorizzata, che a stento tratteneva le lacrime che gli bagnavano il volto. In quel momento, nonostante il sudore, la polvere e il sangue, profumava di buono. E le sue labbra dovevano avere un dolce aroma di fragola esattamente come la prima volta che le aveva rubato un bacio pionbandole addosso. Strawberry non era di certo la più bella del team, infatti, riteneva che Pam e Mina fossero veramente attraenti e aggraziate, ma lei.. aveva una luce negli occhi, una luce abbagliante esattamente quanto il suo Fiocco del cuore. Scosse la testa. Doveva togliersela dalla testa e cercare solo di salvarla. Lei aveva fatto una scelta ben precisa, in altre parole quella di stare con Mark. Lo amava, non poteva far altro che arrendersi anche perché a dividerli c’era un viaggio spaziale non indifferente. Nonostante ciò, la doveva salvare, come doveva salvare il resto della squadra Mew Mew perché se non fosse stato per loro, il loro pianeta sarebbe andato allo sfascio. Dopo aver donato l’Acqua Mew era nata la speranza. Il pianeta, spinto da una forza incredibile, aveva cambiato traiettoria, si era avvicinato a un sole, i ghiacci si erano sciolti e dalla terra germogliavano piante, nascevano fiumi e mari, laghi… era simile alla Terra, solo più pulita e più piccola. Ma quella era casa sua, non c’erano dubbi. E lui doveva stare con la sua famiglia, con Pai e Tart come fratelli.

“Strawberry… ti riporterò.. a casa”.

-Gish?- la sfera s’illuminò, strappando l’alieno dai suoi pensieri.

-Si, Pai. Ti sento. Novità?

- Sì. Ma non sono tanto buone.

Gish riuscì a mettere a fuoco l’ologramma del fratellastro. Aveva profonde occhiaie e stava veramente messo male –Spara..

-Le abbiamo trovate. Sono a una ventina di chilometri dalla capitale. Sotto terra. Stanno usando delle tecniche per coprire la loro presenza ma siamo stati più bravi noi.

-Andrete a prenderle, vero?- disse Gish, ma il suo entusiasmo fu smorzato all’istante.

- Una squadra si sta preparando ma ho fatto ritardare di un giorno l’operazione. Ci servi tu.

Gish sentì la rabbia montare -Sei pazzo! Salvale!

Pai sospirò –Ho gli stessi motivi tuoi per volerle al sicuro con noi, ma..- Pai si fermò un attimo, massaggiandosi gli occhi con l’indice ed il pollice di una mano -…ma abbiamo bisogno di Ryan Shirogane e Kyle Akasaka perché da quello che abbiamo raccolto, ci sono anomalie con i poteri delle ragazze. E tu sei troppo indispensabile. Non mi fido dei soldati del nostro pianeta. Qualcuno potrebbe voler approfittare della situazione. Non tutti sono riconoscenti del loro gesto e preferirei ci fossimo tutti e tre per portarle a casa.

-Hai coinvolto pure Tart? Devi essere preoccupato. I nostri genitori cosa dicono?

-Nostro padre e nostra madre sono con noi- un lieve sorriso spuntò sul volto pallido di Pai –Hanno preparato delle stanze per i nostri ospiti. Sai com’è fatta mamma…

-Già.

La madre di Pai e Gish, Saku, in realtà era una zia di Gish. Lo aveva adottato alla morte del suo amato fratello ma forse per la dolcezza della donna e per l’età tenera di Gish, non era stato difficile farla diventare una seconda mamma. Ed era molto attenta ai dettagli, a fare sempre la cosa giusta.

I figli l’adoravano.

-Domani, alla sera, saremo arrivati. Preparatevi per allora. Arrivo e pariamo. Mollo i terrestri alle guardie e sono da te. Aspettami, fratello.

Pai annuì, grave –A presto, fratello.

 

Pai chiuse la comunicazione con Gish. Decise di farsi una doccia, per cercare di calmarsi. Gli tremavano le mani e la vista era annebbiata.

Lory Mikorikawa era ancora viva e aspettava di essere liberata.

Lory Midorikawa, il suo incubo personale, la persona che più aveva detestato in mesi di guerra, ora era indebolita e in attesa di essere tratta in salvo. Da lui.

Perché non avrebbe permesso a nessuno di toccarla ma suo doveva essere l’onore di strappare la giovane dalle catene della prigionia e portarla al sicuro. Solo suo. Perché a lei doveva la vita e avrebbe ripagato il forte debito nei suoi confronti.

Si spogliò e per un attimo rimase a fissare la sua immagine nuda a uno specchio.

