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Autore: MeiyoMakoto    06/03/2012    1 recensioni
IMPORTANTE
la storia inizia dopo la scelta dei Campioni, in Harry Potter e il Calice di Fuoco; è la prima volta in cui Harry e Cedric si trovano faccia a faccia. I due Campioni di Hogwarts, insieme, da soli... Se dovesse succedere qualcosa che cabiasse drasticamente la trama, succederebbe adesso (e non sto parlando di un pairing Harry/Cedric)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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 ‘Ignorali.’, disse Hermione per l’ennesima volta,  distogliendo vistosamente lo sguardo dalle vistose coccarde Potter fa schifo che metà del corpo studentesco esibiva con orgoglio.
‘Non è facile.’, rispose Ron stringendo i pugni.
Harry sospirò; Ron aveva ragione, non era affatto facile, ma sapeva di dover concentrare tutte le proprie energie su quel benedetto incantesimo di Appello.
‘Non è che Diggory si stia dando particolarmente da fare per farli smettere.’, osservò Fred.
Harry gettò un’occhiata di sfuggita in direzione di Cedric, ma non riuscì a vederlo, circondato com’era dagli amici.
‘Ehi, fratellino, ci avanzano un paio di Merendine Marinare?’, fece George. ‘Potremmo fargli un regalino…’
‘E sprecare il lavoro di mesi per quel figlio di papà?’, ribatté il suo gemello, causando un sospiro di sollievo da parte di Hermione.
‘Però sul serio, Harry.’, continuò Fred. ‘Non ti dà fastidio? Voglio dire, a nessuno sembra importare che sei sfuggito per un pelo a quel Mangiamorte pazzo…’
 ‘Meglio andare a lezione.’, lo interruppe bruscamente Harry. ‘O faremo tardi.’
I gemelli annuirono e raggiunsero Lee Jordan, e i tre si avviarono nell’aula di Trasfigurazione.
‘Io devo andare ad Artimanzia.’, fece Hermione in tono di scusa, adocchiando preoccupata le coccarde. ‘Ci vediamo dopo, ok?’
I ragazzi salutarono e cominciarono a scarpinare per le scale della Torre di Divinazione.
‘Proprio quello che ci vuole per tirarmi su il morale.’, commentò Harry lugubre. ‘Un’ora chiuso in una stanza piena di fumo con la Cooman.’
‘Ma almeno oggi avremo una distrazione, no?’, rispose Ron con un mezzo sorriso. ‘Questo è il primo corso di Meg.’
‘Io ancora non ho capito come farà a frequentare le lezioni.’, osservò Harry.
L’amico alzò le spalle.
‘Lo scopriremo presto.’
Finalmente Harry avvertì l’odore pungente dell’incenso e seppe che la scarpinata era finita. Spinse la pesante porta di legno e, come sempre, sentì un lieve capogiro nell’entrare nella stanza.
‘Sediamoci qui.’, disse Ron, guidandolo fino a un paio di pouf di velluto bordeaux.
Harry capì subito perché l’amico aveva scelto quel posto: da lì si vedeva benissimo il tavolino al quale erano seduti Meg, Seamus e Neville. La ragazza fece un gesto veloce con la mano e un sorriso, al quale Harry e Ron risposero con un cenno complice della testa.
‘Salve, ragazzi.’, esordì la professoressa Cooman, emergendo da chissà dove. ‘Siete tutti pronti?’
Harry vide vagamente i suoi compagni annuire. Provò ad imitarli, ma gli sembrava di avere un masso al posto della testa… E quei pouf erano così comodi…
Una decisa gomitata di Ron lo rimise sull’attenti.
‘Non ti addormentare proprio oggi.’, lo rimproverò l’amico, indicando la Cooman, che nel frattempo si era avvicinata al tavolino di Meg.
‘L’Occhio Interiore ha avvertito una presenza insolita.’, ululò la professoressa. ‘Signorina Margaret Puckle, giusto?’
