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Autore: LadySherry    07/03/2012    1 recensioni
« Ci sono due cose che ho imparato da quando sono qui. La prima: mai fidarsi degli estranei. La seconda: mai fidarsi di Bill Kaulitz.»
(...)
«Ma tra il bivio del prendere o lasciare, avevo deciso di prendere.»
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.

 

La faccenda della macchina si era risolta abbastanza in fretta e sì...Tom ha sparlato di me con suo fratello. Ma c'è da dire che al posto suo avrei fatto la stessa cosa anche se dubito che ci sia qualcuno, qui, in questa vita, capace di andare addosso alla mia macchina. Tutti sanno guidare meglio di me, perfino i cani.

« Chiara, che fine hanno fatto i miei jeans scuri? ».

Entra in camera mia a razzo e si posiziona davanti al letto, con le braccia incrociate al petto.

« Di che jeans stai parlando? » biascico, ancora mezza addormentata.

Mi alzo fino ad appoggiarmi con la schiena allo schienale del letto e la guardo, con aria assonnata.

« Quelli che ti ho fatto vedere ieri e che tu ti sei provata...e che poi non mi hai più ridato » sbuffa, mentre alza gli occhi al cielo.

Sospiro, guardandola male.

« Cercali tu, io devo dormire ». E mi rimetto sotto le coperte.

Chiudo gli occhi e stringo tra le dita i lembi delle lenzuola, in caso decidesse di togliermele con un gesto veloce senza avvisarmi.

Ma ciò non accade.

Borbotta qualcosa di insignificante e se ne esce dalla mia camera, sbattendo la porta.

Guardo l' orologio. Sono le otto e nemmeno quando ho il giorno libero riesco a dormire quanto voglio. Siamo messi bene.

Sospiro sorridendo e mi sistemo meglio (più comoda) sul materasso.

Calma. Pace. Tranquillità.

C'è così tanto silenzio in questa casa che potrei giurare di essere sola.

...Ma io sono sola in casa!

Giulia è al lavoro e non abbiamo un cane perciò...

Meglio di così non potrebbe andare.

Penso alla meta che probabilmente sceglierò per le vacanze estive, sorrido beatamente e sul più del bello del mio bellissimo sogno, squilla il telefono.

Mi copro la testa con il cuscino per non sentire rumore, ma a quanto pare l' ignobile essere umano che mi sta chiamando non ha alcuna pietà nei miei confronti.

Mi alzo di scatto e afferro il telefono, premendo il tasto verde e portandolo direttamente al mio orecchio.

« Chiunque tu sia, non ti hanno mai insegnato che dopo dieci squilli se una persona non ti risponde o è impegnata o non è in casa? ».

Attendo una risposta da colui che mi chiama ma che non arriva.

« Parlo con la signorina Chiara Mill? ».

« Sì, chi è? ».

Le scuse da parte mia sarebbe cascate a pennello ma non mi andava di interagire proprio adesso con uno sconosciuto.

« Chiamo dall' ufficio del suo capo. Desidera un colloquio con lei oggi stesso ».

Riconosco la voce di Jessica e mi domando come mai non mi ha abbia ancora sbattuto il telefono in faccia.

« Oddio, scusa Jess. Stavo dormendo ed è squillato il telefono. Oggi? Proprio oggi, nel mio giorno libero? » sbuffo, scompigliandomi i capelli.

« Mi hanno chiesto di fissare un appuntamento con te entro le cinque di questo pomeriggio. Per che ora puoi venire? ».

« Tra un' ora? ».

« Perfetto, fisso subito l' appuntamento e riferisco. Tranquilla, nulla di grave ».

Prima ancora di darmi la possibilità di salutare, chiude la conversazione. Rimango per un secondo di fronte al telefono, rimpiangendo il fatto di non avere un' attività tutta mia nella quale l' unico capo che può comandarmi sono io stessa.

Mi tolgo il pigiama e mi infilo sotto la doccia. L' acqua calda scorre veloce, dandomi la possibilità di svegliarmi completamente.

Mi asciugo i capelli, mi pettino, mi vesto e subito dopo sto avviando la mia macchina, pronta per andare a questo colloquio con il mio gentilissimo capo.

Metto piede nel grande edificio e il solito via vai di persone – tutte facce che tra l' altro conosco fin troppo bene – ingombra l' ingresso.

Dico di annunciare il mio arrivo dalla segretaria dell' ufficio informazioni. Faccio passare veloce la scheda magnetica sotto la macchina e mi infilo nell' ascensore insieme ad altre tre persone.

