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Autore: Titinina    07/03/2012    2 recensioni
Tadàn eccomi tornata. Allora come spiegare "la vacanza dello sweeper", cominciamo da principio. Questo racconto nasceva come one-shot, solo che, come ben credo che capiate, ryo & co. avevano una marea di cose da dirsi e io li ho seguiti e mi sono trovata sommersa in pagine e pagine di word! "La vacanza dello sweeper" non avrà niente a livello di azione. Mi sono domandata cosa sarebbe potuto succedere tra i nostri eroi dopo il matrimonio di Umi e Miki, allora ho deciso di spedirli in vacanza... e questo è risultato: romantico da stare male, miele a go-go! Giusto un anticipazione... ci sarà un seguito e poi capirete il perché! Ora vi lascio alla lettura e spero che questo mio nuovo esperimento non vi annoi e vi faccia sorridere ed emozionare!
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Sono le 5 del mattino, sei già in piedi. Sento l'odore del caffè che mi inebria, mi alzo e faccio una doccia veloce. Sei già più che attiva, hai già messo le valigie davanti alla porta e stai facendo una specie di inventario per capire se hai preso tutto, mi accenni solo un borbotto come saluto e mi dici che il caffé è già pronto e di sbrigarmi se no faremo tardi. Mi vesto, un po' a rilento perché è l'alba. Mi metto i pantaloni neri lunghi, la mia inconfondibile maglia rossa e la fondina sulle spalle per la mia PYTHON, non riesco a separarmi da lei neanche in vacanza, è come una figlia. Mi dirigo giù e fortunatamente hai addosso un paio di jeans e una maglietta a maniche corte bianca, come la tua pelle profumata. Mi premuro di scendere giù per primo e comincio a portare qualche borsa. Ti urlo dalla tromba delle scale di sbrigarti perché devo mettere l'allarme in casa, non si sa mai con tutte le armi che abbiamo. Ti precipiti con le ultime borse davanti al portone, Miki e Umi sono appena arrivati con la jeep, Mick spunta fuori dal suo garage con la sua spider italiana rossa, gli occhiali da sole e strombazza col clacson.


- Ryo andiamo con Umi o con Mick?

- Non andiamo con nessuno dei due, aspetta qui.


Carico le valigie nella jeep di Polipone, salutando gli altri, mi guardi interdetta, ti prendo per il polso e ti trascino in garage sotto lo sguardo attonito degli altri.


- Prendi al volo!


Ti lancio un giubbino in pelle e il casco.


- Che vuol dire?

- Semplice visto che siamo in vacanza andremo in moto, è tanto che non la uso!

- Ma?

- Dai niente ma, forza sali.


Ti arrendi e ti avvicini alla mia Harley Davidson Sportster nera, è una signora che sa il fatto suo. Ne abbiamo fatta di strada insieme. Ti siedi dietro di me, ti vedo un po' titubante perché non sai se prendermi per la vita per reggerti, alla fine prendo le tue mani e le stringo su di me, sfioro le tue dite attorno alla mia vita.


- Sta tranquilla, sarà divertente, ti fidi di me?

- Proprio per nulla!


Lo dici stringendoti più a me. Sorrido perché sappiamo di prenderci in giro. Esco a rombo di moto, gli altri ci guardano ancora un po' stupiti. Chiedo a Falco dove si trova la villa, mi da le indicazione necessarie e gli dico che ci troveremo lì, si sa, noi in moto faremo sicuramente prima. Saluti gli altri con il braccio alzato e partiamo, Lasciamo la città finalmente. Ti sento stretta su di me. Mentre il paesaggio cambia, ci avviciniamo di più alla costa. Il sole si è alzato e illumina la strada. Faccio qualche slalom tra le macchine in fila in autostrada. Zushi non è così lontano. Ti chiedo se stai bene, anche se i caschi non ci permettono di parlare tantissimo, mi fai cenno di si con la testa. Sono appena uscito dall'autostrada e mi accosto a lato della strada. Ti togli via il casco e scompigli i capelli.

- E' tutto apposto Ryo?

- Si certo ma voglio farti provare una cosa. Sei capace di guidarla?

- Chi? Io? Oh non guido un motorino dai tempi del liceo, figurati se so portare una moto. Non ricordo come si fa!

- Prova!