‘Bella forza, glielo avrà detto la McGranitt che c’era una nuova alunna…’, bisbigliò Ron.
Meg evidentemente era della stessa opinione, perché annuì con un sorrisetto strafottente che alla donna non sfuggì.
 ‘Hai un’aura un po’ troppo ottusa per i miei gusti, Margaret.’, continuò in tono più freddo . ‘Ma voglio metterti alla prova; ognuno deve avere la possibilità di venire a patti con l’Occhio Interiore… Lavanda, cara, saresti così gentile da passarmi una sfera di cristallo?’
‘Ma le sfere le abbiamo già finite, professoressa.’, obiettò Lavanda contrariata. ‘Speravo che cominciasse a spiegare le mappe celesti…’
‘Hai ragione.’, rispose la professoressa con un’espressione soddisfatta. ‘Ma purtroppo questa ragazza deve rimettersi al passo con programma. Vediamo come te la cavi con la sfera, Margaret, per cominciare.’
Lei annuì di nuovo e aspettò pazientemente che Lavanda le schiaffasse la sfera sul tavolo con un’occhiata di sufficienza.
‘Che cosa vedi, cara?’, la incoraggiò la Cooman in tono annoiato.
Meg fissò la sfera.
‘Non  so…’, mormorò. ‘Sembra nebbia.’
Calì e Lavanda eruppero in un risolino.
‘Non ti angustiare, Margaret, non tutti posseggono la Vista…’, cominciò la Cooman trionfante.
‘Aspetti!’, la interruppe Meg aggrottando le sopracciglia. ‘Non sono sicura, ma potrebbe essere…. Sì, sembra proprio… Un titolo di giornale…’
‘E che c’è scritto, cara?’, fece la professoressa con un finto tono paziente che non ingannava nessuno.
Meg esitò.
Il tragico incidente del Bambino Sopravvissuto...’
Calì e Lavanda ammutolirono all’istante, ma Harry si morse le labbra per non ridere: era andata sul sicuro, predicendo la sua morte! Si voltò verso Ron, e vide che anche lui aveva le labbra serrate e la faccia tutta rossa, e sembrava in procinto di scoppiare in una sonora risata.
‘Ah!’, esclamò la Cooman, vivamente interessata. ‘Vedi ciò che io ho sempre saputo! Lo sapevo che avevi un talento naturale! Guarda Potter e Weasley, riescono a stento a trattenere le lacrime… E che altro vedi, cara?’
‘Un’altra pagina di giornale.’, rispose Meg, gli occhi grigi scintillanti di divertimento ma la faccia impassibile. ‘Non si capisce bene il titolo, ma c’è la foto di una donna bionda con degli strani occhiali…’
‘Rita Skeeter.’, commentò Harry con una smorfia di disgusto.
‘Può essere.’, rispose la ragazza. ‘E c’è anche la tua di foto, Harry… Qualcosa sul Torneo Tremaghi…’
‘D’accordo, cara, può bastare.’, fece la Cooman, visibilmente annoiata ora che l’argomento del discorso non era più la morte di un alunno.
Poi attaccò una solfa sulla facilità con cui Margaret aveva interagito con il proprio Occhio Interiore, e di come tutti dovevano prendere esempio da lei e lasciarsi guidare… Nel dormiveglia Harry scorse le facce ci Calì e Lavanda farsi sempre più acide. Poi più nulla fino a che il suono della campanella non lo riportò alla realtà.
‘Andate.’, concesse la Cooman a malincuore. ‘E mi raccomando, Harry, ricordati gli avvertimenti del destino…’
 ‘Ne farò tesoro, professoressa.’, le assicurò Harry.
Poi seguì Ron che era schizzato da Meg.
‘È facile, Divinazione.’, disse lei sorridendo sorniona. ‘Specialmente quando hai quattro anni di teatro alle spalle.’
‘Beh, con la storia della mia morte saresti riuscita a convincerla anche senza applicarti così tanto.’, commentò Harry, sorridendo anche lui.
