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Autore: sheneedsthem    06/03/2012    33 recensioni
SOSPESA
Se c’è una cosa che amo di Londra, è la pioggia.
Quelle piccole gocce d’acqua che cadono imperterrite sull’asfalto, sembrerà strano, ma mi rilassano. Il loro rumore è musica per le mie orecchie. Ed amo l’odore che si cela dietro alla tempesta, della quale nessuno riesce a percepire la bellezza.
E’ fantastico starsene al riparo, magari con una cioccolata calda, e vedere la gente che corre da una parte all’altra cercando di coprirsi sotto i cornicioni dei negozi o dei palazzi.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
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Harry.

Mi alzai ancora frastornato per le birre del giorno precedente,  sembrava che ne avessi bevute venti, invece di due. Ero simile a quel ragazzo biondo più di quanto credessi.
Non ricordavo quasi nulla nel dettaglio, era successo tutto troppo in fretta: l’appuntamento con la stalker pazza Amber, Sophie nello stesso ristorante, io che la riportavo a casa e che me ne andavo lasciandola dopo aver ricevuto un fottutissimo bacio sulla guancia.
L’unico bacio che ci fosse mai stato tra noi due.
L’avrei davvero voluta baciare in bocca, ma se mi avesse respinto? Se non fosse stato il momento giusto? Se pensava che fossi solo un coglione? Bhè non avrebbe avuto tutti i torti, infondo lo sono.
Mi ero immaginato tutto, da quando le sue labbra si posarono sulla mia pelle, fin quando raggiunsi la macchina e mi sedetti, sconvolto. Battei le mani sul volante, premendo involontariamente anche il clacson, e credo anche svegliando qualcuno nei palazzi vicini.
‘Se vuoi una cosa, prenditela’ era sempre stato questo il mio motto fin dall’asilo, quando rubavo le macchinette, i colori e le ragazzine ai miei compagni di classe. L’avevo sempre fatto, in qualunque cosa ne avessi l’occasione, ma quella volta non ci riuscii.
Qualcosa dentro di me mi bloccò. Era come se anche la mia coscienza capisse che stessi sbagliando, cosa che stavo realmente facendo, d’altronde. Non gli avevo ma davo molta importanza, infondo la vita è una sola, non vale la pena sprecarla per delle stupide regole o paranoie, la pensavo così, almeno fino a quel momento.
- Sei ancora incazzato per ieri a causa delle chiavi, o possiamo parlare? – disse Louis con un filo di voce, stando in piedi vicino la porta.
- Vieni qui. – toccai una parte del letto, spostando la coperta, e lui si sedette.
- Allora, ha fatto conquiste ieri sera questo bel bambino? – mi prese la faccia con una mano, premendo sulle guance e spostandomi da destra a sinistra, e viceversa.
- Se la smetti di torturarmi, ti racconto tutto, altrimenti vomito. -
- Come sei suscettibile, ti stavo facendo solo un po’ di coccole, scusa. -
- Coccole? Ci mancava un altro po’ e mi staccavi la faccia. -
- Sì sì, come vuoi tu. Adesso zitto e racconta. -
- Se sto zitto, non posso raccontare nulla, non credi? – sorrisi, ammiccando.
- Devi stare sempre a precisare, è solo un modo di dire, testa di cazzo. -
- Da quando sei così volgare Tomlinson? Alla mamma non farebbe piacere, sai? – gli presi le guance e ripetei l’azione che aveva fatto lui con me prima.
- Okay, stai divagando, quindi non ne vuoi parlare, ho capito. Ciao. – si alzò per andare via, ma lo fermai.
- No, dai, torna qua. -  lo implorai con il mio solito faccino dolce ottieni-tutto, e mi diede ascolto. – Allora, sono uscito con questa qui, poi indovina chi ho incontrato al ristorante? -
- Nonna Jane! Sai, quella con la dentiera sempre sporca e col fiato più pesante di un cotechino? – indicò i denti con una faccia schifata.
- Ma che cazzo dici?! – lo guardai con un’espressione stupita, e allo stesso tempo dispreggiativa. - Mi dispiace deluderti, ma no. Ho visto Sophie, la ragazza della biblioteca… -
- E… ? -
- E stava con un tipo ubriaco, quindi ho scaricato Amber e l’ho riaccompagnata a casa. -
- E… ? – simulò un rullo di tamburi allungandosi verso il comodino con un’aria felice, come se sapesse già cosa stessi per dire. Di solito ero prevedibile, ma quella volta no.
- E… me ne sono andato. -
- Quindi niente scarpetta? Niente bacio per risveglierla dopo qualcosa di avvelenato? Niente disiffettante per essersi bucata con l’ago? -
- Ieri sera hai fatto una maratona Disney, per caso? -
-  Aspetta, fammi capire: Harry il riba cuori Styles, colui che ti fa innamorare e ti tr… fa divertire tantissimo e poi ti scarica, non ha baciato la ragazza dei suoi sogni? C’era un sedativo nella birra, per caso? -
- Non si può fare un discorso serio con te, ma ti voglio bene lo stesso. – mi risdraiai per riposare un po’ gli occhi, senza addormentarmi del tutto, e questo gesto stava a significare ‘discorso chiuso’.
- Stai pensando quello che sto pensando io? – disse Louis, spezzando quel silenzio che si era venuto a creare.
Mi girai e vidi che mi stava fissando con aria maliziosa. – Ovvero? -
- Hai ancora quel… coso? Cos’era? Un libro, giusto? -
- Sì. Dove vuoi arrivare? -
- Bhè, è una ragione in più per rivederla. – sorrise, sapendo di aver ragione.
- Oggi? Adesso? Andare da lei? Da solo? No, no. -
- E chi l’ha detto che devi andare da solo? – fece l’occhiolino.