La pelle era bianca ma meno di quella di altri suoi compagni, grazie alla permanenza sulla Terra. I muscoli erano visibili sotto la pelle. Anni di allenamento duro e intensivo l’avevano reso una macchina da guerra fredda e spietata. Era un bel giovane, non poteva certo dir di no. Le soldatesse, le donne del suo paese lo ammiravano per forza e intelligenza, oltre che per la bellezza.

Ma quella bellezza, ora, era stata scalfita. Lì, sul petto, c’era il segno del suo cambiamento, della sua mutazione a causa di quella ragazza umana dai grandi occhi blu e verdi.

Una cicatrice a forma di stella grande quanto una mano si estendeva al centro del petto, tirando la pelle e intaccando il petto marmoreo.

Inizialmente, non gli aveva dato peso ma sapeva che alla fine avrebbe dovuto fare i conti con la realtà. Era morto per salvare la ragazza umana, la Mew Mew e stranamente non si sentiva in colpa ma era grato a se stesso per il gesto.

Si buttò sotto il getto dell’acqua e lasciò vagare i pensieri.

Stava bene? No, sicuramente no. Anche lei, ora, aveva i segni di nuove cicatrici sul corpo?

Sperava di no, perché troppo bella perché fosse intaccata.

Quando uscì, si frizionò i capelli con forza “Ti prego. Se esiste un Dio in cielo, proteggile. Tutte quante.”

 

Tart giocò con le sue bolas, steso sul suo letto, in attesa della chiamata di Pai. Era nervoso all’idea di Puddy imprigionata. Le mancava da morire. Era una sua amica, strano a dirsi e le mancava da impazzire ma non pensava di rivederla così presto.

A saperla più vicina, si sentiva nervoso. Lo stomaco si contraeva ogni secondo. L’ultima volta che aveva visto Puddy, era nel Palazzo di Profondo Blu e l’aveva teletrasportata in salvo con le sue amiche sulla Terra. Quanto avrebbe voluto piangere dopo aver abbandonato la Terra… ma i suoi fratelli non piangevano mai e lui non sarebbe stato da meno. Non avrebbe pianto mai perché era un guerriero forte, anche se aveva solo tredici anni e forse questo doveva considerarlo un onore. Ricordò quando era stato scelto. I suoi parvero terrorizzati e subito provarono a far ritirare la sua candidatura, fatta di nascosto. Ma non funzionò e il suo Governo lo volle proprio in prima linea e allora, sua madre in lacrime lo aveva affidato a Pai e Gish mentre suo padre gli diceva “Scappare non è da conigli. È per chi vuole sopravvivere”.

Si toccò il petto. Lì aveva una cicatrice rosa, quasi invisibile. Gliela aveva fatta Pai quando l’aveva ucciso.

Quando stavano tornando sul loro pianeta, Tart aveva chiesto, quasi con timore al fratello maggiore –Perché mi hai.. ucciso? Perché ero con le Mew Mew?

Pai allora l’aveva guardato con il suo sguardo amestia che Tart aveva imparato un po’ a temere in quell’anno. Era diverso dal suo Pai di quando erano a casa, era sempre serio, non sorrideva mai, non rideva mai e parlava pochissimo come se si fosse chiuso in se stesso e non volesse più uscire fuori.

Pai aveva piegato la testa di lato e aveva socchiuso gli occhi –Non lo immagini?

Tart aveva negato con la testa e Gish, nella sua sedia, li osservava in silenzio.

Pai allora, alla risposta negativa, si era girata guardare i comandi, serio.

-Pai…?- Tart cercò lo sguardo del fratello, che non trovò.

Fu Gish a parlare –E’ stato un modo un po’ macabro di salvarti.

-Co… come?- Tart si voltò a guardare Gish, braccia dietro la testa e gambe appoggiate ai comandi.

-Pensaci un po’. Profondo Blu non sapeva del tuo tradimento, non era palese come il mio ma quando eravamo nel palazzo, ti sei schierato apertamente con le ragazze. A quel punto, Pai correggimi se sbaglio, il nostro caro fratellone ha pensato a delle miriadi di conseguenze. Se tu fossi morto in battaglia e Profondo Blu avesse vinto, avrebbe potuto dire che ti avevano ucciso le Mew Mew e il tuo nome non sarebbe stato bollato come traditore e forse avrebbero potuto usare gli immensi poteri di Profondo Blu per riportarti in vita. Se invece avessero vinto le Mew Mew, avrebbero fatto lo stesso, ridandoti la vita. La tua era una morte temporanea. Ma forse non era solo per quello… vero, Pai?- il viola continuava a stare in silenzio e Gish, con un ghigno, continuò –Se invece Profondo Blu fosse morto e noi avremmo avuto la possibilità di tornare a casa senza Acqua Mew e una spiegazione valida, ci avrebbero ucciso a tutti e tre come traditori e ci avrebbero, penso, ucciso senza neanche ascoltarci. In quel caso, era una morte indolore e veloce per risparmiarti le torture e il dolore di vedere i nostri genitori piangere per riaverti. Per quanto può sembrare strano, Pai l’ha fatto pensando sempre al tuo bene, anche se in modo un po’ macabro- ridacchiò Gish.