‘Però non sarebbe stato così divertente!’, disse Ron, concedendosi finalmente una risata. ‘I titoli di giornale! Ma perché non ci ho pensato io?’
‘Però alla prossima lezione non te la caverai recitando.’, osservò Harry. ‘È Trasfigurazione, e tu non sia nemmeno usare la bacchetta.’
‘Quasi tutti gli insegnanti sono stati avvertiti della mia situazione e mi lasceranno in pace.’, rispose Meg. ‘La Cooman è un caso a parte, probabilmente Silente non l’ha neanche avvisata… Dopotutto anche voi usate il mio stesso metodo con lei, no?’
‘Puoi dirlo forte…’, commentò Harry. ‘E per la bacchetta come fai?’
‘Fred e George me ne hanno data una. Pensano che io non sappia che sono finte e che si trasformeranno in un pollo o che so io appena tenterò di fare un incantesimo; il che può tornare utile per giustificare il fatto che comunque non ne so fare.’
‘Potrebbe funzionare, per un po’.’, disse Ron.
‘Come è andata?’, intervenne Hermione, comparendo dall’aula di Artimanzia. ‘La Cooman ha di nuovo predetto la tua morte, Harry?’
‘Lei no, ma io sì.’, disse Meg soddisfatta.
Hermione inarcò un sopracciglio.
‘Per convincerla di possedere l’Occhio Interiore.’, spiegò Ron.
‘Oh, allora va bene.’, continuò Hermione. ‘Allora, Harry, dopo le lezioni ci esercitiamo con l’Incantesimo di Appello?’
Lui annuì.
‘A proposito’,  si intromise Meg, ‘Quand’è che ti decidi a dire a Cedric dei draghi?’
‘E perché dovrebbe farlo?’, brontolò Ron. ‘Le hai viste anche tu le coccarde.’
‘Però deve dirglielo lo stesso, altrimenti sarà l’unico a non potersi preparare per la prova!’, ribatté la ragazza allarmata. ‘Lo farai, vero, Harry?’
Harry non rispose subito; distinse la faccia di Cedric tra la folla, e lo vide attraversare il corridoio fino ad arrivare a Cho.
‘Forse si merita di non sapere niente.’, borbottò.
Meg alzò gli occhi al cielo.
‘Mi sa che qui ci vuole un po’ di incoraggiamento.’, mormorò marciando in direzione di Cedric e Cho.
‘Dove vai?’, le gridò dietro Hermione. ‘Dobbiamo andare a Trasfigurazione!’
‘Ci metto un secondo.’, rispose Meg. ‘Tanto ho già messo il segno.’
Tirò fuori il solito libro da chissà dove e continuò per la sua strada. Ai tre non restò che guardare cosa succedeva.
Cedric non sembrava particolarmente contento di vederla: guardò preoccupato Cho, che da parte sua aveva l’aria un po’ seccata, ma Meg non se ne  fece un gran problema; aprì il libro nel punto che aveva segnato e lo piantò in faccia a Cedric. Cho cominciò a giocherellare con la propria cravatta, chiaramente indecisa se sbirciare o no. La faccia di Cedric intanto stava gradualmente prendendo colore, finché non diventò di una tonalità di rosso un po’ allarmante; Meg allora chiuse il libro di scatto e tornò sui suoi passi, mentre Cedric, Cho e la loro cerchia di amici la seguivano con lo sguardo.
‘Ma che diavolo gli hai fatto leggere?’, le chiese Ron quando fu tornata.
‘Il brano in cui Harry rischia la vita per riportare il suo cadavere dai signori Diggory.’, rispose Meg in tono minaccioso. ‘Vediamo quanti studenti saranno ancora così orgogliosi di quelle coccarde dopo questo.’
 
 
Ebbe un tuffo al cuore: Codaliscia era tornato, finalmente.
‘Ebbene?’, sibilò.
‘Fatto, mio Signore.’, rispose l’ometto, tutto un tremito. ‘Ma…’
‘Ma?’, ripeté lui, minaccioso.
