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Autore: VeroJonasLover    06/03/2012    19 recensioni
Tanto da 'sano' non se ne sarebbe mai ricordato.
'Sai Joseph, ti amo anche io'.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera! cbnsahcsavg  i Jonas stanno scrivendo musica assieme,ufficialmente. STO MORENDO, vi giuro. Oookay, dopo questo breve  sclero ecco qui il capitolo. Spero vi piaccia, fatemi sapere! :)
p.s. Vorrei ringraziare tutte le meraviglie che hanno inserito la storia tra le preferite, o le seguite, ma soprattutto a voi che recensite. siete bellissime! ♥

Joє'ѕ мυffιи

Mi guarda spiazzato. 

-Credevo lo volessi. - afferma, cercando di non incrociare il mio sguardo. -
- No. Cioè, sì. Forse. - scendo dal tavolo e lui mi raggiunge.

- E allora perché mi hai fermato? - ribatte, prendendo la mia mano sinistra e accarezzandola.
Mugugno. - Basta con questi 'perché' Joseph. Non doveva succedere, punto. - 
- Non capisco come mai non vuoi esporti Violet. Andiamo, ci conosciamo da dieci anni e sei sempre stata così. Siamo migliori amici, sai che con me puoi parlare di tutto! - sorride.
- Appunto, l'hai detto. migliori amici: chi si definisce tale non si bacia; chi si definisce tale non finisce quasi a letto assieme. - dico, alzando leggermente gli occhi al cielo. 
- Ah, è questo il problema allora? e poi scusami, ma da quando in qua esiste un 'manuale' - apostrofa con le dita - che parli di queste cose? Chi è che stabilisce cosa si può e cosa non si può fare? Le persone in questione, non un qualche strano io  soprannaturale che dice cosa è giusto e cosa non lo è. -
Metto le mani sui fianchi. 
- Ci chiameremmo fidanzati allora. E poi sì, è questo il problema. Prendi le cose troppo alla leggera. - pronuncio l'ultima frase pressoché a bassa voce, ma sono convinta del fatto che lui l'abbia sentito. 
- Cos'è che prenderei troppo alla leggera?sentiamo. - dice alzando il sopracciglio sinistro.
- Questo. - proferisco, e piano piano mi avvicino e appiccico le mie labbra alle sue, come fossimo due pezzettini di un puzzle adatti a combaciare perfettamente.
Stavolta lui è calmo: mi bacia come se avesse paura di farlo. Spero abbia capito cosa intendo, anche se non ne sono pienamente certa. Mi stacco lentamente e lo guardo. Mi rendo conto che l'unica cosa che ha capito è che mi è piaciuto, e che lo rifarei altre mille volte. Lo capisco dai suoi occhi, mi sta leggendo dentro
Sospiro. Una voce martellante nella mia testa continua a ripetermi che glielo devo dire. Senza ulteriori indugi e paure.
Sta iniziando a parlare, ma lo fermo mettendogli un dito sulla sua bocca, in modo da serrarla. Cammino per la stanza girata di spalle, poi chiudo gli occhi, pregando di darmi forza. Mi rivolgo a lui.
- Devo dirti una cosa Joe. Anzi, forse più di una. - Lui annuisce, è disposto ad ascoltarmi.
- Dirti quello che ti sto per dire mi costa molto. E' da un bel paio d'anni che volevo dirtelo, ma chissà come mai c'è sempre stato un pretesto per farmi tacere, e di sicuro non è stato un qualcosa di positivo. - taccio, poi ricomincio. - Tu mi piaci Joseph. Mi piaci da quando eravamo bambini e giocavamo a nascondino con i tuoi fratelli e io facevo finta di non averti visto solo per farti vincere. Mi piace dal giorno in cui mi hai invitata al ballo scolastico e poi ti sei messo con Mandy. Mi piaci da quando tre anni fa hai rubato la moto del signor Lee e io ti ho coperto. E mi piaci ora, con la tua faccia da schiaffi e il tuo fare da segaiolo. - abbozzo un sorriso, ma poi inizio a singhiozzare, e con il polpastrello capto una lacrima che mi scorre per il viso, guardo per terra. 
Lo sento avanzare verso di me, e vorrei non avergli detto nulla. So che prima o poi avrei dovuto farlo, ma come spesso mi accade, mi pento di tutto ciò che faccio.

- Io..io non lo sapevo. - sibila, spostandomi una ciocca di capelli dal viso.
- E ora che lo sai cosa cambia? - alzo la testa, e quasi mi vergogno di essere scoppiata a piangere davanti a lui.
- Cercherò di comportarmi in modo diverso, per non ferirti. - mi guarda come se fossi una bambina.
- No Joe, non servirebbe a niente. Volendo o meno continuerai sempre a ferirmi. -
- Mi impegnerò, io ci tengo a te, Violet. - dice, con occhi languidi.
- Non tieni a me come io tengo a te Joseph, tu non provi quello che provo io, cazzo! - urlo, spingendolo via.
- Tu non capisci cosa significa essere amici di una persona che ti racconta le sue vicende amorose e ti chiede consigli sulle ragazze, quando vorresti solo fargli capire che esisti anche tu! E poi non te ne sei mai accorto perché non hai mai voluto accorgertene. Eri distratto da altro. Da altre. Poi vieni qui, a casa mia, ubriaco fradicio e io come una scema sono pronta ad aiutarti. E tu cosa fai? Per annebbiarmi ancora di più la vista mi dici che mi ami. A quante persone l'hai detto, eh? -
- Mi spiace. - si gratta il capo. sembra sconvolto e assente.
- Vattene. - pronuncio.
- Ma io..aspetta Vio - tentenna.
- Vattene. - lo interrompo scandendo bene ogni singola lettera. Con la coda dell'occhio lo vedo andarsene a testa bassa, da cane bastonato. 
Improvvisamente mi sento scoperta, vulnerabile. Un soldato che va in guerra senza antiproiettile. 


   
 
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