- Okay, siamo arrivati. – dissi io, facendo un respirone davanti all’entrata di quella biblioteca, dove tutto era iniziato, dove avevo conosciuto la protagonista dei miei ultimi pensieri in quel periodo, dove ero entrato solo per colpa di quella maledetta pioggia che odiavo, ma che dal quel momento avevo solo ringraziato.
- Hey amico, calmati. E’ solo una ragazza. -
- Per te, è solo una ragazza. – mi girai per guardarlo, poi rimisi gli occhi sull’entrata. – Non ce la faccio. -
- Andiamo, caga sotto, sii uomo. L’altra sera l’hai vista e non mi pare che sia andato tanto male, no? -
- Direi di sì, non l’ho nemmeno baciata, e poi questo è il suo territorio. -
- Ma ti senti? E poi sarei io quello che spara cazzate dalla mattina alla sera. -
Presi coraggio ed entrai, facendo suonare quel campanellino come la prima la volta, per dimostrargli che si sbagliava e ce l’avrei fatta. Insomma, che poteva succedere? Assolutamente niente.
“Vede, con questa carta può prendere qualunque libro dalla nostra biblioteca, poi se vuole usufruire anche della sala computer deve pagare una somma al mese.” Era quello che ero riuscito a sentire dal bancone, rimanendo in piedi vicino alla porta, non permettendo a Louis di passare.
- Guarda quant’è bella. -
- Magari se esci dal mondo delle fiabe e ti togli dalle palle per farmi entrare, mi faresti un favore. -
Mi spostai un po’ a destra, finalmente entrò e si pietrificò come avevo fatto io precedentemente.
- Te l’avevo detto che era bella. -
- Quindi la famosa ‘ragazza della biblioteca’ è lei? Sei sicuro? Magari da qui lontano ci vedi male, può darsi che ce n’è un’altra. Andiamo a cercarla. -
Mi prese il braccio e mi tirò per circa mezzo metro, per poi bloccarmi.
- Ma si può sapere che ti prende? Sembri drogato. -
- Mi prende che… - si fermò per guardarla, - che è anche la ragazza delle chiavi. Sai, strada, scontro, chiavi, puf? – continuò.
- Quindi? E’ solo una ragazza, per te. – imitai ciò che mi aveva detto poco tempo prima. – Non ti piace, no? Allora stiamo apposto. -
- No, infatti. Piacermi? A me? Pff, ma per favore. – rispose con un sorriso stampato in faccia, e poi posò lo sguardo a terra. – Allora, vuoi rimanere qui o farti avanti per darle quel cazzo di libro? -
- Sì, vado. – mi avvicinai lentamente, mettendomi in fila dietro una signora ed una ragazzina prima di me che stavano affittando un dvd. Louis, intanto, si era seduto sul divanetto in cui mi ero messo il primo giorno che vi misi piede, ed io ero un misto tra agitato e felice.
Pochi minuti dopo, la signora e la bambina se andarono finalmente e feci due passi avanti per raggiungere definitivamente il bancone.
- Tu… - iniziò Sophie con un’espressione cupa e sorpresa - che ci fai qui? – continuò, stampandosi un sorriso a trentadue denti in faccia.
- Ti ho riportato il tuo amato libro. – dissi, sorridendo a mia volta, tirandolo su in alto per metterlo bene in mostra.
Si appoggiò al bancone, lungo circa un metro, per sporgersi e allungare la mano per prenderlo. – Oh, grazie. – sorrise, di nuovo.
Si susseguirono momenti di silenzio imbarazzante, mentre la gente mi passava avanti ed io mi mettevo sempre più al lato, finchè non finii dentro il bancone con Sophie.
- Ti aiuto con quelli? – indicai una pila di libri alla mia destra, dietro di lei. Non volevo realmente aiutarla, ma non sapevo che dire o fare e avrei fatto di tutto pur di stare anche qualche minuto in più con lei.
Ruotò un po’ la testa per girarsi, tenendo le mani sul timbro che stava usando. - Sarebbero da etichettare, ognuno per un genere diverso, ma è stancante e noioso, quindi lo faccio poco prima di chiudere. Non ti preoccupare. -
Di nuovo il silenzio più totale.
- Sono carini quei due, non credi? - disse, sorridendo.
Amavo i sorrisi della gente, tutti in generale. Nella mia vita, ne avrò visti migliaia, uno più bello dell’altro, per caratteristiche diverse, ma il suo aveva quel non-so-che di ammaliante e attraente. Sarei rimasto a fissarla per ore intere, senza mai stancarmi.
- Qualcosa non va? – chiese, mettendomi una mano davanti al viso.
- No no, ero sovrappensiero. Dicevi? -
- Che la mia amica ed il tuo amico si stanno divertendo. -
Non capivo di cosa stesse parlando, finchè non mi girai verso Louis e notai che una ragazza gli si era seduta vicina, sul bracciolo del divano. Parlavano, ridevano e scherzavano come facevamo noi, sembravano conoscersi da una vita. 



my space:
SAAALVE A TUTTI. uu

mi scuso per averlo postato dopo così tanto tempo e mi rendo anche conto di quanto faccia schifo, ma non potevo farvi aspettare due mesi per una cosa decente, quindi boh, accontentatevi per adesso e cercherò di migliorare, promesso. e.e
fatemi sapere che ne pensate, comunque. ci tengo davvero tanto. çwç
volevo ringraziarvi per le stupende 38 recensioni all’ultimo capitolo, le 23 persone che l’hanno messa nelle preferite, le 3 nelle ricordate e le 45 nelle seguite. I LOVE YOU ALL, REALLY. *O*
  
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