Codaliscia prese un respiro profondo.
‘Ma… Così vicino, mio Signore… Così vicino ad Albus Silente…’
Lui emise una risata senza gioia, più simile ad un latrato.
‘Albus Silente?’, disse, carezzando la S in quel tono serpentino che solo lui sapeva padroneggiare. ‘Che paura vuoi che mi faccia Albus Silente, nella condizione in cui sono? Di che cosa può minacciarmi, Albus Silente? Può forse piegarmi, Albus Silente? Può forse uccidermi?’
Con uno sforzo immane prese in mano la bacchetta. Codaliscia uggiolò.
‘No! Vi prego, mio Signore…’
‘Sei uno sciocco, Codaliscia.’, continuò, agitando la stecca.
 L’uomo si contorse in uno spasmo di dolore. Lui lo fissò negli occhi.
‘Sei uno sciocco,’, ripeté, ‘A pensare che Lord Voldemort possa venire piegato. Perché io sono vivo, Codaliscia; io sopravvivo, e sopravvivrò in eterno, mentre Albus Silente morirà. Verrà piegato dalla morte, messo in ginocchio dalla morte, e io resterò in piedi. Io non ho paura di Albus Silente, Codaliscia.’
Abbassò la bacchetta con una smorfia di disgusto.
‘Solo i vermi come te hanno paura. Guardati, insetto che altro non sei, guarda come mi scruti con quegli occhietti acquosi; sei al servizio del mago più potente mai esistito, eppure hai paura. Tu hai sempre paura, è la paura che ti guida, che ti fa fare idiozie. La tua stessa vita è paura. Ebbene, rallegrati, perché quando Lord Voldemort tornerà, tu non avrai  più bisogno di avere paura. Ora alzami; dobbiamo continuare il viaggio.’
 
‘Harry! Harry, svegliati, per l’amor di Dio!’, ululò Ron.
Harry aprì gli occhi; era in un bagno di sudore e la testa gli sembrava in procinto di spezzarsi in due. Si mise gli occhiali, e mentre la vista gli si faceva meno annebbiata cominciò a distinguere le facce sconvolte dei suoi compagni di stanza; Ron era pallido come un cencio, e Neville era scosso da tremiti.
‘Ho urlato?’, chiese Harry, preoccupato.
‘Più che altro mugugnavi.’, rispose Seamus.
‘Ma la faccia che facevi, Harry!’, aggiunse Neville in un sussurro, tra sé e sé. ‘Quella faccia… Sembravi la mamma nei suoi giorni peggiori…’
Harry pensò alla signora Paciock, torturata fino alla follia, e rabbrividì.
‘Devo andare da Silente.’, disse alzandosi.
‘Vengo con te.’, disse Ron. ‘Non ti lascio andare in giro da solo, nel cuore della notte.’
‘Non ho più un anno, grazie tante!’, rispose Harry. ‘Me la cavo da solo.’
Non sapeva perché, ma aveva la sensazione che Silente non avrebbe voluto che nessuno partecipasse al colloquio che sarebbe seguito, neanche Ron.
‘Proprio così!’, ribatté Ron avvampando di rabbia. ‘Non è più come quando avevi un anno, il mago più pericoloso della storia non sta più tentando di ucciderti, vero?!’
Harry aprì la bocca per parlare, ma non trovò niente da dire.
‘Senti.’, riprese Ron in tono più calmo. ‘Qualunque cosa ti stia succedendo, io ti darò una mano, che tu lo voglia o no.’
Harry annuì gravemente, e i due presero il Mantello e uscirono dalla stanza, lasciando Dean, Seamus e Neville a fissarsi l’un l’altro con gli occhi sbarrati.
 
Camminarono senza parlare finché non arrivarono ai gargoyle.
‘Io ti aspetto qui.’, disse allora Ron.
‘Sicuro?’, fece Harry, sentendosi un po’ in colpa a lasciare l’amico così.