Ti prendo per la mano e ti accomodi davanti, mancano pochi chilometri per arrivare alla villa, ti vedo un po' titubante, ma alla fine accendi la moto. Mi metto dietro di te e stringo la tua vita sottile, non ci mettiamo i caschi.


- Ti fidi di me, Ryo?

- Proprio per nulla!


Ridi e parti, io mi stringo di più a te e tu mi lasci fare. Te la sai cavare, ora cominci a prenderci gusto e acceleri, il vento ci scompiglia i capelli, è una bella sensazione, ci sentiamo davvero liberi, sento l'odore fruttato della tua pelle che mi solletica le narici. Dobbiamo svoltare a destra per entrare nel viottolo della villa. Però, non è per niente modesta, è enorme, c'è un 'immenso giardino dietro i cancelli. Avremo modo poi di visitarla. Arresti la moto di fronte al cancello, la spegni, ma non scendiamo.


- Allora come me la sono cavata socio?

- Direi abbastanza bene visto che siamo vivi!

- Ritieniti fortunato!


Si sono fortunato, soprattutto perché ti stringo tra le braccia e tu non fai resistenza, appoggi le tue mani sulle mie e intanto il mio viso si accosta sulla tua spalla assaporando il tuo odore che mi inebria. Strofino il naso sul tuo collo in maniera impercettibile ma te ne accorgi e cerchi di darmi spazio per continuare a viaggiare sul tuo collo. Ho voglia davvero di baciarti, mi sono arreso a te, sto per girare il tuo viso, ma i nostri amici sono arrivati. Proprio ora, che tempismo accidenti! Ti lascio andare e scendi rossa come un papavero sperando che nessuno ci abbia visto.


Miki apre il cancello di questa ville enorme, bianca e immersa in un giardino che farebbe invidia al parco di che abbiamo a Shinjuku. Entriamo con le auto e troviamo il garage. Finalmente arriviamo davanti alla porta della casa. Io, Mick e Falco siamo pieni di borse e borsette, sembriamo dei facchini. Entriamo nell'ingresso e posiamo le borse a terra, ispezioniamo la casa come se fossimo in battaglia, niente da fare certe abitudini non muoiono mai, ho già individuato i punti deboli dove possono attaccarci facilmente e i punti strategici per contrattaccare. Non sono di certo l'unico che li ha visti a vedere da come si muove Falco. Tu e Miki naturalmente avete aperto i balconi e le finestre per far entrare l'aria in casa. Una delle porte finestre principali dà sul portico e dal portico, attraverso una piccola discesa, si va direttamente in spiaggia. La spiaggia di fronte a noi sembra frequentata, ci sono un bel po' di persone e ombrelloni. La sabbia è fine e bianca, chi lo avrebbe mai detto che la costa potesse nascondere una perla del genere?! Ora vediamo meglio la casa, è intonacata sul giallo, c'è un salone enorme con dei divani messi a forma di L che danno sul portico, il pavimento è tutto bianco, dal soggiorno si passa nella sala da pranzo finemente arredata, lì accanto una porta da alla cucina, accidenti è il doppio della nostra, il proprietario si tratta davvero bene. Ritorniamo in sala e prendiamo le scale per andare al primo piano, c'è un corridoio molto lungo, nella prima porta a destra c'è una stanza matrimoniale, la lasciamo a Miki e a Polipone, sperando che ne faccia buon uso, lo guardo con aria maliziosa come fargli capire il mio pensiero e lui diventa rosso e digrigna i denti nella mia direzione, fortunatamente Miki lo trascina nella stanza. Di fronte alla porta della camera dei due piccioncini troviamo il sontuoso bagno. Enorme. Nella vasca Polipone ci starà largo. Nella seconda camera che troviamo ci si piazza Mick, ovviamente la tentazione di dormire con te è forte ma mi fiondo nella stanza di fronte a quella di Mick e ti lascio andare nell'ultima stanza in fondo al corridoio, ti sento mormorare stupefatta, chissà cosa hai trovato, sono curioso vengo a vedere.


- Bè non ti piace la tua stanza Kaori?

- Hai visto che roba? Mai visto un panorama così. Soprattutto se posso godermelo dal letto.