Tart tornò alla realtà e finì di ripercorrere la ferita con le dita bianche. Era stato un modo per non ferirlo. Pai, fino all’ultimo, aveva fatto di tutto per proteggerlo.

Strinse la stoffa della maglietta “Questa volta sarò io a difendere tutti. E salverò Puddy” pensò il ragazzino, alzandosi di botto e saltando per terra. Guardò fuori dalla finestra e vide il paesaggio simile a quello terrestre. La sua gente stava costruendo il Palazzo centrale, smontando pezzo per pezzo quello sotterraneo. In parte avevano fatto così per tutti gli edifici. Davanti alla finestra di casa sua passarono dei bambini che guardarono verso di lui e sventolarono le mani, salutandolo.

Tart alzò la sua mano, per ricambiare, ma gli ricadde sul fianco. Era tropo teso.

 

L’atterraggio della navicella fu tranquillo e veloce.

Quando scesero dalla navicella, Gish li superò volando, dicendo alle guardie –Prendete in custodia gli umani. Shirogane, Akasaka, preparatevi a ricevere le ragazze. Ve le riporteremo sane e salve.

Ryan strinse i pugni –Chiederti di portarti con te è troppo, vero?

Gish annuì, serio –Tranquilli. Domani le riabbracceremo tutti insieme. Lo prometto.

Kyle sorrise –Conosciamo il tuo valore. In bocca al lupo, Gish. Ci fidiamo di te e dei tuoi fratelli.

Gish volò velocemente verso casa e si teletrasportò a metà strada.

Pai e Tart erano fuori dalla porta ad attenderlo e molte teste guardarono Gish, ammirati per i suoi poteri che solo in pochi potevano utilizzare su quel pianeta grazie a dei cristalli che li escludevano dalle barriere anti-potere.

-Andiamo?

I due fratelli annuirono e insieme si diressero verso la capitale, dove ad attenderli, c’era un esercito.

 

Mew Mina uccise la seconda guardia. Si appoggiò un attimo a un muro, stanca. I polsi sanguinavano e si sentiva svenire ma era vicina a una delle ragazze.

Si avvicinò al corpo dell’alieno e impugnò un mazzo di chiavi nascoste nella giacca. Aprì la porta e vi trovò dentro Puddy, ferita ed in compagnia di un vecchio.

Gli puntò l’arco turchese –Liberala, o ti ammazzo- ringhiò.

Puddy sorrise, stanca, sapeva che era viva! Ed era venuta a salvarla!

Il vecchio liberò Puddy dalle catene –E’ inutile che ti affanni, Mew Mew- disse, c on voce bassa –Non servirà a niente, non potrai ucciderci tutti.

-Ma posso portare qualcuno con me all’altro mondo.

L’alieno sorrise. Un sorriso a trentadue denti e per un attimo, Puddy tremò nel vedere la sua espressione cattiva –Buona fortuna- e si teletrasportò via.

Mina raggiuse Puddy –Ce la fai a trasformarti?

-Sì. Andiamo a liberare le altre e Tart!

Mina annuì ma disse –Loro non sono qui, intento Tart e compagnia bella. Ci hanno mentito.

-Allora non perdiamo tempo. Sono sicura che ci stanno cercando! Mew Puddy, METAMORPHOSIS!

 

Il capo della missione anti-Mew Mew, l’alieno dai capelli neri e gli occhi ancora più neri della notte, accese un fiammifero e lo gettò dentro un cestino di metallo. Il suo contenuto prese fuoco all’istante e vide bruciare le foto e delle immagini delle Mew Mew. Uno ad uno bruciò i fascicoli che riguardavano le ragazze terresti e per ultimo tenne quello di Strawberry.

Sulla copertina scura c’era una scritta : “Completato”.

Sorrise, maligno, bruciando anche quello. Uscì dal suo laboratorio e fece saltare in aria tutto con una sfera d’energia. Sapeva che l’esercito stava arrivando e aveva ordinato di evacuare la base per partire.

Usando i suoi poteri, incise una frase sul muro del laboratorio.

Ridendo, se ne andò.

 

Note:

(*) Età dei personaggi principali:

Strawberry 16

Mina 16

Lory 17

Puddy 13

Pam 18

Ryan 18

Kyle 25

Gish 17

Pai 23

Tart 13

 

Sono aumentate rispetto all’anime, ma non credo ci siano problemi, no?XD

   
 
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