‘Tranquillo, lo so che è una cosa fra te e Silente.’
Non c’era rabbia nella sua voce; era solo una constatazione.
Va bene.’, disse Harry. ‘Grazie di tutto.’
Disse i nomi di un bel po’ di dolci prima di azzeccare la parola d’ordine (‘scarafaggi a grappolo’).
Si arrampicò su per la scala a chiocciola, prese un respiro profondo e bussò alla porta.
Per un po’ non rispose nessuno.
‘Sì?’, chiamò in fine la voce del Preside.
‘Sono Harry Potter, signore.  Vorrei parlarle della mia cicatrice… È successa una cosa strana.’
‘Non è un buon momento, Harry.’, ammise Silente. ‘Ma sembra urgente; entra pure.’
‘Se vuole posso passare domani…’, cominciò il ragazzo, ma in quel momento la porta si aprì di scatto e dietro apparve la faccia esausta del professor Piton.
‘Fai pure, Potter.’, disse questi prima che Harry facesse in tempo a chiedersi che diavolo ci facesse lì il professore a quell’ora di notte. ‘Me ne stavo giusto andando.’
Harry si spostò per lasciarlo passare.
‘Buona notte, Albus.’, fece l’uomo prima di trascinarsi per la scala a chiocciola. ‘Pensa a quello che ti ho detto.’
‘Lo farò.’, rispose lui. ‘Buonanotte.’
Lo guardò mentre se ne andava, poi sorrise a Harry.
‘Prego, entra. Allora, raccontami cosa è successo.’
Harry gli raccontò del sogno, di quello che gli avevano detto i suoi amici e del dolore alla cicatrice.
‘È come quest’estate.’, concluse.
‘Capisco.’, disse Silente fra sé e sé. ‘Coincide con quello che ha detto Severus…’
Poi si voltò verso Harry, incrociando il suo sguardo.
‘Dovevamo aspettarcelo:  Voldemort ha un piano di riserva.’
‘Ma no può entrare qui, vero, professore?’, chiese Harry. ‘Non a Hogwarts!’
‘Voglio essere diretto con te, Harry: se lo hai sentito significa che è vicino, visto che da quello che mi hai detto era perfettamente calmo e freddo, e non in preda alla furia omicida. Stai attento, d’accordo? Io da parte farò tutto il possibile per garantire la tua sicurezza.’
Harry annuì.
‘Ora è tardi, è meglio che tu vada a dormire. Vuoi che ti accompagni?’
‘Non ce n’è bisogno, sotto c’è Ron ad aspettarmi.’
 ‘Ottimo; siete stati prudenti a venire in due. Va bene, buonanotte, allora.’
‘Buonanotte, signore.’
‘Ah, Harry…’
‘Sì?’
‘Riguardo a quello che ha detto Voldemort sulla morte, il non piegarsi; parlane con la tua amica Meg, se ne sa qualcosa è assolutamente vitale che me lo venga a dire.’
Harry annuì: non gli piaceva molto l’idea di parlare della sua cicatrice a una che conosceva da pochi giorni (definirla ‘amica’ in effetti era un po’ un’esagerazione), ma Silente aveva bisogno di informazioni da lei, non sarebbe stato certo lui a negargliele.
Tese la mano verso il pomello della porta, ma poi si bloccò.
‘Professore…’, mormorò. ‘Nel sogno io ero Voldemort.’
‘Sì, lo immaginavo.’
‘E posso chiederle perché?
‘Temo che la risposta sia troppo lunga e complessa per discuterne a quest’ora di notte.’, sorrise il Preside. ‘Hai una domanda di riserva?’
‘In realtà sì: in che modo il mio sogno coincide con quello che le ha detto il professor Piton?’
‘Anche Severus ha, come dire, avvertito una presenza insolita. La natura di quella presenza, però, è una questione fra me e lui.’
‘Capisco. Beh, buonanotte.’
‘Buonanotte, Harry.’
  
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