Effettivamente hai preso la stanza più grande e bella, il letto matrimoniale è enorme, hai inoltre una veranda con vista mare, sopra la testata del letto c'è un quadro che tu guardi ammirata, ci sono un uomo e una donna avvolti in due vesti dorate, lui ha i capelli neri come i miei, lei invece rossi come i tuoi, sono abbracciati e lui posa lievemente un bacio sulla guancia della sua amata, tenendole il viso, lei le circonda con un braccio il collo e chiude gli occhi per ricevere quel bacio.


- E' sicuramente una riproduzione, ma è davvero bello.

- Lo conosci?

- Certo è Gustav Klimt, si intitola il “Il Bacio”, è un quadro che mi piace molto.

- Non sapevo ti piacesse l'arte, ero certo che ti piacesse solo l'arte dei martelli!

- Ah sei sempre il solito! Io ho una cultura, sai?! E ora esci che mi voglio sistemare nella mia bellissima camera.


Mi metti alla porta, ti sento sospirare. Ripenso a quel quadro, sai in fondo forse ci assomiglia o è solo un caso che lui abbia i capelli neri e lei rossi, solo che vorrei essere capace, come quell'uomo, di poterti baciare, poterti dare un bacio con amore e passione senza remore. Ryo Saeba ti sei proprio rincoglionito, dov'è finita la tua maschera di burlone e di uomo superficiale? Quello che diventa freddo come il ghiaccio e imperscrutabile davanti al nemico? Mi faccio sottomettere da uno stupido quadro. Ma si può?! Io sono lo Stallone di Shinjuku! Chiudo la porta della mia stanza alle mie spalle, sorrido come un ebete al pensiero che davanti al mio “nemico” con capelli rossi ho già perso in partenza, lei mi conosce meglio di chiunque e vede chi sono sotto ogni maschera e ogni muro che metto tra me e il mondo.


Mi sono cambiato e messo il costume da bagno, sono nel portico, ho inforcato i miei occhiali da sole, asciugamano in spalla e mi incammino sulla sabbia. Ryo Saeba petto in fuori, assumi la tua aria misteriosa e comincia a guardare il territorio di caccia. I miei piedi toccano la sabbia fine, mi guardo un po' attorno, mi sento osservato, mi giro e non vedo nessuno, strano eppure mi sembra di essere proprio osservato.


- Ehi vecchio signore?!

Abbasso lo sguardo, una mocciosa di 5 o 6 anni mi sta fissando con un costumino rosa intero, gli occhi e i capelli neri, le mani puntate sui fianchi.


- Come mi hai chiamato?

- Vecchio signore

- Mocciosa ho solo 20 anni!

- A me non sembra proprio!

- Mocciosa... che vuoi?

- E' tua quella casa?

- No ma ci abito

- Il mio amico ha fatto cadere la palla nel vostro portico, posso andarla a riprendere, vecchio signore?

- Ancora con questa storia del vecchio?!

- Uffa, per favore


Questa bambinetta sbuffa, la guardo facendo l'offeso, mi chiama vecchio signore, il mio orgoglio ne risente accidenti. Vabbè tra 20 anni vedrai se non mi corri dietro...


- Mocciosa vieni che ti accompagno a prendere la palla

- Grazie VECC.... Ehm signore.


Entro con la ragazzina nel portico, lì c'è Mick.


- Ah Ryo vedo che hai già fatto conquiste! Ma non è troppo matura per la tua età?

- Che vuoi dire? E poi il genere femminile di ogni età mi apprezza.

- Si ma non puoi prenderle dall'asilo

- Hai intenzione di litigare?

- Ah io sono pronto!

- Uffa voglio la mia palla!!!!

- Un attimo piccoletta, ricordo a questo macaco chi è lo stallone di shinjuku e prendiamo la palla. Vieni qui mick angel!

- Che cos'è lo stallone di shinjuku?!

- Chi è il macaco?


Io e Mick ci avviciniamo a passi di gorilla per cominciare a menar le mani, ma la bambina si mette in mezzo.


- Sentite mi date la palla e poi potete litigare. Certo che siete più piccoli di me. Due vecchi che giocano a fare i bambini dell'asilo.

- VECCHIO A CHI?!


Guardiamo sia io che Mick la bambina, la bambina sgrana gli occhi, ma si intravede un'ombra alle mie spalle. Un'ombra enorme e un grugnito.


- E' tua questa palla?

- SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII palla!!!