Ci salutiamo, ormai qui dentro siamo tutti fratello e sorella. Un po' come nei conventi, solo che non è prevista alcuna restrizione a livello...ci siamo capiti.

Mi avvicino alla scrivania di Jessica, mentre sorride verso di me.

« Il capo ti aspetta. Auguri » dice, indicando con la penna la porta semi aperta di fronte.

« E' tanto arrabbiato? » chiedo, implorante.

Scuote la testa, sorridendo nuovamente.

« Non più del solito, ma in ogni caso, non ce l' ha con te ».

Annuisco e, raccogliendo una buona dose di coraggio, mi avvicino alla porta e busso.

« Avanti ».

Entro nell' ufficio del capo e saluto con un sorriso. Mi fa cenno di sedermi nella grande sedia di fronte e io ubbidisco senza dire nulla.

« Mi hanno chiamato dicendo che intendeva avere un colloquio con me. Mi dica ».

« Bene. Lei sa perfettamente quali erano le mie considerazioni nei suoi riguardi quando è arrivata a far parte del nostro team. Ebbene, volevo informarla che, dando un' occhiata al lavoro svolto fino ad oggi, sono molto sorpreso dei progressi che ha fatto. Mi aspetto da lei molto di più, nei prossimi giorni! ».

« Che cosa intende dire, precisamente? ».

« Intendo dire che ho deciso di...premiarla. Che ne dice di un trasferimento? ».

Mi guarda sorridendo. Se per lui un trasferimento era una bella notizia, la cosa era paragonabile a un gatto con le ali.

« Un trasferimento...dove? ».

« Ad Amburgo. Un dipendente ha chiesto l' aspettativa di due anni per...motivi personali e hanno bisogno di qualcuno con le sue potenzialità e capacità ».

« Ah » riesco a dire, sorpresa.

Questo significava trasferirsi, cambiare casa e vedere raramente Giulia e la cosa non mi piace.

« Chiaramente non è obbligata ad accettare, però tutti noi crediamo che lei serva molto più là che qui ».

« Posso avere qualche giorno per pensarci? ».

« Certamente. Diciamo che entro settimana prossima dovrebbe darmi conferma ».

« Perfetto, le farò sapere. Grazie per aver apprezzato il mio lavoro svolto fino ad adesso ».

« E' un piacere averla in squadra ».

Esco a velocità razzo e mi avvicino alla scrivania di Jessica.

« Mi ha chiesto se voglio trasferirmi ad Amburgo. In sede, praticamente ».

« Lo so, secondo me è una buona opportunità ».

« Dici? ».

« Certo, al posto tuo accetterei ».

Mi strizza l' occhio e io annuisco, pensierosa.

La lascio lavorare e mi avvio verso l' uscita.

Il tragitto fino a casa sembra essere più corto del solito, forse perchè i mille pensieri che mi stanno affollando la testa mi hanno completamente distratta dalla strada.

Riesco a trascorrere la mattinata facendo le pulizie di casa e cucinare il pranzo.

Quando Giulia rientra, la obbligo a sedersi in cucina ad ascoltarmi.

« Cosa? Ad Amburgo? Perchè? ».

« Perchè un dipendente ha chiesto l' aspettativa di due anni e vogliono mandare me come sostituzione. Dicono che sarei molto utile, là ».

« E mi abbandoni? ».

Piego leggermente la testa di lato, verso destra, e la guardo con un misto di tenerezza e tristezza.

« Ma non ti abbandono. Solo per lavoro...poi passerò a trovarti ogni volta che potrò ».

« Ma sarai lontana... Amburgo è una città lontana ».

« Non così tanto e sono convinta che la tua macchina saprà arrivarci in meno di un' ora » sorrido.

« Può darsi, sperimenterò appena possibile ».

Guardo fuori dalla finestra. Le goccioline di pioggia bagnano l' esterno dei vetri. Rilasso le spalle e, senza dire nulla, mi avvio in cucina. Tiro fuori l' occorrente per fare una buona cena.

Infilo le patate nel forno e le lascio arrostire.

« Ma la casa te la danno loro o ti tocca trovartela? » chiede, facendo irruzione in cucina.

« Quelli sono dettagli che formalizzeremo dopo, quando firmerò il contratto ».

« Capisco. E credi che, una volta ad Amburgo, tornerai mai a Berlino? -.

« Certo! ».

Qualsiasi persona sarei diventata, le mie intenzioni erano comunque quelle di tornare, prima o poi.

Ero spinta dal desiderio di cambiare; nuova aria, nuova vita, nuova esperienza lavorativa.

Sarei rimasta sempre la stessa o...sarei cambiata?

 

 

 

Note: commentate donzelle, commentateee :)

  
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