Falco raccoglie la palla e la porge alla bambina, la bambina gli bussa e gli chiede di avvicinarsi alla sua altezza come per volergli dire qualcosa, lui si avvicina e lei gli schiocca un bacio sulla guancia


- Grazie Signor Gigante! Ci vediamo sulla spiaggia!


Falco è rosso, schiuma dalla bocca e la sua pelata fuma a più non posso, la bambina si allontana e continua a salutarlo. Io e Mick siamo sganasciati dalle risate. Miki esce fuori dalla porta e trova il marito ancora rosso e schiumante e lo guarda un po' stralunata.


- Ma che gli avete fatto?

- Niente niente, ha fatto conquiste!

- Mikiiiiiii sei uno schianto

Mi avvento su quella bellezza sublime, Miki ha un costume a due pezzi blu, si allaccia sul collo con un cordino con delle piccole pietre che sembrano una collana, i capelli raccolti e un pareo allacciato alla vita. La mia vista si offusca e vengo tempestivamente stampato sul portico.


- RYOOOO SAEBA IO HO INTENZIONE DI RIPOSARMI E NON DI CORRERTI DIETRO PER TUTTO IL TEMPO DELLE VACANZE!


Eccola Kaori è scesa, accidenti neanche il tempo di godermi visione di Miki che vengo stamp.... porca miseria ho posato gli occhi su di lei, ha un costume nero intero con dei piccoli stampi floreali bianchi sulla parte del seno, ma le lascia i fianchi scoperti e sulla schiena ci sono solo due piccoli laccetti, è sgambatissimo, ha un cappello bianco di paglia, ingoio per non saltarle addosso, accidenti è bellissima, lo sapevo sarà vita dura per me in questa vacanza.


- Kaori ma che magnifico costume, ti sta benissimo.

- Grazie Miki, fa parte della collezione di Eriko, anche se forse è troppo appariscente

- Honey sei magnifica, vieni con me ti accompagno io sulla spiaggia, farò un figurone.

- Ma nessuno mi aspetta?


Vedo Mick che sbavando ti trascina sulla spiaggia, seguiti da Miki e Umibozu ancora traballante. Fammi sbrigare prima che l'americano si metta strane idee per la testa.


Si è fatto il tramonto, la giornata è passata tra scherzi, risa, martellate, bagni. Ho fatto il buffone come al mio solito. Sembra davvero una vita normale, tu eri bella. Bella da mozzare il fiato. Mi dite che cominciate a rientrare vi faccio cenno che rientrerò tra un po'. Ho voglia di godermi il tramonto. Il mare, mi fa sentire bene. Una strana sensazione di pace mi pervade, ha avuto lo stesso effetto quando l'ho visto per la prima volta, non conoscevo altro che la giungla. Certo la prima volta che l'ho visto era buio e stavo clandestinamente prendendo una nave per raggiungere gli USA, però la sensazione era quella, all'ora non avrei mai immaginato che avrei comprato un costume da bagno e mi sarei rilassato sulla sabbia con gli amici. Potevo contare solo sulle mie forze e la parola rilassare non era nel mio vocabolario. Comunque era una vita fa, ora sono diverso. Molto diverso. Certo qualche graffio in più ma sono più in pace con me stesso. Almeno credo. Respiro a pieni polmoni quest'aria pulita e sembra che pulisca un po' anche me. Ti sento. Ti sento alle mie spalle. Ti riconoscerei tra milioni.


- Ryo hai l'espressione di chi sta pensando, non ti si sta fondendo il cervello? Fammi controllare.


Sei in piedi dietro di me, ti chini, bussi sulla mia testa.


- Non l'avrei mai detto sembra che sia qualcosa qui dentro.

- Ehi guarda che un po' di cervello lo so fare funzionare anche io!

- E io che credevo ragionassi solo col mokkori power.


La tua mano è appoggiata ancora sulla mia testa. Non me l'hai lasciata andare, anzi cerchi di far passare le dita tra i miei capelli. Guardiamo il tramonto così, io seduto e tu di fianco a me con una mano sulla mia testa.


- Forza zuccone rientriamo, non vorrai perderti lo spettacolo di Miki che passa la crema sulla pelata arrossata di sole di Falco!

- Per niente al mondo!


Mi alzo, ma non lascio andare la tua mano e la intreccio con la mia. Sei paonazza, lo so, ma la stringi più forte mentre rientriamo in casa.
   
 
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